Vladimir Nabokov: «stranamente, non si può leggere un libro, lo si può soltanto rileggere»

Vladimir Nabokov sosteneva che

«stranamente, non si può leggere un libro, lo si può soltanto rileggere».

Nabokov spiega che «quando leggiamo un libro per la prima volta il processo stesso di spostare faticosamente gli occhi da sinistra a destra, riga dopo riga, pagina dopo pagina, quel complicato lavoro fisico sul libro, il processo stesso di apprendere in termini spaziali e temporali di che cosa si parla, si interpone tra noi e la valutazione artistica».

Solo a una terza o quarta lettura, afferma lo scrittore, iniziamo ad avvicinarci al libro con l’atteggiamento che adotteremmo verso un dipinto, a possederlo mentalmente nella sua interezza. Nabokov non parla del dimenticare, ma è chiaro che a questo allude.

Lo sforzo fisico di spostare gli occhi avanti e indietro resta identico a ogni lettura del libro – non che si possa dire particolarmente faticoso. Ciò che cambia dalla seconda lettura in poi è che aumenta la nostra capacità di assorbire e mettere in relazione i vari elementi del testo.

citazione ripresa da:

Fa bene rileggere lo stesso libro?

https://www.avvenire.it/agora/pagine/libro

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