
Qui tante sue TRACCE di memoria:
https://traccesent.com/category/amici-e-persone-conosciute-nel-tempo/andrea-c/
https://coatesa.com/category/amici-e-persone-conosciute-nel-tempo/andrea-i-suoi-disegni/
1° messaggio:
Buongiorno, mi chiamo Alessandro Zanoli, sono un giornalista di Chiasso: su incarico di Bruno Festorazzi, Gianni Dolci ed Edmondo Canonico sto scrivendo la storia del Jazz Club di Como.
La figura di suo padre è stata importantissima per il Jazz CLub e vorremmo ricordarlo come merita, oltre che nelle pagine della ricostruzione storica, anche con una fotografia. Ne avrebbe una da darci per la pubblicazione?
Il libro uscirà per l’editore Pozzoni di Como.
2° messaggio:
Mi ha passato notizie importanti (che mi chiariscono molte cose, sul progetto stesso della ricerca, tra l’altro).
Suo padre dev’essere proprio stato una persona straordinaria, e, quel che è più importante, ha lasciato uno splendido ricordo di sè in molte persone (ancora giovedì scorso Carlo Uboldi mi parlava dell’importanza che ha avuto per lui “ul Ferrarin”).
Lavorando sul Jazz Club il nome di suo padre si incontra ad ogni passo e anche Bruno Festorazzi me ne parla continuamente come di una persona eccezionale.
Grazie per il suo aiuto.
È stato un piacere conoscerla. Devo ringraziare Uboldi perché è lui che mi ha dato l’idea di scriverle tramite Facebook.
A presto
Mappe nel Sistema dei Servizi alla Persona e alla Comunità
scheda dell’editore
Racconti simbolici o improvvisazioni sinaptiche, i sogni sono un mistero che parla di noi: realtà irreali, private e profondissime. «Ogni sogno ha […] un ombelico attraverso il quale è congiunto all’ignoto», scriveva Freud piú di un secolo fa. Da questo ombelico misterioso, che dà il titolo al suo libro, Vittorio Lingiardi inizia un viaggio onirico e poetico tra divinazione, psicoanalisi e neuroscienze. Perché «la verità non sta in un solo sogno, ma in molti sogni». Non sappiamo a cosa servono, ma servono; e non resistiamo al bisogno di raccontarli. Sarà che siamo fatti della loro sostanza.
BETTO LOTTI, di arte e vita presso Torre delle Arti Bellagio
VAI A:
schede su BETTO LOTTI:
il messaggio era:
Caro Paolo,
Mappe nel Sistema dei Servizi alla Persona e alla Comunità
vai a:
scheda dell’editore
https://www.mulino.it/isbn/9788815383358
«Il mare quando l’ho visto la prima volta è stato ad andare in colonia a Riccione; partivamo con le nostre valigie di cartone, i numeri sul corredo e addosso una gran malinconia… Dopo una notte a trattenere le lacrime sul treno è apparso là in fondo all’orizzonte: “Il mare, si vede il mare!” si confonde con il cielo ma è più blu, più grande, più vagabondo».
Milioni di bambini italiani, nel corso del ‘900, hanno fatto la loro prima esperienza di «vacanza» con un soggiorno in colonia. Gli ospizi per lo più marini, realizzati dapprima a scopo terapeutico su influsso della medicina positivista, si sono moltiplicati quando il regime fascista volle creare i «nuovi italiani». Furono ingaggiati i migliori architetti per progettare luoghi salubri e pedagogicamente ispirati, esempio seguito anche da molte aziende nazionali per i figli dei loro dipendenti. Nel secondo dopoguerra sarà l’associazionismo religioso e laico ad animare i tanti maestosi edifici, anche se poi il boom economico dischiuderà le porte alle vacanze individuali e per le colonie inizierà un vero e proprio «sacco edilizio». L’itinerario è contrappuntato dalle memorie dei molti bambini che di quei soggiorni ci restituiscono l’atmosfera.
Stefano Pivato, professore emerito di Storia contemporanea, collabora con il Dipartimento di storia dell’Università di San Marino. Per il Mulino ha pubblicato: «I comunisti mangiano i bambini» (2017), «I comunisti sulla Luna. L’ultimo mito della Rivoluzione russa» (con M. Pivato, 2017), «Storia sociale della bicicletta» (2019), «Storia dello sport in Italia» (con P. Dietschy, 2019), «La felicità in bicicletta» (2021) e «Tifo» (con D. Marchesini, 2022).
tra pochi giorni sarà passato un anno senza la nostra Elide Greco.
È innegabile che Elide abbia saputo dare un enorme contributo alla vita sociale e politica della nostra comunità, tanto al fianco di numerose associazioni e di semplici cittadini, quanto impegnata con il Partito Democratico.
Elide ha toccato ognuno di noi con la sua forza gentile e il suo entusiasmo.
A un anno dalla scomparsa che ha lasciato in noi un vuoto così grande, abbiamo deciso di ricordare Elide dedicandole un evento, questo sabato, 1 aprile alle 17.00, nella sede dell’Amministrazione provinciale di Como, in via Borgovico 148. Ne ripercorreremo lo straordinario impegno sociale e politico con l’aiuto di tante associazioni comasche con cui Elide ha collaborato negli anni: “Il Poeta Sognatore”, “Classe 66”, “Le Sferruzzatrici di Elide”, Fondazione Scalabrini e International Dance.
Proprio come le Sferruzzatrici hanno cucito migliaia di coperte per i più bisognosi, così i partecipanti alla serata porteranno i propri ricordi da “cucire” insieme in una sorta di memoria collettiva della nostra amica.
Durante l’evento, inoltre, si ufficializzerà l’intitolazione del Circolo Pd Como Nord che prenderà il nome di “ Circolo Elide Greco”.
Grazie Paolo ! Grazie Luciana !
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Il pensiero di EMANUELE SEVERINO, a cura di Vasco Ursini (1936-2023)
… faccio mio il pensiero di un suo caro amico secondo il quale
Vasco nella sua vita ha incessantemente cercato una via che lo conducesse ad una maggiore comprensione delle cose visibili ed invisibili
mai accontentandosi, però, di racconti della condizione esistenziale già confezionati
ma sempre continuando a sottoporli a continua verifica ed ulteriore ponderazione
.……la vita come ricerca.
(RICORDO anche: https://traccesent.com/2023/03/15/caro-paolo-sono-fabrizio-e-sono-costretto-dirti-che-papa-ieri-sera-se-ne-andato/)
Caro Paolo, sono Fabrizio
e sono costretto dirti che papà ieri sera se n’è andato.
Sono stati mesi difficili da quando lo scorso maggio ha scoperto di avere un tumore.
Sapevo che, comunque, il vostro rapporto era più vivo che mai perché mi parlava spesso di te e della preziosità della vostra amicizia.
Ti ringrazio profondamente per aver collaborato tutti questi anni con lui al vostro blog.
Ricordo sempre con piacere il nostro incontro a Brescia anni fa e spero per te ogni bene.
Un carissimo saluto
Fabrizio
in RICORDO di Vasco Ursini (1936-2013)
scheda dell’editore: https://www.quodlibet.it/libro/9788822907790
Quel che succede ogni giorno, in che modo descriverlo?
Un libricino pieno di semplici genialità, come riesce di norma a Perec, parlando dell’ordinario quotidiano.
Ad esempio del quotidiano cibarsi, e fa l’inventario, comico e indigesto nella sua riassuntiva catalogazione, di tutto ciò che ha ingurgitato nel corso di un anno, il 1974: sette galline bollite con riso, settantacinque formaggi, sette zampini di maiale ecc.
Poi come scrivere automaticamente duecentoquarantatré cartoline, tutte diverse, di ordinari saluti estivi usando solo cinque frasi elementari in tre varianti.
E l’osservazione di una via di Parigi in sei date diverse, i negozi, le insegne, le scritte occasionali, le facciate, un gatto che passa, cioè tutto ciò che è sotto gli occhi, così ovvio che non lo si nota, ma esiste per un attimo poi sarà perduto per sempre.
Questi scritti pubblicati tra il 1973 e il 1981 sono stati raccolti in libro nel 1989.
MI MANCHI
Mi manchi
come il sorriso alla persona adirata,
come il dolce suono a una chitarra stonata,
come il sole ad una brutta giornata.
Mi manchi
come il vento alla vela sul mare,
come il conforto al malato terminale,
come l’aria a chi sta per annegare.
Mi manchi
come il bel panorama ai gitanti,
come l’intimità a due amanti,
come le loro vittime ai briganti.
Mi manchi
come il seno materno al neonato,
come l’acqua al deserto inaridito,
come il consiglio fraterno di un amico.
Mi manchi
come al goloso un tiramisù,
come la gravità a chi sta lassù,
mi manchi e tutto manca se manchi tu.
in fotografia: Luigi P. , Paolo Ferrario, Gianfranco Gentile
qui alcuni ricordi di Gianfranco:
https://traccesent.com/category/amici-e-persone-conosciute-nel-tempo/gianfranco-g-detto-tato/
https://coatesa.com/category/persone/gentile-gianfranco-tato/
Caro Paolo, felice di averti rivisto,
come ti dissi ti leggo spesso sulle mail che mi mandi.
Questa mattina, scorrendo il tuo sito (Coatesa.com), ho aperto l’indice del blog e poi (Gentile Gianfranco “Tato” (2)) rileggendo appunto 2 delle poesie che ti diedi a suo tempo.
Mi piacerebbe che, se lo ritieni, ne pubblicassi altre; mi farebbe molto piacere (orgoglio?) e allora mi permetto di inviarti quelle che reputo più carine- spiritose- serie- allegre……
Se lo farai ti prego anche di volermelo far sapere in modo che io possa, IMMEDIATAMENTE (super orgoglio) andarle a vedere.
Ciao, un abbraccio.
P.s.: mi ricordo ancora la tua stanza con i materassini neri di gomma e la tua scatola del “Piccolo chimico”. Bei tempi……….
Sei stato più veloce della luce, ti ringrazio molto.
Sapevo del tuo infarto, ma non sapevo avessi dovuto sottoporti anche agli stent ed al pacemaker. Sappi comunque, ma lo sai sicuramente, che ora sei sotto protezione forse più di una persona, come si suol dire, sana come un pesce.
Le medicine ed i controlli ai quali ti sottoporrai monitorano di continuo il tuo stato di salute. Per farti un esempio, mia mamma con un infarto avuto nel 1975 è campata fino al 2003 e non è morta per quello.
Anch’io mi ricordo i bei tempi andati,
il ritrovo in via Cadorna con Alberto, se non sbaglio, e la sorella (autotrasporti) e quella grande quercia che ancora vive e i poveri passerotti ai quali sparavamo con un fucile a canna esagonale, il gioco con la pelota basca che poi ti ha portato al pronto soccorso con la lingua tagliata, … ,
poi in via Cigalini dove abbiamo pernottato nella roulotte prima della partenza per Marina di Pisa,
… e in via Dante;
la gita a Bergamo Alta con la mia Fiat 850 beige,
la gita a Pognana .. ,
spero di non sbagliare il cognome, dove io, per fare lo spiritoso con i figli e la sua nipote (carina) facevo sparire il mozzicone della sigaretta sotto la lingua e mi sono scottato come un pirla.
Bei ricordi indelebili……
Ciao Paolo e grazie ancora per la pubblicazione
Mappe nel Sistema dei Servizi alla Persona e alla Comunità
Biografia di Dino Cofrancesco
vai a
Caro Paolo,
grazie a lei, mi trovo su internet !
Che bellezza. Sa, il mio sito blog pennavaja.com pare finito (Nei Collegamenti finali c’è il suo nome con link al blog). E sto creando una pagina Facebook, con l’aiuto del professor G da N..
Per me è stato (è tuttora) un grande stress (infatti vado per la … e temo di dover essere operata).
Il signor A. B. calabro è stato bravo, con tutto che non ha PC ma solo un tablet e lavora quando c’è il sole (ha l’energia elettrica di un piccolo pannello solare, a parte l’acqua che è sempre fredda e il cibo che deve rimediare in modi sgradevoli. Una volta era abile e ben pagato informatico a Berlino. Chissà cosa gli è capitato. … Sono stata invasa da notizie tristi, che mi fanno male soprattutto perché non posso aiutare più di tanto. Ulteriore stress mi è venuto dal fatto di aver pubblicato con Youcanprint, che da un lato è democratico e semplice (non vogliono i diritti d’autore, non fregano come fanno purtroppo noti editori), però è costituito da lavoranti parcellizzati, che nulla sanno del testo sul quale lavorano. Dunque email su email, e cambia sinossi e poi cambia copertina e poi l’estratto e quindi i Ringraziamenti…
Ora il saggio si chiama “Biografia e autobiografia nella narrativa. Consigli sullo stile”, ed è molto più lungo. Volevo darle questa bella notizia.
Ho letto con viva partecipazione e dispiacere quello che le è successo nel 2014. Non lo sapevo. Spero che adesso stia almeno benino.
Forse gliel’ho già detto: nel sito la nomino con parole di stima e affetto, parlando degli allievi della “Casa della scrittura”. Incontro una volta a settimana Patrizia; andiamo nella parrocchia di S. Maria del Suffragio a fare il doposcuola.
Sa, io non ho gioia dai miei cari. Sono stata parecchio sfortunata. Così aiutare i ragazzi mi dà molta allegria (ho in pratica tre doposcuola).
Caro Paolo, la saluto con rinnovati ringraziamenti e auguri per la sua vita!
Cristina
scheda dell’editore:
https://www.hoepli.it/libro/enzo-jannacci/9788836010813.html
Ecco tutto qui, dal titolo di una canzone contenuta in Foto Ricordo, album del 1979, è la storia appassionata di una vita unica e irripetibile, dove l’artista e l’uomo Enzo Jannacci sono fotografati e raccontati da chi lo ha visto e conosciuto da vicino, sul lavoro, tra gli hobby, accompagnandone la carriera e le avventure di tutti i giorni.
Diviso per decenni, dai primi coraggiosi esperimenti degli anni Cinquanta, fino al passo d’addio del 2013, il testo ritrae Jannacci come testimone del suo tempo, un mosaico gioioso e tragico insieme, capace di dividersi tra musica e medicina, tra concerti, dischi e produzioni, tra teatro e televisione, pubblicità, regie e arti marziali, cinema e cabaret, senza mai mancare il bersaglio: una traiettoria di umorismo, nonsense e amare riflessioni sui più sfortunati, sui derelitti, sui dimenticati dalla società. Un mistero buffo, come lo avrebbe definito l’amico e maestro di sempre, Dario Fo.
Oltre a un prezioso apparato di fotografie mai pubblicate prima, il libro offre un panorama ricchissimo su lavori e opere passate in rassegna puntigliosamente, con l’ausilio di alcune delle tante persone che gli hanno voluto bene e ancora oggi lo considerano un ineludibile punto di riferimento per il mondo dello spettacolo, e non solo: tra questi Renzo Arbore, Massimo Boldi, Sergio Castellitto, Romano Frassa, Dalia Gaberscik, Ricky Gianco, Gino e Michele, Gino Paoli, Gianni Rivera, Paolo Rossi, Vasco Rossi.
Murakami Haruki ha scritto un atlante sentimentale del jazz.
Lo ha fatto nell’unica maniera possibile: scegliendo dalla sua collezione di dischi (rigorosamente in vinile) i musicisti indimenticabili, i brani piú preziosi, le performance storiche, e raccontandoceli con la stessa contagiosa passione di un amico con cui dividere un bicchiere in un jazz club.
A completare questo cocktail, perfetto anche per chi non conosce il mondo del jazz, ci sono la straordinaria capacità affabulatoria e la sottile malinconia dell’autore di 1Q84, accompagnate dai ritratti dei musicisti dipinti dall’artista Wada Makoto.
Buon ascolto.
Gregory Colbert su Youtube:
vai a:
Estate del 1959, nell’Oregon. Quattro ragazzini partono per un’escursione di cinquanta chilometri lungo la ferrovia, affrontando varie avventure e scoprendo il cadavere di un ragazzo scomparso giorni prima.
Da un racconto (The Body, 1982) di Stephen King, sceneggiato da Raynold Gideon e Bruce A. Evans, nominati all’Oscar, uno dei film più belli sull’adolescenza degli anni ’80, nel miracoloso equilibrio della memoria tra sentimento e avventura. Sarebbe piaciuto a Truffaut. Bravissimi i quattro ragazzini.
Fotografia stupenda di Thomas Del Ruth. Musica: Jack Nitzsche con la canzone “Lollipop”. Il titolo è lo stesso di una canzone di Ben E. King.
AUTORE LETTERARIO: Stephen King
La recensione del film è tratta da: il Morandini 2016, a cura di Laura Morandini, Luisa Morandini, Morando Morandini, Zanichelli editore
UN ANZIANO
In un bar. Frastuono. A un tavolino
sta appartato un anziano. Ricurvo,
con un quotidiano dinnanzi. Solo.
Rimugina i suoi avviliti anni passati,
a quanto poco sfruttò la vita,
quando forza, facondia, vitalità furono padroni.
Molti anni sono trascorsi: lo sa,
pur tuttavia gli fa gioia immaginar
sia solo poco fa. Distanza corta, distanza limitata.
Ritorna il ricordo di quando fu tradito
dall’inganno cui (pazzo!) donò fiducia:
“Domani. Tanti giorni hai davanti” – lusinga bugiarda.
Ogni gioia sacrificata… ogni slancio rimosso …
Ricorda. Ogni opportunità smarrita, ora,
canzona sarcastica la sua idiozia.
Di traccia in traccia, in tanto girar
di ricordi, frastornato l’anziano appoggia
il capo al tavolino … il sonno arriva.
Testo originale:
UN VECCHIO
Konstantinos Kavafis
Interno di caffè. Frastuono. A un tavolino
siede appartato un vecchio. È tutto chino,
con un giornale avanti a sé, nessuna compagnia.
E pensa, nella triste vecchiezza avvilita,
a quanto…
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