Le elezioni a Statuto ordinario sono “nate” nel 1970, con questi risultati elettorali:
Elezioni Regionali del 7 Giugno 1970 in Lombardia
Elettori 5.710.352 Voti validi 5.228.316
Votanti 5.453.931 Schede non valide (incl. bianche) 225.720
% Votanti 95,51 Schede bianche 161.676
Lista/Gruppo Voti % Seggi
DC 2.138.141 40,90 36
PCI 1.210.068 23,14 19
PSI 648.696 12,41 9
PSU 376.436 7,20 5
PLI 310.324 5,94 4
MSI 195.791 3,74 3
PSIUP 188.585 3,61 2
PRI 125.767 2,41 2
PDIUM 31.119 0,60 0
UN.AUTONOMISTI D’IT. 3.389 0,06 0
Ne è passata di acqua sotto i ponti.
I tre partiti di matrice socialista allora contavano il 23,22%. E se si aggiungessero i repubblicani (2,41%) ed i liberali (5,94) ci sarebbe un’altra realtà politica. Ma la storia, si sa, non si fa con i “se”.
Ora non ci sono più
La base elettorale della Dc è rimasta sostanzialmente intatta (spartita fra Pdl e Lega)
E molti di quei socialisti, oppressi dalla comunistudine, sono pure loro confluiti fra queste file.
Complimenti ai cuochi della sinistra: la vostra prepotenza ed antipatia linguistica e personologica (Luca Ricolfi, Perchè siamo antipatici?) ha portato dritto come un fuso alla attuale situazione.
Per quanto mi riguarda – qui, in Lombardia, non in Piemonte o nel Lazio – le domande che mi faccio e cui risponderò con l’unico mio strumento (una testa, un voto) sono
:
qual’ è UN voto efficace per davvero contrastare la forza del partito personale di Berlusconi e del suo gruppo vorace di Forza Italia?
qual’ è UN voto che costringerebbe ciò che resta della sinistra riformista a fare davvero i conti con l’economia dei territori del nord, quelli produttivi, e nei quali costoro non possono neppure fare un comizio nelle fabbriche e nelle associazioni di categoria, perché sarebbero espulsi dai capannoni e dalle sale conferenza?
qual’ è UN voto che riesce e porre un modesto argine- tramite il rispetto delle regole costruite nella vecchia ed assediata Europa – alle trasformazioni global-culturali verso le quali, con avventurismo ed incoscienza politica, si è costretto il paese?
UNA testa, UN voto. La democrazia ha questa virtù: nei momenti di passaggio si è soli a compiere un atto che ha parziali conseguenze collettive.
Questa frattura fra “personale e politico” è davvero una esperienza nuova.
Il Tempo che resta è poco e decresce
La Polis è disperante.
L’Eros avrebbe bisogno di nuova libido
Il Destino anche in parte meritato
Mi resta solo il Luogo
Paolo Ferrario, 25 marzo 2010
