Gregory Colbert (nato nel 1960) è un cineasta e fotografo canadese noto soprattutto come creatore di Ashes and Snow , una mostra di opere fotografiche e film ospitata nel Nomadic Museum
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Gregory Colbert
Categoria: Fotografia
nomi di FOTOGRAFI ricordati da Geoff Dyer in: L’infinito istante. Saggio sulla fotografia, il Saggiatore, 2022


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Geoff Dyer, L’infinito istante. Saggio sulla fotografia, il Saggiatore, 2022. Prima edizione nel 2005
Sguardo fotografico di Dorothea Lange sulla STRADA

Nella fotografia non esiste il frattempo …, in Geoff Dyer, L’infinito istante. Saggio sulla fotografia, il Saggiatore
“Nella fotografia non esiste il frattempo.
C’era quel momento e ora c’è questo e in mezzo non esiste nulla”
citazione ripresa da https://www.repubblica.it/robinson/2022/09/10/news/geoff_dyer_lo_sguardo_e_la_storia_di_chi_scatta_limmagine_influenzano_chi_guarda-365075097/
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Geoff Dyer, L’infinito istante. Saggio sulla fotografia, il Saggiatore
Geoff Dyer, L’infinito istante. Saggio sulla fotografia, il Saggiatore, 2022. Prima edizione nel 2005
Geoff Dyer, L’infinito istante. Saggio sulla fotografia, il Saggiatore
L’infinito istante – Il Saggiatore
Per Geoff Dyer la fotografia non è altro che un mezzo attraverso cui avviene il racconto delle piccole e grandi storie dell’umanità. Come la scrittura e il jazz, anche la fotografia sa andare oltre il significato del soggetto dell’opera, ma è necessario affinare la propria sensibilità.
Nell’Infinito istante, è una sorta di ordine entropico a guidare il viaggio nelle sterminate possibilità del mezzo fotografico. Dyer prova a distinguere quei fili che, come in un romanzo, legano generazioni di fotografia che pur non essendosi mai incontrati entrano in contatto incuranti del tempo e dello spazio grazie alla ripetizione dell’identico. Raccoglie quindi gli scatti di Alfred Stieglitz, Paul Strand, Walker Evans, André Kertész, Dorothea Lange, Diane Arbus e William Eggleston e scopre come il fotografare le stesse scene e gli stessi oggetti (panchine, cappelli, mani, strade, finestre, negozi di barbieri, fisarmonicisti) crei tra di loro un dialogo costante, una conversazione a più voci. Il suo è lo sguardo di uno scrittore che non possiede una macchina fotogra ca per sua stessa ammissione, e che può quindi abbandonarsi all’esperienza intima e personale dell’immagine.
La fotografia cambia il modo in cui vediamo il mondo, Geoff Dyer cambia il modo in cui guardiamo entrambi.
«Ho tentato, per quanto mi è stato possibile, di essere aperto a tutto “come un pezzo di materiale non esposto, sensibilizzato”.»
«Dopo averlo letto, la vita sembra più grande.» John Berger
«Dyer mette a fuoco una serie di intuizioni sagaci e originali sul lavoro di un gruppo di artisti su cui sembrava si fosse già detto tutto.» The New York Times
Traduzione di Maria Virdis

alla radice delle parole: FOTOGRAFIA: scrivere con la luce
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.. siedo alla finestra, e guardo … Umberto Saba


“Amelia e Ricky”, di Robin Shwartz, in “You call it love” Fotolux Festival, 2022

Orchidee
Sfoggiano
delicate corolle
sui lunghi steli
assopiti nel sonno invernale.
Bentornate.

Vincent MUNIER, Matthieu Ricard, Solitudes, Kobalann, 2013
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https://vincentmunier.com/shop/en/acces-libraires/1-solitudes-9782953738940.html
Vincent Munier: fotografie
Matthieu Ricard: testi















Paolo Ferrario Album fotografici su FLICKR
vedi anche gli Album fotografici su FLICKR
fotografie come SIMBOLO delle TRACCE e SENTIERI
MARCO CALABRESI, A occhi aperti, ContrastoBooks, 2013
Negli ultimi cinque anni Mario Calabresi ha raccolto una serie di interviste ai più grandi fotografi della scena internazionale. Il risultato dei suoi incontri è questo libro: un appassionante tuffo nella storia attraverso le immagini e le parole di grandi testimoni che hanno immortalato e vissuto alcuni dei momenti più intensi e drammatici del nostro passato. Con una prosa coinvolgente in grado di restituire la forza e le emozioni dei protagonisti Calabresi porta il lettore in un viaggio affascinante nel tempo, offrendogli contemporaneamente una prospettiva incredibilmente privilegiata: gli occhi di fotoreporter che hanno creato la comune memoria storica. Ecco allora Paul Fusco che racconta i funerali di Bob Kennedy o Josef Koudelka che descrive i primi istanti dell’ingresso dei carri armati a Praga. E poi ancora Steve McCurry, Don McCullin, Elliott Erwitt, Alex Webb, Gabriele Basilico, Abbas, Paolo Pellegrin e Sebastião Salgado.
Sorgente: A occhi aperti, ContrastoBooks