Cercavo un pensiero di Peter Handke che mi risuonava – per le solite vie traverse – collegato al tema “Siamo parte …” evocato da Carlo Bettocchi e Silvia Montefoschi.
Ho rintracciato la traccia in una recensione del film Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders:
Quello stesso stupore che traspare, nitido, attraverso il Lied Vom Kindsein di Peter Handke recitato sin dall’apertura e poi, in frammenti, nel corso dell’intera pellicola. La voce in sottofondo rompe il nero dello schermo ed introduce i primissimi fotogrammi:
“Quando il bambino era bambino, se ne andava a braccia appese. Voleva che il ruscello fosse un fiume, il fiume un torrente, e questa pozza il mare.
Quando il bambino era bambino, non sapeva d’essere un bambino. Per lui tutto aveva un’anima, e tutte le anime erano tutt’uno.
Quando il bambino era bambino, su niente aveva un’opinione. Non aveva abitudini (…) Quando il bambino era bambino, era l’epoca di queste domande: perché io sono io e perché non sei tu? Perché sono qui e perché non sono lì? Quando è cominciato il tempo e dove finisce lo spazio? La vita sotto il sole è forse solo un sogno? Non è solo l’apparenza di un mondo davanti a un mondo, quello che vedo sento e odoro? (…)
Come può essere che io, che sono io, non c’ero prima di diventare? E che un giorno io, che sono io, non sarò più quello che sono?”
Peter Handke, ….
Vado alla radice ….
La domanda durevole, il pezzo di legno fondante sta lì.