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https://www.lafeltrinelli.it/pasolini-fantasma-dell-origine-libro-massimo-recalcati/e/9788807493270
Ecco un romanzo dove il vero protagonista è il viaggio, un lungo percorso che diventa strumento per la costruzione di un processo trasformativo, un distacco nel tempo e nello spazio per allontanarsi da dove ci si trova e rifare i conti con la propria vita.
Non è casuale che l’intraprendere un viaggio sia la scelta compiuta da Emile nel momento più tragico che possa capitare a un ventiseienne cui viene diagnosticata una forma di Alzheimer precoce che restringe la sua vita a un massimo di un paio d’anni.
L’alternativa, auspicata dal resto della famiglia, sarebbe sottoporsi a una cura sperimentale da condurre in clinica nonostante il medico fosse stato molto chiaro: non si tratta di guarirlo, o di curarlo, ma solo di saperne un po’ di più su questa malattia orfana (così definite le malattie rare e poco conosciute, poco studiate e mancanti di terapie adeguate).
La soluzione è disperarsi…
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https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/premio-strega-2022-finalisti-chi-sono-jc8q3i5c
«Le 74 opere di narrativa proposte quest’anno al premio Strega sono state scritte o completate nei due anni di pandemia, nell’isolamento forzato e nella solitudine» ha dichiarato Melania Mazzucco, presidente del Comitato direttivo del premio.
«In molti dei romanzi candidati i personaggi femminili – siano di finzione o di autofinzione – disegnano una nuova geografia umana. Donne non convenzionali, estranee agli stereotipi di genere. Bambine e ragazze anomale e diverse, amiche coraggiose, mogli divorziate, madri single, madri scriteriate, ossessivamente dedite ai figli o alla propria felicità, donne non madri per desiderio di indipendenza, che fanno i conti con la loro vocazione alla libertà e alla scrittura, e con l’esercizio di professioni altamente specializzate cui fino a pochi anni fa era loro vietato l’accesso. Voci graffianti e ironiche, saggiamente malinconiche o debordanti intelligenze, che testimoniano una svolta – ci auguriamo irreversibile – nella nostra società e nella nostra letteratura».
Marco Amerighi, Randagi (Bollati Boringhieri) presentato da Silvia Ballestra
Fabio Bacà, Nova (Adelphi) presentato da Diego De Silva
Alessandro Bertante, Mordi e fuggi (Baldini + Castoldi) presentato da Luca Doninelli
Alessandra Carati, E poi saremo salvi (Mondadori) presentato da Andrea Vitali
Mario Desiati, Spatriati (Einaudi) presentato da Alessandro Piperno
Veronica Galletta, Nina sull’argine, (Minimum fax) presentato da Gianluca Lioni
Jana Karšaiová, Divorzio di velluto (Feltrinelli) presentato da Gad Lerner
Marino Magliani, Il cannocchiale del tenente Dumont (L’Orma) presentato da Giuseppe Conte
Davide Orecchio, Storia aperta (Bompiani) presentato da Martina Testa
Claudio Piersanti,Quel maledetto Vronskij (Rizzoli) presentato da Renata Colorni
Veronica Raimo, Niente di vero(Einaudi) presentato da Domenico Procacci
Daniela Ranieri, Stradario aggiornato di tutti i miei baci (Ponte alle Grazie) presentato da Loredana Lipperini
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http://www.pickwicklibri.it/Wild-storia-selvaggia-Cheryl-Strayed/
LEGGI ANCHE LA RECENSIONE DEL BLOG DI TARTARUGOSA:
Dopo la morte prematura della madre, il traumatico naufragio del suo matrimonio, una giovinezza disordinata e difficile, Cheryl a soli ventisei anni si ritrova con la vita sconvolta.
Alla ricerca di sé oltre che di un senso, decide di attraversare a piedi l’America selvaggia tra montagne, foreste, animali selvatici, rocce impervie, torrenti impetuosi, caldo torrido e freddo estremo.
Una storia di avventura e formazione, di fuga e rinascita, di paura e coraggio. Una scrittura intensa come la vicenda che racconta, da cui emergono con forza il fascino degli spazi incontaminati e la fragilità della condizione umana di fronte a una natura grandiosa e potente
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https://neripozza.it/libri/due-vite
«L’unica cosa importante in questo tipo di ritratti scritti è cercare la distanza giusta, che è lo stile dell’unicità». Così scrive Emanuele Trevi in un brano di questo libro che, all’apparenza, si presenta come il racconto di due vite, quella di Rocco Carbone e Pia Pera, scrittori prematuramente scomparsi qualche tempo fa e legati, durante la loro breve esistenza, da profonda amicizia. Trevi ne delinea le differenti nature: incline a infliggere colpi quella di Rocco Carbone per le Furie che lo braccavano senza tregua; incline a riceverli quella di Pia Pera, per la sua anima prensile e sensibile, così propensa alle illusioni. Ne ridisegna i tratti: la fisionomia spigolosa, i lineamenti marcati del primo; l’aspetto da incantevole signorina inglese della seconda, così seducente da non suggerire alcun rimpianto per la bellezza che le mancava. Ne mostra anche le differenti condotte: l’ossessione della semplificazione di Rocco Carbone, impigliato nel groviglio di segni generato dalle sue Furie; la timida sfrontatezza di Pia Pera che, negli anni della malattia, si muta in coraggio e pulizia interiore. Tuttavia, la distanza giusta, lo stile dell’unicità di questo libro non stanno nell’impossibile tentativo di restituire esistenze che gli anni trasformano in muri scrostati dal tempo e dalle intemperie. Stanno attorno a uno di quegli eventi ineffabili attorno a cui ruota la letteratura: l’amicizia.
Nutrendo ossessioni diverse e inconciliabili, Rocco Carbone e Pia Pera appaiono, in queste pagine, come uniti da un legame fino all’ultimo trasparente e felice,quel legame che accade quando «Eros, quell’ozioso infame, non ci mette lo zampino».
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In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, Mondadori presenta la prima storia e antologia della canzone popolare e d’autore: un fenomeno di grandissima rilevanza culturale che ha accompagnato la nostra storia, anno dopo anno. Un’opera di immensa ricchezza, contestualizzata con cura rigorosa, un avvincente percorso a tappe che documenta l’evoluzione di un talento naturale degli italiani. Spesso connotata come “leggera” rispetto alla musica classica, la canzone rappresenta una delle forme più autentiche e originali d’espressione, specchio fedele di una società nelle sue varie sfaccettature, voce dei suoi desideri e anima delle sue passioni. Partendo dall’Inno di Mameli, passando dalla canzone napoletana di Libero Bovio alle atmosfere del Cafè-chantant, dagli autori sconosciuti dei canti popolari in dialetto ai poeti della formacanzone e ai più recenti successi di Sanremo, l’autore accompagna il lettore alla scoperta di epoche e vibrazioni diverse: un’occasione per comprendere chi eravamo e chi siamo.
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Il Novecento è appena iniziato in Giappone, e l’era Meiji sembra aver restituito onore e grandezza al paese facendone una nazione moderna.
Per il gatto protagonista di queste pagine, però, un’oscura follia aleggia nell’aria, nel Giappone all’alba del XX secolo. Il nostro eroe vive, infatti, a casa di un professore che si cimenta in bizzarre imprese. Scrive prosa inglese infarcita di errori, recita canti nō nel gabinetto, tanto che i vicini lo hanno soprannominato il «maestro delle latrine», accoglie esteti con gli occhiali cerchiati d’oro, spettegola della vita dissoluta di libertini e debosciati.
Insomma, mostra a quale grado di insensatezza può giungere il genere umano in epoca moderna…
Pubblicato per la prima volta nel 1905, Io sono un gatto non è soltanto un romanzo raro, che ha per protagonista un gatto, filosofo e scettico, che osserva distaccato un radicale mutamento epocale. È anche uno dei grandi libri della letteratura mondiale, la prima opera che, come ha scritto Claude Bonnefoy, inaugura il grande romanzo giapponese all’occidentale
La passione per Ian McEwan è arrivata all’improvviso, quando “Cortesie per gli ospiti” mi ha chiamato dallo scaffale della Feltrinelli di Largo Argentina. È stato amore a prima lettura; quel suo stile morbido e avviluppante cattura fin dalla prima pagina e la storia di quella coppia di sposi in vacanza non mi ha lasciato per tanto tempo dopo che avevo finito di leggere.
Protagonisti del suo ultimo romanzo, “Chesil Beach” sono ancora una coppia di novelli sposi che, a differenza dei “predecessori”, nella storia appaiono soli: Edward e Florence, a partire dalla loro prima, primissima notte di nozze.
Nel periodo storico in cui è ambientato il romanzo (primi anni ’60), il matrimonio aveva un significato sociale molto forte: “Erano ancora tempi, destinati a concludersi alla fine di quel famoso decennio, in cui essere giovani costituiva un ingombro sociale, un marchio di irrilevanza, una condizione di leggero imbarazzo per la quale il matrimonio rappresentava l’inizio di una terapia. Grossomodo estranei, eccoli là, stranamente insieme su una nuova vetta dell’esistenza, lieti al pensiero che il loro status recente permettesse di sospingerli sul radioso cammino di una interminabile giovinezza: Edward e Florence, finalmente liberi!”
Una coppia di individui sembra spiccare il volo di una nuova vita, con aspettative e speranze a lungo – una carriera scintillante nella musica lei, la fama da scrittore di storia lui – e a breve termine – una libertà che non è solo sociale, ma è anche sessuale; la possibilità di concedersi liberamente l’una all’altro fuori da ogni giudizio. Proprio la naturalezza di un primo rapporto fra marito e moglie è la causa che spezza la serenità (come era successo in “Cortesie per gli ospiti”, in cui la causa era “esterna” però alla coppia). Quel sole che sembra illuminare i personaggi dei romanzi nelle prime pagine, piano piano assume il glaciale bagliore del dubbio, dell’ambiguità, della sofferenza.
Florence non vuole concedersi a Edward, non ha interesse per il sesso, prova addirittura repulsione di fronte a un atto così carnale.
Si scava nel passato dei due sposi per cercare di conoscerli e capirli, attraverso le famiglie, l’infanzia. Se ne segue poi l’evoluzione in un futuro oltre una sliding door che si apre su due possibilità e su parecchie opportunità. Edward e Florence, coerenti e orgogliosi, resi poco liberi dalle loro stesse convinzioni e fermi sulle loro posizioni, passano oltre la “porta”, senza nemmeno guardare i “se” che offre e vanno dritti per le loro strade.
Solo una volta si volteranno indietro e vedendosi l’un l’altro nelle proprie vite si chiederanno “e se…”; e sarà – forse – troppo tardi.
Romanzo forse meno “ansiogeno” di “Cortesie per gli ospiti”, lontano dai thriller che ti fanno venire i brividi alla schiena, gioca sulla tenerezza e sulla apparente “linearità” dei personaggi, che si scoprono invece complessi e spiazzanti man mano che si procede a scavare nel passato, ma soprattutto a seguirli in questo post-matrimonio che è la spina dorsale del romanzo.
D’inverno, specialmente la domenica, ti svegli in questa città tra lo scrosciare festoso delle sue innumerevoli campane, come se dietro le tendine di tulle della tua stanza tutta la porcellana di un gigantesco servizio da tè vibrasse su un vassoio d’argento nel cielo grigio perla. Spalanchi la finestra, e la camera è subito inondata da questa nebbiolina carica di rintocchi e composta in parte di ossigeno umido, in parte di caffè e di preghiere. Non importa la qualità e la quantità delle pillole che ti tocca inghiottire questa mattina: senti che per te non è ancora finita. … In giorni come questi la città sembra davvero fatta di porcellana: come no, con tutte le sue cupole coperte di zinco che somigliano a teiere, o a tazzine capovolte, col profilo dei suoi campanili in bilico che tintinnano come cucchiaini abbandonati e stanno per fondersi nel cielo.
Venezia, 2003
La letteratura , come tutta l’arte, è la confessione che la vita non basta, Fernando PESSOA
“Non amo le stroncature … di solito appagano un narcisismo aggressivo e spesso non riescono neanche a danneggiare l’oggetto che vorrebbero distruggere”
Giuseppe Pontiggia, in Sostare di fronte all’arte per vedere che non c’è, Il Sole 24 Ore 12 dicembre 1999
Jamie Conklin ha proprio l’aria di un bambino del tutto normale, ma ci sono due cose che lo rendono invece molto speciale: è figlio di una madre single, Tia, che di mestiere fa l’agente letterario, e soprattutto ha un dono soprannaturale. Un dono che la mamma gli impone di tenere segreto, perché gli altri non capirebbero. Un dono che lui non ha chiesto e che il più delle volte non avrebbe voluto. Ma questo lo scoprirà solo molto tempo dopo. Perché la prima volta che decide di usarlo è ancora troppo piccolo per discernere, e lo fa per consolare un amico. E quando poi è costretto a usarlo lo fa per aiutare la mamma, lo fa per amore. Finché arriva quella dannata volta, in cui tutto cambia, e lui è già un ragazzino, che non crede più alle favole. Jamie intuisce già, o forse ne è addirittura consapevole, che bene e male non sono due entità distinte, che alla luce si accompagnano sempre le tenebre. Eppure sceglie, sceglie la verità e la salvezza. Ma verità e salvezza, scoprirà tempo dopo, hanno un prezzo. Altissimo.Later è una nuova variazione King sul tema del bene e del male, un romanzo – come sempre – pieno di emozione e tenerezza nei confronti dell’infanzia e della perdita dell’innocenza, ma anche una riflessione matura sulla nostra possibilità di scegliere. Con un tocco di affettuosa ironia nei confronti dell’operoso mondo che ruota attorno a un grande autore.
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TartaRugosa ha letto e scritto di Georges Perec (1974) “Specie di spazi”, traduzione di Roberta Delbono, Bollati Boringhieri
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TartaRugosa ha letto e scritto di Georges Perec (1974) “Specie di spazi”, traduzione di Roberta Delbono, Bollati Boringhieri – TartaRugosa
Tornatore Giuseppe, La corrispondenza, Sellerio editore, 2016
LA CORRISPONDENZA, di Giuseppe Tornatore, con Olga Kurylenko, Jeromy Irons, 2015. Dal libro: Tornatore Giuseppe, La corrispondenza, Sellerio editore, 2016 – Il Cinema Racconta …
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http://www.morcelliana.net/l-arca-di-schole/4050-accorgersi-9788828402862.html
Per una scheda e un video sul libro vai a:
Pensieri Gettati, il libro
Pensieri gettati, il video
Scrive l’autore:
Il libro che voglio presentarvi è uno strumento per ritrovare pensieri che normalmente sfuggono nella frenesia della vita quotidiana. Pensieri che ci aiutano a dare un senso alla vita, una chiave di lettura per apprezzare gli infiniti stimoli in cui siamo immersi, senza rendercene conto.
Il titolo del libro è “Pensieri gettati“. Il sottotitolo è “tracce analogiche di un tecnico ravveduto“.
Quel tecnico sono io, Marco de Salvo.
Vi voglio raccontare in breve la mia storia, per accorciare la distanza con voi, per farvi vivere le emozioni che mi hanno spinto alla scrittura di questo libro.
Ho sempre avuto bisogno di spiegarmi il senso delle mie giornate, fin da giovane. Sentivo che la vita è molto più del trascorrere tempo a fare cose. Quelle cose erano le materie di cui sono appassionato, la scienza e la tecnologia. Esperimenti e ricerche per dimostrare il perché dei fenomeni, in modo razionale.
Ma non bastava, e quasi per caso mi sono imbattutto nella filosofia, una materia molto lontana dalla mia formazione, ma allo stesso tempo molto vicina alla ricerca di un senso della vita. Il titolo del libro nasce proprio da uno dei filosofi che mi hanno affascinato e accompagnato nel mio cammino di ricerca spirituale.
Al resto ci ha pensato la vita stessa, con le sue prove e i momenti di gioia e dolore.
Perché “tecnico ravveduto” vi chiederete. C’è una buona dose di ironia in questa frase, ma la sostanza è che non si può vivere pensando di spiegare tutto in modo razionale. Non tutte le nostre esperienze hanno una spiegazione logica. Certe cose succedono perché fanno parte di un disegno più grande di noi.
Ecco lo spirito con cui ho raccolto i miei pensieri tra passato, presente e futuro. Mettere a disposizione di tutti voi, un percorso durato anni, per trovare punti di contatto e aprire serrature nelle vostre esistenze. I pensieri sono una forma di energia da condividere, perché riescono a stemperare molte situazioni di blocco, di malessere, di disagio. Leggere un pensiero è come guardare una fotografia per ricordarci la nostra vera natura.
Nel libro Pensieri Gettati troverete numerose tracce, trascritte per voi nel corso degli anni, con lo stile di un viaggiatore che descrive il viaggio affascinante della vita quotidiana.
Mi auguro che questo libro vi faccia apprezzare la grande fortuna di vivere qui e ora. Che possa aiutarvi a ripercorrere i vostri pensieri, per trovare lo slancio a vivere meglio, in modo più consapevole, più “analogico”.
Fatevi un regalo per ritrovare i vostri pensieri smarriti. Oppure regalate questo libro alle persone che cercano risposte, che desiderano nuovi stimoli per crescere. Frequentare i miei pensieri sarà in ogni caso un’esperienza positiva.
link dell’editore: https://www.writeupbooks.com/
Abbandonare un gatto di Murakami Haruki (Einaudi). «Nei suoi romanzi e racconti Murakami ha creato un’infinità di mondi, e ne ha svelato ogni segreto ai lettori. Ma c’è una dimensione in cui la sua penna non si è quasi mai avventurata: la sua vita. Con Abbandonare un gatto, Murakami scrive per la prima volta della sua famiglia, e in particolare di suo padre. Ne nasce un ritratto toccante, il racconto sincero del “figlio qualunque di un uomo qualunque”. E forse proprio per questo speciale. A tradurre in immagini questo delicato racconto autobiografico, le invenzioni di uno dei più importanti illustratori contemporanei, Emiliano Ponzi, che con i suoi colori aggiunge poesia alla poesia in un’edizione unica al mondo. Il primo memoir del grande autore giapponese: un racconto inedito per un Murakami inedito» (dalla presentazione).
TartaRugosa ha letto e scritto di:
Marisa Bulgheroni (2020)
Stella nera. Frammenti di una vita a due
Il lutto, inteso come sentimento di dolore che proviamo per la perdita di una persona cara, è un evento che ci appartiene e ci richiede un lungo lavoro per ritrovare un orizzonte di senso, nonostante il definitivo congedo da qualcuno che nella nostra vita ha molto contato.
Con l’espressione “lavoro del lutto” Freud indica il processo energetico necessario per avviare quell’elaborazione psichica che consentirà di interiorizzare l’immagine del defunto e di riorganizzare l’intero mondo interno senza la presenza fisica della persona cara.
Un distacco importante non può essere assorbito in un periodo breve: l’ordine sconvolto dall’evento ha bisogno di essere ricomposto attraverso una serie di gesti, atti, reazioni che annunciano un’occasione di trasformazione per chi rimane e si interroga sul senso di sopravvivere avendo perso, nella persona amata, anche un pezzo di se…
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https://www.garzanti.it/libri/alessandro-bergonzoni-aprimi-cielo-9788811813309/
Per uscire dalla città Bill non prende mai la stessa strada due volte di fila. Difficile tenere dietro alla sua falcata rapida. Mi guida per i boschi di larici americani. Nella palude. In mezzo all’erba alta della prateria. Mi spinge a guadare le acque basse ma veloci del fiume. Di solito, se non voglio perderlo di vista, devo correre …
La stella nera si staccò furtiva dal fondo più buio dell’universo, solcò l’attonito cielo estivo, si posò capricciosa sulla tua spalla, vi conficcò una punta come una nera radice
Tu non ci badasti: intento com’eri a tessere la leggenda della tua vecchiaia, la scambiasti per un segno del tempo.
Siamo come vecchi alberi, dicevi, con i tronchi marchiati di tacche e nodi, mcchie e incrostazioni …
vai alla scheda dell’editore
…
Musso, tuttavia, mette in atto anche un grande esercizio narrativo, costituito da intrecci e colpi di scena che tengono il lettore incollato alle pagine, creando nella sua mente dubbi, soluzioni e ulteriori punti interrogativi che si sciolgono, in modo quasi inaspettato, solo alla fine del libro.Qualche indizio viene seminato qua e là, ma è molto difficile intuire come alcune stranezze possano poi comporsi nel puzzle finale.
L’autore fa, inoltre, spesso riferimento ai mostri sacri delle letteratura, suoi maestri e ispiratori che trovano una collocazione anche al termine del libro ricco, appunto, di riferimenti bibliografici.
La trama non è l’unica chiave di lettura del romanzo. Numerosi spunti nascono dalla vita stessa dei protagonisti, che portano il lettore a entrare nella mente e nell’aspetto psicologico del romanziere, dello scrittore e della funzione che lo stesso può avere in una opera. In parallelo, vi è un ulteriore spunto a interrogarsi sul ruolo che la scrittura possa avere per lo scrittore, sia in termini di funzione terapeutica che di messaggio da lasciare direttamente o indirettamente al lettore.Musso sembra scrivere un ringraziamento alla narrativa stessa, alle gioie e ai dolori che l’atto di scrivere porta con sé. …
(da https://www.criticaletteraria.org/2020/09/gui.html)
scheda dell’editore: http://www.lanavediteseo.eu/item/la-vita-e-un-romanzo/
…
sono certa i bibliomani amanti del genere non potranno perdere. In effetti le parole vertigine, labirinto, specchio, sono quelle intorno a cui lo scrittore, mago del genere “the play within the play”, di shakespeariana memoria, fa ruotare tutta la storia costruita su scrittori, autori, editori veri e di fantasia, oppure esemplati su veri personaggi della letteratura contemporanea. … Da https://www.sololibri.net/La-vita-e-un-romanzo-Musso.html)
un romanzo che ama incastrare immaginari e citazioni letterarie, costruendo un mosaico in cui suspense e meditazioni sulla scrittura si mescolano. Una storia che spingerà i lettori a leggere altri libri e che evidenzia il piacere della lettura e la sofferenza di chi produce romanzi. Gli scrittori rischiano la dannazione, la persecuzione, la perdita della propria identità se decidono di sacrificarsi sull’altare della letteratura e rinunciano alla propria vita. (da https://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/musso-davvero-vita-romanzo-1885819.html)
un romanzo in cui un autore interagisce con i personaggi di un suo romanzo e si introduce in una storia che sta scrivendo. Un romanzo che mescola finzione e realtà in modo inedito e imprevedibile. Un romanzo che parla di altri romanzi, di scrittori, della loro vita, del metodo di lavoro quotidiano. Ma anche delle pressioni degli editori, la pressione della stampa, il peso della notorietà e delle difficoltà ad avere una vita privata normale quando si diventa personaggi pubblici. Il libro è costruito come un thriller, con molti cambiamenti di ambientazioni, con momenti di tensione e di mistero uniti a momenti in cui il protagonista si lascia andare a meditazioni e riflessioni sulla professione dello scrittore, sulla sofferenza che comporta la scrittura, quando lo scrittore si immedesima troppo nelle storie e nei personaggi, fino all’estrema rinuncia alla propria vita, per far vivere i protagonisti delle storie. in https://robertoiovacchini.com/2020/09/09/la-vita-e-un-romanzo/
…
I personaggi principali sono scrittori, Flora e Romain, e Fantine è un editore. Il cuore di questo romanzo è sul mondo dell’editoria, sui libri e i loro autori. Pieno di citazioni, riferimenti ad altri titoli di Musso, ci porta a pensare alla vita che conduce chi scrive, lo stress e la pressione di chi ha scritto bestseller e, insomma, deve continuare a sfornarne. A un certo punto, dopo tante frasi con cui concordavo pienamente, avrei voluto poter parlare con Guillaume Musso e chiedergli quanto ci fosse di personale, della sua esperienza di scrittore di bestseller. Quante volte, signor Musso, i suoi personaggi hanno preso il sopravvento sulla sua idea, sulla trama, quasi come se fossero veri, indipendenti da lei?
“Per scrivere occorre un’energia fuori dal comune. Una forza fisica e mentale. Ebbene, ora la mia nave imbarcava acqua da tutte le parti. Per scrivere un romanzo bisogna scendere in profondità dentro se stessi. In una zona oscura che io chiamo il trentaseiesimo piano interrato. È lì, in quel girone sotterraneo, che covano le idee più audaci, le folgorazioni, l’anima dei personaggi, la scintilla della creatività. […]”
IN https://thebibliophilegirl.com/2020/09/10/recensione-la-vita-e-un-romanzo-di-guillaume-musso/
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David Copperfield è l’ottavo romanzo scritto da Charles Dickens, pubblicato per la prima volta mensilmente su rivista tra il 1849 e il 1850
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«Poiché tale è la natura umana, che le pene e i dolori simultaneamente sofferti non si sommano per intero nella nostra sensibilità, ma si nascondono, i minori dietro i maggiori, secondo una legge prospettica definita.
Questo è provvidenziale, e ci permette di vivere in campo.
Ed è anche questa la ragione per cui così spesso, nella vita libera, si sente dire che l’uomo è incontentabile; mentre, piuttosto che di una incapacità umana per uno stato di benessere assoluto, si tratta di una sempre insufficiente conoscenza della natura complessa dello stato di infelicità, per cui alle sue cause, che sono molteplici e gerarchicamente disposte, si dà un solo nome, quello della causa maggiore; fino a che questa abbia eventualmente a venir meno, e allora ci si stupisce dolorosamente al vedere che dietro ve n’è un’altra; e in realtà, una serie di altre»
[Primo Levi Se questo è un uomo Einaudi, Torino 1958, p. 91].
«Il dottor Cardoso chiamò la cameriera e ordinò due macedonie di frutta senza zucchero e gelato. Voglio farle una domanda, disse il dottor Cardoso, lei conosce i médecins philosophes?
No, ammise Pereira, non li conosco, chi sono? I principali sono Theodule Ribot e Pierre Janet, disse il dottor Cardoso, è sui loro testi che ho studiato a Parigi, sono medici e psicologi, ma anche filosofi, sostengono una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime.
Mi racconti questa teoria, disse Pereira.
Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere “uno” che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un’illusione, peraltro ingenua, di un’unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.
Il dottor Cardoso fece una piccola pausa e poi continuò: quella che viene chiamata la norma, o il nostro essere, o la normalità, è solo un risultato, non una premessa, e dipende dal controllo di un io egemone che si è imposto nella confederazione delle nostre anime; nel caso che sorga un altro io, più forte e più potente, codesto io spodesta l’io egemone e ne prende il posto, passando a dirigere la coorte delle anime, meglio la confederazione, e la preminenza si mantiene fino a quando non viene spodestato a sua volta da un altro io egemone, per un attacco diretto o per una paziente erosione.
Forse, concluse il dottor Cardoso, dopo una paziente erosione c’è un io egemone che sta prendendo la testa della confederazione delle sue anime, dottor Pereira, e lei non può farci nulla, può solo eventualmente assecondarlo» [Antonio Tabucchi Sostiene Pereira Feltrinelli, Milano 1996, pagg. 122-123]
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