Le cifre della schiavitù

Avviso per un’asta di schiavi in America, 1829La storia è fatta anche di cifre che parlano, che hanno un loro linguaggio, una loro concretezza, a volte triste.

Agli inizi dell’Ottocento, dopo tre secoli di commercio di schiavi, alcuni stati coloniali ne dichiararono, finalmente, l’illegalità: la Gran Bretagna nel 1807, gli Stati Uniti d’America nel 1808, la Danimarca nel 1792. Almeno formalmente, giacché sino al gennaio 1870 continuavano a sbarcare a Cuba schiavi provenienti dall’Africa. La loro compravendita aveva arricchito nobili, principi, re, aveva sostenuto diverse economie statali, aveva prodotto innocenti vittime.
Desidero postare solo dei numeri, dei numeri che identificano una realtà passata.
Di seguito, la quantità di schiavi che arrivarono nel Nuovo Mondo fra il 1492 e il 1870 [1].

Sbarcati in: Messico 200.000, Cuba 702.000, Porto Rico 77.000, Santo Domingo 30.000, Centro America 21.000, Ecuador e Panamá e Colombia 200.000, Venezuela 121.000, Perù 95.000, Bolivia e Rio della Plata 100.000, Cile 6.000:
Totale 1.552.000

Scriveva Bartolomé de Las Casas nel 1542:

“Per terminare con questa vicenda di infamie e di ferocie voglio soltanto aggiungere che, da quando han posto piede nel paese [si riferisce agli spagnoli] fino a oggi, nel corso cioè dei suddetti 16 anni, quegli aguzzini non han cessato di mettere in mare navi piene zeppe di indiani che hanno mandato a vendere a Santa Marta [N.d.R. Colombia], all’isola Spagnola, alla Giamaica e a San Juan: in tutto più di un milione di schiavi.” [2]

Rino, di poche parole.

[1] da: The Atlantic Slave Trade: a census, di P.D. Curtin.
[2] da: Brevisima relación de la Destrución de las Indias, di Bartolomé de Las Casas.

Grazie

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