Gregory Colbert (nato nel 1960) è un cineasta e fotografo canadese noto soprattutto come creatore di Ashes and Snow , una mostra di opere fotografiche e film ospitata nel Nomadic Museum
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Gregory Colbert
Categoria: DESTINO
Giornata della memoria, 27 gennaio. Cara Ines ti scrivo. Le lettere dei bambini a una ex deportata che ha fatto la storia. Articolo di Katia Trinca Colonel su Ines Figini, in La Provincia, 24 gennaio 2023
CIAO MASCHIO, conduce Nunzia De Girolamo, in RaiPlay
BELVE, conduce Francesca Fagnani. Vedi su RaiPlay
Gabriella recensisce il romanzo di Miriam Candurro LA SETTIMA STANZA (Sperling & Kupfer editore), video youtube in Lettore Medio
Candurro Miriam, La settima stanza, Sperling & Kupfer, 2022. Con video di presentazione
scheda dell’editore:
«Un giorno ci verrà ridato tutto il tempo perso, i baci che non ci siamo dati, i tramonti che non abbiamo visto insieme. Verrà il giorno in cui ci perdoneremo le vite vissute, le scelte fatte, le fughe in direzioni opposte. Fino a quel giorno io ti aspetterò qui. Nella nostra stanza a picco sul mare.»
Ci sono momenti che restano indelebili. È a questo che pensa Giovanni mentre percorre la litoranea che lo porta a casa. Una casa da cui vuole stare lontano e in cui non torna da vent’anni. Vent’anni di assenza, di silenzio, di sensi di colpa.
Tutto è cominciato lì, a Villa Rosa, di fronte a un mare immenso e cristallino: una sera d’estate l’adolescente Giovanni, affacciato alla finestra della sua stanza, aveva visto una ragazza lottare tra le onde. Senza pensarci, era corso in spiaggia e si era…
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Pennavaja Cristina, Danzare nel buio. Sciuri sciuri. Ogni stagione un amante / L’autobiografia nella narrativa. Consigli sulle tecniche di stile, Youcanprint editore, Lecce, 2022. Indice del libro
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Unico nel suo genere, questo libro contiene due testi.
Il primo è la storia di Marina e Carlo, trascurati da bambini e innamorati per bisogno, che per divergenze di carattere faticano a vivere in serenità. Quando lui si ammala, affrontano tante ansie; lei s’innamora del giovane Nino… L’affetto e la stima per Carlo, la ricerca di consapevolezza basteranno a risolvere i problemi? Scorrevole e vivace (anche per i vividi personaggi del tenero fi glio Andrea e della dolce zia-mamma Clara), ora sommesso ora esilarante, il racconto svela i suoi sensi pian piano, lungo i capitoli e le sequenze che si alternano musicalmente come una buona sonata per l’anima. Forse un thriller psicologico, Pennavaja l’ha scritto per tutti: tutti abbiamo sogni, desideri, utopie; e il bisogno di pacificarci con noi stessi, con il nostro passato e il nostro destino. Il racconto dell’autrice (da 40 anni scrittrice in Germania, Olanda, Italia, docente nella sua “Casa della scrittura”) è autobiografi a “filtrata”: frutto di esercizio intenso e appassionato in uno stile che nutre ed emoziona.
Il secondo, prezioso testo è un saggio che, analizzando brani di narrativa europea (Kafka, V. Woolf, Alfred Polgar, Giuseppe Pontiggia, Silvio D’Arzo, Carlo Coccioli, Ivan Della Mea, Susanna Tamaro, Cristina Pennavaja, altri), insegna a evitare le trappole dell’autobiografi a diretta e spontanea. L’autrice, traduttrice esperta di musica, dà le regole fondamentali per non cadere negli errori di un linguaggio sciatto, “rumoroso” anziché musicale; mostrando esempi di uno stile semplice ma ricco, che produce scritti buoni per l’oggi e per il domani. Nello stesso tempo svela i segreti del suo tradurre e narrare, e spiega come è riuscita a costruire racconti sapienti e avvincenti (lodati da Pontiggia, Giovanni Raboni, Giovanni Mariotti, Meeten Nasr, più volte premiati). Fornisce anche qualche variante, che è tanto utile per penetrare nel laboratorio creativo di uno scrittore nonché incoraggiante. Questo saggio critico e didattico è rivolto anche a chi scrive per diletto; sarà di grande aiuto per chi (magari tastando a lungo nel buio) vuole creare un racconto o un romanzo davvero artistico.
Cristina Pennavaja è nata a Roma nel 1947. Ha vissuto in Germania e in Olanda, anche come ricercatrice universitaria; a Cambridge (Inghilterra) e ad Alessandria d’Egitto. Dopo studi di filosofi a e di marxismo, da 40 anni si dedica con passione a scrivere bene. Allieva di Giuseppe Pontiggia, ha poi dato vita alla “Casa della scrittura” tenendo per quasi vent’anni lezioni su retorica e stile nella narrativa. Traduttrice dal tedesco per Adelphi, scrittrice ormai esperta, ha pubblicato racconti e saggi in Germania, Olanda e Italia presso numerosi editori. Vive a Milano. Canta in un coro, cura le sue amiche piante, insegna a bambini immigrati. Ha avuto tre gatte, amate e longeve. Cerca di praticare la mindfulness buddhista. Ha una gemella e un figlio padre di due gemellini.


HUGO CABRET, di Martin Scorsese, con Con Asa Butterfield, Ben Kingsley, Chloe Moretz, Christopher Lee, Emily Mortimer, Frances de la Tour, 2011
Il film racconta, attraverso la storia romanzata di Hugo Cabret e del suo automa, la riscoperta ed il riconoscimento dell’opera di Georges Méliès.
vai alla trama completa: https://it.wikipedia.org/wiki/Hugo_Cabret#Trama
ROBERTO BOLLE, Scritto e illustrato da Francesco Cattani – 24 Ore Cultura editore, 2022
ROBERTO BOLLE, Scritto e illustrato da Francesco Cattani, 24 ORE Cultura
vai a:
ROBERTO BOLLE – 24 Ore Cultura

Ritratti biografici di Louise Bourgeois e Maria Lai, in Te la do io l’arte, a cura di Nicolas Ballario, Rai Radio 1 | RaiPlay Sound
Oggi vi riproponiamo due tra i migliori ritratti che abbiamo fatto durante questi anni passati insieme: Louise Bourgeois e Maria Lai
ascolta in:
Te la do io l’arte | Recap! Due Super Ritratti + un incontro speciale | Rai Radio 1 | RaiPlay Sound
Louise Bourgeois:

Maria Lai:
vedi anche:
MARIA LAI, Legarsi alla montagna: l’arte relazionale di mettere in connessione i cittadini del paese fra di loro e con l’ambiente| – scheda informativa e video
Maria Lai, Legarsi alla montagna – video YouTube
Aiache Veronique, AMICO GATTO. Come e perchè i gatti ci aiutano a stare bene, Corbaccio, 2022
Guggiari Marco, Pozzoni Carlo, C’era una volta a Como. Ricordi e immagini di qualche anno fa, Edizioni della Famiglia Comasca, 2022. Indice del libro
Bormolini Guidalberto, L’arte della meditazione, Ponte alle Grazie, 2022

Luciano Caramel [Como, 1935 | Erba, 2022], il ricordo di Gerardo Monizza
DA:
Gerardo Monizza | Facebook

Demetrio Duccio, Album di famiglia. Scrivere i ricordi di casa, Meltemi , 2022. Indice del libro
scheda:
Ricostruire la storia della propria famiglia attraverso un campionario di oggetti, luoghi, situazioni, personaggi: Duccio Demetrio, con l’ausilio di grandi capolavori della storia dell’arte e brani della tradizione letteraria mondiale, ci insegna come organizzare le nostre esperienze individuali in un racconto compiuto di vita vera.



ALBERI da meditazione, nel percorso che porta al Ciliegio
L’alce, in: GROSSMAN Vasilij, a cura di Mario Alessandro Curletto, La cagnetta (1961/62), Adelphi edizioni, 2013
Schisa Brunella, Anatomia di un mostro, HarperCollins, 2022
Mappe nel Sistema dei Servizi alla Persona e alla Comunità
vai alle schede reperibili in rete:
Una domenica di dicembre il commissario capo Domenico Franchini della questura di Varese riceve una telefonata. È un caso di omicidio. Riccardo dell’Orso è stato ucciso con un cerimoniale orribile.
Bastano poche indagini per scoprire che la vittima era un uomo di leggendaria crudeltà mentale, avido e disonesto, con poche qualità e molti difetti. Non è dunque difficile immaginare che molti avrebbero potuto avere un movente per ucciderlo. A partire dal figlio Raniero, che vive recluso in casa, passando le giornate nel web profondo. O dalla figliastra Nora, che lavora come psicologa penitenziaria nel carcere di Piacenza, fascinosa quarantenne apparentemente insospettabile.
E se l’assassino si nascondesse nel sottobosco che in gran in segreto frequentava dell’Orso? Chi è il mostro torturatore?
Partendo, come nella migliore tradizione del genere, da un delitto senza autore ma con molti moventi possibili, Brunella Schisa scrive un romanzo indimenticabile…
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meditazione sull’ESSERE nel TEMPO con l’aiuto degli ALBERI
“Pensa agli ALBERI che se ne stanno lì dritti, insieme, in un bosco.
Non parlano ma percepiscono la presenza reciproca”
in Thich Nhat Hanh, Sedersi in consapevolezza, Terra Nuova edizioni, 2015, pagina 17











































Yves Agid, Invecchiare? È divertente. Il cervello, padrone del tempo, Carocci, 2022
Mappe nel Sistema dei Servizi alla Persona e alla Comunità
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Yves Agid, Invecchiare? È divertente. Il cervello, padrone del tempo
Quali sono le basi biologiche dell’invecchiamento? Che cos’è l’invecchiamento cerebrale? In questo libro, Yves Agid – famoso neurologo e specialista in patologie del cervello – ci mostra come invecchiare non dipenda soltanto dal passare del tempo, ma soprattutto dal nostro cervello. Ci racconta, in modo semplice e divertente, i progressi compiuti nello studio e nella cura delle malattie neurodegenerative |
Le PAROLE dei grandi saggi per imparare a vivere meglio: Epicuro, Epitteto, Seneca, Marco Aurelio, Buddha, Confucio, Lao Tse, Montaigne, Riza editore, 2022, pagg. 97
nomi di FOTOGRAFI ricordati da Geoff Dyer in: L’infinito istante. Saggio sulla fotografia, il Saggiatore, 2022


vai alla scheda del libro:
Geoff Dyer, L’infinito istante. Saggio sulla fotografia, il Saggiatore, 2022. Prima edizione nel 2005
Sguardo fotografico di Dorothea Lange sulla STRADA

SOFIA RAFFAELI È CAMPIONESSA DEL MONDO 2022
da un sogno: la cultura di un giardino
Radici
Tronco
Rami
Foglie e loro colori nel tempo
“Parlano” e comunicano attraverso le trasformazioni
vai a:
https://coatesa.com/category/genius-loci/giardino-genius-loci/
mi ricordo … Una domanda ai Ching del 3 novembre 1996. Ritrovato in un appunto scritto sul libro: Alfred Polgar, Piccole storie senza morale, Adelphi, 1994
Caro libro che racchiudi tutti gli eventi e i mutamenti, domani si compie un’altra fase del mio possibile cambio di lavoro.
Ormai ho 46 anni e il passaggio, come certamente sai, è importante. Quindi sento il bisogno di una specie di amuleto che mi accompagni, qui e ora, oggi e domani.
Un amuleto fatto con i tuoi segni.
Le domande sono queste:
comunque vada, come vivere questa trasformazione?
e, ancora, quali immagini e quali parole mi suggerisci per vivere la prova che mi attende?
(non ho ritrovato la risposta degli I Ching)
È morto il disegnatore francese Jean-Jacques Sempé – Fumettologica
Conoscersi
#Tell
Il filosofo francese Henri Bergson utilizzò il metodo dell’introspezione per studiare il fluire degli stati d’animo dall’uno verso l’altro, senza che sia possibile distinguerli nettamente; questo era il punto focale della sua critica alla visione del tempo offerto dal positivismo, insensibile ai fatti contenuti nei diversi istanti.
ZYGMUNT BAUMAN,Intervista sull’identità(Bari, Laterza 2009).
L’introspezione è un’attività che sta scomparendo. Sempre più persone, quando si trovano a fronteggiare momenti di solitudine nella propria auto, per strada o alla cassa del supermercato, invece di raccogliere i pensieri controllano se ci sono messaggi sul cellulare per avere qualche brandello di evidenza che dimostri loro che qualcuno, da qualche parte, forse li vuole o ha bisogno di loro.
Mi ricordo le CANZONI DEGLI ANNI ’50






Per noi “No vac” andare in ferie è come impazzire, di Camilla Baresani, in Domani 15 agosto 2022
- La pressione sociale per andare in ferie è pesantissima, come quella sull’accasarsi o fare figli. Ma la realtà è che andare in vacanza è una fatica.
- E non ci sono solo i dolori del viaggio: ormai anche in vacanza, complici mail e whatsapp, veniamo comunque molestati da impegni e scadenze.
- Fuggire dal lavoro è impossibile: a questo punto meglio restare a casa, con meno dispendio fisico e monetario.
vai a: https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/vacanze-ferie-no-vac-dbqfh7kt
“Lo chiamiamo GRANELLO DI SABBIA …”, in Donati Alba, La libreria sulla collina, Einaudi, 2022
Lin Yutang, Importanza di vivere, Bompiani, 1941. Indice del libro


biografia di Lin Yutang: https://en.wikipedia.org/wiki/Lin_Yutang
Davide FENT, A letto dopo il carosello, Youcanprint editore
vai alla scheda dell’editore:
https://www.youcanprint.it/a-letto-dopo-carosello/b/0d84d85e-a351-5678-b733-6e66d0814363
La pubblicità in Italia non ha mai goduto di chiara fama. Era vista come qualcosa di negativo, si parlava di ‘persuasori occulti’. Negli anni Trenta, per superare questa ‘vergogna’, la cartellonistica si affidò agli artisti. In televisione, nel ’57, proprio su questo interdetto, nacque invece Carosello”. A raccontare ”l’altra faccia” della pubblicità è il critico Aldo Grasso, alla mostra ”Il cibo immaginario. 1950-1970 pubblicità e immagini dell’Italia a tavola”, prodotta da Artix in collaborazione con Gruppo Cremonini e Coca-Cola Italia, che al Palazzo delle Esposizioni ha ripercorso vent’anni del paese attraverso iconografia, stili e linguaggi della pubblicità del cibo e dei riti del mangiare.”Carosello – spiega Grasso – è un’invenzione tipicamente italiana. Si aveva così paura della pubblicità, che si doveva inventare tutta una storia, un piccolo film, prima di nominare il prodotto, che poteva comparire solo nel codino finale”.Fondamentali, prosegue il critico, furono i testimonial, invenzione presa in prestito dagli Stati Uniti. ”I maggiori – prosegue – furono Ugo Tognazzi, che con Raimondo Vianello aveva inventato il programma ‘Uno due tre’; e poi Mina, che che dopo ‘Studio 1’ rappresentava il massimo dell’eleganza. L’idea era che ‘se lo dicono loro, allora si può fare’. La cosa più curiosa – aggiunse Grasso – è l”insegnamento’, al di là del prodotto, sul quale pesa molto il mito dell’America e la visione del futuro. Quello era il tempo dei voli spaziali e non a caso il primo Carosello della Coca-Cola, ad esempio, fu un cartone animato nello spazio con Joe Galassia dei fratelli Gavioli. Con questa formula – conclude – si potè sfatare quel mito dei persuasori occulti. Ecco perché tutta quella gioia, quello stupore, quell’euforia e ingenuità nello scoprire l’utilità dei prodotti. Carosello non fu solo pubblicità, ma il primo grande galateo del dopoguerra”. Ma questa è anche una storia in quel miscuglio etnico dell’ Italia, mi è tornato in mente il suo e delle parlate familiari ascoltate durante il militare tanti anni fa. E questa mi ha dato voglia di scrivere, forse perché il suo sfondo (e quel modo di vita, con personaggi leggendari, collere furibonde, litigi e brame carnali senza ritegni) era così lontano da essere ormai soltanto un mondo immaginario. In questo mondo immaginario, come l’aldilà di Dante, le parlate, risalivano a zii, nonni, parenti: ma non è più di questo mondo. Inoltre, ritrovo qui la mia antica passione per i fumetti, che si vede nel modo di scrivere. Assieme ci metterei quella per i libri di avventure, e quella per il mio amato “Pinocchio” (libro che ho tentato tante volte di riscrivere).
Il paradosso del tempo. La nuova psicologia del tempo che cambierà la tua vita – Philip G. Zimbardo, John Boyd, Libreria Cortina
Philip Zimbardo e John Boyd, esperti di psicologia sociale e neuroscienze, espongono in questo libro la loro teoria della Prospettiva Temporale, che verrà applicata con successo anche ai disturbi post-traumatici (P. Zimbardo, R. Sword, R. Sword, La cura del tempo, Giunti). Il nostro atteggiamento nei confronti del tempo è una forza che opera in profondità dentro di noi: ne siamo per lo più inconsapevoli, influisce su ogni nostra scelta o decisione. Ognuno di noi sviluppa una particolare Prospettiva Temporale – orientata al futuro, al presente o al passato (rivissuto in positivo o in negativo) – che si rivela determinante per i nostri atti, ma anche per la cultura e l’economia dei popoli. Il volume fornisce, inoltre, gli strumenti per analizzare la propria Prospettiva Temporale e mostra come, grazie a una serie di esercizi, sia possibile modificarla per cercare di raggiungere una prospettiva equilibrata e liberarsi dalla schiavitù psicologica che ci tiene troppo attaccati al passato, troppo concentrati sul presente o troppo ossessionati dal futuro.
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Il paradosso del tempo. La nuova psicologia del tempo che cambierà la tua vita – Philip G. Zimbardo, John Boyd

Cecchini Massimo, Il bambino, Neri Pozza, 2022
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Il Bambino è un romanzo che lascia dei segni profondi. Il Bambino oggi ha quasi sessant’anni. Per tutta la sua esistenza è vissuto in una famiglia che ha protetto il suo handicap neonatale, immolandosi completamente: perdendo denaro, vita, carriere senza alcun rimpianto, senza avere dubbi. Il Bambino, che si chiama Angelino, non parla, non si ha certezza intenda quello che gli si dice, è autolesionista, ha perso la vista colpendosi ripetutamente le tempie con i pugni. E ha obbligato i genitori a continui viaggi notturni, per centinaia di chilometri, ogni notte, con il bel tempo e con la neve: perché è l’unico modo per farlo stare calmo. Il Bambino è una storia vera, raccontata senza filtri, con una scrittura asciutta e aspra. La vicenda si snoda dagli anni Sessanta del secolo scorso per arrivare fino ai giorni nostri, e racconta la parabola di una coppia che sceglie la strada di un amore impervio e dirompente. Pietro e Anna Bonaventura, giovani appartenenti alla borghesia romana, sembrerebbero essere il paradigma della consuetudine finché non irrompe nella loro vita Angelo, il loro unico figlio. Angelo calamita attorno a sé l’attenzione e la cura incessante di tutta la famiglia, anche perché le sue patologie, con il passare degli anni, si aggravano, rendendo necessario l’aiuto di un numero sempre maggiore di persone per la sua gestione. Così nella vita di Pietro, Anna e Angelo entrano una serie di personaggi, prime fra tutte due domestiche filippine, Nora e Roselyn, che accompagneranno i Bonaventura per gran parte della loro vita. L’altro protagonista del romanzo è Lorenzo, il giovane autista di cui Angelo ha bisogno quotidianamente. Questo è un romanzo sulla tenacia, sulla dedizione, ma anche sull’insensatezza. Un libro estremo che ci lascia indifesi di fronte al peso di un dramma esistenziale che non ha mai vie di uscita. Come fosse un destino scritto da un dio impazzito.

Donati Alba, La libreria sulla collina, Einaudi, 2022
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Un libro magico, che racconta un luogo magico, che esiste davvero. Una libreria microscopica in un paesino sperduto sulle colline toscane, ma portentosa come una scatola del tesoro. Dai bambini che entrano di corsa alle marmellate letterarie, da Emily Dickinson a Pia Pera, le giornate nella Libreria Sopra la Penna sono ricche di calore, di vite e storie, fili di parole che legano per sempre: una stanza piena di libri è l’infinito a portata di mano.
«Perché hai aperto una libreria in un paesino sconosciuto? Perché avevo bisogno di respirare, perché ero una bambina infelice, perché ero una bambina curiosa, per amore di mio padre, perché il mondo va a scatafascio, perché il lettore non va tradito, perché bisogna pensare ai piú piccoli, perché mi sono salvata».
Non è mai troppo tardi per realizzare un sogno. Nel dicembre 2019, Alba Donati decide di cambiare vita e aprire una libreria a Lucignana, poche case sull’Appennino lucchese. Lo fa grazie a un crowdfunding e al passaparola sui social. Da subito la libreria, una sorta di «cottage letterario» immerso nel verde, diventa un luogo di pellegrinaggio, di parole in comune, di incontri speciali. In questo diario che abbraccia sei mesi di vita della libreria – l’incendio che la distrugge dopo un mese dall’apertura, l’energia delle persone che la rimettono in piedi, la chiusura durante il lockdown, fino all’organizzazione di un festival letterario – c’è il racconto di una passione che è leva per sollevare il mondo. Con leggerezza e intelligenza, Alba Donati regala al lettore un’esperienza perfettamente in linea con la missione della sua libreria: mettere in pausa la frenesia delle nostre giornate, lasciarsi cullare dal conforto di piccoli gesti di cura, seguire il filo che unisce libro a libro, sentirsi parte di una comunità. Fare la libraia oggi significa anche ingegnarsi per far tornare i conti, leggere di notte, pensare lo spazio come un rifugio e un presidio culturale, raccogliere gli ordini a fine giornata come sassolini che indicano la strada. E in questa vita da libraia felice e resistente, nel suo senso di «casa», nelle sue scelte controcorrente, nella storia della sua famiglia di irriducibili, c’è tutta la caparbietà di cui sono capaci le donne, e insieme l’amore per le storie, quello di chi vuole farle conoscere e circolare. Questo è il libro che sognano tutti i lettori: le pagine che leggiamo si mescolano a ciò che ci accade come in un grande diorama aperto, perché le parole dei libri sono parte del nostro alfabeto.
OBLIVION – HISTORY OF ROCK
ALTAN, … si faccia ricoverare così vede un po’ di bella gente

Carati Alessandra, e poi saremo salvi, Mondadori, 2022
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Aida ha appena sei anni quando, con la madre, deve fuggire dal piccolo paese in cui è nata e cresciuta. In una notte infinita di buio, di ignoto e di terrore raggiunge il confine con l’Italia, dove incontra il padre. Insieme arrivano a Milano.
Mentre i giorni scivolano uno sull’altro, Aida cerca di prendere le misure del nuovo universo. Crescere è ovunque difficile, e lei deve farlo all’improvviso, da sola, perché il trasloco coatto ha rovesciato anche la realtà dei suoi genitori. Nemmeno l’arrivo del fratellino Ibro sa rimettere in ordine le cose: la loro vita è sempre altrove – un altrove che la guerra ha ormai cancellato. Sotto la piena della nostalgia, la sua famiglia si consuma, chi sgretolato dalla rabbia, chi schiacciato dal peso di segreti insopportabili, chi ostaggio di un male inafferrabile. Aida capisce presto che per sopravvivere deve disegnarsi un nuovo orizzonte, anche a costo di un taglio delle radici.
E poi saremo salvi è insieme uno straordinario romanzo di formazione, una saga familiare, l’epopea di un popolo; ma è soprattutto il racconto di come una piccola, densa vicenda privata può allargarsi fino a riflettere la tensione umana alla “casa”, il posto del cuore in cui ci riconosciamo.
Carlo Ferrario. Un comasco irregolare, A cura di Gerardo Monizza e Fabio Cani, NodoLibri editore, 2020. la video-presentazione del nuovo libro
da Newsletter NodoLibri 06/11
Carlo Ferrario. Un comasco irregolare (A cura di Gerardo Monizza e Fabio Cani) Link per rivedere la video-presentazione del nuovo libro: |
Carlo Ferrario(1931–2019) è stato uomo di cultura dalle molte sfaccettature: letterato, prosatore, oratore, polemista, artista (nel suo genere), conoscitore delle arti, musicista, critico musicale, compositore… È stato anche e soprattutto cittadino della sua città, Como. Per ricordare – e giammai celebrare – Carlo Ferrario si è voluto chiamare a raccolta un buon numero di amiche e amici, venti dei quali hanno accolto l’invito a scrivere un ricordo o a portare una testimonianza. Questo libro non racconta un solo Ferrario, ma i tanti Carlo che si sono offerti al pubblico o agli amici. Senza avere le pretese di un saggio critico, queste pagine sono un omaggio perché la figura e l’opera di Carlo Ferrario restino nella memoria della città.
Testi e testimonianze di |
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“Se qualcuno vicino a te notasse che hai dei difetti, vorresti che te li facessi rilevare? …, Charlie Brown e Lucy , di Charles M. Schulz

“Scommetto che se me ne andassi nessuno sentirebbe la mia mancanza …, Charlie Brown e Lucy , di Charles M. Schulz

Calloni Williams Selene, Daimon. Scopri il tuo spirito guida e guarisci con i miti, Piemme, 2022
vai alla scheda dell’editore:
https://www.edizpiemme.it/libri/daimon
Un libro straordinario, che ci aiuta ad ascoltare la voce del daimon per realizzare la missione dell’anima.
Con testimonianze e pratiche guidate.
È possibile guarire l’anima leggendo una storia? Sì, se questa è un mito e se il mito è raccontato in chiave immaginale, estetica e non moralistica. Il mito ci narra l’origine delle cose, di come si sono manifestate nel mondo la prima volta. E conoscere l’origine delle cose è il punto di partenza per poterle trasformare. Ciascuno di noi mette sulla scena della vita un mito e ciascuno di noi si libera, si realizza, quando «riconosce» il mito che sta vivendo. Solo allora si pone in ascolto del narratore che da sempre lo accompagna: il daimon, lo spirito guida, depositario del ricordo di un’antica età dell’oro. Dialogando con il nostro daimon, attraverso la rilettura del ruolo dei protagonisti nei miti greci, ci facciamo co-creatori del nostro destino, riuscendo a vedere l’origine profonda di paure, fallimenti, rabbia, tradimenti, perdite, tristezze, incomprensioni… E a cambiare la nostra storia per essere felici.

I testi di Paolo Conte sono porte che si spalancano verso il sogno, di Curzio Maltese, in Domani, 20 giugno 2022
letto in edizione cartacea
cerca in: https://www.editorialedomani.it/idee/commenti/paolo-conte-auditorium-parco-musica-roma-asbhwv4j
- Via via, vieni via con me, il refrain più commovente della mia gioventù e di quella di molti altri della mia generazione.
- Paolo Conte è ritornato a Roma dopo la pandemia e ha infiammato per due serate le migliaia di anime della cavea all’Auditorium Parco della musica.
- Bellissimo vedere tanti giovani. A 85 anni ha cantato per due ore con il gruppo di amici di sempre, i suoi straordinari musicisti. Il pubblico romano lo ha accolto con immenso affetto.
Via via, vieni via con me, il refrain più commovente della mia gioventù e di quella di molti altri della mia generazione. Paolo Conte è ritornato a Roma dopo la pandemia e ha infiammato per due serate le migliaia di anime della cavea all’Auditorium Parco della musica. Bellissimo vedere tanti giovani. A 85 anni ha cantato per due ore con il gruppo di amici di sempre, i suoi straordinari musicisti. Il pubblico romano lo ha accolto con immenso affetto.
Aveva cominciato come autore. Ha scritto alcuni dei capolavori della musica. Azzurro per Adriano Celentano, e Insieme a te non ci sto più per Caterina Caselli, tanto per intenderci. Ha scritto per Patty Pravo, per Gigliola Cinquetti, per Bruno Lauzi. Pensare che da ragazzo non voleva cantare, scriveva solo per altri, che secondo lui avevano la voce più giusta. Per fortuna per noi, alla fine se ne è infischiato e ci ha accompagnato con la sua indimenticabile e straordinaria voce per decenni.
È legato da una lunga amicizia con Roberto Benigni e Nicola Piovani. Tutti e tre appassionati di enigmistica, si scambiano sofisticatissimi rebus da una vita. Lo si capisce bene dalle loro opere. Benigni ha interpretato con finezza diverse canzoni dell’amico Paolo, tra cui appunto Via con me e Sud America. Ha poi composto l’appassionata Mi piace la moglie di Paolo Conte, per la bellissima e spiritosa Egle. Il coniuge ha risposto dedicando una canzone alla zia di Benigni.
Paolo Conte ci ha portati via da questo tempo grigio, difesi dalle mode, nella libertà provvisoria di un sogno. Il suo grande fascino deriva dalla straordinaria musica, naturalmente, ma anche dalla capacità onirica dei testi. Noi adolescenti ne avevamo un gran bisogno. Azzurro era perfetto per questo. In un pomeriggio fermo e deprimente potevo immaginarmi i colori del cielo e un viaggio in treno per andare altrove.
Ricordo una sera a Torino, con i suoi musicisti. Hanno suonato per gioco Insieme a te non ci sto più e abbiamo cominciato a interpretare la frase «chi se ne va, che male fa». Per alcuni voleva dire quanto è doloroso essere abbandonati, per altri invece, che a volte si deve andare via ma non si hanno colpe. Scivoli dentro i testi dell’ex avvocato di Asti grazie a questi doppi significati e ai suoi mondi fantastici. Come in Onda su onda, invenzione geniale di un malcapitato con una fidanzata che lo tradisce, e invece di cadere nel dolore, si immagina di cadere in mare e di finire su un’isola incantata, una terra di gioia e di donne bellissime, «ci sono palme e bambù/ è un luogo pieno di virtù. Steso al sole ad asciugarmi/ il corpo e il viso,/ guardo in faccia il paradiso.»
“Razmataz” è la sua opera europea. Scritta in italiano, in inglese, francese, tedesco e spagnolo. Un’orchestra di venti elementi, compresi quartetti d’archi e coriste. Ci ha trascinato nel mondo di sogno degli anni ’20 e ’30, culle dell’estetica del Novecento. È un musical, un film senza cinema. Si trovano molti miti di Conte: il jazz dei pionieri, l’avanguardia, la Babele dei linguaggi, la “sensualità” delle vite disperate, il mare di luci di una Parigi popolata di “commissari e farfalle”, la nostalgia per qualcosa che non si è vissuto.
Anni fa mi disse: «Sono stanco. Ho più di sessant’anni e mi domando che senso ha questo invecchiare accanto a un pianoforte». Per fortuna è stato un gran bugiardo. Ha girato il mondo in questi 25 anni e io ho avuto l’onore di seguirlo come cronista. Siamo stati in Germania, Olanda, al Barbican Hall di Londra, ovviamente all’Odéon di Parigi, negli Stati Uniti, a New York, Boston, e infine anche in Canada.
I suoi testi sono porte che si spalancano verso il sogno e la fantasia, che spesso significano salvezza. Per me ascoltare Conte è come entrare in paradiso.
“Il fiume e l’oceano”: poesia di Khalil Gibran | da Libr’Aria
Il pensiero di Emanuele Severino nell'ambito del pensiero contemporaneo
Una poesia di Khalil Gibran sulla paura del cambiamento.
Dicono che prima di entrare in mare
Il fiume trema di paura.
A guardare indietro
tutto il cammino che ha percorso,
i vortici, le montagne,
il lungo e tortuoso cammino
che ha aperto attraverso giungle e villaggi.
E vede di fronte a sé un oceano così grande
che a entrare in lui può solo sparire per sempre.
Ma non c’è altro modo.
Il fiume non può tornare indietro.
Nessuno può tornare indietro.
Tornare indietro è impossibile nell’esistenza.
Il fiume deve accettare la sua natura
ed entrare nell’oceano.
Solo entrando nell’oceano
la paura diminuirà,
perché solo allora il fiume saprà
che non si tratta di scomparire nell’oceano,
ma di diventare oceano.
Khalil Gibran
Le Breton David, La vita a piedi. Una pratica della felicità, Raffaello Cortina, 2022
vai alla scheda dell’editore:
https://www.raffaellocortina.it/scheda-libro/david-le-breton/la-vita-a-piedi-9788832854305-3715.html
La pratica del camminare ha raggiunto un successo planetario. Per un camminatore, questa passione incarna significati multipli: la voglia di spezzare uno stile di vita routinario, di riempire le ore di scoperte, di sospendere le seccature quotidiane. Intraprendere un cammino risponde a un desiderio di rinnovamento, di avventura, di incontro e sollecita sempre tre dimensioni del tempo: prima lo si sogna, poi lo si fa, infine lo si ricorda e lo si racconta. Anche dopo averlo percorso, un cammino si prolunga nella memoria e nelle narrazioni che di esso si offrono, vive in noi e viene condiviso con gli altri.
In questo libro intelligente e stimolante, l’autore svela il piacere e il significato del camminare, esaltandone le virtù terapeutiche per contrastare la fatica di vivere in un mondo sempre più tecnologico.
David Le Breton, sociologo e antropologo, insegna all’Università di Strasburgo. Nelle nostre edizioni ha pubblicato, tra gli altri, Esperienze del dolore (2014), Fuggire da sé (2016), Sul silenzio (2018), Ridere (2019), A ruota libera (2021) e La vita a piedi (2022).

CAMMINARE, semplicemente, e RESPIRARE



“La vita dipende dalla volontà altrui, la morte dalla mia”, MONTAIGNE
“La vita dipende dalla volontà altrui,
la morte dalla mia”
Montaigne
.. siedo alla finestra, e guardo … Umberto Saba


El viaje definitivo, di Juan Ramon Jimenez

la panchina dello STARE
“Amelia e Ricky”, di Robin Shwartz, in “You call it love” Fotolux Festival, 2022

“In ricordo di Carla”, cuore pulsante del Centro Donatori del Tempo e pioniera del CaffèAlzheimer nella città di Como, lunedì 30 maggio 2022, ore 17




Le parole pronunciate da ANTONIO SPALLINO (1925-2017) nel 1992 sulle istituzioni come specchio della società , dal blog di LORENZO SPALLINO
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Boccadoro Carlo, Battiato. Cafè Table Musik, La Nave di Teseo, 2022. Recensione di Francesco Bianconi in Corriere della Sera / La Lettura, 15 mag 2022
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Battiato. Cafè Table Musik
“Franco Battiato ha attraversato molti luoghi differenti lungo l’arco del suo percorso musicale, durato oltre quarant’anni. Tuttavia, all’interno di questo ampio cammino, la produzione che va dalla fine del 1974 a tutto il 1978 rimane ancora oggi troppo poco conosciuta. Durante gli ultimi venti anni ho sollecitato più volte lo stesso Battiato e alcuni dei musicisti che avevano partecipato alla realizzazione di questi album in modo da poter ritrovare qualcosa di scritto, ma senza risultati: nessuno ricordava che fine avessero fatto i materiali originali. Nel 2021, il ritrovamento di alcune partiture ha gettato una luce diversa sullo sviluppo autorale di Battiato, che abbandona il suo amato sintetizzatore con cui ha realizzato i primi dischi da solista per esplorare a fondo l’universo sonoro degli strumenti acustici: il pianoforte, la voce e il violino. Questo libro vuole gettare uno sguardo dettagliato sulla produzione sperimentale di un compositore che si è sempre rifiutato di utilizzare il proprio talento in maniera prevedibile, evitando di dare importanza alle aspettative sia dei critici che del pubblico. Anche quando il successo lo aveva raggiunto, egli ha sempre proposto a chi lo seguiva delle scelte controcorrente. Nessuno sapeva mai cosa aspettarsi da lui e questo era indubbiamente uno dei suoi punti di forza.” Dall’introduzione di Carlo Boccadoro
Un saggio sorprendente e di grande interesse che ci accompagna, con competenza e acume, alla scoperta di un Battiato inedito e ancora poco conosciuto, nel quale riscontriamo però tutti quei tratti di estro, lungimiranza e genialità che abbiamo imparato ad amare nelle sue canzoni.
