in risposta a:
è una riflessione acutissima nelle parole e profondissima nell’analisi.
mi hai fatto vedere, a me sessentatreenne le due situazioni dei quarantenni e dei ventenni.
è qui che la tua analisi è davvero interessante: parla della velocità impressionante del cambiamento. per i miei nonni, nati alla fine dell’ottocento tutto è filato via (certo con in mezzo due guerre mondiali) su binari consolidati. hanno fatto quello che si faceve nell’800 e nei primi del novecento. E la povertà era un dato sociale anche per loro.
mio padre (del 1917): una guerra mondiale , ma ancora binari consolidati e possibilità di lavorare. allora la seta a como viaggiava, non c’erano i cinesi (addestrati da mao tese tung a invadere con aggressività, il mondo)
io ho attraversato vari cambiamenti (li documento nei miei blog e negli articoli per il sito che sai), ma bene o male ho galleggiato. solo galleggiato, come un tronco che vedo qui sul lago.
quelli che sarebbero i miei figli (non ne ho, non ne sento la mancanza, anzi sono contento di avere interrotto la mia catena genetica. forse è la scelta POLITICA MIGLIORE CHE HO FATTO) sono dentro a bufere, tunnel, sommovimenti pressochè mensili. Di certo anche per le responsabilità oggettive e soggettive della sinistra comunista italiano nella quale ho (perdendo un decennio del mio tempo storico) ho militato.
non so quale sarà l’esito.
la mia ricetta è : abbassare il livello delle aspettative, accontentarsi di poco, vivere in luoghi piccoli. insomma per me l’esito è la DECRESCITA (ma non con la visione apocalittica e terzomondista di quel vetero leninista che è Latouche, ennesimo profeta che si guarda solo le palle).
decrescita fatta di conumi solo necessari
so che è una ricetta quasi impossibile
di una cosa sono certo: gli “indignati” del ceto medio non mi piacciono. e figurati cosa penso dei violentelli che passano dalla cameretta da letto( che i loro nonni ex sessantottini e padri settantasettini gli garantiscono) alla cantina dei centri sociali con il guardarobiero che gli dà caschi, mazze, molotov
ho già passato da trentenne il terrorismo da strada degli anni settanta
direi che occorre apprendere dalla esperienza
faccio mia anche la splendida frase di tuo padre: “Poveri, probabilmente, saremo destinati a restare, ma mai poveracci. Mai miserabili.”
aureo augurio
ciao e grazie
paolo ferrario
mi hai fatto vedere, a me sessentatreenne le due situazioni dei quarantenni e dei ventenni.
è qui che la tua analisi è davvero interessante: parla della velocità impressionante del cambiamento. per i miei nonni, nati alla fine dell’ottocento tutto è filato via (certo con in mezzo due guerre mondiali) su binari consolidati. hanno fatto quello che si faceve nell’800 e nei primi del novecento. E la povertà era un dato sociale anche per loro.
mio padre (del 1917): una guerra mondiale , ma ancora binari consolidati e possibilità di lavorare. allora la seta a como viaggiava, non c’erano i cinesi (addestrati da mao tese tung a invadere con aggressività, il mondo)
io ho attraversato vari cambiamenti (li documento nei miei blog e negli articoli per il sito che sai), ma bene o male ho galleggiato. solo galleggiato, come un tronco che vedo qui sul lago.
quelli che sarebbero i miei figli (non ne ho, non ne sento la mancanza, anzi sono contento di avere interrotto la mia catena genetica. forse è la scelta POLITICA MIGLIORE CHE HO FATTO) sono dentro a bufere, tunnel, sommovimenti pressochè mensili. Di certo anche per le responsabilità oggettive e soggettive della sinistra comunista italiano nella quale ho (perdendo un decennio del mio tempo storico) ho militato.
non so quale sarà l’esito.
la mia ricetta è : abbassare il livello delle aspettative, accontentarsi di poco, vivere in luoghi piccoli. insomma per me l’esito è la DECRESCITA (ma non con la visione apocalittica e terzomondista di quel vetero leninista che è Latouche, ennesimo profeta che si guarda solo le palle).
decrescita fatta di conumi solo necessari
so che è una ricetta quasi impossibile
di una cosa sono certo: gli “indignati” del ceto medio non mi piacciono. e figurati cosa penso dei violentelli che passano dalla cameretta da letto( che i loro nonni ex sessantottini e padri settantasettini gli garantiscono) alla cantina dei centri sociali con il guardarobiero che gli dà caschi, mazze, molotov
ho già passato da trentenne il terrorismo da strada degli anni settanta
direi che occorre apprendere dalla esperienza
faccio mia anche la splendida frase di tuo padre: “Poveri, probabilmente, saremo destinati a restare, ma mai poveracci. Mai miserabili.”
aureo augurio
ciao e grazie
paolo ferrario