I luoghi di Trento dei miei primi vent’anni (1969-1971) ripercorsi con Luciana, in un piccolo viaggio intenso come una proustiana madeleinette (“Petit gateau léger, de forme arrondie”)
Quegli anni sono passati velocemente, come i miei passi davanti alla porta dell’Università:
Il ricordo affettivo più intenso è la casa di via Maffei. Con gli “allora” anarchici che mi chiamavano “il cattolico !”. Appunto: allora
Uno portava dentro di sè un dramma che non ho saputo capire: quando ormai stavo percorrendo la mia vita lavorativa e quindi Trento si affievoliva nell’organizzazione dei miei tempi, si è suicidato.
Un’altro è diventato professore universitario. Ironico, intelligente, buono. Una specie di avvocato Utterson del romanzo di Robert Louis Stevenson, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde.
L’altro, ancora, era un simpatico e una brillantissima intelligenza. Un viaggiatore del mondo, momentaneamente fermato a Trento. E poi tornato nei suoi luoghi e alle sue radici.
Dovrò recuperare nella mia memoria la camminata sulle montagne svizzere con due di loro.
La finestra della casa è l’ultima in fondo a sinistra al primo piano.
Piazza Verdi. Una breve chiaccherata con Tullio Aymone, fotografata da Carlo proprio dalla casa di Via Maffei: