da Gabriele, anche per i miei 64 anni, da Segni di Paolo del 1948

Caro Paolo,
ho atteso lungamente questa giornata. Sono andato più volte a spiare la data, per timore che passasse senza aver dato un cenno della mia presenza.
Su quest’ultima sto scrivendo un ‘libro’ da mesi che ho intitolato: “La presenza dell’altro, oltre il suo mero apparire”. Conterrà tutto quello che so a proposito della relazione con l’altro, sull’invisibile dell’esperienza personale, sui modi in cui è possibile un accesso alla conoscenza, al contatto, allo scambio emotivo e sentimentale. Occorrerà molto tempo prima che il lavoro acquisti una veste definitiva. La direzione, tuttavia, è segnata.
Il libro di Hadot, “Ricordati di vivere”, sugli esercizi spirituali prediletti da Goethe, si apre proprio con la ‘presenza’, l’unica dea che egli fosse disposto a venerare.

La presenza e il presente sono le vere dimensioni della salute, del benessere, della felicità. Sappiamo quanto sia facile per tutti noi smarrire la strada, ritrovarsi in un vicolo cieco, magari dopo aver percorso convinti una lunga strada fatta di progetti, speranze, illusioni.
Speranza e illusione si mescolano e si confondono, facendoci vedere come desiderabile anche ciò che non corrisponde ai nostri interessi e alla nostra felicità.
Ritrovare la strada non è poi ritrovare il presente dei propri compiti, delle radici, dei sogni?

Parlo di ‘presenza’, perché spero di essere presente nella tua vita, come credo che tu lo sia nella mia. Parlo spesso di te. Utilizzo le cose belle che pubblichi, per far conoscere la tua terra, la tua casa, le cose che riscaldano la tua vita.

Raccomando agli amici la lettura delle pagine scritte da Luciana sulla malattia, perché trovino la dimensione giusta in cui pensarla. La vecchiaia con i suoi mali non deve essere una iattura, un destino atroce. Possiamo rendere umano tutto ciò che la sorte ci riserva. Ogni tanto riascolto la lettura di Strand che mi spedisti, per risentire la voce di Luciana. I tuoi video mi regalano la stessa emozione.

Siamo stati abituati troppo, però, a pensare in termini di emozione. Io preferisco pensare ai nostri sentimenti, alla vita del nostro sentire nella sua forma più profonda, perché mai disgiunta dal valore degli oggetti d’amore.

È ‘presenza’ il tuo sentire, la cura che riservi alle cose a cui ti dedichi, a partire dal tuo lavoro, che hai saputo arrichire a dismisura con gli strumenti di conoscenza che pubblichi in rete. È piacevole notare quanto sia diventata ricca la tua giornata, se provo ad immaginare di mettere in fila tutto ciò che riferisci. Più chiaro mi sembra il ritmo delle settimane e quello delle stagioni, immaginando il succedersi delle opere. Ti sei rivelato nel tempo sempre più operoso. Questo ti rende più amabile, perché fa risaltare la fecondità delle tue conoscenze, assieme al pregio dell’esperienza ‘estetica’: i viaggi, le vacanzine, le conferenze, il cinema, la musica, la terra comasca.

Ho dovuto fare ricorso a tutte le tue produzioni per renderti presente e non patire troppo la lontananza, ma nel tuo caso è possibile dire, parafrasando Steiner, che sei «vera presenza» nella mia vita. Di tutto ciò che ti appartiene giunge a me distinta l’eco, che rimanda con ritmo incalzante immagini, suoni, voci, altre presenze. Le tue parole sono sempre forti: portano il timbro della tua forte personalità. Essa è tale perché sostenuta da un forte sentire. Le passioni civili di un tempo sono state temperate dal tempo, ma sono state rese acuminate dal fuoco della critica, a cui ricorri sempre per giudicare un tempo sempre più insensato e ingiusto.

Sono ben presenti a noi i Maestri, coloro che ci hanno preceduto, tutti quelli che abbiamo amato e che ci hanno insegnato a credere che ci salveremo, perché abbiamo ricevuto amore, quindi ne riceveremo ancora.
La tua vita operosa è segnata in parte oggi dal disincanto che consegue alla conoscenza sempre più chiara delle vicissitudini della politica, che immagino ti rattristerà, perché non sa vedere cosa sia più conveniente e giusto fare nell’interesse del maggior numero di persone.

È compito arduo farci i conti per noi, che eravamo sostenuti da narrazioni ideali in cui abbiamo lungamente creduto. Più difficile consistere in un tempo in cui tutto cambia fin troppo rapidamente, portandosi via anche le cose buone, che credevamo acquisite per sempre. In mezzo a questo disordine, tu riesci a trovare l’orientamento e lo divulghi, giustamente convinto che servirà.

Se non basteranno le ragioni culturali e ideali, contribuirà a farle apparire credibili la tua autorità morale. Di tutte le qualità che si possono riconoscere in un uomo io credo che l’autenticità sia la più grande. Così ti vedo io oggi. Ti penso serenamente immerso nelle certezze raggiunte, giustamente inquieto per il tuo futuro di ‘pensionato’, altrettanto giustamente arrabbiato per l’ingiustizia patita, ma sempre felice di essere compagno di Luciana, figlio della tua terra, produttore instancabile di vera conoscenza.

Quando ti penso, immagino che le immancabili malinconie saranno dissipate dalla musica di Nina, dal frastuono delle rive del lago affollate in tempo di alta stagione, ma sempre in armonia con la terra, che hai saputo eleggere a madre riconoscente e amica.

Ti prego di non smettere mai di credere che non ci siamo incontrati per caso. Aspettavo un amico, che intervenisse nella mia vita a riscaldarla con le sue virtù e con la sua virile sensibilità. Ogni tua apparizione mi conferma nell’idea che non mi ero sbagliato ad eleggerti ad amico, non solo perché il cuore dettava il sentimento. C’eri tu, ben presente a me.
Di questo ti sono grato, perché contribuisci a dare senso alla mia vita. Il pensiero va a te oggi con affettuosa riconoscenza.
Un abbraccio lungo e forte.
Gabriele

sito di Gabriele De Ritis

anche in  Segni di Paolo del 1948.

13 pensieri riguardo “da Gabriele, anche per i miei 64 anni, da Segni di Paolo del 1948

  1. caro gabriele
    la tua lettera (perchè la tua è una LETTERA, come le si scriveva un tempo, nel 900 nell’ 800) è un vero DONO.
    mai avrei immaginato di poter commemorare un mio compleanno di prevecchiaia con una descrizione di me fatta da un altro e che illumina di un tono caldo la mia vita.
    ho sempre pensato, come te, che il nostro incontro non fosse un caso. è avvenuto in occasione di quel blog autobiografico letterario di clelia mazzini. ci siamo incontrati a quel crocicchio. e abbiamo scoperto che le nostre vite erano parallele: per età, per militanza, per mestiere, per interessi culturali (Cacciari, Severino e tantissini altri autori che, pure loro, camminano con noi)
    sì: viviamo il nostro ciclo di vita assieme.
    siamo contemporanei.
    affondiamo le nostra radici nel secondo novecento ed entrambi ci troviamo dentro questa “molecolare” (come diceva Gramsci) e veloce trasformazione. però entrambi vogliamo “vederla”, comprenderla, starci dentro. ognuno con il suo punto di vista
    ti sono grato per la tua amicizia. ti sono grato per avere sopportato le mie intemperanze caratteriali.
    a te si addice il motto della psicanalista Montefoschi: intersoggettività è stare l’uno di fronte all’altro in libertà.
    Devi sapere che qui a Como ho piano piano diradato tutti i rapporti con le persone della mia generazione. Molti di loro si sono allontanati da me per quello che loro vivono come un mio mutamento di identità politica. per molti di loro la mia avversione per l’islamismo, che pretende di estendere la loro sottomissione ad un dio potente e schiacciante, è da condannare. il mio necessario allontanarmi dalla sinistra estremista (quella che ha fatto a pezzi il primo governo prodi e che farà a pezzi il primo governo bersani) è considerata una deriva ideologica.
    pensa che faccio fatica ad andare a manifestazioni pubbliche per non vedere i loro sguardi torvi rivolti alla mia persona.
    in una piccola città si creano dei piccoli gulag fatti così: di sguardi torvi.
    e allora capirai la mia gioia di avere un contatto, sia pure indiretto e mediato dalle tecnologie del web, con uno come te, mio contemporaneo, militante del pci e della cgil e che NON MI GIUDICA ma che mi guarda come sono, comprendendo le mie motivazioni, le mie prospettive, le mie visioni.
    credo proprio che l’atteggiamento “giudicante”, come mi ha insegnato Claudio Risè, sia una delle caratteristiche peggiori della cultura di sinistra, più propensa a vedere “nemici” piuttosto che “pensanti”.
    E’ anche per questo che mi hai fatto un grande dono con la tua lettera.
    ti chiedo, infine, se mi autorizzi a pubblicarla come l’”amico gabriele” che è già presente nel mio blog autobiografico (http://paolodel1948.com/category/persone-e-segni-zodiacali/gabriele/)
    grazie ancora
    un abbraccio e un affettuoso saluto
    Paolo

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  2. Carissimi Paolo e Gabriele,
    grazie per aver reso pubblico questo scambio epistolare così profondo e così vero. Nelle parole di Gabriele, mi riconosco moltissimo: anche per me la conoscenza di Paolo è stata resa possibile dal Web, ma la ritengo assai più forte e importante di molte mie recenti conoscenze de visu.
    Mi dispiace leggere sofferenza nelle parole che Paolo dedica ai suoi coetanei-concittadini, ma ahimè, anche in questo caso, mi ci riconosco pienamente, pur con le logiche differenze generazionali. I miei coetanei, forse perché impegnati a vivere un presente difficile, si fanno, letteralmente, i “casi loro” e sono troppo spesso indisponibili a scambi autentici, privi di tornaconto pratico.
    E così ci si ritrova soli, fortunatamente sempre pronti ad accogliere qualche miracolo “relazionale”, come quello che è successo in questo caso.
    BRAVI, continuate così, con le vostre magnifiche vite

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    1. grazie, ale, per le tue parole
      ti confesso che i vecchi compagni dalle facce torve e con la matitina rossa e blu appesa alle orecchie mi fanno pena. non hanno più studiato, non hanno più letto un libro, credono che le loro miserrime vite siano un modello di vita. certo mi danno fastidio alle riunioni pubbliche. ma io alle riunioni pubbliche ci vado con un blocco di appunti ed un registratore. sono lì per imparare qualcosa. e da loro non ho più nulla da imparare. e per fortuna alle riunioni pubbliche vedo persone giovani, che non conosco. vedo i loro visi, le loro aspettative e auguro loro di non essere inquinati dalle ideologie dei cattivi maestri.
      un caro saluto a te

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    2. Sagge parole.
      Anch’io cerco di occupare il mio (eccessivo) tempo libero per continuare a studiare. Non appena possibile, guarderò anche le lezioni che mi hai mandato privatamente. E’ così bello continuare a scoprire cose nuove.
      Peggio per loro.
      A presto

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  3. intensa, meravigliosa, commovente profonda..
    la lettera e la risposta.
    grazie.
    fa bene al cuore e alla mente sapere che ci siano persona come voi
    che siete ‘presenti’ e che, quindi, un giorno siete ‘nati’
    perché, come dice mia madre, è bello pensare che ciò che sia festeggia il giorno del compleanno, è il proprio “birth – day
    un caldo augurio
    Teresa

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    1. grazie, teresa. quello che bello di noi due (qui intendo di “teresa e me”) è che abbiamo mantenuta intatta una stima e simpatia che è durata nei decenni. con gabriele c’è questa fantastica concomitanza di tempo vissuto, essendo noi entrambi del 1948. e l’incontro è stato propiziato dal web. un caro saluto a te. paolo

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  4. da GM
    Caro Paolo. Grazie per questa testimonianza davvero d’altri tempi. Anch’io faccio fatica a non usare stili e modelli abbreviati dalla tecnologia, ma oramai ci siamo dentro fino al collo.

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  5. DA A.B.
    CIAO PAOLO,
    CHE MERAVIGLIA QUESTA LETTERA CHE NON ESITO A CHIAMARE “DI NATALE” PERCHE’ E’ UN DONO PREZIOSO CHE TESTIMONIA QUELLO CHE GOETHE
    HA DEFINITO “AFFINITA’ ELETTIVE”. GABRIELE HA SAPUTO FARE UN TUO RITRATTO COSI’ AUTENTICO CHE MI HA COMMOSSA.
    IL SUO LIBRO IN GESTAZIONE SARA’ BELLISSIMO.
    GRAZIE DI CUORE DI AVERCI FATTO PARTECIPI DI QUESTO LETTERA DI ALTRI TEMPI.

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  6. da M.C.
    Grazie Paolo e auguri per i tuoi freschi 64 anni!
    La lettera racconta il tuo ritratto, la profondità della vostra amicizia e del vostro comune sentire, ma anche disegna in trasparenza il ritratto del tuo grande amico.
    La Liturgia delle Ore ambrosiana, nelle preghiere di Compieta, invita a dire
    Ecce quam bonum et quam iucundum habitare fratres in unum.

    un abbraccio affettuoso

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  7. da L. N.
    “…credere che ci salveremo,perchè abbiamo ricevuto amore,quindi ne riceveremo ancora.”

    Caro Paolo,
    anzitutto auguri anche se in ritardo.
    Poi, grazie per avermi fatto parte di questa bellissima lettera, densa e pregnante di molti valori, personali ed universali.

    La frase che ho virgolettato mi ha colpito particolarmente,ha calamitato la mia attenzione su tutta la lettera,che pure ho gustato parola per parola,periodo dopo periodo.

    Ma mi permetto di continuare la frase virgolettata, perchè può esistere un prosieguo.

    “E poichè abbiamo ricevuto amore e ne riceveremo ancora,non potremo sottrarci all’impulso di riversare a nostra volta amore sull’altro/sugli altri.
    Bella è la corresponsione d’amore,sublime è amare per primi,paghi dell’amore e dell’amare stesso,senza aspettativa spasmodica di ricevere il contraccambio.
    Ciò nonostante che meraviglia,che estasi quando l’amore è perfettamente biunivoco,contemporaneo,non perchè qualcuno attende ad amare dopo essere stato amato.

    Ben venga però almeno la risposta d’amore,dopo che si è stati sollecitati dall’essere amati.

    1-perchè almeno ci si è accorti,si è coscienti di aver ricevuto amore
    2-perchè ci si stacca dal possedere per dare,liberamente.

    buonanotte

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  8. da C. P.
    Caro Paolo,
    facendoti gli auguri in ritardo, ti ringrazio davvero per la possibilità che ci hai dato di leggere non solo parole stupende, ma, nelle vostre scritture, la contraddizione e la possibilità di essere comunque presenti nel nostro tempo.
    Ancora auguri!

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  9. da M.L.
    caro Paolo,
    bella lettera, grazie per averla condivisa e un grande augurio per i tuoi giorni nel sessantacinquesimo
    trovandomi da quelle parti ho guardato qualche tua foto, che bella sensazione di pienezza danno il tuo studio e il tuo giardino..
    e ho incrociato anche qualche tuo pensiero politico che mi ha stupita, non nelle motivazioni, ma nelle conclusioni
    io sono andata alle primarie a votare Bersani e lo farò domenica, ancora con fiducia
    un abbraccio

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