Marcombe Carine, Agire e pensare come un albero, Odoya, 2022

LUOGHI del LARIO e oltre ...

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https://www.odoya.it/scienze/clima-e-ambiente/1174-Agire-e-pensare-come-un-albero.html

Forte come una quercia, flessibile come un bambù, dritto come un pino… Da sempre gli alberi sono usati dall’uomo come metro di paragone di qualità particolari. D’altra parte, abitano il nostro pianeta da circa quattrocento milioni di anni e per sopravvivere hanno dovuto imparare a coesistere con altre specie e sviluppare un modo più saggio del nostro per vivere pacificamente. È giunto il momento di avere un progetto per noi stessi e per questo mondo, di definirlo e rimodellarlo. Dobbiamo solo decidere di farlo e, attraverso le nostre azioni quotidiane, dare un senso al nostro cammino. Cosa vogliamo trasmettere alle generazioni future? Cosa vogliamo fare di questo nostro tempo sulla Terra? Immaginiamo la nostra impronta individuale e moltiplichiamola per otto miliardi. Forse può essere utile ripensare al nostro posto nella natura, prendere spunto dagli alberi, che tanto donano senza chiedere nulla in cambio. Attraverso consigli…

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Ammaniti Niccolò, La vita intima, Einaudi editore, 2023

ANTOLOGIA DEL TEMPO CHE RESTA

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La vita intima, Niccolò Ammaniti. Giulio Einaudi editore – Stile libero Big

Maria Cristina Palma ha una vita all’apparenza perfetta, è bella, ricca, famosa, il mondo gira intorno a lei. Poi, un giorno, riceve sul cellulare un video che cambia tutto. Nel suo passato c’è un segreto con cui non ha fatto i conti. Come un moderno alienista Niccolò Ammaniti disseziona la mente di una donna, ne esplora le paure, le ossessioni, i desideri inconfessabili in un romanzo che unisce spericolata fantasia, realismo psicologico, senso del tragico e incanto del paradosso.

Copertina del libro La vita intima di Niccolò Ammaniti

recensione in https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/ammaniti-nel-suo-ultimo-libro-racconta-lintimita-delle-donne-potenti-vtmmivyc

  • Estraniarsi dal mondo e perdere la fermata del treno per colpa di un romanzo: è uscitoLa vita intima, il nuovo libro di Niccolò Ammaniti. Oltre che una bellissima storia è una presa di posizione sulle questioni di genere.
  • Ammaniti lavora scrupolosamente alle sue trame, le racconta agli amici per vedere…

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Corio Olivia, illustrazioni di Denise Pelleriti, I greentosi alla scoperta di Como, Dominioni editore, 2022. I percorsi raccontati nel libro

LUOGHI del LARIO e oltre ...

I PERCORSI:

  • Museo della seta
  • Via Borgovico
  • Basilica di San Giorgio
  • Villa Saporiti
  • Villa Olmo
  • Villa Bernasconi
  • Piazza Cavour
  • Orrido di Nesso
  • Villa Carlotta
  • Pianello del Lario
  • L’ora dello sport
  • Via delle Scalette
  • Eremo di San Donato
  • Feleghèe
  • Fonte Pissarottino
  • Chiesa di S. Andrea
  • Grand Hotel Milano
  • Faro Voltiano
  • Porta Torre
  • Via Milano
  • Baradello
  • Piazza San Fedele
  • Via Vitani
  • Autosilo Terme
  • Basilica di Sant’Abbondio
  • Duomo
  • Palazzo Volpi, Palazzo Lambertenghi, Palazzo Cernezzi
  • Teatro Sociale
  • Belle Epoque
  • Novocomum
  • Casa del fascio
  • Casa di Volta
  • Piazza Volta
  • Tempio Voltiano
  • Liceo Volta
  • Tomba Voltiana
  • Museo Giovio
  • Museo Garibaldi
  • Pinacoteca
  • Archivio di Stato

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Liliana Segre al Senato: il discorso integrale di apertura dei lavori – 13 ottobre 2022

Mappe nel Sistema dei Servizi alla Persona e alla Comunità

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Liliana Segre al Senato: il discorso integrale di apertura dei lavori

due estratti

“Oggi sono particolarmente emozionata di fronte al ruolo che in questa giornata la sorte mi riserva. Nel mese di ottobre, mese in cui ci fu la Marcia su Roma, tocca proprio a me. Il valore simbolico di questa circostanza casuale, si amplifica nella mia mente perché ai miei tempi la scuola iniziava in ottobre ed è impossibile per me non provare una specie di vertigine, ricordando quella stessa bambina che nel 1938, in un giorno come questo, fu costretta dalle leggi razziali a lasciare vuoto il suo banco della sua scuola elementare. Quella stessa bambina si trova oggi addirittura sul banco più prestigioso del Senato”.

“In Italia il principale ancoraggio attorno al quale deve manifestarsi tutto ciò è la Costituzione, che non è un pezzo di carta ma testamento di centomila morti di…

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FRIDA BOLLANI MAGONI, Primo Tour, cd audio

Frida Bollani Magoni non ha ancora 18 anni eppure si sta imponendo come una delle artiste più mature e sorprendenti del panorama internazionale.

Le sue esibizioni si rincorrono sul web e diventano immediatamente virali: dalla personale versione di Hallelujah suonata a 4 mani con il padre Stefano Bollani, nel programma cult “Via dei Matti numero 0”, all’esibizione al Quirinale del 2021 applaudita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, fino alla partecipazione al programma “Danza con Me” di Roberto Bolle.

cerca in rete: https://tinyurl.com/2x3dphkw

facebook: https://www.facebook.com/frida.bollanimagoni

youtube: https://www.youtube.com/channel/UCCT7ILKl368QGBQkLxkjQew

TartaRugosa ha letto e scritto di: Cheril Strayed (2016), Wild, Traduzione di Sara Puggioni, Edizioni Piemme Pickwick, Milano

TARTARUGOSA

Il Pacific Crest Trail (PCT) è un sentiero della natura che si estende dal confine messicano in California fino a poco oltre il confine con il Canada lungo la cresta di nove catene montuose. Percorrendo tutta la California, l’Oregon e Washington il PCT passa in mezzo a parchi nazionali e aree selvagge, in territori federali, tribali e privati, in mezzo a deserti, montagne e foreste pluviali, attraverso fiumi e autostrade.

Questo è lo scenario dove si ambienta il racconto di Cheryl, giovane donna che decide di intraprendere in solitaria il trekking più impensabile dei suoi progetti, ma considerato come unica via possibile per ritrovare sé stessa.

Era un mondo sconosciuto, un mondo in cui avevo fatto ingresso esitante, addolorata e confusa, con timore e speranza, Un mondo che pensavo avrebbe potuto fare di me la donna che sapevo di poter diventare e al tempo stesso risvegliare la ragazza che ero…

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Fu chiesto a Franco Basaglia: “Che cosa farebbe se il black-out capitasse improvvisamente a casa sua?” Rispose: Accetterei il buio e organizzerei la situazione. Mi metterei cioè a fare insieme con altri un’attività giusta per il buio”, 1998

Mappe nel Sistema dei Servizi alla Persona e alla Comunità

Fu chiesto a Franco Basaglia:“Che cosa farebbe
se il black-out capitasse improvvisamente a casa sua?”

Rispose:
“Accetterei il buio
e organizzerei la situazione.
Mi metterei cioè a fare
insieme con altri
un’attività giusta per il buio”

in Baggio G., Adulti e gioco, in Anziani Oggi n. 2/3 1998, p. 77

Contesto della citazione:

UN’ATTIVITÀ GIUSTA PER IL BUIO…

Il caso ci offre a volte esempi inattesi e concreti a convalida delle nostre astrazioni e proprio mentre cercavo il modo di chiarire il mio pensiero fui colpita, parecchi anni fa, dall’affermazione di Franco Basaglia al quale nel corso di un’intervista avevano posto la domanda:

“Che cosa farebbe se il black-out (l’improvviso oscuramento totale che allora colpì New York) capitasse a casa sua?”.

La risposta fu:

“Accetterei il buio e organizzerei la situazione. Mi metterei cioè a fare insieme con altri un’attività giusta per il buio”.

Questo risuona in me come…

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i compleanni ed eventi connessi al 26 novembre

Compleanni (nati il 26 novembre)
Il vescovo emerito di Ivrea Luigi Bettazzi (97), il premio Nobel per la pace Adolfo Pérez Esquivel (89), l’ex direttore della Cia Porter Goss (82), la cantante Tina Turner (81), la medaglia Fields Enrico Bombieri (80), l’arcivescovo Carmelo Vigna (80), il politico e giornalista Manuele Palermi (78), la pornoattrice Karin Schubert (76), il matematico Enrico Arbarello (75), il membro dei Fleetwood John McVie (75), il premio Nobel per la medicina Elizabeth Blackburn (72), il politico Antonello Soro (72), l’ex presidente della Rai, ex ministro ed ex sindaco di Milano Letizia Moratti (71), la pornoattrice Ilona Staller detta «Cicciolina» (69), il vescovo di Forlì-Bertinoro Livio Corazza (63), il matematico e maestro di origami Toshikazu Kawasaki (65), il giornalista Paolo Trombin (63), la giornalista Laura Berti (61), il figlio dell’ex presidente egiziano Mubarak Ala Mubarak (60), il sindaco di Brescia Emilio Del Bono (55), il capo della Repubblica di Crimea Sergej Valer’evič Aksënov (48), il compositore Stefano Lentini (46), il ciclista Ivan Basso (43), l’attore e presentatore televisivo Paolo Ruffini (42), il giornalista Tommaso Labate (41), il cofondatore di Facebook Chris Hughes (37), l’attrice Adua Del Vesco (28).

Dieci anni fa
Venerdì 26 novembre 2010. Yara Gambirasio, 13 anni, studentessa dalle suore Orsoline del Maria Regina di Bergamo e promessa della ginnastica ritmica, è scomparsa. Alle 17.15 è uscita a piedi dalla sua casa in via Rampinelli 18, a Brembate di Sopra, a pochi chilometri di distanza dalla città. È andata a consegnare uno stereo portatile alle amiche, che si trovavano nel centro sportivo in via Locatelli. È rimasta nella palestra a guardare le compagne che si allenavano fino alle 18.44, ora in cui è uscita ed è stata vista per l’ultima volta. L’ultimo segnale del telefonino è delle 18.55.

Hillary Clinton e altri alti funzionari del Dipartimento di Stato americano telefonano alle cancellerie di tutto il mondo per avvisarle che Wikileaks, il sito diretto da Julian Assange, è riuscito a mettere le mani su migliaia di e-mail piratate dal Secret Internet Protocol Router, il sistema attraverso cui i funzionari statunitensi all’estero si scambiano informazioni riservate. Assange sarebbe pronto a caricare sul suo sito più di 250 mila messaggi relativi agli ultimi dieci anni e, visto che dentro c’è un po’ di tutto, intende mandare una scelta delle cose più gustose a cinque grandi giornali internazionali: il New York Times, lo Spiegel, il Guardian, Le Monde e El Pais.
Serghei Lavrov, ministro degli Esteri russo: «Da noi queste cose non succedono».

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, finita la festa del Ringraziamento, sta giocando a pallacanestro con amici e parenti, quando un avversario maldestro lo colpisce a un labbro con una gomitata. I medici della Casa Bianca devono applicargli dodici punti di sutura.

Venti anni fa
Domenica 26 novembre 2000. La repubblicana Katherine Harris, segretario di Stato della Florida, visibilmente tesa, esclude dal conteggio delle schede elettorali i voti della contea di Palm Beach (arrivati in ritardo) e stabilisce che George Walker Bush, suo collega di partito, ha vinto con uno scarto di 537 voti. È lui il 43° presidente degli Stati Uniti. Il democratico Al Gore, però, ancora si rifiuta di concedergli la vittoria.

Venticinque anni fa
Domenica 26 novembre 1995. Un grosso torpedone della Seabus, carico di 51 anziani in gita, tutti provenienti dalla parrocchia di San Francesco di Paola, nel quartiere Civita, a Catania, si ferma all’improvviso sulla provinciale tra Leonforte e Assoro, in provincia di Enna. L’autista è preoccupato: quella strada è molto stretta e molto pendente, teme di non riuscire a passarci e decide di valutare di persona gli spazi di manovra. Nessuno ha capito come e perché, non appena l’uomo è sceso dal mezzo, il freno di stazionamento si sia disinserito: fatto sta che la corriera, a un certo punto, inizia a muoversi all’indietro, prende velocità, sfonda un muretto e finisce in una scarpata. Un uomo e sei donne muoiono sul colpo, un’altra viene portata in coma all’ospedale di Catania e si spegne verso sera. I feriti sono quaranta. Anche il parroco, don Vito Papetto, ricoverato all’ospedale di Enna, è in condizioni disperate.

Trenta anni fa
Lunedì 26 novembre 1990. «È arrivata, Antonina. È arrivata da Kiev per sposare un italiano, e ha lasciato lassù due figli che sono già grandi, un cane sanbernardo “che non potrebbe vivere al caldo, e una cassa di ricordi grande così. È arrivata Antonina, con le calze traforate, le scarpe con i tacchi, un vestito blu luccicante, di pizzi e ricami, e un bel sorriso pieno di buona volontà. Adesso conoscerà meglio le cose che sognava dell’Italia: “Il sole, l’allegria, la Scala, Celentano”. È il primo contratto matrimoniale fra una russa e un italiano organizzato da un’agenzia, la Quadrifoglio di Modena, tenuta da una dolce signora polacca, Ewa Stawicka, da Poznan; ma è il primo di una lunga serie, perché in Emilia già fioriscono agenzie per sposare donne straniere, e uffici di import-export dall’Est si trasformano, si adattano, si rinnovano. Ewa Stawicka ha già sposato dodici polacche. Molte altre sono in attesa» [p.s, corrispondenza da Modena, La Stampa, 27/11/1990].

Quaranta anni fa
Mercoledì 26 novembre 1980. «Italiane e italiani, sono tornato ieri sera dalle zone devastate dalla tremenda catastrofe sismica. Ho assistito a degli spettacoli che mai dimenticherò. Interi paesi rasi al suolo, la disperazione poi dei sopravvissuti vivrà nel mio animo. Sono arrivato in quei paesi subito dopo la notizia che mi è giunta a Roma della catastrofe, sono partito ieri sera. Ebbene, a distanza di 48 ore, non erano ancora giunti in quei paesi gli aiuti necessari. È vero, io sono stato avvicinato dagli abitanti delle zone terremotate che mi hanno manifestato la loro disperazione e il loro dolore, ma anche la loro rabbia. Non è vero, come ha scritto qualcuno, che si sono scagliati contro di me, anzi, io sono stato circondato da affetto e comprensione umana. Ma questo non conta. Quello che ho potuto constatare è che non vi sono stati i soccorsi immediati che avrebbero dovuto esserci. Ancora dalle macerie si levavano gemiti, grida di disperazione di sepolti vivi. E i superstiti presi di rabbia mi dicevano: “Ma noi non abbiamo gli attrezzi necessari per poter salvare questi nostri congiunti, liberarli dalle macerie”. Io ricordo anche questa scena: una bambina mi si e avvicinata disperata, mi si è gettata al collo e mi ha detto piangendo che aveva perduto sua madre, suo padre e i suoi fratelli» [Sandro Pertini, messaggio agli italiani, 26/11/1980].

«Discorso alla tv di Pertini sul terremoto, che provoca violente emozioni invocando pubblicamente sanzioni contro i responsabili. Poiché la responsabilità diretta non è attribuibile agli umani, rimane il giudizio sulle strutture statali di intervento. Rognoni si dimette. Lo dice a Evangelisti alle 2 di notte, non volendo svegliare me» [Giulio Andreotti, I diari segreti, Solferino, Milano 2020].

Cinquanta anni fa
Giovedì 26 novembre 1970. All’aeroporto di Manila, tale Benjamin Mendoza, 35 anni, pittore, residente a La Paz, in Bolivia, arrivato nelle Filippine tre giorni fa, tenta di assassinare Paolo VI con un coltello dalla lama lunga dodici centimetri. Per miracolo, l’arcivescovo di Seul, cardinale Stephen Kim, 48 anni, riesce a mettersi in mezzo e a proteggere il Papa con il suo corpo: viene ferito a una mano. Subito l’aggressore viene immobilizzato dai poliziotti che lo caricano di peso su un fuoristrada. Per avvicinare il Santo Padre aveva indossato un abito talare.

Sessanta anni fa
Sabato 26 novembre 1960. Il procuratore della Repubblica di Milano dottor Carmelo Spagnuolo ordina il sequestro del film I dolci inganni di Alberto Lattuada, con protagonista Catherine Spaak. I funzionari della direzione generale dello Spettacolo hanno già censurato quindici minuti di scene troppo scabrose, ma per lui non è sufficiente.

Settanta anni fa
Domenica 26 novembre 1950. Nella sua villetta di Champigny-sur-Marne, a pochi chilometri da Parigi, muore Giacomo Inardi, il più famoso calcolatore prodigio di sempre. Figlio di un pastore piemontese, poverissimo, già a dieci anni, senza neanche sapere cosa fossero, estraeva radici cubiche. Sapeva sommare e sottrarre a mente numeri di venti cifre e indicare il giorno della settimana di una qualsiasi data dal Seicento in poi. Aveva fatto qualche soldo esibendosi in pubblico. Aveva 83 anni.

Ottanta anni fa
Martedì 26 novembre 1940. «Quanto sto per dirvi non ha  riferimenti a fatti di guerra. Non è che lo sviluppo di certi appunti presi per via due anni fa, quando venni per la prima volta da queste parti e vi gironzolai tre mesi dietro agli zingari. Ma ora che la guerra borbotta alle porte di questa contrada e sta per investirla, voglio dirvi succintamente le cose che mi venne fatto di vedere e di annotare in Macedonia […] I beduini bianchi che abitano questa steppa, che a volte ci sembra una Siberia calda e a volte un Sahara freddo, non sono, manco a dirlo, della stessa razza. Tutto il groviglio balcanico si è dato convegno in Macedonia senza riuscire a foggiarsi un prodotto proprio. Come in Macedonia trovi tutte le specie di bestie, fino ai cammelli che vidi incolonnati lungo le piste di Strumizza, così ci trovi tutti le specie di uomini, fino a intere comunità di circassi. Albanesi, serbi, bulgari, romeni, zingari si accavallano, si picchiano, si sposano tra di loro. E ci sono anche dei greci, mica no, ma ci fanno da forestieri. Dieci lingue, venti dialetti, quattro o cinque religioni. Unici tratti comuni: la malaria e l’ignoranza […] Molto simili agli ebrei in Palestina (la civiltà ellenica è effettivamente una civiltà di tipo semitico, corruttrice e disgregatrice) i greci di Macedonia si trovano a disagio per mancanza di una  economia su cui fare prosperare il loro parassitismo. Giunti in Macedonia e lasciati in balia di sé stessi, non si avventurarono nel contado come abbiamo fatto noi italiani nell’West americano e nella Pampa. Sono rimasti nelle città a mercatare. Solo i più coraggiosi hanno messo a cultura campicelli a un tiro di schioppo dal paese dove tornano a dormire la notte perché la campagna fa loro paura: non ci sono abituati. E sono gli astrageorghi, che vuol dire cittadini coltivatori, i quali poi coltivano al massimo un orto o una vigna o un oliveto. Oltre a questi piccoli centri suburbani di terra arata si stende, immensa e squallida, la “Campania” cariata di acquitrini ove anche le zanzare muoiono di malaria» [Indro Montanelli, inviato sul fronte greco, Corriere della Sera, 27/11/1940 – Anno XIX].

«Badoglio, dopo un colloquio col Duce, ha inviato la lettera di dimissioni. Farinacci insiste nel rifiuto di pubblicare smentite. Così non si può andare avanti. Quando si aggiunge che anche la dichiarazione scritta da Pavolini è stata contestata da Badoglio, ci si rende conto della situazione. Stamani gli uscieri di Palazzo Venezia dovevano smistare in differenti saloni i più alti papaveri italiani, per evitare che si arrivasse ad una scazzottatura generale» [Galeazzo Ciano, Diario 1937-1943, Rizzoli, Milano 1996].

Novanta anni fa
Mercoledì 26 novembre 1930. Alle 4.30 del mattino un violento terremoto colpisce il Giappone. L’epicentro è nella regione tra Osaka e Fukui. La scossa è durata trenta secondi. Mancano particolari precisi, perché tutte le comunicazioni con le città colpite sono interrotte. I morti dovrebbero essere più di un migliaio.

Cento anni fa
Venerdì 26 novembre 1920. Intenzionato a porre un freno alla violenza, l’onorevole Giolitti presenta alla Camera un nuovo disegno di legge per vietare di «portare, detenere e conservare» bombe a mano, ordigni esplosivi e incendiari. Se il parlamento l’approverà, chi ha in casa armi di questo tipo avrà venti giorni di tempo per consegnarle ai carabinieri; poi rischierà dai 2 ai 5 anni di carcere e 5 di vigilanza speciale da parte della pubblica sicurezza.

Centodieci anni fa
Sabato 26 novembre 1910. «La Neue Freie Presse ha da Pietroburgo che la vedova di Tolstoi, in seguito alla eccitazione nervosa avuta di questi giorni, è caduta gravemente malata» [La Stampa, corrispondenza da Vienna, 27/11/1910].

Centoventi anni fa
Lunedì 26 novembre 1900. Il presidente del Consiglio Giuseppe Saracco, rispondendo ad alcune interpellanze sul regicidio alla Camera, annuncia che il governo sta mettendo a punto una legge contro gli anarchici.

Centocinquanta anni fa
Sabato 26 novembre 1870. A mezzogiorno, a Torino, il secondo figlio del duca d’Aosta viene battezzato con i nomi di Vittorio Emanuele Torino Giovanni Maria.

ricordi di GUIDO FERRARIO attivati da Elena Wolte su facebook , 13 luglio 2020

Questa persona mi sta molto a cuore
Lui con il suo negozio mi ha resa spesso felice
Trovava qualsiasi cosa io richiedevo
Grazie Sig. Ferrario mi ricorderò sempre di lei
Paolo Ferrario

grazie della foto

Chi lo riconosce? E soprattutto che negozio aveva ? Mi piacerebbe trovare una foto del negozio
 
 
  •  
    Elena

    , purtroppo non ho foto del negozio ma ricordo che era un ambiente unico, in un soppalco realizzato con tubi innocenti dipinti di giallo, se non erro, Guido, o ” ul Ferrarin ” come affettuosamente lo chiamavano gli amici, conservava la sua grande …· 

     
    Elena

    , a intuito credo sia Guido Ferrario. Non riesco a capire bene dalla foto. Guido era un amico di mio papà ed era appassionatissimo di jazz. Qualche volta mi hanno portato con loro ai concerti.

     
  •  
     
    Mi ricordo, l’arredo del negozio l’aveva progettato il mio collega e amco Rino Fioretti per la ditta Venelli che l’aveva realizzato
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    Paolo Ferrario ha risposto
    Elena Wolte

    per il tuo commovente ricordo. ti rimando ad alcuni appunti biografici su mio padre Guido Ferrario https://traccesent.com/category/paolo-ferrario/famiglia-di-paolo-ferrario/guido-ferr

Cura, in Blog di Mainato

Il Blog di GIOVANNI MAINATO

E’ importante poter contare su un medico di famiglia affidabile, e devo dire che il mio è bravissimo.

Non solo è molto preparato, ma ha anche un grande intuito. Una volta, ad esempio, gli ho fatto vedere delle mie poesie e lui mi ha fatto seduta stante una diagnosi di “spliin” (penso si scriva così).

Un’altra volta solo sulla base di pochi gesti un po’ sospetti è riuscito a diagnosticare una leggera forma di omosessualità, una malattia che, se presa in tempo, è assolutamente curabile. Pensate che non ho dovuto assumere nemmeno medicinali: solo una leggera cura omopatica.

Ultimamente però mi sembra che si stia un po’ montando la testa. Non so, si comporta in modo strano, fa delle affermazioni che mi lasciano perplesso. Non soltanto sostiene di avere inventato il vaccino contro il vaiolo, ma addirittura di essere l’autore del “De morbo sacro”.

Inoltre proprio ieri dopo avermi visitato…

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Camminare può cambiarci la vita di Shane O’Mara (Einaudi), giu 2020

Camminare può cambiarci la vita di Shane O’Mara (Einaudi). Alex Saragosa su il Venerdì (la Repubblica): «Qual è stata l’arma segreta che ha permesso alla specie umana di conquistare il mondo? Il cervello? La mano? La socialità? Un po’ tutte, ma per il neuroscienziato irlandese Shane O’Mara ce n’è un’altra altrettanto importante e non abbastanza considerata: il nostro modo di camminare. “Ci sono specie molto intelligenti, molto sociali, con mani agili o in grado di costruire attrezzi. Ma nessuna cammina come l’essere umano, e nessun’altra infatti è mai riuscita a raggiungere ogni angolo del mondo, spostandosi sul terreno”, dice. Sull’eccezionalità del nostro modo di muoverci e sul perché dovremmo riscoprirlo, combattendo l’attuale epidemia di sedentarietà, O’Mara, che è docente al Trinity College di Dublino, ha scritto un libro, Camminare può cambiarci la vita (Einaudi, pp. 192, euro 13), con un titolo che assume un significato particolare dopo le settimane che abbiamo passato chiusi in casa. La storia che racconta O’Mara comincia circa 4,5 milioni di anni fa, quando nostri antenati africani, forse privati delle foreste da un cambiamento climatico, si avventurarono nella savana, regno di predatori quadrupedi molto più forti di loro. “È probabile che inizialmente camminassero come gli scimpanzé, piegati in avanti, appoggiando le nocche delle mani a terra, ma essendo anche in grado, per un po’, di camminare eretti: una sorta di compromesso fra due e quattro gambe, utile per chi deve fare una vita divisa fra l’arrampicarsi sugli alberi e il muoversi sul terreno”. Nella savana però quel tipo di locomozione era suicida, lenta e faticosa sulle lunghe distanze. “I nostri antenati avrebbero potuto tornare pienamente quadrupedi, come i mandrilli, ma invece imboccarono una strada unica e difficilissima: la loro colonna vertebrale si adattò a funzionare verticalmente, assumendo una forma a S, il suo punto di ingresso nel cranio si abbassò, così che potessimo guardare in avanti stando eretti, il bacino si allargò e incurvò, per ospitare i grandi  muscoli dei glutei, gli arti inferiori si allungarono e il piede smise di essere prensile, diventando una sorta di molla arcuata per assorbire il peso del corpo e fare da perno”.  Risultato: noi oggi ci muoviamo in un modo unico, chiamato a “pendolo inverso”, lasciandoci cioè cadere in avanti, fermando la caduta con una gamba, e usando il movimento dell’altra per raddrizzarci e poi sbilanciarci di nuovo in avanti» (leggi qui).

Grazie Virginia!

Sorrisi di donne

massimo-lopez-tale-e-quale

Ciao a tutti!! Oggi volevo mettervi per iscritto ciò che ieri ho detto durante la diretta della mia trasmissione “Sorrisi di donne” che ho dedicato interamente a Virginia Raffaele. Ho raccontato quello che io e la mia compagna di avventura Veronica Ventavoli abbiamo vissuto martedi 23 maggio, quando siamo andate a vedere la registrazione dello spettacolo di Virginia Raffaele “Facciamo che io ero” in onda il mercoledi su raidue.

Che dire!! La giornata è intanto iniziata con una sorpresa che vi annuncio in anteprima perchè ho avuto il piacere e l’onore di andare ad intervistare a casa sua Cinzia Leone, intervista che ascolterete nelle prossime puntate, dopo di che andiamo a cinecittà dove appunto si svolge lo spettacolo di Virginia. Iniziamo le pratiche per entrare verso le 19/19:15 ed entriamo in studio attorno alle 20:30. Con grande sorpresa e gioia ci troviamo ad essere seduti sotto il palco. Attorno alle…

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A “Facciamo che io ero” standing ovation per Virginia Raffaele che con Massimo Lopez omaggiano Anna Marchesini

Sorrisi di donne

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Buongiorno a tutti!!! Oggi non posso non parlare dell’ultima puntata di ieri sera di “Facciamo che io ero”, lo show di Virginia Raffaele e in cui, fra gli  altri, c’era ospite il nostro amatissimo Massimo Lopez.

Che fosse brava lo sapevamo! Ma ancora una volta Virginia Raffaele si è superata. L’attrice comica e padrona di casa ha fatto impazzire i fan, che su twitter si sono scatenati con messaggi di affetto, per le sue imitazioni, il suo intenso e bellissimo monologo ma soprattutto per i suoi duetti. Con Mika si scatena omaggiando il “Cabaret”, con la Vanoni canta, ma l’apice della serata nonchè la ciliegina sulla torta è stato il suo duetto con Massimo Lopez e la dedica/omaggio commosso  alla sua “maestra” e ispirazione: Anna Marchesini.

E qui vi riporto testualmente un pezzo di un articolo uscito stamattina:

Virginia Raffaele degna erede di Anna Marchesini

Uno dei momenti più…

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i consigli di Noar: Guida pratica per non sembrare un asociale

NOAR

Inizio con questo primo argomento, una serie di articoli dedicati alle curiosità dell’essere umano, nella sua perfezione e imperfezione. Mi ha sempre interessato analizzare alcuni atteggiamenti miei e di altre persone, ho deciso di condividerli qui con voi, spero vi possano incuriosire e divertire!
Premessa:

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Il ghiacciaio della scissione

E’ giusto abbandonarsi a queste pulsioni? Ma sì, non è questo il problema: le vere patologie sono l’abiura o la rimozione delle esperienze fatte nella vita. Il punto, però, è essere in grado di conservare emozioni e ricordi senza farci imprigionare dalla memoria, che è crudele e fallace: perché ricostruisce a suo piacimento il passato, ingabbia il presente, combatte (inutilmente) il futuro. Se non la alleniamo a svolgere sempre una rigorosa funzione critica (e autocritica), la mente può rapidamente congelarci, senza che noi ce ne accorgiamo.

Capisco che è dura da dirselo, ma il cadavere ghiacciato della sinistra evocato stamattina al Vittoria non può risorgere. E non è giusto che il suo fantasma metta piombo nelle ali a chi vuole costruire cose nuove. I militanti che applaudivano stamattina vivano pure con tutta la serenità possibile la loro illusione, lascino il futuro a chi non vuole accontentarsi.

Buchi Neri

Alle 11.20 di questo sabato mattina mi ritrovo al computer per lavorare (ho diverse cose di una certa urgenza da fare), ma vengo rapito dalla diretta video dell’assemblea delle minoranze Pd, che seguo per un’ora come risucchiato in una dimensione parallela: guardando immagini antiche, ascoltando parole incomprensibili, cercando di capire quali sono le ragioni che spingono alcune centinaia di persone a riunirsi in un cinema ad applaudire concetti e slogan da cui sono lontano mille miglia.

Ma perché non torno alle mie cose da fare? Naturalmente – intendiamoci – conta molto la mia incommensurabile pigrizia. Sempre, quand’è il momento di lavorare, mi metto in cerca di ogni scusa possibile per non farlo: non tutte le responsabilità, insomma, sono del trio Rossi-Emiliano-Speranza. Però, nel caso, c’è anche qualcosa d’altro. La roba del teatro Vittoria (linguaggi, simbologia, riti) – c’è poco da fare – continua ancora a parlare di me, di un pezzo…

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gli ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE, da Paul Watzlawick, J.H Beavin, D.D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana, casa editrice Astrolabio, 1971 e con le vignette di Alfredo Chiappori tratte da Guglielmo Gulotta, Commedie e drammi nel matrimonio, Feltrinelli, 1976. SCHEDA DIDATTICA a cura di Paolo Ferrario (aggiornata il 12.2.2017)

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PER VEDERE LE SLIDES IN SEQUENZA

Post di partenza:

https://mappeser.com/2012/04/16/gli-assiomi-della-comunicazione-secondo-paul-watzlawick/

un caffè e un affettuoso scambio epistolare con S.G.

mi scrive S.G.

Buongiorno!!!!!

L’obiettivo è cercare di usare tutti i fili e le connessioni possibili per “fare manutenzione”dei legami a cui teniamo e che ci interessano. Sono dei piccoli punti di luce anche in queste giornate buie.

Un abbraccio a te e Luciana. S.

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EUGENIO CAU, Il libro è morto ma è risorto: perchè gli ebook non riescono ancora a soppiantare i volumi di carta? Una questione di tecnologia – articolo a partire dal libro THE BOOK di Keith Houston,  in Il Foglio 31 ottobre 2016

ANTOLOGIA DEL TEMPO CHE RESTA

per capire l’apparente invincibilità del libro cartaceo in questa guerra con il digitale, la cosa più utile è iniziare a considerare il dato più materiale del libro, il suo essere un pezzo di tecnologia prima ancora che un vettore di cultura. Il libro, infatti, è uno dei più antichi oggetti tecnologici ancora in uso, se non il più antico di tutti, e la sua permanenza millenaria, sebbene in forme differenti, è il frutto di un’evoluzione lunghissima che lo ha reso un pezzo di tecnologia sorprendentemente raffinato.

Qui entra in gioco Keith Houston, citato all’inizio di questo articolo. Houston è l’autore di “The Book”,

In “The Book”, Houston racconta la storia dell’oggetto-libro trattando una a una le parti che lo compongono: la pagina, il testo, le illustrazioni, la forma. Ciascuna di esse è il frutto di millenni di evoluzione e di invenzioni perfezionate nei secoli, di trovate geniali misconosciute…

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possiamo considerare un Blog come un compagno di vita e di famiglia che col tempo cresce e si sviluppa. Mentre Facebook e Twitter sono dei flirt, importanti e belli anche loro, ma che si consumano in un tempo breve

 


  • Mappeser.com

    documentazione, ricerca ed analisi in tema di politiche sociali. Il Blog è connesso al Sito Web  segnalo.it

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  • Coatesa

    il Lario e oltre visto da un luogo

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  • Tartarugosa

    memorie dal sottosuolo di una persona che si identifica con le tartarughe

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breve dialogo di storia politica: i socialisti, Craxi e l’allora Pci

scrive C.N.

C’è una parte del Paese che si indigna per la proposta di intitolare a Craxi una via o una piazza: niente da dire però sul fatto che viali e tangenziali vengano intitolate ad un assassino seriale, sicario di Stalin come Palmiro Togliatti..!

 

rispondo:

da ex iscritto al Pci nel periodo 1973-1989 ti dico: avevate ragione VOI. Non NOI , gli antropologicamente diversi. Quando ero a militare (1973) un commilitone democristiano (e quindi da me detestato) mi disse: “guarda che pisciamo tutti allo stesso modo”

REVERIE: come nasce un progetto di comunicazione dopo un sogno

CARISSIME
giro a tutte voi autrici del libro SGUARDI SUL SERVIZIO SOCIALE il messaggio che questa mattina ho inviato a M. L. , sull’onda del mio entusiasmo per questa idea che (pensate) mi è stata suggerita da un sogno
. .. sì da un sogno, … sapete quei pensieri che si fanno quando ci si sveglia e si riflette sul sogno appena fatto e che sta sfumando nella dimenticanza. allora bisogna afferrarlo. i francesi  chiamano questa operazione REVERIE. in questi casi io scrivo o registro in quei momenti
questa è la mail con un mio audio:
cara M.
non mi sono dimenticato del progetto di dare continuità al convegno di presentazione di SGUARDI SUL SERVIZIO SOCIALE
mi è venuta una idea che ti espongo in questo audio
se sei d’accordo comincio a lavorarci
ti assicuro che la gestione dei blog è una mia capacità tecnica ed è facilissimo (una volta che si impara)
ti assicuro che sarà un modo formidabile per promuovere i CONTENUTI del libro
e questo è il LINK che porta ai contenuti trattati nel libro:
nel giro dela giornata lo completo con i rimandi a tutti i SINGOLI INTERVENTI
e poi ci sarà da estrarre dal convegno anche lì tutti i singoli interventi
l’obiettivo è non perdere nulla di questo vostro eccezionale progetto
ciao a tutte e buon 2017

Emanuele Severino: … ” Allora devi dire al sig. Paolo che lo ringrazio vivamente” (da un messaggio di V.U.)

Caro Paolo,

ho parlato a lungo con Emanuele di varie questioni filosofiche e naturalmente del nostro Blog.

Alla fine della discussione mi ha detto:

“Mi dici sempre dell’aiuto decisivo che ti ha dato il sig. Paolo Ferrario nella creazione e gestione del Blog. Allora devi dire al sig. Paolo che lo ringrazio vivamente”

(da un messaggio di V.U.)

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riflettere in tema di DISINTERMEDIAZIONE ispirato da una lettera inviata a Vincenzo Guarracino e Carlo Pozzoni per il libro: LAGO D’ARTE E DI POESIA. In gita sul Lario in compagnia di artisti e scrittori, 2016

cari Carlo Pozzoni e Vincenzo Guarracino

permettetemi, in quanto “amici di luogo”, di fare alcune considerazioni che mi derivano dal mio mestiere (sociologo)

c’è una grande differenza fra l’uso dei quotidiani (e riviste) e quello del web

Nei giornali c’è la RECENSIONE (la desiderata e spesso agognata “recensione”) che dipende dagli umori, dalle preferenze, dai gusti del cosiddetto critico (a proposito : perchè qualche volta i “critici ” non provano la fatica di scrivere un racconto, un romanzo, una poesia? provino loro almeno una volta l’ebbrezza del rapporto autore/lettore)
la recensione, quando arriva è UNA , è quella e poi basta

il web consente quella che oggi si chiama, in linguaggio tecnico, la “disintermediazione”. Si può stabilire il rapporto diretto autore/lettore o quello opera/lettore
e si può farlo senza i filtri dei direttori, dei professori di università, dei critici, dei “gestori della cultura secondo la loro visione” …

ma c’è un altro vantaggio, inestimabile, sul web il messaggio può essere ripetuto. Non è “uno” , ma è quel che serve lungo il corso del tempo. Anche tanti. A distanza di settimane, mesi anni

ecco: io uso il web per “disintermediarmi” (e aggiungo, con un filo di volgarità, per fottermene dei gestori del potere culturale e comunicativo)

dato che sono un ENTUSIASTA dei libri di Guarracino (quelli su Como, quelli su Spallino, su Leopardi ecc) rilancio ancora (ecco la “disintemediazione”) i libro bellissimo da voi pubblicato, aggiungendo le fotografie. Con il mio solo rammarico di non avere portato con me il prezioso registratorino Olympus per registrare l’incontro

e poi ancora nei tempi futuri. Questa è la differenza

ecco qui. Basta un link:

https://coatesa.com/…/vincenzo-guarracino-lago-darte-e-di-…/

e
https://coatesa.com/…/…/bibliografia-di-vincenzo-guarracino/

saluti cari a voi