L’angelo necessario è figura della volontà della mente di sollevarsi al di sopra del dolore e della morte … Gabriele De Ritis

Questo angelo viene da un cimitero monumentale. Il fiore che stringe tra le mani è rivolto verso il basso. Per me significa un amore perduto, malinconia d’amore, consapevolezza della perdita, miseria e abbandono. Ma angelo e fiore sono! Un transito necessario, questo. Occorre fare ripetutamente l’esperienza del dolore, per temprare l’anima. L’angelo necessario è figura della volontà della mente di sollevarsi al di sopra del dolore e della morte, per affermare la parola possibile, la felicità dell’opera. La trascendenza personale è tutta qui, in questo scorcio d’opera: ho tagliato l’immagine per dire questo frammento. Non per amore del frammento e del caduco! Piuttosto, per fermare in immagine lo sforzo da compiere: da questo ‘particolare’, che è il quotidiano, si tratta sempre di nuovo di risalire alla sorgente (Die Quelle). Da lì soltanto è possibile contemplare la vita e darle senso.
Per me la sorgente è la donna. E’ lei la figura che salva. Per tutta la vita non ho fatto altro che onorare tutte le donne che ho incontrato, nei modi in cui la vita mi ha consentito di farlo.

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