Pensieri del cuore da luoghi instabili

Caro Paolo,
quando non mi lascio travolgere dall’ira per le angustie dei tempi che viviamo, assegno al cuore il compito di parlare. Sempre.
Il pensiero del cuore di James Hilmann e Baldo Lami è stato una scoperta teorica, ma posso dire che da tempo io lo pratico.
Debbo molto all’elegia e allo stile di Virginia Woolf. Anche gli scrittori riescono bene a mimare la scrittura ‘femminile’. Alludo all’Anima. Al fondo enigmatico e buio che Galimberti evoca con Platone per significare l’amore. E non è amore solo quello che riserviamo alla nostra donna. Piuttosto, c’è da dire che forse l’amore più vario e multiforme e imprevedibile e innocente e casto è quello che proviamo per le creature, per i siti, i luoghi dell’anima… i ricordi più cari.
D’altra parte, non accade anche a te di scoprire, dopo avere scritto, che la pagina che sta davanti a te quasi non ti appartiene, come se contenesse sensi che ti sfuggono, che ti superano?
Io credo ormai che scrivere sia non solo doveroso ma utile sempre, per far parlare la parte buia di noi. Ombra e Anima debbono avere voce, debbono poter esprimere quello che si agita in noi.
Io passo intere settimane a ruminare cose oscure o ad inseguire fili da annodare a qualche cosa – una frase sentita, una parola ben detta – per svegliarmi all’improvviso alla consapevolezza: viene fuori una frase mia, un periodo, un intero testo che scrivo di getto ‘in bella copia’. Appunto, “viene fuori”.
Ci sarebbe tanto da dire a proposito della scrittura, ma oggi è sabato.
Da noi c’è una paura diffusa per il terremoto, che è stato annunciato catastrofico da giovedì, per via di scosse ripetute che si succedono di giorno e di notte con frequenza inedita. Sora è su una faglia pericolosa. Siamo zona sismica di primo grado. Si prevedono da sempre terremoti distruttivi. Aspettiamo da cento anni il prossimo cataclisma. Io ho dormito vestito sul letto giovedì, ma già venerdì ho deciso che ho troppo da fare per pensare al terremoto: debbo coltivare la mia anima, giorno dopo giorno; non posso permettere all’immane di sconquassare i miei equilibri. Non temo la morte, dunque la sera indosso il mio caldo pigiama e trascorro dalle letture disordinate di sempre al MacBook appena acquistato, per non smettere di fare la mia parte. Nella casa, un nipotino di tre anni ha diritto alla vita serena e alla protezione degli adulti, che non debbono mai lasciarsi abbattere dai capricci della fortuna né dalla clava della forza, come diceva Foscolo.
Il testo a cui siamo stati sollecitati da Baldo prende forma per frammenti.
Ieri ho scritto: “Essere angelo a qualcuno è un atto d’amore”, intendendo per amore quello che il filosofo Curi dimostra ne “La cognizione dell’amore”: amore non è cieco; anzi, insegna a vedere. Non siamo forse noi nei Servizi quotidianamente impegnati ad ogni piè sospinto ad indicare mete, vie, parole, perché la vita di chi è stato più sfortunato di noi prenda finalmente forma o non precipiti nell’insignificanza, quando non ci siano luce e calore a sostenere i giorni?
Oggi ho scritto: “il segreto del perdono… è il perdono ‘segreto’, cioè silenzioso”. Io credo che non si debba mai chiedere perdono o, almeno, che l’implorazione sincera debba essere accompagnata da lunghe file di continuità, per restituire all’altro la possibilità di coltivare la fiducia distrutta. Resto sempre convinto del fatto che dobbiamo renderci degni di essere amati, anche se a volte l’amore lungamente atteso non assume le forme che vorremmo o non viene affatto.
Ti abbraccio, dal luogo instabile da cui ti scrivo.
Gabriele

0 pensieri riguardo “Pensieri del cuore da luoghi instabili

  1. gabriele condivide il suo cuore e il tenore dei suoi pensieri, anche questo è nella direzione di un'esperienza d'amore allargata, e ci vuole anche un pizzico sia di coraggio che di amor proprio nell'intento di parlare di sé e di rivelare, una modalità che a me piace e che quand'è praticata racconta e svela anche suo malgrado.tanti temi sono intrecciati nel ruminio di gabriele, l'instabilità contingente che altro non è che quella stabile e duratura per tutti noi;il perdono, complicata questio, essendo capaci di perdonare noi stessi possiamo perdonare e comprendere meglio l'altro da noi, ma com'è difficile! ad esempio quando ci sono estensioni narcisistiche e l'altro -ahinoi- lo senti come una parte di te e rieccoci al valore insopprimibile della differenza, della separatezza che non intende essere però distacco.colgo adesso l'occasione di salutare caramente gabriele e altrettanto te e lucianalaura

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  2. leggerò con vivo interesse le tue parole e quelle di gabriele.è un momento particolarmente troppo pieno questo per me (non è una pienezza positiva).buon tempo:)auraiovolevodanzare.splinder.com

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