14 maggio 2004
Leggo in uno degli ultimi libri dello scrittore israeliano Amos Oz:
“Ritengo che l’essenza del fanatismo stia nel desiderio di costringere gli altri a cambiare.
Quell’inclinazione comune a rendere migliore il tuo vicino, educare il tuo coniuge, programmare tuo figlio, raddrizzare il fratello, piuttosto che lasciarli vivere” (in Contro il fanatismo, Feltrinelli)
Queste parole mi entrano nella coscienza come il messaggio che in questi giorni cerco affannosamente.
Perchè la cultura di sinistra non è più capace di leggere il presente, di apprendere dall’esperienza, di dire parole forti, che colgono questa congiuntura storica?
Amoz mi fornisce una risposta. Solo chi ha molto sofferto, molto pensato, molto rielaborato è capace di capire.
In più Amos Oz sa dire, sa comunicare.
