Gauss Karl-Markus, Viaggio avventuroso intorno alla mia camera, Keller editore, 2023

scheda dell’editore

Molte persone cercano avventure viaggiando lontano, Karl-Markus Gauss le trova vicino: nel regno degli oggetti.

Si imbarca in un viaggio che ha i confini della sua stanza, ma che comunque porta il lettore attraverso tempi e paesi diversi. La ricchezza del mondo, sembra dirci l’autore, sta nelle cose di tutti i giorni: il letto, la scrivania, il libro di cucina scritto a mano dalla nonna, il vecchio baule con gli accessori in ferro o il tagliacarte dell’industriale moravo…

Sono tutti il punto di partenza di storie che raccontano di persone coraggiose e originali, di regioni remote, nazionalità sconosciute e passioni personali.

Calvino Italo, Guardare. Disegno, cinema, fotografia, arte, paesaggio, visioni e collezioni, a cura di Marco Belpoliti, Mondadori, 2023. Indice del libro

scheda dell’editore:

https://www.mondadoristore.it/Guardare-Disegno-cinema-Italo-Calvino/eai978880476570/

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Gerardo Monizza, L’odore sbilenco: Il Cavaliere che volle farsi Re. Favola scatologica, 2023

C’era una volta, in un Paese non tanto lontano, un Cavaliere che si conquistò il potere col denaro e con l’inganno.

Tese trappole e lusinghe e restò in sella finché cadde, rovinosamente, nel peggior modo.

Essendo di gomma – o forse di plastica – rimbalzò sulla scena politica e, pur avendo perduto tutti i titoli, sembrò persino rigenerato.


Di smisurata fantasia e anche fortuna e non contento del già avuto cercò di salire al Colle. Non ci arrivò per un caso e non per raggiunti limiti d’età; non per i demeriti acquisiti sul campo, bensì per il risentimento di coloro che gli stavano intorno.


Avendolo spremuto fino all’osso e non potendo ricevere più nulla, si vendicarono nel modo peggiore: liberandosi dei maliumori trattenuti per troppo tempo in corpo e l’odore fu totale e fatale…

cerca in:

Calvino Italo, a cura di Luca Baranelli e Chiara Ferrero, Il libro dei risvolti. Note introduttive, quarti di copertina e altre scritture editoriali, Mondadori, 2023

ANTOLOGIA DEL TEMPO CHE RESTA

scheda dell’editore:

https://www.mondadoristore.it/libro-risvolti-Note-Italo-Calvino/eai978880476652/

«Non mi raccontare di più. Fammelo leggere» intima Ludmilla al Lettore in Se una notte d’inverno un viaggiatore.

Saper suscitare la voglia di leggere è una delle grandi doti di Italo Calvino, che sin dal suo ingresso all’Einaudi si distinse per le efficacissime “scritture editoriali”: note introduttive, risvolti e, quarte di copertina, schede bibliografiche.

Paratesti, insomma, la cui formula è: il minimo di parole, il massimo di significato. Fulminanti nella loro brevità, alcuni di questi testi possono essere considerati veri e propri microsaggi in grado di condensare in poche righe il senso di un romanzo, la personalità di un autore.

Sintonizzati sulla “musica” e sul ritmo della scrittura di Calvino, profondi conoscitori della sua attività einaudiana, Chiara Ferrero e Luca Baranelli hanno saputo riconoscere i paratesti attribuibili allo scrittore e allinearli in questa ampia e preziosa silloge.

In essa affiorano i nomi più vari,

dagli amici einaudiani…

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El Baloss. BASILIO LUONI e il mito dell’Odissea di Omero. In Pinacoteca, per l’Università Popolare, Luoni legge e racconta la sua traduzione dell’Odissea, Como 30 marzo 2023. Con alcuni AUDIO dell’incontro

El Baloss. Basilio Luoni e il mito dell’Odissea di Omero

Non “Odisseo”  ma “Baloss” ( come dire il “Furbo”), per senso di decenza e delle proporzioni… ma sempre accorto e astuto. Considerazioni sull’Odissea e la sua traduzione in dialetto lezzenese,
Scrive Luoni ” Quando insegnavo alle Medie uno dei piaceri era leggere agli allievi l’Odissea, la storia che contiene tutte le storie, il poema fondatore di tutta la narrativa occidentale; dove l’Eroe sceglie di essere niemt’altro  che un uomo…”.
Da quelle letture nasceva  un teatro semplice e spontaneo, fantastico e ricco di suggestioni. Dal greco antico all’italiano moderno e al dialetto lezzenese.. il passo è stato breve, ma sempre rico di emozioni
In Pinacoteca, per l’Università Popolare, Luoni legge e racconta la sua traduzione dell’Odissea.
 
Basilio Luoni
Nato nel 1941.
Vive e lavora a Lezzeno, sulla riva orientale del lago. Si è laureato in Lettere, è stato (quasi sempre a Lezzeno) professore di scuola media, traduttore dal francese e pittore ( presentato alla Compagnia del disegno di Giovanni Testori).
ha tradotto nel dialetto lezzenese commedie di Moliére, Regnard e Beaumarchais che ha messo in scena ( dai primi anni Sessanta) con la compagnia lezzenese.
Ha tradotto e rappresentato anche commedie di Aristofane e plauto.  Ha pubblicato liriche anche in dialetTo nell’Almanacco dello Specchio dal 1993, “Disegn”  (1994), il Moliére travestito ( 1998) e un  “mistero” in versi : “El  Natal”

1° audio: lettura dal libro Moliere Travestito
2° audio: spiegazione del BALOSS
3° audio: lettura dal BALOSS
4° audio: lettura dell’ultima scena de BALOSS

altri ricordi dedicati a BASILIO LUONI:

https://coatesa.com/category/autori/luoni-basilio-1941/

Perec Georges, Un uomo che dorme, Quodlibet, 2009

ANTOLOGIA DEL TEMPO CHE RESTA

scheda dell’editore:

https://www.quodlibet.it/libro/9788874622429

«Hai venticinque anni e ventinove denti, tre camicie e otto calzini, qualche libro che non leggi più e qualche disco che non ascolti più.
Sei seduto e vuoi soltanto aspettare». – G. P.

Terzo romanzo di Georges Perec, Un uomo che dorme è la storia di uno studente che la mattina dell’esame, invece di alzarsi, lascia suonare la sveglia e richiude gli occhi.
Segue il racconto della sua vita ordinaria, in cui giorno dopo giorno si educa all’indifferenza per tutto: non voler più niente, vagare, dormire, perdere tempo; tenersi lontano da ogni progetto e da ogni smania; essere senza desideri, senza risentimenti, senza ribellione; leggere «le Monde» dall’inizio alla fine, senza saltare una riga, annunci matrimoniali e necrologi compresi.
Un uomo che dorme è un romanzo in cui chiunque, leggendolo, riconosce quell’oscuro desiderio di ritirarsi dal mondo senza scomparire del tutto; e fa spavento quanto sia facile…

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Veltroni Walter, Quando, Rizzoli/Bur, 2023

scheda dell’editore:

https://bur.rizzolilibri.it/libri/quando-vintage/

Giovanni si risveglia dal coma nel luglio del 2017. Aveva vent’anni quando la sua vita si interruppe. L’ultimo ricordo, prima dell’incidente, è in piazza San Giovanni, il 13 giugno 1984. Insieme al padre e alla fidanzata sta partecipando al dolore collettivo per la morte di Enrico Berlinguer.

Dopo oltre trent’anni la vita ricomincia. Giovanni rinasce, adulto. Tutto è cambiato. Si trova in un nuovo secolo, in un nuovo millennio. Non c’è più il mondo che ha lasciato: i partiti, gli stati, i personaggi. Il modo di vivere, di sapere, di comunicare è stravolto, per lui un universo ignoto. Giovanni è come un bambino cinquantenne.

Deve imparare una vita inedita e conoscere, accettandolo, il destino di chi ha amato quando ne aveva venti. Ad aiutarlo a rinascere ci sono Giulia, la suora tormentata che l’ha accudito per buona parte della degenza, Daniela, la psicologa dalla malinconia sottile, e suo figlio Enrico, ragazzino saggio e disilluso.

Quando non celebra solo la memoria collettiva di un’epoca lontana ma radicata nelle coscienze. E il racconto del presente, meraviglioso e terribile, riconosciuto con la nitidezza di occhi che lo incontrano per la prima volta.

È il romanzo per ognuno di noi: per chi ha vissuto, senza mai sentirsi solo, la forza di un ideale oppure lo ha mancato per ragioni anagrafiche e ne avverte la potenza o il rimpianto. Quando è la storia di una vita rammendata, è un romanzo di politica e d’amore, scritto con leggerezza e passione.

Tradurre la lingua madre di IAN McEWAN, di Susanna Basso, in Domani 17 marzo 2023

ANTOLOGIA DEL TEMPO CHE RESTA

vai all’articolo:

https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/tradurre-i-romanzi-ian-mcewan-susanna-basso-racconta-rik37f0p

  • Ho tradotto il primo romanzo di Ian McEwan 36 anni fa, nel 1987. Non potevo capacitarmi della fortuna che mi era toccata. Non mi capacito neppure adesso. Avevo 32 anni, ero incinta, e il ricordo della mia gravidanza è indissolubilmente legato a quel libro.
  • E per finire, posso ricordare di aver tradottoMacchine come menel silenzio bianco del lockdown, mentre Ian McEwan, nel suo lockdown, dava inizio alla stesura diLezioni.

Ancora una volta vorrei farmi guidare dalle parole di Yves Bonnefoy sulla traduzione:

«E forse, dopo tutto, è così che bisogna tradurre, con l’oscura coscienza cioè che in ogni traduzione non si è che sé stessi, nel nostro proprio giorno, e che questa transitorietà avvolge tuttavia una testimonianza».

DopoBambini nel tempo, diIan McEwan, ho tradotto:

Lettera a Berlino1990

Cani neri1993

L’inventore di sogni1994

L’amore fatale1997

Amsterdam

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Greppi Carlo, Un uomo di poche parole. Storia di Lorenzo, che salvò Primo, Laterza, 2023

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«E io gli ho detto: “guarda che rischi a parlare con me”. E lui ha detto: “non me ne importa niente”.»

«La storia di Lorenzo Perrone è forse il momento più alto della testimonianza di Primo Levi.»
Carole Angier

«Questo libro è splendido: una ricerca storica scrupolosa, scritta magnificamente.»
Ian Thomson

In Se questo è un uomo Primo Levi ha scritto: «credo che proprio a Lorenzo debbo di essere vivo oggi».

Ma chi era Lorenzo? Lorenzo Perrone, questo il suo nome, era un muratore piemontese che viveva fuori dal reticolato di Auschwitz III-Monowitz.

Un uomo povero, burrascoso e quasi analfabeta che tutti i giorni, per sei mesi, portò a Levi una gavetta di zuppa che lo aiutò a compensare la malnutrizione del Lager.

E non si limitò ad assisterlo nei suoi bisogni più concreti: andò ben oltre, rischiando la vita anche per permettergli di comunicare con la famiglia. Si occupò del suo giovane amico come solo un padre avrebbe potuto fare.

La loro fu un’amicizia straordinaria che, nata all’inferno, sopravvisse alla guerra e proseguì in Italia fino alla morte struggente di Lorenzo nel 1952, piegato dall’alcol e dalla tubercolosi.

Primo non lo dimenticò mai: parlò spesso di lui e chiamò i suoi figli Lisa Lorenza e Renzo, in onore del suo amico. Questo libro è la biografia di una ‘pietra di scarto’ della storia, di una di quelle persone che vivono senza lasciare, apparentemente, traccia e ricordo di sé. Ma che, a ben guardare, sono la vera ‘testata d’angolo’ dell’umanità.

Candurro Miriam, La settima stanza, Sperling & Kupfer, 2022. Con video di presentazione

ANTOLOGIA DEL TEMPO CHE RESTA

scheda dell’editore:

«Un giorno ci verrà ridato tutto il tempo perso, i baci che non ci siamo dati, i tramonti che non abbiamo visto insieme. Verrà il giorno in cui ci perdoneremo le vite vissute, le scelte fatte, le fughe in direzioni opposte. Fino a quel giorno io ti aspetterò qui. Nella nostra stanza a picco sul mare.»

Ci sono momenti che restano indelebili. È a questo che pensa Giovanni mentre percorre la litoranea che lo porta a casa. Una casa da cui vuole stare lontano e in cui non torna da vent’anni. Vent’anni di assenza, di silenzio, di sensi di colpa.

Tutto è cominciato lì, a Villa Rosa, di fronte a un mare immenso e cristallino: una sera d’estate l’adolescente Giovanni, affacciato alla finestra della sua stanza, aveva visto una ragazza lottare tra le onde. Senza pensarci, era corso in spiaggia e si era…

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Pennavaja Cristina, Danzare nel buio.  Sciuri sciuri. Ogni stagione un amante  / L’autobiografia nella narrativa. Consigli sulle tecniche di stile, Youcanprint editore, Lecce, 2022. Indice del libro

VAI ALLA SCHEDA DELL’EDITORE:

https://www.youcanprint.it/danzare-nel-buio-lautobiografia-nella-narrativa/b/aaacfef8-dabc-5cec-b5c1-f326bd72eda4

Unico nel suo genere, questo libro contiene due testi.

Il primo è la storia di Marina e Carlo, trascurati da bambini e innamorati per bisogno, che per divergenze di carattere faticano a vivere in serenità. Quando lui si ammala, affrontano tante ansie; lei s’innamora del giovane Nino… L’affetto e la stima per Carlo, la ricerca di consapevolezza basteranno a risolvere i problemi? Scorrevole e vivace (anche per i vividi personaggi del tenero fi glio Andrea e della dolce zia-mamma Clara), ora sommesso ora esilarante, il racconto svela i suoi sensi pian piano, lungo i capitoli e le sequenze che si alternano musicalmente come una buona sonata per l’anima. Forse un thriller psicologico, Pennavaja l’ha scritto per tutti: tutti abbiamo sogni, desideri, utopie; e il bisogno di pacificarci con noi stessi, con il nostro passato e il nostro destino. Il racconto dell’autrice (da 40 anni scrittrice in Germania, Olanda, Italia, docente nella sua “Casa della scrittura”) è autobiografi a “filtrata”: frutto di esercizio intenso e appassionato in uno stile che nutre ed emoziona.

Il secondo, prezioso testo è un saggio che, analizzando brani di narrativa europea (Kafka, V. Woolf, Alfred Polgar, Giuseppe Pontiggia, Silvio D’Arzo, Carlo Coccioli, Ivan Della Mea, Susanna Tamaro, Cristina Pennavaja, altri), insegna a evitare le trappole dell’autobiografi a diretta e spontanea. L’autrice, traduttrice esperta di musica, dà le regole fondamentali per non cadere negli errori di un linguaggio sciatto, “rumoroso” anziché musicale; mostrando esempi di uno stile semplice ma ricco, che produce scritti buoni per l’oggi e per il domani. Nello stesso tempo svela i segreti del suo tradurre e narrare, e spiega come è riuscita a costruire racconti sapienti e avvincenti (lodati da Pontiggia, Giovanni Raboni, Giovanni Mariotti, Meeten Nasr, più volte premiati). Fornisce anche qualche variante, che è tanto utile per penetrare nel laboratorio creativo di uno scrittore nonché incoraggiante. Questo saggio critico e didattico è rivolto anche a chi scrive per diletto; sarà di grande aiuto per chi (magari tastando a lungo nel buio) vuole creare un racconto o un romanzo davvero artistico.

Cristina Pennavaja è nata a Roma nel 1947. Ha vissuto in Germania e in Olanda, anche come ricercatrice universitaria; a Cambridge (Inghilterra) e ad Alessandria d’Egitto. Dopo studi di filosofi a e di marxismo, da 40 anni si dedica con passione a scrivere bene. Allieva di Giuseppe Pontiggia, ha poi dato vita alla “Casa della scrittura” tenendo per quasi vent’anni lezioni su retorica e stile nella narrativa. Traduttrice dal tedesco per Adelphi, scrittrice ormai esperta, ha pubblicato racconti e saggi in Germania, Olanda e Italia presso numerosi editori. Vive a Milano. Canta in un coro, cura le sue amiche piante, insegna a bambini immigrati. Ha avuto tre gatte, amate e longeve. Cerca di praticare la mindfulness buddhista. Ha una gemella e un figlio padre di due gemellini.

Danzare nel buio - L'autobiografia nella narrativa

POLZIN Jackie, Quattro galline, Einaudi, 2022

LUOGHI del LARIO e oltre ...

vai alla scheda dell’editore:

«Nell’occhio della gallina è custodita la verità del mondo. La gallina non pensa, sa. Doveva arrivare il romanzo sulla migliore e piú derisa amica dell’uomo».
Niccolò Ammaniti

«Le colombe di Mercè Rodoreda, i pavoni di Flannery O’ Connor e le galline di Jackie Polzin, tutti volatili letterari che sanno raccontare le donne, i loro pensieri intimi e le loro assurdità. Un romanzo che sotto l’ironia e la lingua ben misurata cova speranze e perdite, un universo umano sodo e compatto».
Giulia Caminito

«Quattro galline di Jackie Polzin è un romanzo commovente e spiritoso, lieve e struggente, un libro sull’assenza, sulla nostra continua lotta contro la solitudine, sulla difficoltà di comunicare – ma sulla bellezza di riuscire a volte a farlo – sulla maternità agli inizi del XXI secolo, sulla necessità di prendersi cura degli altri. C’è un mondo intero e pieno di emozioni…

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“la cagnetta gli leccava docile la mano manifestando in quel modo la sua definitiva rinuncia alla vita di viandante senza padrone” in: GROSSMAN Vasilij, a cura di Mario Alessandro Curletto, La cagnetta (1961/62), Adelphi edizioni, 2013

in

GROSSMAN Vasilij, a cura di Mario Alessandro Curletto, La cagnetta (1961/62), Adelphi edizioni, 2013, pagg. 88. Indice del libro

Schisa Brunella, Anatomia di un mostro, HarperCollins, 2022

Mappe nel Sistema dei Servizi alla Persona e alla Comunità

vai alle schede reperibili in rete:

https://tinyurl.com/29h3mffh

Una domenica di dicembre il commissario capo Domenico Franchini della questura di Varese riceve una telefonata. È un caso di omicidio. Riccardo dell’Orso è stato ucciso con un cerimoniale orribile.

Bastano poche indagini per scoprire che la vittima era un uomo di leggendaria crudeltà mentale, avido e disonesto, con poche qualità e molti difetti. Non è dunque difficile immaginare che molti avrebbero potuto avere un movente per ucciderlo. A partire dal figlio Raniero, che vive recluso in casa, passando le giornate nel web profondo. O dalla figliastra Nora, che lavora come psicologa penitenziaria nel carcere di Piacenza, fascinosa quarantenne apparentemente insospettabile.

E se l’assassino si nascondesse nel sottobosco che in gran in segreto frequentava dell’Orso? Chi è il mostro torturatore?

Partendo, come nella migliore tradizione del genere, da un delitto senza autore ma con molti moventi possibili, Brunella Schisa scrive un romanzo indimenticabile…

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Vittorio Nessi, Fermate Kowalski. Tangentopoli trent’anni dopo, Daniela Piazza editore, 2022

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https://www.danielapiazzaeditore.com/Store/FERMATE-KOWALSKI-Tangentopoli-trentanni-dopo-p483560437

In piena epoca di Tangentopoli, la decisa azione del pubblico ministero Bruno Ferretti sta per scoperchiare il malaffare diffuso negli ambienti politico amministrativi della città. La sua azione viene sostenuta a gran voce dall’opinione pubblica, che vede in lui l’alfiere della legalità inattaccabile da qualsiasi condizionamento. Ma la reazione dei cosiddetti ‘poteri forti’ non si fa attendere e sarà implacabile. Il magistrato, mai sceso a compromessi, sarà costretto a difendersi da attacchi personali infamanti che lo metteranno nella condizione di essere perseguitato dalla Giustizia e costretto a tutelare la propria integrità morale. Al suo fianco due donne: Livia, la collega giovane e brillante a cui Ferretti è legato da sentimenti affettuosi, e Vera, l’amante appassionata e inquieta. Fermate Kowalski!, pur autonomo nell’intreccio, è il seguito ideale di Delitto al mercato dei fiori.

VITTORIO NESSI E’ nato a Como nel 1947. Magistrato. Ha pubblicato “Strani Amori, amore e morte in corte di assise” Robin Edizioni, 2013 e con Daniela Piazza Editore “In fuga dalla legge”, 2015, “Due Lune sono troppe”, 2017 e “Non sono io”, 2019. Questi ultimi due romanzi sono risultati finalisti nel V e nel VII Premio Internazionale di Letteratura Città di Como. Mentre “Delitto al mercato dei fiori”, 2021 ha vinto il Premio Letterario Rotary Bormio Contea, V edizione, per testi inediti.

Cecchini Massimo, Il bambino, Neri Pozza, 2022

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https://neripozza.it/libri/il-bambino

Il Bambino è un romanzo che lascia dei segni profondi. Il Bambino oggi ha quasi sessant’anni. Per tutta la sua esistenza è vissuto in una famiglia che ha protetto il suo handicap neonatale, immolandosi completamente: perdendo denaro, vita, carriere senza alcun rimpianto, senza avere dubbi. Il Bambino, che si chiama Angelino, non parla, non si ha certezza intenda quello che gli si dice, è autolesionista, ha perso la vista colpendosi ripetutamente le tempie con i pugni. E ha obbligato i genitori a continui viaggi notturni, per centinaia di chilometri, ogni notte, con il bel tempo e con la neve: perché è l’unico modo per farlo stare calmo. Il Bambino è una storia vera, raccontata senza filtri, con una scrittura asciutta e aspra. La vicenda si snoda dagli anni Sessanta del secolo scorso per arrivare fino ai giorni nostri, e racconta la parabola di una coppia che sceglie la strada di un amore impervio e dirompente. Pietro e Anna Bonaventura, giovani appartenenti alla borghesia romana, sembrerebbero essere il paradigma della consuetudine finché non irrompe nella loro vita Angelo, il loro unico figlio. Angelo calamita attorno a sé l’attenzione e la cura incessante di tutta la famiglia, anche perché le sue patologie, con il passare degli anni, si aggravano, rendendo necessario l’aiuto di un numero sempre maggiore di persone per la sua gestione. Così nella vita di Pietro, Anna e Angelo entrano una serie di personaggi, prime fra tutte due domestiche filippine, Nora e Roselyn, che accompagneranno i Bonaventura per gran parte della loro vita. L’altro protagonista del romanzo è Lorenzo, il giovane autista di cui Angelo ha bisogno quotidianamente. Questo è un romanzo sulla tenacia, sulla dedizione, ma anche sull’insensatezza. Un libro estremo che ci lascia indifesi di fronte al peso di un dramma esistenziale che non ha mai vie di uscita. Come fosse un destino scritto da un dio impazzito.

Donati Alba, La libreria sulla collina, Einaudi, 2022

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Un libro magico, che racconta un luogo magico, che esiste davvero. Una libreria microscopica in un paesino sperduto sulle colline toscane, ma portentosa come una scatola del tesoro. Dai bambini che entrano di corsa alle marmellate letterarie, da Emily Dickinson a Pia Pera, le giornate nella Libreria Sopra la Penna sono ricche di calore, di vite e storie, fili di parole che legano per sempre: una stanza piena di libri è l’infinito a portata di mano.

«Perché hai aperto una libreria in un paesino sconosciuto? Perché avevo bisogno di respirare, perché ero una bambina infelice, perché ero una bambina curiosa, per amore di mio padre, perché il mondo va a scatafascio, perché il lettore non va tradito, perché bisogna pensare ai piú piccoli, perché mi sono salvata».

Non è mai troppo tardi per realizzare un sogno. Nel dicembre 2019, Alba Donati decide di cambiare vita e aprire una libreria a Lucignana, poche case sull’Appennino lucchese. Lo fa grazie a un crowdfunding e al passaparola sui social. Da subito la libreria, una sorta di «cottage letterario» immerso nel verde, diventa un luogo di pellegrinaggio, di parole in comune, di incontri speciali. In questo diario che abbraccia sei mesi di vita della libreria – l’incendio che la distrugge dopo un mese dall’apertura, l’energia delle persone che la rimettono in piedi, la chiusura durante il lockdown, fino all’organizzazione di un festival letterario – c’è il racconto di una passione che è leva per sollevare il mondo. Con leggerezza e intelligenza, Alba Donati regala al lettore un’esperienza perfettamente in linea con la missione della sua libreria: mettere in pausa la frenesia delle nostre giornate, lasciarsi cullare dal conforto di piccoli gesti di cura, seguire il filo che unisce libro a libro, sentirsi parte di una comunità. Fare la libraia oggi significa anche ingegnarsi per far tornare i conti, leggere di notte, pensare lo spazio come un rifugio e un presidio culturale, raccogliere gli ordini a fine giornata come sassolini che indicano la strada. E in questa vita da libraia felice e resistente, nel suo senso di «casa», nelle sue scelte controcorrente, nella storia della sua famiglia di irriducibili, c’è tutta la caparbietà di cui sono capaci le donne, e insieme l’amore per le storie, quello di chi vuole farle conoscere e circolare. Questo è il libro che sognano tutti i lettori: le pagine che leggiamo si mescolano a ciò che ci accade come in un grande diorama aperto, perché le parole dei libri sono parte del nostro alfabeto.

Copertina del libro La libreria sulla collina di Alba Donati

Carati Alessandra, e poi saremo salvi, Mondadori, 2022

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Aida ha appena sei anni quando, con la madre, deve fuggire dal piccolo paese in cui è nata e cresciuta. In una notte infinita di buio, di ignoto e di terrore raggiunge il confine con l’Italia, dove incontra il padre. Insieme arrivano a Milano.

Mentre i giorni scivolano uno sull’altro, Aida cerca di prendere le misure del nuovo universo. Crescere è ovunque difficile, e lei deve farlo all’improvviso, da sola, perché il trasloco coatto ha rovesciato anche la realtà dei suoi genitori. Nemmeno l’arrivo del fratellino Ibro sa rimettere in ordine le cose: la loro vita è sempre altrove – un altrove che la guerra ha ormai cancellato. Sotto la piena della nostalgia, la sua famiglia si consuma, chi sgretolato dalla rabbia, chi schiacciato dal peso di segreti insopportabili, chi ostaggio di un male inafferrabile. Aida capisce presto che per sopravvivere deve disegnarsi un nuovo orizzonte, anche a costo di un taglio delle radici.

E poi saremo salvi è insieme uno straordinario romanzo di formazione, una saga familiare, l’epopea di un popolo; ma è soprattutto il racconto di come una piccola, densa vicenda privata può allargarsi fino a riflettere la tensione umana alla “casa”, il posto del cuore in cui ci riconosciamo.

Pilar Quintana, La cagna, Baldini&Castoldi/La Tartaruga editore, 2022

LUOGHI del LARIO e oltre ...

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Un paesaggio colombiano a metà tra la selva e l’oceano, dove si è condannati alla resistenza inquieta. Un matrimonio distante con un pescatore, destinato ad amplificare la solitudine di una donna dal corpo che sfascia le cose. In questo scenario «al di là dell’ultimo cerchio dell’inferno», la protagonista de La cagna decide di adottare una cagnolina chiamata Chirli: è il nome che avrebbe voluto dare alla figlia mai nata, un nome da «reginetta di bellezza».

Da quel giorno Damaris inizia a creare un legame simbiotico con l’animale; Chirli viene colonizzata da un carico di amore a cui reagisce sparendo. Brutalmente addomesticata da un’esistenza con poche risorse, Damaris prova a fare da madre a un animale, ma la tentazione di trasformare l’altro nel mezzo della propria felicità si fa miseria.
La cagna è il romanzo con cui Pilar Quintana si è imposta al mondo; il…

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TartaRugosa ha letto e scritto di: Mélissa Da Costa (2022), Tutto il blu del cielo, Traduzione di Elena Cappellini, Rizzoli, Milano

TARTARUGOSA

Ecco un romanzo dove il vero protagonista è il viaggio, un lungo percorso che diventa strumento per la costruzione di un processo trasformativo, un distacco nel tempo e nello spazio per allontanarsi da dove ci si trova e rifare i conti con la propria vita.

Non è casuale che l’intraprendere un viaggio sia la scelta compiuta da Emile nel momento più tragico che possa capitare a un ventiseienne cui viene diagnosticata una forma di Alzheimer precoce che restringe la sua vita a un massimo di un paio d’anni.

L’alternativa, auspicata dal resto della famiglia, sarebbe sottoporsi a una cura sperimentale da condurre in clinica nonostante il medico fosse stato molto chiaro: non si tratta di guarirlo, o di curarlo, ma solo di saperne un po’ di più su questa malattia orfana (così definite le malattie rare e poco conosciute, poco studiate e mancanti di terapie adeguate).

La soluzione è disperarsi…

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Rassegna dei finalisti del PREMIO STREGA. 12 romanzi scritti in pandemia, di Beppe Cottafavi, in Domani, 1/4/22

letto in edizione cartacea

cerca in:

https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/premio-strega-2022-finalisti-chi-sono-jc8q3i5c

«Le 74 opere di narrativa proposte quest’anno al premio Strega sono state scritte o completate nei due anni di pandemia, nell’isolamento forzato e nella solitudine» ha dichiarato Melania Mazzucco, presidente del Comitato direttivo del premio.

«In molti dei romanzi candidati i personaggi femminili – siano di finzione o di autofinzione – disegnano una nuova geografia umana. Donne non convenzionali, estranee agli stereotipi di genere. Bambine e ragazze anomale e diverse, amiche coraggiose, mogli divorziate, madri single, madri scriteriate, ossessivamente dedite ai figli o alla propria felicità, donne non madri per desiderio di indipendenza, che fanno i conti con la loro vocazione alla libertà e alla scrittura, e con l’esercizio di professioni altamente specializzate cui fino a pochi anni fa era loro vietato l’accesso. Voci graffianti e ironiche, saggiamente malinconiche o debordanti intelligenze, che testimoniano una svolta – ci auguriamo irreversibile – nella nostra società e nella nostra letteratura».

Marco Amerighi, Randagi (Bollati Boringhieri) presentato da Silvia Ballestra

Fabio Bacà, Nova (Adelphi) presentato da Diego De Silva

Alessandro Bertante, Mordi e fuggi (Baldini + Castoldi) presentato da Luca Doninelli

Alessandra Carati, E poi saremo salvi (Mondadori) presentato da Andrea Vitali

Mario Desiati, Spatriati (Einaudi) presentato da Alessandro Piperno

Veronica Galletta, Nina sull’argine, (Minimum fax) presentato da Gianluca Lioni

Jana Karšaiová, Divorzio di velluto (Feltrinelli) presentato da Gad Lerner

Marino Magliani, Il cannocchiale del tenente Dumont (L’Orma) presentato da Giuseppe Conte

Davide Orecchio, Storia aperta (Bompiani) presentato da Martina Testa

Claudio Piersanti,Quel maledetto Vronskij (Rizzoli) presentato da Renata Colorni

Veronica Raimo, Niente di vero(Einaudi) presentato da Domenico Procacci

Daniela Ranieri, Stradario aggiornato di tutti i miei baci (Ponte alle Grazie) presentato da Loredana Lipperini

Cheril STRAYED. Wild. Una storia selvaggia di avventura e rinascita, traduzione di Sara Puggioni, Pickwick, 2018

vai alla scheda dell’editore:

http://www.pickwicklibri.it/Wild-storia-selvaggia-Cheryl-Strayed/

LEGGI ANCHE LA RECENSIONE DEL BLOG DI TARTARUGOSA:

TartaRugosa ha letto e scritto di: Cheril Strayed (2016), Wild, Traduzione di Sara Puggioni, Edizioni Piemme Pickwick, Milano

Dopo la morte prematura della madre, il traumatico naufragio del suo matrimonio, una giovinezza disordinata e difficile, Cheryl a soli ventisei anni si ritrova con la vita sconvolta.

Alla ricerca di sé oltre che di un senso, decide di attraversare a piedi l’America selvaggia tra montagne, foreste, animali selvatici, rocce impervie, torrenti impetuosi, caldo torrido e freddo estremo.

Una storia di avventura e formazione, di fuga e rinascita, di paura e coraggio. Una scrittura intensa come la vicenda che racconta, da cui emergono con forza il fascino degli spazi incontaminati e la fragilità della condizione umana di fronte a una natura grandiosa e potente

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TREVI Emanuele, Due vite, Neri Pozza, 2021

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https://neripozza.it/libri/due-vite

«L’unica cosa importante in questo tipo di ritratti scritti è cercare la distanza giusta, che è lo stile dell’unicità». Così scrive Emanuele Trevi in un brano di questo libro che, all’apparenza, si presenta come il racconto di due vite, quella di Rocco Carbone e Pia Pera, scrittori prematuramente scomparsi qualche tempo fa e legati, durante la loro breve esistenza, da profonda amicizia. Trevi ne delinea le differenti nature: incline a infliggere colpi quella di Rocco Carbone per le Furie che lo braccavano senza tregua; incline a riceverli quella di Pia Pera, per la sua anima prensile e sensibile, così propensa alle illusioni. Ne ridisegna i tratti: la fisionomia spigolosa, i lineamenti marcati del primo; l’aspetto da incantevole signorina inglese della seconda, così seducente da non suggerire alcun rimpianto per la bellezza che le mancava. Ne mostra anche le differenti condotte: l’ossessione della semplificazione di Rocco Carbone, impigliato nel groviglio di segni generato dalle sue Furie; la timida sfrontatezza di Pia Pera che, negli anni della malattia, si muta in coraggio e pulizia interiore. Tuttavia, la distanza giusta, lo stile dell’unicità di questo libro non stanno nell’impossibile tentativo di restituire esistenze che gli anni trasformano in muri scrostati dal tempo e dalle intemperie. Stanno attorno a uno di quegli eventi ineffabili attorno a cui ruota la letteratura: l’amicizia.
Nutrendo ossessioni diverse e inconciliabili, Rocco Carbone e Pia Pera appaiono, in queste pagine, come uniti da un legame fino all’ultimo trasparente e felice,quel legame che accade quando «Eros, quell’ozioso infame, non ci mette lo zampino».

La CANZONE ITALIANA 1871 – 2011. Storie e testi, a cura di Leonardo Colombati, Mondadori/Ricordi, 2 Volumi, 2011, 2848 pagine. Indice del libro

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In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, Mondadori presenta la prima storia e antologia della canzone popolare e d’autore: un fenomeno di grandissima rilevanza culturale che ha accompagnato la nostra storia, anno dopo anno. Un’opera di immensa ricchezza, contestualizzata con cura rigorosa, un avvincente percorso a tappe che documenta l’evoluzione di un talento naturale degli italiani. Spesso connotata come “leggera” rispetto alla musica classica, la canzone rappresenta una delle forme più autentiche e originali d’espressione, specchio fedele di una società nelle sue varie sfaccettature, voce dei suoi desideri e anima delle sue passioni. Partendo dall’Inno di Mameli, passando dalla canzone napoletana di Libero Bovio alle atmosfere del Cafè-chantant, dagli autori sconosciuti dei canti popolari in dialetto ai poeti della formacanzone e ai più recenti successi di Sanremo, l’autore accompagna il lettore alla scoperta di epoche e vibrazioni diverse: un’occasione per comprendere chi eravamo e chi siamo.

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https://www.ansa.it/web/notizie/unlibroalgiorno/news/2011/11/30/visualizza_new.html_12103460.html

Soseki Natsume, Io sono un gatto, Beat/biblioteca editori associati di tascabili (prima edizione Neri Pozza), traduzione di Antonietta Pastore, 2019

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https://beatedizioni.it/libri/io-sono-un-gatto-3

Il Novecento è appena iniziato in Giappone, e l’era Meiji sembra aver restituito onore e grandezza al paese facendone una nazione moderna.
Per il gatto protagonista di queste pagine, però, un’oscura follia aleggia nell’aria, nel Giappone all’alba del XX secolo. Il nostro eroe vive, infatti, a casa di un professore che si cimenta in bizzarre imprese. Scrive prosa inglese infarcita di errori, recita canti nō nel gabinetto, tanto che i vicini lo hanno soprannominato il «maestro delle latrine», accoglie esteti con gli occhiali cerchiati d’oro, spettegola della vita dissoluta di libertini e debosciati.
Insomma, mostra a quale grado di insensatezza può giungere il genere umano in epoca moderna…
Pubblicato per la prima volta nel 1905, Io sono un gatto non è soltanto un romanzo raro, che ha per protagonista un gatto, filosofo e scettico, che osserva distaccato un radicale mutamento epocale. È anche uno dei grandi libri della letteratura mondiale, la prima opera che, come ha scritto Claude Bonnefoy, inaugura il grande romanzo giapponese all’occidentale

Ian McEwan – Chesil Beach da fra i libri di francesca g., tramite Elementi condivisi di Clelia Mazzini

La passione per Ian McEwan è arrivata all’improvviso, quando “Cortesie per gli ospiti” mi ha chiamato dallo scaffale della Feltrinelli di Largo Argentina. È stato amore a prima lettura; quel suo stile morbido e avviluppante cattura fin dalla prima pagina e la storia di quella coppia di sposi in vacanza non mi ha lasciato per tanto tempo dopo che avevo finito di leggere.

Protagonisti del suo ultimo romanzo, “Chesil Beach” sono ancora una coppia di novelli sposi che, a differenza dei “predecessori”, nella storia appaiono soli: Edward e Florence, a partire dalla loro prima, primissima notte di nozze.

Nel periodo storico in cui è ambientato il romanzo (primi anni ’60), il matrimonio aveva un significato sociale molto forte: “Erano ancora tempi, destinati a concludersi alla fine di quel famoso decennio, in cui essere giovani costituiva un ingombro sociale, un marchio di irrilevanza, una condizione di leggero imbarazzo per la quale il matrimonio rappresentava l’inizio di una terapia. Grossomodo estranei, eccoli là, stranamente insieme su una nuova vetta dell’esistenza, lieti al pensiero che il loro status recente permettesse di sospingerli sul radioso cammino di una interminabile giovinezza: Edward e Florence, finalmente liberi!”

Una coppia di individui sembra spiccare il volo di una nuova vita, con aspettative e speranze a lungo – una carriera scintillante nella musica lei, la fama da scrittore di storia lui – e a breve termine – una libertà che non è solo sociale, ma è anche sessuale; la possibilità di concedersi liberamente l’una all’altro fuori da ogni giudizio. Proprio la naturalezza di un primo rapporto fra marito e moglie è la causa che spezza la serenità (come era successo in “Cortesie per gli ospiti”, in cui la causa era “esterna” però alla coppia). Quel sole che sembra illuminare i  personaggi dei romanzi nelle prime pagine, piano piano assume il glaciale bagliore del dubbio, dell’ambiguità, della sofferenza.

Florence non vuole concedersi a Edward, non ha interesse per il sesso, prova addirittura repulsione di fronte a un atto così carnale.

Si scava nel passato dei due sposi per cercare di conoscerli e capirli, attraverso le famiglie, l’infanzia. Se ne segue poi l’evoluzione in un futuro oltre una sliding door che si apre su due possibilità e su parecchie opportunità. Edward e Florence, coerenti e orgogliosi, resi poco liberi dalle loro stesse convinzioni e fermi sulle loro posizioni, passano oltre la “porta”, senza nemmeno guardare i “se” che offre e vanno dritti per le loro strade.

Solo una volta si volteranno indietro e vedendosi l’un l’altro nelle proprie vite si chiederanno “e se…”; e sarà – forse – troppo tardi.

Romanzo forse meno “ansiogeno” di “Cortesie per gli ospiti”, lontano dai thriller che ti fanno venire i brividi alla schiena, gioca sulla tenerezza e sulla apparente “linearità” dei personaggi, che si scoprono invece complessi e spiazzanti man mano che si procede a scavare nel passato, ma soprattutto a seguirli in questo post-matrimonio che è la spina dorsale del romanzo.

Venezia (Iosif Aleksandrovič Brodskij, Fondamenta degli incurabili)

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D’inverno, specialmente la domenica, ti svegli in questa città tra lo scrosciare festoso delle sue innumerevoli campane, come se dietro le tendine di tulle della tua stanza tutta la porcellana di un gigantesco servizio da tè vibrasse su un vassoio d’argento nel cielo grigio perla. Spalanchi la finestra, e la camera è subito inondata da questa nebbiolina carica di rintocchi e composta in parte di ossigeno umido, in parte di caffè e di preghiere. Non importa la qualità e la quantità delle pillole che ti tocca inghiottire questa mattina: senti che per te non è ancora finita. … In giorni come questi la città sembra davvero fatta di porcellana: come no, con tutte le sue cupole coperte di zinco che somigliano a teiere, o a tazzine capovolte, col profilo dei suoi campanili in bilico che tintinnano come cucchiaini abbandonati e stanno per fondersi nel cielo.

Venezia, 2003

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Non amo le stroncature … di solito appagano un narcisismo aggressivo …, Giuseppe Pontiggia, in Sostare di fronte all’arte per vedere che non c’è, Il Sole 24 Ore 12 dicembre 1999

Non amo le stroncature … di solito appagano un narcisismo aggressivo e spesso non riescono neanche a danneggiare l’oggetto che vorrebbero distruggere”

Giuseppe Pontiggia, in Sostare di fronte all’arte per vedere che non c’è, Il Sole 24 Ore 12 dicembre 1999

Stephen KING, Later. Solo i morti non hanno segreti, Sperling&Kupfer, 2021

Jamie Conklin ha proprio l’aria di un bambino del tutto normale, ma ci sono due cose che lo rendono invece molto speciale: è figlio di una madre single, Tia, che di mestiere fa l’agente letterario, e soprattutto ha un dono soprannaturale. Un dono che la mamma gli impone di tenere segreto, perché gli altri non capirebbero. Un dono che lui non ha chiesto e che il più delle volte non avrebbe voluto. Ma questo lo scoprirà solo molto tempo dopo. Perché la prima volta che decide di usarlo è ancora troppo piccolo per discernere, e lo fa per consolare un amico. E quando poi è costretto a usarlo lo fa per aiutare la mamma, lo fa per amore. Finché arriva quella dannata volta, in cui tutto cambia, e lui è già un ragazzino, che non crede più alle favole. Jamie intuisce già, o forse ne è addirittura consapevole, che bene e male non sono due entità distinte, che alla luce si accompagnano sempre le tenebre. Eppure sceglie, sceglie la verità e la salvezza. Ma verità e salvezza, scoprirà tempo dopo, hanno un prezzo. Altissimo.Later è una nuova variazione King sul tema del bene e del male, un romanzo – come sempre – pieno di emozione e tenerezza nei confronti dell’infanzia e della perdita dell’innocenza, ma anche una riflessione matura sulla nostra possibilità di scegliere. Con un tocco di affettuosa ironia nei confronti dell’operoso mondo che ruota attorno a un grande autore.

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TartaRugosa ha letto e scritto di Georges Perec (1974) “Specie di spazi”, traduzione di Roberta Delbono, Bollati Boringhieri – pubblicato in TartaRugosa

TartaRugosa ha letto e scritto di Georges Perec (1974) “Specie di spazi”, traduzione di Roberta Delbono, Bollati Boringhieri

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TartaRugosa ha letto e scritto di Georges Perec (1974) “Specie di spazi”, traduzione di Roberta Delbono, Bollati Boringhieri – TartaRugosa

Tornatore Giuseppe, La corrispondenza, Sellerio editore, 2016 – Il Cinema Racconta …: LA CORRISPONDENZA, di Giuseppe Tornatore, con Olga Kurylenko, Jeromy Irons, 2015

Tornatore Giuseppe, La corrispondenza, Sellerio editore, 2016

LA CORRISPONDENZA, di Giuseppe Tornatore, con Olga Kurylenko, Jeromy Irons, 2015. Dal libro: Tornatore Giuseppe, La corrispondenza, Sellerio editore, 2016 – Il Cinema Racconta …

Paolo LIPARI, Accorgersi, l’inizio di tutte le storie del mondo, Morcelliana editore. Articolo di Alessio Brunialti in La Provincia, 3 gennaio 2021 e Video su youtube

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http://www.morcelliana.net/l-arca-di-schole/4050-accorgersi-9788828402862.html

Marco De Salvo, Pensieri gettati, tracce analogiche di un tecnico ravveduto, WriteUp Books editore, 2021

Per una scheda e un video sul libro vai a:

Pensieri Gettati, il libro

Pensieri gettati, il video

Scrive l’autore:

Il libro che voglio presentarvi è uno strumento per ritrovare pensieri che normalmente sfuggono nella frenesia della vita quotidiana. Pensieri che ci aiutano a dare un senso alla vita, una chiave di lettura per apprezzare gli infiniti stimoli in cui siamo immersi, senza rendercene conto.
Il titolo del libro è “Pensieri gettati“. Il sottotitolo è “tracce analogiche di un tecnico ravveduto“.

Quel tecnico sono io, Marco de Salvo.
Vi voglio raccontare in breve la mia storia, per accorciare la distanza con voi, per farvi vivere le emozioni che mi hanno spinto alla scrittura di questo libro.
Ho sempre avuto bisogno di spiegarmi il senso delle mie giornate, fin da giovane. Sentivo che la vita è molto più del trascorrere tempo a fare cose. Quelle cose erano le materie di cui sono appassionato, la scienza e la tecnologia. Esperimenti e ricerche per dimostrare il perché dei fenomeni, in modo razionale.
Ma non bastava, e quasi per caso mi sono imbattutto nella filosofia, una materia molto lontana dalla mia formazione, ma allo stesso tempo molto vicina alla ricerca di un senso della vita. Il titolo del libro nasce proprio da uno dei filosofi che mi hanno affascinato e accompagnato nel mio cammino di ricerca spirituale.
Al resto ci ha pensato la vita stessa, con le sue prove e i momenti di gioia e dolore.
Perché “tecnico ravveduto” vi chiederete. C’è una buona dose di ironia in questa frase, ma la sostanza è che non si può vivere pensando di spiegare tutto in modo razionale. Non tutte le nostre esperienze hanno una spiegazione logica. Certe cose succedono perché fanno parte di un disegno più grande di noi.
Ecco lo spirito con cui ho raccolto i miei pensieri tra passato, presente e futuro. Mettere a disposizione di tutti voi, un percorso durato anni, per trovare punti di contatto e aprire serrature nelle vostre esistenze. I pensieri sono una forma di energia da condividere, perché riescono a stemperare molte situazioni di blocco, di malessere, di disagio. Leggere un pensiero è come guardare una fotografia per ricordarci la nostra vera natura.
Nel libro Pensieri Gettati troverete numerose tracce, trascritte per voi nel corso degli anni, con lo stile di un viaggiatore che descrive il viaggio affascinante della vita quotidiana.
Mi auguro che questo libro vi faccia apprezzare la grande fortuna di vivere qui e ora. Che possa aiutarvi a ripercorrere i vostri pensieri, per trovare lo slancio a vivere meglio, in modo più consapevole, più “analogico”.
Fatevi un regalo per ritrovare i vostri pensieri smarriti. Oppure regalate questo libro alle persone che cercano risposte, che desiderano nuovi stimoli per crescere. Frequentare i miei pensieri sarà in ogni caso un’esperienza positiva.

link dell’editore: https://www.writeupbooks.com/

MURAKAMI HARUKI, ABBANDONARE UN GATTO. Illustrazioni di Emiliano Ponzi, Einaudi 2020

Abbandonare un gatto di Murakami Haruki (Einaudi). «Nei suoi romanzi e racconti Murakami ha creato un’infinità di mondi, e ne ha svelato ogni segreto ai lettori. Ma c’è una dimensione in cui la sua penna non si è quasi mai avventurata: la sua vita. Con Abbandonare un gatto, Murakami scrive per la prima volta della sua famiglia, e in particolare di suo padre. Ne nasce un ritratto toccante, il racconto sincero del “figlio qualunque di un uomo qualunque”. E forse proprio per questo speciale. A tradurre in immagini questo delicato racconto autobiografico, le invenzioni di uno dei più importanti illustratori contemporanei, Emiliano Ponzi, che con i suoi colori aggiunge poesia alla poesia in un’edizione unica al mondo. Il primo memoir del grande autore giapponese: un racconto inedito per un Murakami inedito» (dalla presentazione).