
alcuni autori del pensiero antico che accompagnano il mio tempo che resta: Epitteto, Marco Aurelio, Epicuro …

biografia di Lin Yutang: https://en.wikipedia.org/wiki/Lin_Yutang
vai alla scheda dell’editore:
https://www.obarrao.com/libro/9788887510812
«Ed allora poniamo mente a ciò che ci può procurare la felicità, dato che quando la possediamo nulla ci manca e, per contro, in sua assenza mettiamo in atto tutto quel che è necessario per ottenerla.»
Per Epicuro, la felicità è da ricercare nella dimensione privata del “vivere nascostamente”: l’uomo “basta a se stesso”, non necessita delle divinità o dello Stato per sperimentarla. La felicità si realizza nel piacere al quale conduce la ragione che ha dominato le passioni.
A partire dalla Lettera a Meneceo, Maggi compie un excursus dalla filosofia classica ai giorni nostri e sottolinea il legame tra etica e felicità nella storia del pensiero, osservando come nel corso del tempo «l’uomo abbia barattato un po’ della sua felicità per un po’ di sicurezza» fino a fare della prima una questione politico-sociale.
Un ritorno alla filosofia del Giardino è allora da intendere come…
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La Natura è ciò che vediamo
la collina – il pomeriggio
scoiattolo – eclisse – il bombo
no – la Natura è il cielo
Natura è quel che sentiamo –
il bobolink – il mare –
tuono – grillo –
no – la Natura è armonia
Natura è quel che sappiamo –
ma non abbiamo l’arte di dire –
tanto impotente è la nostra sapienza –
di fronte alla sua semplicità
in:
per ascoltare l’audio clicca su questo link di Google Drive:
https://drive.google.com/file/d/1mXrKmE2B19byb0S4Oc8xXkzzcbUtKEIV/view?usp=sharing
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in
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Sito della casa editrice:
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Per i contatti telefonici con la casa editrice vai a:
https://www.nuovaprhomos.com/contatti.html
Indirizzo mail della casa editrice:
riporto qui una conversazione che si è presentificata su facebook, dove avevo rilanciato la scheda del libro:
mi scrive Margherita
Sembra interessante. Lo stile e l’approccio didattico è come nel precedente testo dell’autrice (Il filosofo che c’è in te), finalizzato a fornire della filosofia un’ immagine semplificata e, perché no?, un mezzo per capire il mondo e se stessi. È il manuale scolastico che tenta di rispondere alla tormentata domanda “A che serve la filosofia?” Il fatto è che la filosofia, a mio parere, non “serve”, nel senso che non dà risposte. La filosofia è ricerca, una corsa agli ostacoli che sono singoli traguardi che si susseguono l’uno dietro l’altro, un confine che si sposta ininterrottamente.
rispondo
grazie !!! hai del tutto ragione: le tue parole chiariscono benissimo i contenuti di questo libro. Io non ho, purtroppo , avuto una cultura filosofica. Da studente di un istituto tecnico (perito edile…
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Affliggono gli uomini non le cose,
ma i loro giudizi sulle cose
Epittetto, Manuale , § 5
Scava dentro di te.
E’ lì la fonte del bene, ed essa può sempre continuare a zampillare, se tu scavi sempre
(Marco Aurelio)
A offendere , ricordalo, non è chi insulta o percuote, ma il giudizio che queste azioni siano offensive.
Perciò, quando uno ti irrita, sappi che è la sua OPINIONE che ti ha irritato.
Come prima cosa , quindi, cerca di non farti trascinare subito dalla rappresentazione: una volta che avrai guadagnato un po’ di tempo per riflettere, potrai dominarti più facilmente
citazione da
citazione da
La realtà si divide in cose soggette al nostro potere e cose non soggette al nostro potere.
In nostro potere sono:
il giudizio
l’impulso,
il desiderio
l’avversione
e, in una parola, ogni attività che sia propriamente nostra.
Non sono in nostro potere:
il corpo
il patrimonio
la reputazione
le cariche pubbliche
e, in una parola, ogni attività che non sia nostra.
E ciò che rientra in nostro potere è per natura libero, immune da inibizioni, ostacoli,
mentre quanto non vi rientra è debole, schiavo, coercibile, estraneo.
Ricorda , allora, che se considererai libere le cose che per natura sono schiave, e tuo personale ciò che è estraneo, sarai impedito, soffrirai, sarai turbato, ti lamenterai degli dèi e degli uomini;
se invece riterrai tuo solo ciò che è tuo , ed estraneo , come in effetti è, ciò che è estraneo, nessuno ti potrà mai coartare, nessuno ti impedirà , non…
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La forza del pensiero di Emanuele Severino consiste in questo:
la sua analisi è talmente stabile (“stà”) che diventa possibile rielaborare per se stessi il suo linguaggio argomentativo
E così mi viene in mente di “trasformare” le sue parole:
“Sei sereno?”
Spesso lo sono.
Vedo il significato di questa parola associata a provvisori stati esistenziali rafforzati dallo “stare in luce”. Sono sereno in giornate di sole, quando passeggio per il giardino, vedo le montagne e il brillare delle acque del lago.
Percepisco come la luce permetta di vedere le cose e i colori delle cose. E’ sentendomi sereno che posso guardare ai fatti della politica e della storia o alle vicende biografiche mie e di altri. Effettivamente è la luce che aiuta a procedere in cammini oscuri, come quando si cammina in un bosco.
Come individuo sono abbastanza sereno. Non del tutto: abbastanza. C’è un filosofo che mi consente di fare chiarezza. Non so bene cosa voglia dire “essere me stesso”, tuttavia riesco a stabilire qualche differenza fra il me e la cose che mi stanno attorno, Certo ci sono molte ombre nel bosco. Ma ho sperimentato che il portarmi verso me stesso non è del tutto in conflitto con la serenità
Penso, respiro, vivo, mi relaziono Non mi sembra ci siano altre vie.
Quel filosofo che sta accompagnando i miei ultimi anni dice che, a causa della stessa filosofia, siamo dentro l’errore.
Forse si può “stare sereni ” (almeno un poco) anche se siamo dentro l’errore”
Paolo Ferrario, 22 novembre 2017, ore 17 e 41
Quanto ho scritto sopra (forse frutto dell’ “errore” ) nasce da questo dire di Emanuele Severino:
Vai al file della introduzione di Vasco Ursini in formato Pdf:
Vai alla scheda del libro RUGGERO PULETTI, La storia occulta, il pendolo di Foucault di Umberto Eco, Lacaita editore, 2000: http://www.lacaita.com/biblioteca-di-studi-moderni/226-la-storia-occulta.html