Ottima la relazione del segretario provinciale:
- è un dovere sostenere il Governo
- sentire l’appartenenza al partito che si assume responsabilità: si dovrebbe essere fieri
- è in gioco la capacità di dimostrare cosa sa fare un partito che si assume la responsabilità di GOVERNARE
- un partito in evoluzione anche in rapporto al “fare impresa” (nuova cultura del lavoro)
- o si cambia in questi momenti o non si cambia
- l’importanza STORICA del referendum costituzionale di fine anno
- riflettere sui temi di: SICUREZZA; IMMIGRAZIONI; AMBIENTE
- ci saranno i Forum tematici
- Comune di Como: il “patto di coalizione e “far arrivare la nave nel porto”. Sguardo programmatico sul futuro
Piccola analisi sociologica dei presenti:
età: maggioritari i pensionati di anzianità (di “vecchiaia” credo solo io)), ma anche qualche giovane (cui auguro buon futuro)
vecchie militanze: un ex socialista innamorato delle “ideologie” (ricordo gli scontri con lui: io berlingueriano e lui craxiano); un ex Manifesto (ricordo che si preparava alla rivoluzione, ma erano gli anni ’70 e allora era forte la stilista del comunismo rossana rossanda); un “intellettuale” che si crede organico (ieri per il centralismo democratico, oggi per manomettere Renzi con il metodo della distruzione della personalità); un dirigente sindacale di matrice cattolica che è contro sempre per antica cultura (categoria: quelli che si credono portatori della LORO verità) ; per fortuna anche un ex democristiano, come me legato alla fase del “compromesso storico” (1976-1979) e -ma guarda i paradossi della biografia! – oggi per il centralismo democratico (“in una LIBERA associazione si rispettano le decisioni della maggioranza”). Il paradosso è questo: il mio prevalente “idem sentire” era con un ex DC …
E parecchi altri di cui non conosco la biografia politica.
Insomma: per fortuna storico-esistenziale il PD è una associazione politica che è riuscita a far interagire culture politiche nel passato fra loro alternative. E questo è un gran bel risultato
Dal lato ottimista vorrei che questo “stare assieme” fosse per le POLICIES (obiettivi politici basati sulla ricerca del risultato).
Dal lato pessimista osservo che prevalgono le POLITICS ( conflitto ideologico basato solo sulla percezione dei problemi e delle persone)
Da post infartuato mi sono tenuto fuori dalla competizione linguistica: gli sbalzi di pressione fanno male al cuore che non ha più dalla sua parte le coronarie.
Però ho preso qualche appunto visivo.
Una è la sequenza del rapporto PERSONA/POLITICA, basata sulla intensità della partecipazione (da bassa ad altissima):
- CITTADINO
- ELETTORE VOTANTE
- “SIMPATIZZANTE”
- ISCRITTO AD UN PARTITO (esempio il PD)
- ISCRITTO ATTIVO (“ATTIVISTA”)
- ELETTO NELLE ISTITUZIONI (esempio consiglio comunale)
- AMMINISTRATORE o MINISTRO
Io: iscritto e basta. Neppure “parlante” in una assemblea. Scrivente sì: verba volant scripta manent
Poi c’è una rappresentazione di due modi diversi di “fare politica”:
Infine c’è il conflitto comunicativo basato sulle percezioni non controllate da buone informazioni:
Appunti di PAOLO FERRARIO:
iscritto al Pci/PDS/DS dal 1974 al 2002
iscritto al PD: 2014, 2015, 2016
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