Edgar Reitz, L’intraducibile Heimat, di Cristina Battocletti in Il Sole 24 Ore, 13 aprile 2014

Die andere Heimat in italiano è stato reso con L’altra Patria, ma il vocabolo “Heimat” non ha un corrispondente nelle lingue neolatine e in inglese; solo nello slavo dòmovina. «La parola tedesca “Heimat” è certamente connessa a diversi significati secondari carichi di emotività -, spiega il regista -. Ecco perché è così difficile da tradurre. Non descrive soltanto il luogo della propria infanzia, ma anche la particolare sensazione che colleghiamo alle nostre origini, la sicurezza e la felicità correlate al senso di identificazione, e nello stesso tempo, la percezione di aver perso tale appartenenza. Suppongo che nelle parole e nei concetti, ed è così in ogni lingua, si rispecchi l’esperienza vissuta da diverse generazioni. Quella delle popolazioni germaniche, scandinave o slave deve dunque celare un vissuto che ben rappresenta il concetto di “Heimat” e che magari risale a migliaia di anni fa.

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East side stories – L’intraducibile Heimat: Edgar Reitz anticipa al Domenicale la lezione di oggi di Ascona.

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