Caro Paolo,
dunque ci siamo!
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Ma tu lo sapevi già! Non sei certo il tipo che ha bisogno del giorno fatidico per dire che è così. Diciamo che oggi è giorno importante per festeggiare il fatto che tu ci sia.
Di una cosa siamo sicuri: conta la presenza, e presenza non è semplice-presenza. La tua esistenza, come l’esistenza di tutte le creature, trascende la semplice-presenza. Il tuo significato, che nessuno meglio di Luciana conosce, supera tutto ciò che appare di te.
Non si può dire, però, che sappiamo poco di te: hai appreso nel tempo a lasciare tracce sempre più chiare della tua presenza e questo ci aiuta ogni giorno a pensarti nella tua operosa e instancabile presenza terrena. Tra il lavoro e la tua terra – la tua casa e i luoghi che la circondano -, lo spazio che occupi è grande, perché tu non sei piccolo. Il segno della tua magnanimità è nell’ampiezza delle tue tracce. L’amore per le persone e per i luoghi sacri è testimoniato dalle tracce e dai sentieri. Soprattutto questi ultimi documentano la tua qualità umana. Per chi abbia testa per pensare e cuore per sentire non è difficile giungere fino a te.
Hai aperto la tua casa e il tuo cuore a tutti coloro che hanno bisogno del calore dell’amicizia e del conforto quotidiano della parola, che non deve essere necessariamente ristoro ai mali: perdonare, infatti, è parola fortemente legata a donare, e cos’altro accade quando ti apri al mondo facendo dono del tuo sapere e dei tesori della tua vita nascosta? Riceviamo in dono una parte di te. Ci sentiamo perdonati per i fraintendimenti che pure si verificano fra di noi. Sentiamo presto che c’è un’altra ragione per raggiungerti, una possibilità che tu offri, quando torni ad aprirti e a mostrare la parte alta di te, una sponda su cui contare. Di essa corriamo ad approfittare, per non perdere il quotidiano contatto con i tuoi pensieri e i tuoi affanni.
Nulla ci sfugge della tua frenetica ricerca. L’accumulo di conoscenza che proponi non è sterile erudizione o fredda enciclopedia del sapere sociologico: siamo società civile, innanzitutto. Non ci esaurisce il servizio alla persona. Anche noi facciamo la spesa e incontriamo gli altri. Sapere come cambia il mondo intorno a noi, perché cambiano le istituzioni e le loro leggi, non è poca cosa.
Seguo le notizie che riporti sulla tua Lombardia. Non posso fare a meno di provare – come è da sempre – ammirazione e benevola invidia per la capacità della tua terra di produrre forme sempre più alte di benessere materiale e spirituale per i cittadini tutti. Quando ho insegnato a Nord – i due anni trascorsi in Trentino -, ho potuto conoscere da vicino l’imparzialità delle istituzioni pubbliche. Non sono mai stato così bene come cittadino. Questo fa sì che anche tu sia espressione di codesta civiltà. Ho molti amici a Milano, in Exodus. Apprezzo in loro il tratto asciutto della parola che non scade mai nell’enfasi e nella retorica. Abbiamo imparato con gli anni a conoscerci e ad amarci silenziosamente. Credo che la sobrietà dei loro caratteri sia un tratto comune a tutti.
Allo stesso modo, ho imparato con il tempo a conoscere in te le qualità umane e le passioni civili, sempre tese a raggiungere equilibri non solo privati. Salvare la terra e mantenerla ospitale, preservare il sacro che abbiamo ricevuto in eredità non è compito facile: mentre cresce il numero degli ospiti, dovremmo preoccuparci di riservare spazio ai nuovi arrivati, in tutte le regioni della Terra. Invece, facciamo i conti con avidità e miopia.
Io resto convinto del fatto che la conoscenza sia il bene più grande. Essa favorisce la vita e il suo propagarsi ‘indisturbato’. Tu contribuisci con le tue tracce a far conoscere la terra e il territorio che ti hanno generato. Questo mi sembra oggi il merito più grande. Il dono del tuo sapere è la via della pace tra le persone e il sentiero che conduce fino al tuo cuore.
Io condivido con altri il privilegio della comunicazione aperta. Spero che sia sempre aperto il sentiero che conduce a te. Dico a tutti che tu sei mio amico. Il ricordo del giorno in cui ci siamo abbracciati a Milano è sempre vivo. E’ come se fosse ieri per me.
L’affetto che mi lega a te non è di quelli che durano un anno e basta. Ti prego di non dubitare mai di me.
Coltiva pure oggi il pensiero benefico della mia presenza e non correre a contare tutti i tuoi amici e le persone che ti stimano e ti vogliono bene. Sono sicuramente per numero più di quanto tu non creda.
Un abbraccio forte.
Ti siano buoni i giorni e queste ore felici.
Gabriele


caro gabriele
in coerenza interpersonale e culturale con quanto dici memorizzo qui per gli anni a venire
l’immagine di me che tu riverberi dentro di te è davvero benefica per la mia vita psichica
certo: un compleanno irradia la persona dentro le sue relazioni sociali
poi, come sai, i tuoi pensieri mi sono ancora più cari perchè sei del tutto un mio biografico contemporaneo
un caro saluto
paolo
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