Fabrizio Ursini RICORDA il padre Vasco (1936-2023): “… nella sua vita ha incessantemente cercato una via che lo conducesse ad una maggiore comprensione delle cose visibili ed invisibili …”

Il pensiero di EMANUELE SEVERINO, a cura di Vasco Ursini (1936-2023)

… faccio mio il pensiero di un suo caro amico secondo il quale

Vasco nella sua vita ha incessantemente cercato una via che lo conducesse ad una maggiore comprensione delle cose visibili ed invisibili

mai accontentandosi, però, di racconti della condizione esistenziale già confezionati

ma sempre continuando a sottoporli a continua verifica ed ulteriore ponderazione

.……la vita come ricerca.

(RICORDO anche: https://traccesent.com/2023/03/15/caro-paolo-sono-fabrizio-e-sono-costretto-dirti-che-papa-ieri-sera-se-ne-andato/)

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Caro Paolo, sono Fabrizio e sono costretto dirti che papà ieri sera se n’è andato, 14 marzo 2023

Caro Paolo, sono Fabrizio

e sono costretto dirti che papà ieri sera se n’è andato.

Sono stati mesi difficili da quando lo scorso maggio ha scoperto di avere un tumore.

Sapevo che, comunque, il vostro rapporto era più vivo che mai perché mi parlava spesso di te e della preziosità della vostra amicizia.

Ti ringrazio profondamente per aver collaborato tutti questi anni con lui al vostro blog.

Ricordo sempre con piacere il nostro incontro a Brescia anni fa e spero per te ogni bene.

Un carissimo saluto

Fabrizio

in RICORDO di Vasco Ursini (1936-2013)

VASCO URSINI, Una filosofia per il tempo che viviamo, Edizioni Nuova Prhomos, 180 pagine, 2021, – dal blog Il pensiero di Emanuele Severino nella sua “regale solitudine” rispetto all’intero pensiero contemporaneo

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mi scrive Vasco Ursini, 25 gennaio 2020

Vasco Ursini:

Paolo Ferrario, sei un raccoglitore e conservatore di sapienza così come si è realizzata nel corso di millenni.

E lo fai con grande sensibilità e lungimiranza.

Sei, e non solo in questo, inimitabile. Sei unico!

Ti abbraccio con affetto fraterno e profonda gratitudine

Katia Trinca Colonel RICORDA i passaggi a COMO del pensatore EMANUELE SEVERINO (1929-2020), in Corriere di Como, allegato locale del Corriere della Sera, 25 gennaio 2020

ANTOLOGIA DEL TEMPO CHE RESTA

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Katia Trinca Colonel

si è laureata in Filosofia all’Università Statale di Milano e si è specializzata in counseling filosofico presso l’Istituto superiore di ricerca e formazione in filosofia, psicologia e psichiatria – ISFiPP – di Torino.

È giornalista culturale per il quotidiano Corriere di Como, allegato locale del Corriere della Sera.

Da sei anni tiene laboratori di filosofia nel Carcere del Bassone di Como e si adopera per la divulgazione della giustizia riparativa.

via Il pensiero di Emanuele Severino nella sua “regale solitudine” rispetto all’intero pensiero contemporaneo – a cura di Vasco Ursini, autore di: Il dilemma verità dell’essere o nichilismo?

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lettera di un amico di vecchiaia sulla “terribile sofferenza” dei filosofi, 6 dicembre 2018

Grazie ancora.

Mi piace informarti su un punto ormai fisso nelle telefonate quasi quotidiane tra Emanuele Severino e me: ad un certo punto mi ripete “io sono nichilista”.

Io non gli rispondo nulla e riprendo il discorso interrotto da quella frase.

Poi, riflettendo, il pensiero va alla causa di quella sua frase e la trovo nelle riserve avanzate nel mio saggio dall’ “individuo” V.U..

La nostra amicizia si approfondisce giorno dopo giorno.ormai ci si dice di tutto, senza riserve, da amici apertissimi.

Caro Paolo, la vita del filosofo è una continua terribile sofferenza. Ugo Spirito spesso mi diceva: “la sofferenza che traspare nei tuoi occhi, caro V, è la stessa sofferenza che traspare dai miei. È la sofferenza dei filosofi autentici, a cui non possono sottrarsi.

Ti starai chiedendo perché ti sto dicendo, qui, queste cose.

Me lo sto chiedendo anch’io.

La risposta sta nell’affetto che mi unisce a te.

Ciao.


innanzitutto GRAZIE per l’affetto e la stima che condivido!

questa notte riflettevo sui tormenti di voi filosofi. e mi è venuta questa immagine:

siete affacciati sull’abisso che avete capito e analizzato con gli strumenti della filosofia. e dunque questo mondo vi appare nella sua insensatezza (ossia la pervasività dellla “cultura nichilista”.

il mio punto di osservazione , come sai, è quella di un “sociologo osservante” e imparo da voi a leggere , con i vostri criteri in mondo oggettuale.

non avendo strumenti filosofici raffinati faccio fatica a capire perchè Emanuele Severino si dice “nichilista”.

Da lui ho imparato perfino a camminare meglio nel mio giardino. mi guardo intorno e mi ripeto la sua frase

https://antemp.com/2014/09/01/se-un-filo-derba-non-fosse-nulla-sarebbe-emanuele-severino/.

capisco la vostra angoscia (voi vedete oltre) , ma io con i vostri stessi strumenti vivo il meglio possibile il tempo che resta.

ciao carissimo


Voglio solo riprendere il punto del tuo apprezzato discorso in cui scrivi

“faccio fatica a capire perché Emanuele Severino si dice “nichilista”.

Per dirti che per capire il perché di quella affermazione occorre riandare a considerare le cause e gli effetti del fatto che indubbiamente

“due anime sono nel nostro petto: una nascosta (noi avvertiamo di essere nella Gioia) è l’altra manifesta, anche se solo parzialmente, che consiste nel credere che tutto al mondo è nulla: da un lato, Severino; dall’altro Leopardi.

È il forte continuo contrasto tra queste due anime che rende atroce la sofferenza del filosofo. Ciao.

 con Vasco Ursini ed Emanuele Severino alla  presentazione dell’ASES – Associazione Studi Emanuele Severino, presso il salone Vanvitelliano nel Palazzo della Loggia, Brescia, Sabato 25 febbraio 2017, ore 10-12,30

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Sorgente:  AUDIO dell’incontro con il filosofo EMANUELE SEVERINO: presentazione dell’ASES – Associazione Studi Emanuele Severino, presso il salone Vanvitelliano nel Palazzo della Loggia, Brescia, Sabato 25 febbraio 2017, ore 10-12,30.  – Antologia del tempo che resta

Vasco Ursini: emanueleseverino.com, un dono a EMANUELE SEVERINO per il suo COMPLEANNO

Il pensiero di EMANUELE SEVERINO, a cura di Vasco Ursini (1936-2023)

Andrò a Brescia il 24 febbraio 2017 per partecipare l’indomani alla giornata che vedrà l’inaugurazione della “Associazione Studi Emanuele Severino”, a cui mi lega un fraterno rapporto di amicizia e di stima profonda.

Gli porto in dono alla vigilia del suo compleanno il Blog che ho creato insieme al sociologo Paolo Ferrario, mio fraterno amico, blog che subito dopo essere entrato in rete, è quotidianamente visitato  da molte persone in Italia e in larga parte del mondo. E’ proprio questo che Paolo ed io ci eravamo prefissi: diffondere nel mondo il suo inaudito pensiero, che si pone come testimonianza del destino della verità.

Sono pienamente consapevole che questo è solo il primo passo per giungere a comprendere fino in fondo questa testimonianza della verità del destino. Altri passi sono poi necessari perché la verità non illumina l'”individuo”- non illumina il “mendicante” – perché l’individuo è il…

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Lettera di Vasco Ursini: … L’unica erba di cui mi nutro è quella della verità del destino di severiniana impronta …

Mi piace brucare tra i tuoi pascoli.

Ed è strano che io bruchi altrove dal mio pascolo perché sono ultrasazio di erbe altrui.

L’unica erba di cui mi nutro è quella della verità del destino di severiniana impronta. Me ne nutro continuamente per gustarne il sapore, per verificare se possa essere approvata come pasto quotidiano in un mondo sempre più sfuggente ad essere capito fino in fondo.

E soprattutto per verificare, una volta che ci si sia introdottti in questo pascolo, se è possibile mantenervisi.

Ciao Paolo. Scusami per questa esternazione filosofica.

Ti abbraccio forte forte

lunedì 14 marzo 2016


Vasco Ursini è autore di:

VASCO URSINI, Il dilemma verità dell’essere o nichilismo?, BookSprint Edizioni, 2013

 

Emanuele Severino questa mattina “Ha voluto sapere di te, della nostra amicizia ed io non mi sono certo fatto pregare”, da un messaggio di V. U.

Mi scrive V. U.

Conosco questo libro (TESTONI INES, L’ultima nascita. Psicologia del morire e Death Education, prefazione di Emanuele Severino, Bollati Boringhieri, 2015 ).

Ines Testoni è una psicologa molto apprezzata da Emanuele. Spesso me ne parla

Questa mattina ho parlato a lungo con lui e, tra l’altro, ci si è riferiti ancora al teatro Parenti di Milano, quando tu gli portasti i miei saluti.

Ha voluto sapere di te, della nostra amicizia ed io non mi sono certo fatto pregare. Un abbraccio

Rispondo

sono commosso,  V..

la sola idea che anche in questo modo (una amicale conversazione telefonica) entro nel “cerchio” di emanuele severino mi rende felice.

quella lezione di pistoia del 2010 (l’identità dell’occidente) mi ha fatto entrare in uno sguardo possente e insuperabile

i saluti di Vasco Ursini a EMANUELE SEVERINO, 30 novembre 2015

Caro Paolo,
un’ora fa ho parlato con Emanuele e gli ho chiesto se aveva recepito il mio saluto portato da te.
Mi ha risposto di sì e mi ha chiesto di te. Io ti ho presentato come meriti.
Lui si è meravigliato che già ieri notte, dalle 00,27 alle 3,17. ho potuto ascoltare, grazie alla tua registrazione, gli interventi degli oratori al teatro Parenti di Milano.
L’ho trovato stanchissimo per il fatto di essere tornato a casa versola una di ieri notte, di essere andato la mattina alle 8 a far lezione al San Raffaele di Milano e di essere tornato a casa oggi intorno alle 13,00. Pensa Paolo, lui ha 86 anni!
Grazie ancora di tutto, caro Paolo. Un affettuoso abbraccio.
Vasco

V. risponde ad una mia domanda: “cosa intendi quando nel tuo libro parli di VERITA’?”

Caro Paolo, mi chiedi cosa intendo io per verità.

Se fossi “io” a risponderti dovresti gettare la mia risposta nel cestino perché ogni io empirico è un continuo errare e quindi non può arrivare alla verità. La verità abita in un suo luogo.

Diciamo allora che quanto si ritiene il prodotto ultimo della verità, sta invece all’origine. Pensa a Hegel, al percorso della ‘Fenomenologia’: dalla “caverna” della sensibilità fino alla verità come un ‘ad quem’, un termine o un risultato. E invece no: la verità è non solo originaria, ma ciò che è originariamente manifesto nella coscienza in quanto tale, quindi anche nelle coscienze che supponiamo “inferiori”: la coscienza del bambino, dell’idiota, del folle, del primitivo.

Se in una coscienza si apre un mondo, si apre la struttura originaria della verità: Questo è un grande presupposto del nostro discorso. Quindi se qualcosa è presente, è manifesto, allora è manifesta la verità. La verità nella determinatezza del suo significato, nella struttura del suo significato. Dunque, se qualcosa appare, appare la verità, allora la verità è proprio ciò a cui si voltano le spalle quando ci persuadiamo che la terra è la regione sicura. Se qualcosa appare, appare la verità. Ma noi siamo normalmente convinti che il “sicuro” è qualcosa che non ha nulla a che fare con ciò che stiamo chiamando “verità”: il “sicuro” è la terra, iol quotidiano, i problemi della nostra vita.

Allora: l’atto che qualifica la terra come “il sicuro” è l’atto che isola la terra dalla verità. E’ l’isolamento della terra. L’isolamento della terra è l’errore. L’errore è la volontà di potenza. La verità è l’innegabile, e uno dei momenti fondamentali dell’innegabile è ciò che effettivamente appare. Quindi ciò che autenticamente appare è l’innegabile. Dunque la variazione del contenuto ( il divenire) appare. Il motivo per il quale si afferma la variazione dello spettacolo è l’apparire della variazione. Dunque bisogna dire che la variazione dello spettacolo (il divenire), innanzitutto appare. Questo è ilmotivo per il quale la variazione (il divenire) non può essere negata.

Dunque il mutamento c’è. Ma a questo punto sia la parola “stare”(lo stare della verità), sia la parola “mutamento” hanno acquistato un altro significato””: un significato per il quale si deve dire che ciò che autenticamente diviene è l’eterno. Una prima e affrettata conclusione (ma iol discorso dovrebbe durare a lungo): La verità – definiamola in modo formale – è l’apertura di senso che è incontrovertibile, perché è l’unico senso che goda di questa proprietà: di essere ciò la cui negazione è autonegazione. Se poi mi sichiede se la verità è dicibile, rispondo senz’altro positivamente.

Ma aggiungo che questo non vuol dire che il dire sia un riuscire a esprimere o a comprendere. Certamente non si può dire che il linguaggio porti nella parola la trasparenza dell’incontrovertibile. Il linguaggio, anzi, arrischia l’Incontrovertibile nell’equivoco. la dicibilità qui non ha nulla a che vedere con il sogno neopositivistico della costruzione di un linguaggio perfetto che tolga gli equivoci tra gli uomini.No, incontrovertibilità non vuol dire questo.

Tutti gli uomini sono individui e dunque errori;e quindi il loro dialogo è essenzialmente un equivoco; e quindi è illusorio ogni tentativo degli uomini di buona volontà di mettere d’accordo l’umanità attraverso il dialogo. Questo sì che è “utopia” nel senso negativo del termine! E’ impossibile capirci, per noi, in quanto individui! Se dicibilità vuol dire il capirsi fra individui, allora la verità ‘non’ è “dicibile”.

Caro Paolo, il discorso dovrebbe continuare e a lungo. Ma tu capisci che qui non è possibile portarlo innanzi. Spero intanto che ti basti quello che fin qui sulla verità ho scritto.

email di V., negli incroci con Emanuele Severino

Caro Paolo Ferrario, ti ringrazio vivamente per questa tua iniziativa che porta il mio post sull’amico Emanuele Severino in canali ancor più nobili.

Ormai la mia percezione della tua persona è vivificata da affetto e stima, da mmirazione e condivisione.

Un fraterno abbraccio

RISPONDO:

caro v.:

è un grande piacere avere incontrato una persona come te (della mia stessa generazione) che usa le tecnologie della rete per suscitare e produrre conoscenza e riflessione