The Necks – Silverwater :: Le recensioni di Onda Rock

“Silverwater” è il trionfo dell’improvvisazione come e forse in maniera più accentuata che sul precedente “Chemist”. Da quest’ultimo, infatti, prende le mosse per sviluppare una consistenza se possibile ancora più diluita tra le ritmiche di un piano intrappolato nelle trame minimaliste, le evasioni jazz e i canoni classici.Il basso stavolta segue i tracciati di un tessuto liquido, quasi inesistente che si abbandona a una ripetizione creativa, a un loop (o milioni di essi) che si prende il proprio tempo: nasce, cresce, matura e muore nell’arco vitale di un ciclo mai uguale a se stesso.Il vero protagonista dell’album è comunque la percussione di Tony Buck (uno dei migliori batteristi del pianeta) a cui è affidato lo scheletro dinamico dell’opera.

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