Il Diavolo esiste: Jung e Al Pacino lo sanno

 

Carl Gustav Jung ha fama di “religioso” e spiritualista. In realtà era un empirico. Anzi era talmente empirico che tendeva a prendere sul serio ogni evento e a nominare ogni aspetto della psiche: Ombra, Anima, Puer, Senex, Grande Madre …
E, naturalmente, da empirico, Jung conosceva, per averlo visto e conosciuto,  il Diavolo.
In “Ricordi, sogni, riflessioni”, ad esempio, dice:
“Una volta mentre ero nel mio laboratorio e riflettevo questi problemi il diavolo mi suggerì che sarei stato giustificato se avessi pubblicato i risultati dei miei esperimenti senza citare Freud”
Jung ha conosciuto davvero il Diavolo. Lo prendeva sul serio e lo trattava come un consigliere da osservare cautamente. E altrettanto cautamente da evitare, se possibile.
Qualche decennio dopo Al Pacino, a supporto, ha saputo rappresentare in un modo insuperabile il Diavolo.
Ne film L’avvocato del diavolo di Taylor Hackford (Usa 1997) Kevin ha venduto la sua anima. Lo ha fatto per vanità:

“La vanità è l’oppiaceo più naturale”

Nessun attore riuscirà più, dopo la potenza interpretativa di Al Pacino, a darne il volto, la gestualità e gli “argomenti”.

“Perché vale la pena di vivere? E’ un’ottima domanda…
Be’, ci sono cose per cui vale la pena di vivere … Per esempio, per me, direi …  … Il ballo di Al Pacino in Scent of a Woman e il suo monologo nell’  Avvocato del diavolo 

E, grazie a Dodo, la stessa scena, ma con la voce del grandissimo Al Pacino:

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