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CELLI Pier Luigi, La manutenzione dei ricordi. Anni Settanta: i ragazzi che non fecero la rivoluzione, Chiarelettere edizioni, 2021 – MAPPE nelle POLITICHE SOCIALI e nei SERVIZI

Politica italiana: Cronologia del PCI – Partito Comunista Italiano dal 1972 al 1991
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Politica italiana: Cronologia del PCI – Partito Comunista Italiano dal 1972 al 1991 – MAPPE nelle POLITICHE SOCIALI e nei SERVIZI
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MAPPE nelle POLITICHE SOCIALI e nei SERVIZI
https://www.facebook.com/berlinguer/
BIBLIOGRAFIA DA: Eppure il vento soffia ancora. Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer, di Piero Ruzzante, Antonio Martini, Utet editore, 2020
MAPPE nelle POLITICHE SOCIALI e nei SERVIZI
“Per noi l’austerità è il mezzo per contrastare alle radici e porre le basi del superamento di un sistema che è entrato in una crisi strutturale e di fondo, non congiunturale, di quel sistema i cui caratteri distintivi sono lo spreco e lo sperpero, l’esaltazione di particolarismi e dell’individualismo più sfrenati, del consumismo più dissennato. L’austerità significa rigore, efficienza, serietà, e significa giustizia”
“Il Pci era il più feroce nemico del terrorismo. A prescindere dal colore con cui tingeva i suoi crimini. Berlinguer pose la massima attenzione su un fenomeno che considerava la maggior minaccia per la democrazia. Cominciò ad occuparsene con assiduità ancor prima di diventare il leader del partito”
citazione da:
Il sentimento che scaturisce dalla lettura è di commozione. La stessa commozione di quelle migliaia di militanti che in piazza, quel 7 giugno 1984, si rendono conto della tragedia che si sta consumando. Il libro affronta la vita di Berlinguer suggerendo tesi storiografiche innovative, come quando ipotizza che l’incidente automobilistico subito di Sofia nel 1973 giocò un ruolo determinante nell’elaborazione del compromesso storico. Oltre Berlinguer il campo progressista si è un po’ perso. Si sente il bisogno di tornare su quei passi, per studiarli e trarne insegnamenti. Il libro che Piero Ruzzante ha scritto insieme ad Antonio Martini e ha da poco pubblicato per Utet (Eppure il vento soffia ancora) non è un saggio su Enrico Berlinguer. È un diario, un album di memorie, individuali e collettive, che ripercorre con grande rigore, ora dopo ora, gli ultimi giorni della vita del segretario comunista.
Berlinguer incarnava la diversità comunista
la copia originale è qui:
l’ultimo libro: Paolo Ferrario, POLITICHE SOCIALI E SERVIZI. Metodi di analisi e regole istituzionali, Carocci Faber, 2014
Vedi anche questi Blog:
Paolo Ferrario, Curarsi anche con i libri, in Cgil Insieme Spi, n.1, 2019
Paolo Ferrario, prefazione a: BELLICOSO ANTONIO, Assistente sociale on line. Web communication e buone prassi per il servizio sociale professionale: il modello S.O.S., Aracne editrice, 2018, p. 11-13
CICLI DI VITA E “PREVECCHIAIA” nelle società contemporanee, scheda didattica di Paolo Ferrario, 2018
Paolo Ferrario, Non solo mala sanità, in Cgil – SPI Insieme n. 2, 2018
Paolo Ferrario, Malattia di Alzheimer: i servizi sul territorio, in Cgil Spi Insieme n. 5, 2018
Paolo Ferrario, La carta dei servizi sociali e sanitari, in Cgil Spi Insieme, n.6 2018
Paolo Ferrario, LE POLITICHE SOCIALI e i SERVIZI: concetti chiave, dispensa didattica, dicembre 2017
Paolo Ferrario: gli ARCHIVI DECRONOLOGICI per la documentazione
Congedo dalla mia attività di formatore (1972-2014) , 29 settembre 2014
Ottimo pomeriggio, sabato 29 novembre 2014, alla #Lariopolda. i #camminanti e i #giudicanti
Voce SERVIZI SOCIALI, in Nuovo Dizionario di Servizio sociale, Carocci Faber, 2013, pag. 654-658
Voce PROGRAMMAZIONE, in Nuovo Dizionario di Servizio sociale, Carocci Faber, 2013, pag. 492-495
Intervista a Paolo Ferrario, in http://www.l’indro.it
JAMES HILLMAN: tre gruppi di libri. Video di Paolo Ferrario, 2012
Articoli pubblicati su Muoversi Insieme di Stannah, nel periodo 2009-2012:
LEGGI SOCIO-SANITARIE E QUADRI DI RIFERIMENTO PER L’ANALISI DI QUALITA’/EFFICACIA DEGLI INTERVENTI, USSL N. 38 DI MILANO – SERVIZIO SOCIALE, . Programma formativo di Paolo Ferrario, Corso organizzato dalla SCUOLA REGIONALE PER OPERATORI SOCIALI DEL COMUNE DI MILANO, Novembre-Dicembre 1997
Paolo Ferrario, Informazione e vita sociale, in LA VASCA, periodico studentesco, Como, n. 4, 1968
Paolo Ferrario, Minorenni a diciotto anni, in LA VASCA, periodico studentesco, Como, n. 3, 1968
Paolo Ferrario, La violenza quotidiana, in La Vasca – periodico studentesco n. 2 1967
alcune domande a MARISA ZONI, intervista di Paolo Ferrario, in La Vasca n. 1, 1967
Paolo Ferrario, Informazione e Mass-Media, in Critica sociale, 20 ottobre 1968
con il senatore LUCIANO FORNI (1985-2020), nel 1987
qui nel 1987 alla presentazione del libro:
, come sai la mia stima ed affetto è molto ricambiata. se penso a quegli anni … gli incontri sulla psichiatria con gianni Masè, le commissioni sanità dell’allora Pci (con l’analisi dell’ospedale sant’Anna) e poi l’associazione Dino Campana … tutto inciso nella memoria e nei miei appunti . Qualcosa è salvato anche nei miei blog. esempio la Dino Campana: https://traccesent.com/2016/07/11/mi-ricordo-degli-anni-in-cui-facevamo-lassociazione-dino-campana-per-il-superamanto-dellospedale-psichiatrico-di-como-erano-gli-anni-80/. Insomma : amicizia e collaborazione erano gli ingredienti fondanti
la MAPPA E’ QUESTA. La freccia parte dalla base biofisica,
va sulla cultura,
cambia le nostre personalità,
produce effetti nella società.
Ma su come funzionano questi percorsi e come si sviluppano nessuno lo sa.
Non abbiamo categorie interpretative
Ricardo Nencini, Presidente del Partito Socialista Italiano:
AUTOCRITICA. Ho avuto troppa fretta ad iscrivermi ad Italia Viva (19 ottobre 2019).
L’ho fatto anche per il maltrattamento che è stato praticato con sadismo interpersonale su Matteo Renzi dall’interno del PD fra il 2014 e il 2019.
Tuttavia NON SONO D’ACCORDO, OGGI, SUL MASSACRO CHE ITALIA VIVA STA FACENDO SULL’UNICO ACCORDO DI GOVERNO POSSIBILE.
La situazione storica che stiamo vivendo mi ricorda tanto gli anni della “Repubblica di Weimar” in Germania che portò all’hitlerismo nazista (salvini minuscolo E’ un nuovo hitler del secondo ventennio del duemila).
Il mio voto è di nuovo in libertà: e voterò per il partito che più insegue il “principio di responsabilità”, che è quello di fare compromessi storici di coalizione.
Mi sono identificato fin dal 1973 nelle politiche di “compromesso storico”. E ancora in quelle mi riconosco. E non nella conflittualità identitaria su cui si sta pericolosamente inclinando Italia Viva di Renzi.
Paolo Ferrario , Como 13 febbraio 2020
risposta ad alcuni commenti:
la tua nozione di “compromesso storico” non è la mia. Io sono nato “berlingueriano” in politica. Allora l’unica possibilità era mettere assieme DC e PCI: e in base al “principio di responsabiltà” lo fecero. e quello era il tempo del terrorismo di destra e di sinistra. le tue parole (tipiche delle psicologie identitarie ) sono del tutto estranee alla mia psicologia che è “constatativa”: oggi è necessario questo compromesso, perchè la situazione è hitleriana. E italia viva si sta comportando da irresponsabile. Ero a un bivio. Ora sono lontano sia dalla strada del PD , sia da quella di Italia Viva. Ho e avrò un solo strumento nelle mie mani (oltre ai miei blog): una scheda elettorale. e il mio voto andrà solo a chi si è comportato con spirito di responsabilità.
aggiungo: la discussione, per quanto mi riguarda, FINISCE QUI. Ho informato solo su un passaggio della mia lettura della situazione politica e non intendo dire altro. Se non continuare ad informare con i miei strumenti analitici e al momento del voto (che non spero prossimo, visto che a vincere saranno due “assassini interiori”: salvini minuscolo e meloni minuscola) decidere dove mettere la X sulla scheda
Il “principio di responsabilita” è una regola fondamentale, per me, nell’agire politico. E purtroppo devo constatare che non è messo in atto da Italia Viva. E così devo , anche qui, constatare che avevo sbagliato nel sostenere questo micro-partito. Comunque termina oggi la mia appartenenza ai partiti che sono in campo. Mi resta solo il diritto di voto: la X che metterò, con attenta valutazione, nelle urne che forse si apriranno in autunno. Nel pieno della pandemia del coronavirus! a conferma della irresponsabilità. Ciao e grazie per le tue parole, caro ***
aggiungo: la discussione, per quanto mi riguarda, FINISCE QUI. Ho informato solo su un passaggio della mia lettura della situazione politica e non intendo dire altro. Se non continuare ad informare con i miei strumenti analitici e al momento del voto (che non spero prossimo, visto che a vincere saranno due “assassini interiori”: salvini minuscolo e meloni minuscola) decidere dove mettere la X sulla scheda
grazie per le tue opinioni. credo di avere chiarito la mia attuale posizione. il mio percorso politico è condensato in queste tracce di memoria biografica e ci sono stati vari passaggi nei quali, purtroppo, ho dovuto ridefinire la mia collocazione politica. il “principio di responsabilità” e il “compromesso” sono due linee guida. Ovvio che i contesti geopolitici mutano. Ma la situazione storica del momento chiederebbe strategie collaborative e non conflittuali. la storia della repubblica di Weimar (di cui ho parlato spesso nei miei post e su libri usciti proprio in quest mesi) è lì ad insegnare. Far cadere (o anche solo rendere fragile) il governo è una scelta terribile ed irresponsabile. saluti e grazie ancora per l’attenzione
TI RINGRAZIO PER IL TUO RACCONTO BIOGRAFICO. il contesto che stiamo vivendo è pre nazista (salvini è sostanzialmente un hitler del secondo ventennio del 2000). e far barcollare o addirittura far cadere questo governo di compromesso è storicamente irresponsabile. queste sono le mie motivazioni per il ritiro dalla iscrizione a italia viva. ieri ho terminato il mio essere un “simpatizzante/militante”. ho solo il diritto di voto e lo spenderò, spero non a primavera od autunno) per provare a limitare il nazifascismo salviniano e meloniano. ho provato chiarire la mie posizione e valutazione nel post che ho pubblicato sul blog. evidentemente non ci sono riuscito. la mia “militanza politica è lunga (iniziata nel 1973) . e di delusioni ne ho avuta molte e raccontate per frammenti nella mia “autobiografia politica” . ora resto lontano, come su una riva. lontano dal PD , inquinato da odiatori che hanno distrutto il governo 2014/2016. Ma lontano anche da italia viva, che non comprende la pericolosità di questo tempo storico. grazie ancora per la tua attenzione
cara ***, a me sembra che siamo in una situazione STORICA molto difficile. Lo scenario è la vittoria di due partiti di matrice culturale fascinazista (pensa che le meloni vorrebbe ABOLIRE I TRIBUNALI DEI MINORI, nel nome della tutela delle famiglie !!!) in una tale situazione l’unica via è trovare punti di mediazione con i grillini (anche se li detesto) e tenere in piedi il governo. zingaretti si è assunto questa responsabilità. il mio punto di vista è che servono dei COMPROMESSI POLITICI in tale quadro inquietante . e per questo motivo non credo che giovi al sistema politico italiano mostrare continuamente la debolezza della coalizione che si oppone alla deriva fascinazista (so che il contesto geopolitico è diverso: uso questa denominazione per capire il QUADRO entro cui ci muoviamo) per tutte queste ragioni non posso condividere le spallate d italia viva. altra cosa sarebbe se itala viva fosse capace di creare una forza di CENTRO capace di condizionare l’alleanza di centrosinistra.E la strategia identitaria non giova neppure in questa operazione. è per questo che ho preso le distanze. la mia è una decisione del tutto PERSONALE. per me finisce in questo giorni il ruolo di simpatizzante/iscritto e mi assumo solo quello di elettore. quello che conterà, per me, è la X che metterò nell’urna. spero solo che l’offerta politica del centrosinistra offra le necessarie opportunità. e, a questo punto, spero anche molto nella offerta del partito (partitino) di Calenda. MI rendo conto di non sapere rispondere ai TUOI interrogativi. Ho solo provato ad offrirti il mio soggettivissimo PUNTO DI VISTA. grazie per la tua fiducia e stima. e speriamo che prevalga il BUON SENSO e il PRINCIPIO DI RESPONSABILITA’ . ciao e buoni giorni
tipi di PARTECIPAZIONE POLITICA per intensità di impegno:
– il SIMPATIZZANTE
– l’ELETTORE
– l’ISCRITTO al partito
– il MILITANTE di partito
– il DIRIGENTE
– l’ELETTO nelle istituzioni
Per favorire il rapporto con i primi due (simpatizzanti ed elettori) occorrerebbe un impegno attivo e intelligente degli ultimi tre (militanti; dirigenti; eletti)
Come?
Ad esempio con la buona comunicazione e la decrescita felice dei conflitti interni.
Suggerisco il metodo di Rudyard Kipling
http://mappeser.com/2016/02/23/le-politiche-sociali-e-i-sei-amici-che-mi-hanno-sempre-spiegato-tutto-di-rudyard-kipling/
il ragionamento “togliattiano di Giuliano Ferrara, L’anno bellissimo del monocolore del Bisconte. Analisi logica, in Il Foglio 14 agosto 2019
– i grillozzi hanno vinto le elezioni politiche con il 32 %
– il truce ha il 17 %
– bisconte faccia un monocolore con i grillozzi
– il PD (secondo arrivato alle urne del 2018) sostiene questo governo quasi istituzionale: “fiducia tecnica al monocolore e discussione parlamentere di volta in volta sulle scelte qualificanti”
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L’anno bellissimo del monocolore del Bisconte. Analisi logica – Il Foglio
Il partito di Emmanuel Macron, partendo dal nulla, è arrivato da zero a ventiquattro punti percentuali nel giro di un anno, tra il 6 aprile del 2016 e il 9 maggio del 2017. I Verdi tedeschi, ripartendo quasi da zero, sono arrivati nel giro di due anni dall’8,9 per cento conquistato alle elezioni federali del 2017 al 20,5 per cento delle elezioni europee del 2019. Il Brexit Party di Nigel Farage, cominciando praticamente da zero, il 26 maggio del 2019, sempre alle europee, è arrivato al 30,5 per cento appena due mesi dopo essere nato. Il partito con cui Zuzana CČaputová, a marzo, è diventata presidente della Slovacchia, Slovacchia Progressista, è arrivato al 40,57 per cento dopo appena due anni di vita. Lo stesso partito di Matteo Salvini, la Lega, è passato nel giro di sei anni dal 4,3 per cento del 2013, elezioni politiche, 1.328.555 voti, al 34,26 per cento del 2019, elezioni europee, con 9.175.208 di elettori conquistati.
Nella politica moderna, come sanno bene in Italia anche Matteo Renzi e Luigi Di Maio, i voti vanno e vengono con una velocità disarmante, i consensi sono sempre più legati ai sogni di un leader che al brand di un partito e basta un nulla a volte, un messaggio indovinato, un volto azzeccato, uno slogan riuscito, una formula appropriata, per far scattare una scintilla e far cambiare il trend politico di un paese. Lo spazio per rimescolare le carte esiste anche nel nostro paese e se i dati diffusi ieri da Euromedia Research sono attendibili, la fetta di paese liquida alla ricerca di una nuova proposta politica è sempre più grande e si aggira ormai attorno al 31 per cento degli elettori potenziali.
Il grande non detto che riguarda l’Italia relativo all’espressione “nuova proposta politica” è che la vera anomalia del nostro paese non è tanto l’avere un partito socialdemocratico che si aggira attorno al 20 per cento. Ma è avere un partito conservatore incapace di comprendere una verità che meriterebbe di non essere più nascosta: l’ascesa di Matteo Salvini è simmetrica alla discesa del partito di Silvio Berlusconi (il Pdl aveva 6.829.587 voti nel 2013, con il 22,3 per cento dei consensi, Forza Italia nel 2019 è arrivata a 2.351.673 di voti, con l’8,78 per cento dei consensi). E il successo della Lega non si può capire senza mettere a fuoco quella che è le vera anomalia italiana: l’assenza di una destra non truce.
In nessun paese d’Europa esiste una destra non truce in difficoltà come lo è in Italia e fino a quando non si avrà il coraggio di studiare fino in fondo questo fenomeno l’Italia sarà condannata a essere l’unico grande paese dell’Europa continentale ad avere, in cima alla sua piramide del consenso, una destra pericolosa, dannosa, statalista, xenofoba e persino illiberale. Per quanto possa sembrare difficile da immaginare il vero spazio d’innovazione della politica italiana non ha a che fare con la nascita di piccoli o grandi partitini di centro ma ha a che fare con la trasformazione radicale di un partito di centrodestra che dopo aver fatto la storia d’Italia ha bisogno di riscrivere un’altra storia. E per farlo ha bisogno di generare competizione, di aprire i suoi steccati, di emanciparsi dal salvinismo, di essere percepito come un argine e non più un complice del trucismo, di raccogliere le migliori energie del paese, di mettere da parte i volti dei protagonisti del passato, di convocare primarie aperte e di non chiedere più al suo fondatore di fare quello che non è più giusto chiedergli, ovvero essere il front runner unico del suo partito.
Il centrodestra forse non se ne rende conto, ma in una fase politica in cui l’elettorato fatica a premiare quello che è percepito come l’unico partito alternativo a quelli che si trovano al governo (il Pd, secondo un sondaggio Ghisleri pubblicato il 2 agosto da Euroweek News, sarebbe sceso al 20 per cento, con il M5s al 18 e la Lega al 36) la presenza sulla scena pubblica di una destra non truce, gagliarda, rinnovata, competitiva, combattiva, non sottomessa al sovranismo, capace cioè di essere popolare senza essere populista, avrebbe le caratteristiche per essere la grande novità che manca alla politica italiana. Lo spazio c’è, il sogno è possibile e le idee non mancheranno. A condizione che le rivoluzioni non vengano fatte a metà, che la competizione non sia farlocca e che la traiettoria sia chiara. Vogliamo le primarie, vogliamo un partito popolare, vogliamo volti che sappiano incarnare il sogno di una destra non truce. Se lo volete anche voi scriveteci qui e pubblicheremo il vostro appello, le vostre idee, i vostri nomi: destranotruce@ilfoglio.it.
da
21/22 giugno 2019
Dopo un anno di lavoro, nella mattinata di venerdì 21 giugno presenteremo alla stampa l’archivio “Antonio Spallino“.
Contenendo l’archivio anche numerose immagini, con Enzo Pifferi abbiamo colto l’occasione per organizzare una mostra fotografica che ne ripercorre il sentiero di vita, mentre in salone sarà proiettato un video di circa 200 immagini digitalizzate.
La mostra sarà liberamente visitabile dalle ore 15:00 fino alle 18:30 di venerdì 21 giugno e dalle 10:00 alle 12:30 di sabato 22 giugno.
Risorse:
Il PD è l’unico partito – non sto parlando dei suoi dirigenti che hanno fatto errori mostruosi, l’ultimo dei quali è stato bruciare Matteo Renzi- che può fare il bene dell’Italia adottando, come sembrava stesse facendo Renzi una politica riformista e socialista prima che il referendum del Dicembre 2016 lo mettesse fuori gioco. In Italia c’è assolutamente bisogno di un vero partito socialista riformista sull’esempio e l’insegnamento dei grandi socialisti: Turati, Pertini, Nenni.
la fase del Governo Renzi: https://mappeser.com/category/politica-italiana/fasi-storiche-della-politica-italiana/governo-renzi-2014-2016/
Massimo Recalcati, 2016: https://mappeser.com/2016/11/06/massimo-recalcati-quando-guardo-la-sinistra-del-no-non-posso-non-vedere-tre-grandi-sintomi-conservatorismo-fascinazione-masochistica-per-il-no-e-sintomo-del-paternalismo-alla-leopolda7-6-novem/
ricorda Umberto Minopoli:
“Giachetti e Ascani in campo hanno consentito che Zingaretti rimuovesse i tre pilastri della sua iniziale proposta: il polo con i 5 Stelle, la riedizione del modello di Unione di Prodi che guarda a sinistra ( luogo del nulla); il superamento del Pd per riaccogliere Leu. Ora che ha vinto che fara’ Zingaretti? (4 marzo 2019)”
5 marzo 2019
Matteo Renzi: “Al Segretario l’augurio più affettuoso di buon lavoro. La mia speranza è che adesso non si ricominci col fuoco amico, che io ho conosciuto bene come vittima. Si faccia politica, dunque, lasciando il Pd fuori dalle beghe di cortile delle correnti interne”
…
“Io vorrei che tra noi ci dicessimo una cosa chiara, il momento del Congresso non è il momento dell’unità, ma quello in cui devono emergere le nostre diversità. Se non ci fossero posizioni diverse ci sarebbe un solo candidato. L’unità ci deve essere dopo il Congresso, una volta discusso e scelto. L’unità che non c’è stata nei cinque anni scorsi e che è l’unica che io riconosco all’interno del partito”
…
“Come possono stare insieme chi ha realizzato il Jobs act e chi vuole cancellare, dove c’è chi come Marco Minniti ha fatto una straordinaria politica sull’immigrazione e chi lo considera uno schiavista. Come può stare insieme il mio presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e chi ritiene che l’operato di quel governo è senza appello. E’ un problema che non riguarda me, ma che deve emergere. Dobbiamo dirci come stanno le cose”.
…
“Noi pensiamo che la risposta ai problemi del Paese sia stata già tracciata e dev’essere implementata. Voglio fare un appello a tutti i parlamentari che appoggiano le altre mozioni, il lavoro che serve a questo Paese è il vostro lavoro. La nostra mozione dice che noi rivendichiamo il lavoro fatto al governo. Noi difendiamo le riforme che hanno fatto la storia di questo Paese, noi a differenza delle altre mozioni che sostenete difendiamo il lavoro che parlamentari e ministri hanno fatto nella passata legislatura”
…
“E poi sulle alleanze, vogliamo dire agli elettori quali sono le alleanze che vogliamo fare. Il campo è lo stesso, gli unici nel nostro campo che non sono stati nostri alleati erano quelli di Leu. Se mi dite che l’allargamento delle alleanze significa allearsi con loro, io dico senza di noi”
…
fonte informativa
https://www.democratica.com/focus/giachetti-congresso-pd-primarie/
vedi anche l’AZIONE LEGISLATIVA E DI GOVERNO DEL PERIODO 2013-2018:
LEGGI e DECRETI NELLA FASE POLITICA 2013/2018
omogeneità culturale almeno per le questioni veramente di fondo di una comunità sociale
per l’intera definizione
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tipi di PARTECIPAZIONE POLITICA per intensità di impegno:
– il SIMPATIZZANTE
– l’ELETTORE
– l’ISCRITTO al partito
– il DIRIGENTE
– l’ELETTO nelle istituzioni
Per favorire il rapporto con i primi due (simpatizzanti ed elettori) occorrerebbe un impegno attivo e intelligente degli ultimi tre (iscritti; dirigenti; eletti).
Come?
Ad esempio con la buona comunicazione e la “decrescita felice” dei conflitti interni.
Suggerisco il metodo di Rudyard Kipling
http://mappeser.com/…/le-politiche-sociali-e-i-sei-amici-c…/
Mostra organizzata da Chiara Milani
in collaborazione con l’Istituto Pier Amato Peretta,
alla Biblioteca di Como, Aprile 2018
A cosa può essere utile l’elenco dei primi 346 laureati in Sociologia in Italia e delle tesi da essi presentate alla fine del corso degli studi? Dal punto di vista pratico, a nulla. Ma l’Istituto Superiore di Scienze Sociali di Trento negli anni ’66 -’70 ha avuto una storia tutta sua e chi lo ha frequentato si ritrova, quasi mezzo secolo dopo, con uno ‘spirito di corpo’ che credo non trovi paragone in altre università ed altre facoltà, ed è forse assimilabile solo a quello dei bersaglieri e dei partigiani. L’elenco potrebbe allora servire per ‘ritrovarsi’ in questo vasto web e per ricordare tempi molto particolari.
Trento era una città piccola, la si attraversava da un capo all’altro facilmente anche senza autobus, e in quegli anni diventò la meta di studenti di tutte le regioni d’Italia. In un paese ancora frantumato dai dialetti e dalle diverse usanze, noi studenti, lì, trovammo subito un’identità comune. Non eravamo isolati, come avevo sperimentato a Roma personalmente in ottobre e novembre del ’66 prima del trasferimento, ma uniti dalla voglia di capire – con la presunzione di una maggiore scientificità – il mondo in cui vivevamo. La ricchezza di una diversa provenienza e il desiderio di mescolarsi per quel fine comune furono la specificità di quegli anni in quella città.
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Il seme dell’utopia – Blog Socio…logico: Sociologia a Trento negli Anni Sessanta