UN PENSIERO PER IL 2004
Nell’instabilità del tempo presente
“Bisogna disfarsi degli alibi, bisogna afferrare il proprio limite e mantenersi entro questo confine.
Per fare questo è opportuno agire un po’ di meno e pensare di più.
Stare presso di sé.
Non se ne ha la pazienza. Si crede di stare meglio se si sfugge ai problemi: al contrario, l’uomo trarrebbe maggior vantaggio se divenisse capace di ciò che Seneca chiamava la conversio ad se, se si raccogliesse per computare la propria potenza, acquisire competenza del suo desiderio e padroneggiarsi …
…L’instabilità del presente non è di per sé negativa, può essere emancipante. L’artificiale ha allentato i vincoli della necessità e ha aperto per gli uomini un universo impensabile di possibilità.
L’uomo d’oggi è sempre meno costretto a vivere conformemente a una legge e tuttavia non può farne a meno. Per questo è obbligato sempre di più a divenire legge a se stesso e può volgere a proprio vantaggio le indeterminazioni del presente se non si lascia sedurre dal senza-limite a cui l’epoca stessa lo chiama.
A differenza di quel che comunemente si crede, l’instabilità del mondo può rivelarsi per l’uomo contemporaneo come un’occasione finora mai pienamente sperimentata.
È vero, corriamo a ogni momento il rischio di essere espropriati da noi stessi.
Tuttavia mai come oggi possiamo trovare in virtù nostra la nostra misura: possiamo assegnarci, liberamente, il limite che ci riguarda e divenirne signori.
Salvatore Natoli, Dizionario dei vizi e delle virtù
Feltrinelli, 1996, pagg. 62 e 61
Abbiamo tutto un anno per provarci.
Auguri !!!
Paolo e Luciana