Grazie ancora.
Mi piace informarti su un punto ormai fisso nelle telefonate quasi quotidiane tra Emanuele Severino e me: ad un certo punto mi ripete “io sono nichilista”.
Io non gli rispondo nulla e riprendo il discorso interrotto da quella frase.
Poi, riflettendo, il pensiero va alla causa di quella sua frase e la trovo nelle riserve avanzate nel mio saggio dall’ “individuo” V.U..
La nostra amicizia si approfondisce giorno dopo giorno.ormai ci si dice di tutto, senza riserve, da amici apertissimi.
Caro Paolo, la vita del filosofo è una continua terribile sofferenza. Ugo Spirito spesso mi diceva: “la sofferenza che traspare nei tuoi occhi, caro V, è la stessa sofferenza che traspare dai miei. È la sofferenza dei filosofi autentici, a cui non possono sottrarsi.
Ti starai chiedendo perché ti sto dicendo, qui, queste cose.
Me lo sto chiedendo anch’io.
La risposta sta nell’affetto che mi unisce a te.
Ciao.
innanzitutto GRAZIE per l’affetto e la stima che condivido!
questa notte riflettevo sui tormenti di voi filosofi. e mi è venuta questa immagine:
siete affacciati sull’abisso che avete capito e analizzato con gli strumenti della filosofia. e dunque questo mondo vi appare nella sua insensatezza (ossia la pervasività dellla “cultura nichilista”.
il mio punto di osservazione , come sai, è quella di un “sociologo osservante” e imparo da voi a leggere , con i vostri criteri in mondo oggettuale.
non avendo strumenti filosofici raffinati faccio fatica a capire perchè Emanuele Severino si dice “nichilista”.
Da lui ho imparato perfino a camminare meglio nel mio giardino. mi guardo intorno e mi ripeto la sua frase
https://antemp.com/2014/09/01/se-un-filo-derba-non-fosse-nulla-sarebbe-emanuele-severino/.
capisco la vostra angoscia (voi vedete oltre) , ma io con i vostri stessi strumenti vivo il meglio possibile il tempo che resta.
ciao carissimo
Voglio solo riprendere il punto del tuo apprezzato discorso in cui scrivi
“faccio fatica a capire perché Emanuele Severino si dice “nichilista”.
Per dirti che per capire il perché di quella affermazione occorre riandare a considerare le cause e gli effetti del fatto che indubbiamente
“due anime sono nel nostro petto: una nascosta (noi avvertiamo di essere nella Gioia) è l’altra manifesta, anche se solo parzialmente, che consiste nel credere che tutto al mondo è nulla: da un lato, Severino; dall’altro Leopardi.
È il forte continuo contrasto tra queste due anime che rende atroce la sofferenza del filosofo. Ciao.
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