“VENTANAS – FINESTRE”, di MIRNA ORTIZ: IN VIAGGIO VERSO SE STESSA | dal sito La Casa della Poesia di Como

Qual è la differenza tra una finestra e il finestrino di un treno? Il paesaggio al di fuori muta costantemente, sia che ci si affacci dall’una o dall’altro. Sono i tempi del cambiamento a segnalare la linea di confine: quando ci mettiamo in viaggio siamo noi a cambiare, ben prima e ben più velocemente del paesaggio, come se i nostri atomi si mettessero in movimento e si dimenassero con una tale rapidità da renderci troppo effimeri, non del tutto presenti. Quando viaggiamo non apparteniamo né alla partenza né alla meta, solo allo spostamento.  Fuori dal finestrino di un treno le forme sono sfocate e tocca agli occhi definirle, immaginarle, disegnarle. È, questa, la condizione del viaggiatore, che Mirna Ortiz, di origini cilene ma indissolubilmente legata all’Italia, conosce bene. Nel corso della presentazione della sua prima raccolta poetica “Ventanas – Finestre”, edita da iQdB edizioni, venerdì 8 febbraio, al palazzo Lambertenghi (Como), la poetessa si è presentata a partire da un dipinto: “La Viajera”, di Camillo Mori (1928). Una donna assorta, su un treno, in attesa di qualcosa che l’osservatore non sa cosa sia. E forse nemmeno lei.

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