Questo albero di grande maestosità e bellezza è in un giardino condominiale di Albavilla, in provincia di Como.
Col tempo è’ diventato un simbolo naturale che mi parla con sapienza dell’importanza delle radici personali intrecciate a quelle civiche.
Col tempo è’ diventato un simbolo naturale che mi parla con sapienza dell’importanza delle radici personali intrecciate a quelle civiche.
L’8 Settembre 1943 per l’Italia (ma non per gli italiani, purtroppo) è una data periodizzante.
Quel giorno, che si commemora oggi con penose polemiche , il generale Pietro Badoglio siglò l’armistizio con i nuovi alleati americani, dopo che il fascismo mussoliniano aveva – invece – portato il nostro paese alla mostruosa alleanza con la Germania hitleriana della Seconda guerra mondiale e della Shoah. Dopo aver firmato l’armistizio, Badoglio fuggì con il re Vittorio Emanuele III a Brindisi, lasciando l’esercito e tutto il paese nelle mani della violenta reazione tedesca, che mise a ferro e fuoco l’Italia del Nord ancora per altri 2 anni.
Quella data mi ricorda che la Repubblica italiana ha le sue radici nella sconfitta – al prezzo di tantissimi morti e feriti –del fascismo. E questo fornisce alimento alla mia impossibilità morale di aderire a coalizioni di destra, anche quando ne condivido alcune specifiche scelte amministrative.
Ma quella data mi ricorda anche che alle radici della Repubblica italiana ci sono gli Stati Uniti d’America e gli anglo-americani, che parteciparono attivamente alla sconfitta del nazifascismo in Europa.
E questo mi differenzia politicamente dai partiti che fanno di una loro identità antiamericana il loro povero e miserabile cemento ideologico.