Compleanni (nati il 26 novembre)
Il vescovo emerito di Ivrea Luigi Bettazzi (97), il premio Nobel per la pace Adolfo Pérez Esquivel (89), l’ex direttore della Cia Porter Goss (82), la cantante Tina Turner (81), la medaglia Fields Enrico Bombieri (80), l’arcivescovo Carmelo Vigna (80), il politico e giornalista Manuele Palermi (78), la pornoattrice Karin Schubert (76), il matematico Enrico Arbarello (75), il membro dei Fleetwood John McVie (75), il premio Nobel per la medicina Elizabeth Blackburn (72), il politico Antonello Soro (72), l’ex presidente della Rai, ex ministro ed ex sindaco di Milano Letizia Moratti (71), la pornoattrice Ilona Staller detta «Cicciolina» (69), il vescovo di Forlì-Bertinoro Livio Corazza (63), il matematico e maestro di origami Toshikazu Kawasaki (65), il giornalista Paolo Trombin (63), la giornalista Laura Berti (61), il figlio dell’ex presidente egiziano Mubarak Ala Mubarak (60), il sindaco di Brescia Emilio Del Bono (55), il capo della Repubblica di Crimea Sergej Valer’evič Aksënov (48), il compositore Stefano Lentini (46), il ciclista Ivan Basso (43), l’attore e presentatore televisivo Paolo Ruffini (42), il giornalista Tommaso Labate (41), il cofondatore di Facebook Chris Hughes (37), l’attrice Adua Del Vesco (28).
Dieci anni fa
Venerdì 26 novembre 2010. Yara Gambirasio, 13 anni, studentessa dalle suore Orsoline del Maria Regina di Bergamo e promessa della ginnastica ritmica, è scomparsa. Alle 17.15 è uscita a piedi dalla sua casa in via Rampinelli 18, a Brembate di Sopra, a pochi chilometri di distanza dalla città. È andata a consegnare uno stereo portatile alle amiche, che si trovavano nel centro sportivo in via Locatelli. È rimasta nella palestra a guardare le compagne che si allenavano fino alle 18.44, ora in cui è uscita ed è stata vista per l’ultima volta. L’ultimo segnale del telefonino è delle 18.55.
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Hillary Clinton e altri alti funzionari del Dipartimento di Stato americano telefonano alle cancellerie di tutto il mondo per avvisarle che Wikileaks, il sito diretto da Julian Assange, è riuscito a mettere le mani su migliaia di e-mail piratate dal Secret Internet Protocol Router, il sistema attraverso cui i funzionari statunitensi all’estero si scambiano informazioni riservate. Assange sarebbe pronto a caricare sul suo sito più di 250 mila messaggi relativi agli ultimi dieci anni e, visto che dentro c’è un po’ di tutto, intende mandare una scelta delle cose più gustose a cinque grandi giornali internazionali: il New York Times, lo Spiegel, il Guardian, Le Monde e El Pais.
Serghei Lavrov, ministro degli Esteri russo: «Da noi queste cose non succedono».
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Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, finita la festa del Ringraziamento, sta giocando a pallacanestro con amici e parenti, quando un avversario maldestro lo colpisce a un labbro con una gomitata. I medici della Casa Bianca devono applicargli dodici punti di sutura.
Venti anni fa
Domenica 26 novembre 2000. La repubblicana Katherine Harris, segretario di Stato della Florida, visibilmente tesa, esclude dal conteggio delle schede elettorali i voti della contea di Palm Beach (arrivati in ritardo) e stabilisce che George Walker Bush, suo collega di partito, ha vinto con uno scarto di 537 voti. È lui il 43° presidente degli Stati Uniti. Il democratico Al Gore, però, ancora si rifiuta di concedergli la vittoria.
Venticinque anni fa
Domenica 26 novembre 1995. Un grosso torpedone della Seabus, carico di 51 anziani in gita, tutti provenienti dalla parrocchia di San Francesco di Paola, nel quartiere Civita, a Catania, si ferma all’improvviso sulla provinciale tra Leonforte e Assoro, in provincia di Enna. L’autista è preoccupato: quella strada è molto stretta e molto pendente, teme di non riuscire a passarci e decide di valutare di persona gli spazi di manovra. Nessuno ha capito come e perché, non appena l’uomo è sceso dal mezzo, il freno di stazionamento si sia disinserito: fatto sta che la corriera, a un certo punto, inizia a muoversi all’indietro, prende velocità, sfonda un muretto e finisce in una scarpata. Un uomo e sei donne muoiono sul colpo, un’altra viene portata in coma all’ospedale di Catania e si spegne verso sera. I feriti sono quaranta. Anche il parroco, don Vito Papetto, ricoverato all’ospedale di Enna, è in condizioni disperate.
Trenta anni fa
Lunedì 26 novembre 1990. «È arrivata, Antonina. È arrivata da Kiev per sposare un italiano, e ha lasciato lassù due figli che sono già grandi, un cane sanbernardo “che non potrebbe vivere al caldo, e una cassa di ricordi grande così. È arrivata Antonina, con le calze traforate, le scarpe con i tacchi, un vestito blu luccicante, di pizzi e ricami, e un bel sorriso pieno di buona volontà. Adesso conoscerà meglio le cose che sognava dell’Italia: “Il sole, l’allegria, la Scala, Celentano”. È il primo contratto matrimoniale fra una russa e un italiano organizzato da un’agenzia, la Quadrifoglio di Modena, tenuta da una dolce signora polacca, Ewa Stawicka, da Poznan; ma è il primo di una lunga serie, perché in Emilia già fioriscono agenzie per sposare donne straniere, e uffici di import-export dall’Est si trasformano, si adattano, si rinnovano. Ewa Stawicka ha già sposato dodici polacche. Molte altre sono in attesa» [p.s, corrispondenza da Modena, La Stampa, 27/11/1990].
Quaranta anni fa
Mercoledì 26 novembre 1980. «Italiane e italiani, sono tornato ieri sera dalle zone devastate dalla tremenda catastrofe sismica. Ho assistito a degli spettacoli che mai dimenticherò. Interi paesi rasi al suolo, la disperazione poi dei sopravvissuti vivrà nel mio animo. Sono arrivato in quei paesi subito dopo la notizia che mi è giunta a Roma della catastrofe, sono partito ieri sera. Ebbene, a distanza di 48 ore, non erano ancora giunti in quei paesi gli aiuti necessari. È vero, io sono stato avvicinato dagli abitanti delle zone terremotate che mi hanno manifestato la loro disperazione e il loro dolore, ma anche la loro rabbia. Non è vero, come ha scritto qualcuno, che si sono scagliati contro di me, anzi, io sono stato circondato da affetto e comprensione umana. Ma questo non conta. Quello che ho potuto constatare è che non vi sono stati i soccorsi immediati che avrebbero dovuto esserci. Ancora dalle macerie si levavano gemiti, grida di disperazione di sepolti vivi. E i superstiti presi di rabbia mi dicevano: “Ma noi non abbiamo gli attrezzi necessari per poter salvare questi nostri congiunti, liberarli dalle macerie”. Io ricordo anche questa scena: una bambina mi si e avvicinata disperata, mi si è gettata al collo e mi ha detto piangendo che aveva perduto sua madre, suo padre e i suoi fratelli» [Sandro Pertini, messaggio agli italiani, 26/11/1980].
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«Discorso alla tv di Pertini sul terremoto, che provoca violente emozioni invocando pubblicamente sanzioni contro i responsabili. Poiché la responsabilità diretta non è attribuibile agli umani, rimane il giudizio sulle strutture statali di intervento. Rognoni si dimette. Lo dice a Evangelisti alle 2 di notte, non volendo svegliare me» [Giulio Andreotti, I diari segreti, Solferino, Milano 2020].
Cinquanta anni fa
Giovedì 26 novembre 1970. All’aeroporto di Manila, tale Benjamin Mendoza, 35 anni, pittore, residente a La Paz, in Bolivia, arrivato nelle Filippine tre giorni fa, tenta di assassinare Paolo VI con un coltello dalla lama lunga dodici centimetri. Per miracolo, l’arcivescovo di Seul, cardinale Stephen Kim, 48 anni, riesce a mettersi in mezzo e a proteggere il Papa con il suo corpo: viene ferito a una mano. Subito l’aggressore viene immobilizzato dai poliziotti che lo caricano di peso su un fuoristrada. Per avvicinare il Santo Padre aveva indossato un abito talare.
Sessanta anni fa
Sabato 26 novembre 1960. Il procuratore della Repubblica di Milano dottor Carmelo Spagnuolo ordina il sequestro del film I dolci inganni di Alberto Lattuada, con protagonista Catherine Spaak. I funzionari della direzione generale dello Spettacolo hanno già censurato quindici minuti di scene troppo scabrose, ma per lui non è sufficiente.
Settanta anni fa
Domenica 26 novembre 1950. Nella sua villetta di Champigny-sur-Marne, a pochi chilometri da Parigi, muore Giacomo Inardi, il più famoso calcolatore prodigio di sempre. Figlio di un pastore piemontese, poverissimo, già a dieci anni, senza neanche sapere cosa fossero, estraeva radici cubiche. Sapeva sommare e sottrarre a mente numeri di venti cifre e indicare il giorno della settimana di una qualsiasi data dal Seicento in poi. Aveva fatto qualche soldo esibendosi in pubblico. Aveva 83 anni.
Ottanta anni fa
Martedì 26 novembre 1940. «Quanto sto per dirvi non ha riferimenti a fatti di guerra. Non è che lo sviluppo di certi appunti presi per via due anni fa, quando venni per la prima volta da queste parti e vi gironzolai tre mesi dietro agli zingari. Ma ora che la guerra borbotta alle porte di questa contrada e sta per investirla, voglio dirvi succintamente le cose che mi venne fatto di vedere e di annotare in Macedonia […] I beduini bianchi che abitano questa steppa, che a volte ci sembra una Siberia calda e a volte un Sahara freddo, non sono, manco a dirlo, della stessa razza. Tutto il groviglio balcanico si è dato convegno in Macedonia senza riuscire a foggiarsi un prodotto proprio. Come in Macedonia trovi tutte le specie di bestie, fino ai cammelli che vidi incolonnati lungo le piste di Strumizza, così ci trovi tutti le specie di uomini, fino a intere comunità di circassi. Albanesi, serbi, bulgari, romeni, zingari si accavallano, si picchiano, si sposano tra di loro. E ci sono anche dei greci, mica no, ma ci fanno da forestieri. Dieci lingue, venti dialetti, quattro o cinque religioni. Unici tratti comuni: la malaria e l’ignoranza […] Molto simili agli ebrei in Palestina (la civiltà ellenica è effettivamente una civiltà di tipo semitico, corruttrice e disgregatrice) i greci di Macedonia si trovano a disagio per mancanza di una economia su cui fare prosperare il loro parassitismo. Giunti in Macedonia e lasciati in balia di sé stessi, non si avventurarono nel contado come abbiamo fatto noi italiani nell’West americano e nella Pampa. Sono rimasti nelle città a mercatare. Solo i più coraggiosi hanno messo a cultura campicelli a un tiro di schioppo dal paese dove tornano a dormire la notte perché la campagna fa loro paura: non ci sono abituati. E sono gli astrageorghi, che vuol dire cittadini coltivatori, i quali poi coltivano al massimo un orto o una vigna o un oliveto. Oltre a questi piccoli centri suburbani di terra arata si stende, immensa e squallida, la “Campania” cariata di acquitrini ove anche le zanzare muoiono di malaria» [Indro Montanelli, inviato sul fronte greco, Corriere della Sera, 27/11/1940 – Anno XIX].
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«Badoglio, dopo un colloquio col Duce, ha inviato la lettera di dimissioni. Farinacci insiste nel rifiuto di pubblicare smentite. Così non si può andare avanti. Quando si aggiunge che anche la dichiarazione scritta da Pavolini è stata contestata da Badoglio, ci si rende conto della situazione. Stamani gli uscieri di Palazzo Venezia dovevano smistare in differenti saloni i più alti papaveri italiani, per evitare che si arrivasse ad una scazzottatura generale» [Galeazzo Ciano, Diario 1937-1943, Rizzoli, Milano 1996].
Novanta anni fa
Mercoledì 26 novembre 1930. Alle 4.30 del mattino un violento terremoto colpisce il Giappone. L’epicentro è nella regione tra Osaka e Fukui. La scossa è durata trenta secondi. Mancano particolari precisi, perché tutte le comunicazioni con le città colpite sono interrotte. I morti dovrebbero essere più di un migliaio.
Cento anni fa
Venerdì 26 novembre 1920. Intenzionato a porre un freno alla violenza, l’onorevole Giolitti presenta alla Camera un nuovo disegno di legge per vietare di «portare, detenere e conservare» bombe a mano, ordigni esplosivi e incendiari. Se il parlamento l’approverà, chi ha in casa armi di questo tipo avrà venti giorni di tempo per consegnarle ai carabinieri; poi rischierà dai 2 ai 5 anni di carcere e 5 di vigilanza speciale da parte della pubblica sicurezza.
Centodieci anni fa
Sabato 26 novembre 1910. «La Neue Freie Presse ha da Pietroburgo che la vedova di Tolstoi, in seguito alla eccitazione nervosa avuta di questi giorni, è caduta gravemente malata» [La Stampa, corrispondenza da Vienna, 27/11/1910].
Centoventi anni fa
Lunedì 26 novembre 1900. Il presidente del Consiglio Giuseppe Saracco, rispondendo ad alcune interpellanze sul regicidio alla Camera, annuncia che il governo sta mettendo a punto una legge contro gli anarchici.
Centocinquanta anni fa
Sabato 26 novembre 1870. A mezzogiorno, a Torino, il secondo figlio del duca d’Aosta viene battezzato con i nomi di Vittorio Emanuele Torino Giovanni Maria.
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