Categoria: EROS
La CANZONE ITALIANA 1871 – 2011. Storie e testi, a cura di Leonardo Colombati, Mondadori/Ricordi, 2 Volumi, 2011, 2848 pagine. Indice del libro
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In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, Mondadori presenta la prima storia e antologia della canzone popolare e d’autore: un fenomeno di grandissima rilevanza culturale che ha accompagnato la nostra storia, anno dopo anno. Un’opera di immensa ricchezza, contestualizzata con cura rigorosa, un avvincente percorso a tappe che documenta l’evoluzione di un talento naturale degli italiani. Spesso connotata come “leggera” rispetto alla musica classica, la canzone rappresenta una delle forme più autentiche e originali d’espressione, specchio fedele di una società nelle sue varie sfaccettature, voce dei suoi desideri e anima delle sue passioni. Partendo dall’Inno di Mameli, passando dalla canzone napoletana di Libero Bovio alle atmosfere del Cafè-chantant, dagli autori sconosciuti dei canti popolari in dialetto ai poeti della formacanzone e ai più recenti successi di Sanremo, l’autore accompagna il lettore alla scoperta di epoche e vibrazioni diverse: un’occasione per comprendere chi eravamo e chi siamo.
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https://www.ansa.it/web/notizie/unlibroalgiorno/news/2011/11/30/visualizza_new.html_12103460.html
















“Per fare un prato …” Emily Dickinson
„Per fare un prato bastano
un trifoglio, un’ape,
un trifoglio, un’ape
e un sogno.
Può bastare il sogno
se le api sono poche.“
Fonte: https://le-citazioni.it/frasi/157592-emily-dickinson-per-fare-un-prato-bastano-un-trifoglio-unape/
TartaRugosa ha letto e scritto di: Massimo Mantellini (2020), Dieci splendidi oggetti morti, Einaudi, Torino – TARTARUGOSA
…. le vacanze estive prevedevano l’acquisto di due pellicole da 36 e che delusione quell’anno in Yugoslavia, quando scoprii, all’apertura dell’apparecchio, che la pellicola non si era agganciata ai dentini, restando quindi intonsa e priva delle immagini che volevo immortalare. Oggi, nella nostra mutazione da homo sapiens a homo videns, la macchina fotografica non esiste più, essendo stata incorporata nel cellulare – presidio di massa – fatto salvo qualche amatore o professionista, convertito però al digitale. …
DA:
TartaRugosa ha letto e scritto di: Massimo Mantellini (2020), Dieci splendidi oggetti morti, Einaudi, Torino – TARTARUGOSA
EUGENIO MONTALE, Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, nè più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
Nulla due volte, di Wislawa Szymborka
Nulla due volte accade
Né accadrà. Per tal ragione
Nasciamo senza esperienza,
moriamo senza assuefazione.
Anche agli alunni più ottusi
Della scuola del pianeta
Di ripeter non è dato
Le stagioni del passato.
Non c’è giorno che ritorni,
non due notti uguali uguali,
né due baci somiglianti,
né due sguardi tali e quali.
Ieri, quando il tuo nome
Qualcuno ha pronunciato,
mi è parso che una rosa
sbocciasse sul selciato.
Oggi che stiamo insieme,
ho rivolto gli occhi altrove.
Una rosa? Ma cos’è?
Forse pietra, o forse fiore?
Perché tu, ora malvagia,
dài paura e incertezza?
Ci sei – perciò devi passare.
Passerai – e in ciò sta la bellezza.
Cercheremo un’armonia,
sorridenti, fra le braccia,
anche se siamo diversi
come due gocce d’acqua.
Kostantinos Kavafis, Torna
Torna sovente e prendimi,
palpito amato, allora torna e prendimi,
che si ridesta viva la memoria
del corpo, e antiche brame trascorrono nel sangue,
allora che le labbra ricordano, e le carni,
e nelle mani un senso tattile si riaccende.
Torna sovente e prendimi, la notte,
allora che le labbra ricordano, e le carni…
Kostatinos Kavafis
da
Kostantinos Kavafis invoca uno struggente “Torna”… – Letteratu.it
Tornatore Giuseppe, La corrispondenza, Sellerio editore, 2016 – Il Cinema Racconta …: LA CORRISPONDENZA, di Giuseppe Tornatore, con Olga Kurylenko, Jeromy Irons, 2015
Tornatore Giuseppe, La corrispondenza, Sellerio editore, 2016
LA CORRISPONDENZA, di Giuseppe Tornatore, con Olga Kurylenko, Jeromy Irons, 2015. Dal libro: Tornatore Giuseppe, La corrispondenza, Sellerio editore, 2016 – Il Cinema Racconta …
TartaRugosa ha letto e scritto di: Marisa Bulgheroni (2020), Stella nera. Frammenti di una vita a due, Il Saggiatore, Milano
TartaRugosa ha letto e scritto di:
Marisa Bulgheroni (2020)
Stella nera. Frammenti di una vita a due
Il lutto, inteso come sentimento di dolore che proviamo per la perdita di una persona cara, è un evento che ci appartiene e ci richiede un lungo lavoro per ritrovare un orizzonte di senso, nonostante il definitivo congedo da qualcuno che nella nostra vita ha molto contato.
Con l’espressione “lavoro del lutto” Freud indica il processo energetico necessario per avviare quell’elaborazione psichica che consentirà di interiorizzare l’immagine del defunto e di riorganizzare l’intero mondo interno senza la presenza fisica della persona cara.
Un distacco importante non può essere assorbito in un periodo breve: l’ordine sconvolto dall’evento ha bisogno di essere ricomposto attraverso una serie di gesti, atti, reazioni che annunciano un’occasione di trasformazione per chi rimane e si interroga sul senso di sopravvivere avendo perso, nella persona amata, anche un pezzo di se…
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NOTTOLA fotografa me e LUCIANA alla mostra di pittura di DORIAM BATTAGLIA, 3 ottobre 2020

Paolo Ferrario: schede per la presentazione del libro: DUCCIO DEMETRIO, INGRATITUDINE, La memoria breve della riconoscenza, Raffaello Cortina Editore, 2016. Libreria UBIK, Como, 28.3.2017
LETTERA, quasi cartacea, ad un vecchio amico che conosco dal 1966, 15 aprile 2020
carissimo ***
sono di ritorno dal mio secondo giretto quotidiano.
Alla mattina vado a prendere i giornali (pur essendo molto internettiano, i quotidiani li leggo solo in formato cartaceo, così posso sottolineare e fare le mie mappe cognitive),
Al pomeriggio faccio le scale a piedi e giro per il cortile della casa.
scusa se non ti telefono. Sono allergico al telefono: lo trovo una forma di “comunicazione violenta”.
Preferisco di gran lunga la scrittura, che stimola la riflessione, costringe a pensare quello che si scrive, consente di tenere i testi. Un po’ come si faceva ai meravigliosi tempi delle lettere che si imbucavano. E che si potevano conservare nel tempo. Ne ho intere casse che arrivano fino agli anni ’60.
Sto vivendo molto male questo tempo da tragedia.
Da sociologo so che le strutture socioculturali ne usciranno distrutte.
Da persona ho un atteggiamento che tenta di indirizzare la mia psiche alla RASSEGNAZIONE.
Certo la politica, l’economia, i gruppi sociali compiranno molte azioni di riassestamento. Ma sarà durissima perchè sono state sconvolte le relazioni sociali e il modo in cui la socializzazione ha costruito i nostri IO SOGGETTIVI.
Da tempo sui miei blog continuo a diffondere una fondante MAPPA COGNITIVA che uso dal 1967 (amo le mappe, qualsiasi esse siano: stradali, urbane, basate sulle letture di libri. Tutta la mia attività didattica è basate sulle mappe. Ne ho disegnate migliaia) :
Paolo Ferrario
“Al mondo senza cellulare siamo rimasti solo io e te , credo” … “Per questo siamo amici” … “Abbiamo mantenuto una reperibilità selettiva”. In Julia, di Giancarlo Berardi, Agosto 2019
ENCICLOPEDIA DEL ROCK: tutti i protagonisti e gli album dalle origini a oggi, Gruppo editoriale l’Espresso, 10 volumi, 2005
DUBOIS Philippe J., ROUSSEAU Elise, Piccola filosofia volatile. 22 lezioni di felicità, Solferino , 2019. Indice del libro
mi ha eletto non solo a regiura, ma anche a badante …., luante (luciana+badante)
KASSIA ST CLAIR, ATLANTE SENTIMENTALE DEI COLORI. Da amaranto a zafferano. 75 storie straordinarie, Utet, 2018. Indice del libro
INFANZIE: Luciana e Paolo
mi ricordo che iniziava EROS. Era il 1982, ma le fotografie sono del 19 aprile 2018
Angelo Pintus, alla Arena di Verona, Spettacolo 2016 con proposta di matrimonio
Angelo Pintus
alla Arena di Verona
Spettacolo 2016 con proposta di matrimonio
La lettera in cui John Steinbeck spiegava al figlio che cosa vuol dire innamorarsi – in TPI
…
Innanzitutto, se sei innamorato, questa è una buona cosa – direi che è la cosa migliore che possa succedere a chiunque. Non lasciare che nessuno la riduca a una cosa piccola e insignificante.In secondo luogo, ci sono diversi tipi d’amore. Ce n’è uno egoista, meschino, avido, interessato, che usa l’amore per il proprio narcisismo. Questo è il tipo d’amore brutto e paralizzante. L’altro è un fuoriuscire di tutto ciò che c’è di buono in te – gentilezza, considerazione, rispetto -, che non sono solo il rispetto sociale delle buone maniere ma una forma di rispetto più grande che consiste nel riconoscere un’altra persona come unica e preziosa. Il primo tipo d’amore può renderti ammalato, piccolo e debole, ma il secondo può liberare in te forza, coraggio, bontà e perfino saggezza che non sapevi di avere.
…
tutta la lettera qui:
Sorgente: La lettera in cui John Steinbeck spiegava al figlio che cosa vuol dire innamorarsi – TPI
Sven Otten, il ballerino dello spot di Tim. Ha 29 anni ed è tedesco. Ma gli utenti di YouTube lo conoscono come JustSomeMotion. Canzone ‘All Night’, del dj austriaco Parov Stelar
Si chiama Sven Otten, ha 29 anni ed è tedesco. Ma gli utenti di YouTube lo conoscono come JustSomeMotion
a mia moglie: credo sia arrivato il momento di DARE UNA SVOLTA ALLA NOSTRA VITA … Sì …: una svolta
a mia moglie:
cara LQ
(detta altrimenti Luciana Quaia o Luciana o Lu, come diceva tuo padre)
credo sia arrivato il momento di DARE UNA SVOLTA ALLA NOSTRA VITA
…
Sì …: una svolta
d’ora in avanti, dopo Un posto al sole e quando non ci sarà alla televisione nessun film bello da vedere dopo le 21 (avendo escluso for ever di vedere i chiacchiera – show dei giornalisti che stanno favorendo la svolta nazipopulista del prossimo quinquennio)
dicevo …:
d’ora in avanti ci dedicheremo, a turno, alla LETTURA A VOCE ALTA di qualche pagina dei libri che ci sembrano belli:
un racconto …
un brano di romanzo
un brano di saggio che si presta alla lettura espressiva
una serie di poesie (le lasceremo risuonare, come musica) …
per una mezz’ora, per un’ora
sarà un modo per usare bene il tempo che resta
e per sottolineare le pagine belle: Murakami, Munro, Carofiglio, Strand, Auden, Severino, S. King, Brodskij, … Ci sarà solo da scegliere
E ogni volta sarà una sorpresa
saremo dei “lettori per noi”
che cosa ne dici mia bella LQ?
sei d’accordo?
ti piace l’idea?
ti sembra un bel modo per DARE UNA SVOLTA ALLA NOSTRA VITA?
baci e abbracci
e felicità per averti incontrato nella mia vita
Paolo e Luciana alla Università di Milano Bicocca, 4 novembre 2016
Discorso di Robin Williams in Will Hunting – genio ribelle – video
FIDUCIA, da Pina di Wim Wenders
ROBERTO CARNERO e GIUSEPPE IANNACCIONE, Manuali per scoprire i colori e il cuore della letteratura
Noi due………..foto di P.P.
esercizi del gatto per la SCHIENA
JOHN DONNE, sull’amore coniugale
Nel letto accompagnando la sua Donna
Vieni o Signora mia, che le mie forze
per te operose si faranno, e intente
nel lavoro saranno, a tanto impegno.
Il nemico, quando un nemico avvista
si sfianca in ozio, pur senza lottare.
Via quella tua cintura scintillante,
stellato ciel, su cielo ancor più vago,
via quel velo dai seni, che ti cela
a difesa di sguardi intenti e sciocchi.
E armoniosa, deponi ogni legame,
che è giunto il tempo di letto d’amore.
Via quel divino busto, invidia mia,
perchè per sempre può averti vicino.
Cada la veste e il dolcissimo corpo
mi si riveli, come quando l’ombra
dal colle scema e mostra i prati in fiore.
Via quei fermagli dai capelli, sciogli
il diadema di chiome sul tuo capo.
Via quei calzari e penetra nel sacro
mio letto, soffice tempio d’amore.
In bianche vesti gli Angeli celesti
erano attesi dagli uomini, ed Angelo
anche tu sei, che mi riveli un cielo
qual’è di Maometto il paradiso.
E sebbene gli spettri ci confondano
biancovestiti, pure agevolmente
da questi Angeli noi li distinguiamo:
perche quelli ci rizzano i capelli
e questi invece, divini, la carne.
Consenti alle mie mani accarezzare
e dietro e avanti, e in mezzo, e il sopra e il sotto.
Oh tu America mia, mia Nuova Terra,
mio regno tanto più difeso, quanto
più da me solo, uomo a presidiare.
O mia miniera di gemme, mio Impero
ed io beato qui, a discoprirti!
Essere liberi è legarsi in vincolo
e in tal sigillo porrò la mia mano.
O nudità completa, di ogni gioia
umana sei tu causa prima e vera.
E come l’anima incorporea va,
così il tuo corpo senza veli avrà
eterna perfezione. E quei diademi
con cui vaghe voi donne v’adornate
aurei pomi son come d’Atalanta
gettati per inganno avanti a un uomo
folle, attirato più da fredde gemme
che da colei che ardente li esibisce.
Come pittura, o come legatura
di libro è l’indumento di una donna:
lei dentro, sola, è mistica scrittura
che a noi degnati da divina grazia
sua rivelata, ammirare possiamo.
E dunque a me, affinchè possa vedere,
te stessa mostra come a levatrice,
lentamente spogliandoti di tutti
quei bianchi lini, perchè all’innocenza
mai più s’imponga alcuna penitenza.
Io nudo, amore a te insegno e perchè
allora stai, più vestita di me?
Un Angelo su Coatesa
ciao Paolo, come hai già avuto modo di capire sono già a Milano, che in agosto quando non c’è nessuno è bella. nessun paragone ovviamente con Coatesa che è un incanto, ma un incanto che mi significa qualcosa perchè ci sei tu con L., perchè un angelo del luogo si è posato lì avendo trovato lì i suoi portavoce, i suoi cantori… un abbraccio di cuore
B.L.
RICORDARE è importante. L’album fotografico sulla vacanzina a Lecce: l’attestato al Premio Nabokov per il libro INTIME ERRANZE
fine 2013, tempo di ricordi: Luciana negli anni ’80
La stanza che dà sul centro storico di Como, dicembre 2013
Ognuno di noi abita una «casa» , chiamiamola così. Attorno, a perdita d’occhio, la brughiera. Il fuoco è acceso, la tavola imbandita. Ma capita, guardando verso la finestra, che il vento ci faccia credere di trovarci là fuori — e ci si dimentichi di dove siamo davvero. Si è «a casa»
Emanuele Severino
ancora: Il cielo in una stanza del centro storico di Como, in occasione dei nostri trent’anni di vita insieme
LUCIANA QUAIA FINALISTA AL PREMIO NABOKOV
www.premionabokov.com
Ada Culazzo, “Donne e Amanti”, Lupo editore;
Stefano Carnicelli, “Il cielo capovolto”, Prospettiva editrice;
Rossella Luongo, “Latte acido”, Edizioni della Sera;
Maria Grazia Presicce, “Crisalide”, Besa editrice;
Milena Magnani, “Delle volte il vento”, Kurumuny edizioni;
Mario Leocata, “Canne mozze”, Armando Curcio Editore;
Carla De Bernardi, “Qualche lontano amore”, Mursia editore;
Paolo Senni Guidotti Magnani, “SPE – Sonetti Preghiere Elegie”, Edizioni del Leone;
Ester Cecere, “Come foglie in autunno”, Edizioni Tracce;
Adolfo Nicola Abate, “Versi d’amore scorrono”, Aletti editore;
Aurora Castro, “La rosa del piacere”, Raffaelli editore;
Anita Piscazzi, “Maremàje”, Campanotto editore;
Giovanni Minio, “Variabilmente”, Pier Luigi D’Orazio Editore;
Rita Rucco, “Sensi per Versi”, AbelbBooks edizioni;
Saverio Angiulli, “Fasano e la terra di Puglia nella storia del Regno di Napoli”, BookSprint edizioni;
Francesca Mercadante, “Le Fortificazioni militari fenicio-puniche dei Monti di Palermo”, Edizioni del Mirto;
Luciana Quaia, “Intime erranze – Il familiare curante, l’Alzheimer, la resilienza autobiografica”, Nodo Libri;
Luca Antonucci, “Papa Luciani, un lampo di stupore”, Este Edition;
Giuseppe Oddo, “Il miraggio della terra – Risorgimento e masse contadine in Sicilia (1767-1860)”, Salvatore Sciascia Editore;
Paolo Spagnuolo, “Le Istituzioni politiche e amministrative nel regno delle Due Sicilie dal 1815 al 1860, Prospettiva editrice;
Margherita Chiarugi, Sergio Anichini, “Sono un bullo, quindi esisto”, Franco Angeli edizioni;
Associazione Gallipoli Nostra, “Spartaco – Ventott’anni di passioni, di lotte politiche e di cultura popolare attraverso un giornale di provincia.”
Il presente comunicato sarò diffuso attraverso l’ufficio stampa di Interrete per continuare a sostenere e promuovere le opere edite, dando visibilità alle stesse e ai suoi autori, il proposito che ha portato alla istituzione di questo stesso premio.
http://premionabokov.com/i-finalisti/
http://mappeser.com/2012/12/12/luciana-quaia-intime-erranze-il-familiare-curante-lalzheimer-la-resilienza-autobiografica-nodo-libri-e-finalista-al-premio-nabokov-per-la-saggistica/
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CAT HOSPITAL, di Luciana Quaia
Poco meno di trent’anni fa, al cospetto di quello che sarebbe diventato il nostro luogo di vita in comune, ci trovammo a prendere una decisione definitiva: il nostro appartamento avrebbe avuto il minor numero di porte possibili.
La scelta sicuramente era condizionate dalle dimensioni e dalla disposizione dei vani. Mancando infatti il “riscontro d’aria”, tutti i locali della casa sono localizzati sul lato est dell’abitazione e si affacciano su un lungo e spazioso corridoio.
Bibliofili entrambi, non ci fu bisogno a quei tempi di grandi negoziazioni: il corridoio della zona “notte” avrebbe accolto un armadio lungo tutta la parete, cosicchè lo spazio di quell’ingombro avrebbe ceduto il posto alla gigantesca biblioteca che Paolo aveva appositamente progettato nel suo appartamento da single.
la biblioteca di Via Venturino:
A questo punto la porta che divideva il corridoio “giorno” da quello sequenziale costituiva un deciso ostacolo, poiché la sua apertura avrebbe interferito con la porta dell’armadio che là doveva essere collocato. Per cui, su suggerimento di un solerte geometra che raccoglieva i nostri desideri per costruire su misura il guardaroba con determinate caratteristiche, optammo per una porta a due battenti scorrevole atta a separare i due corridoi:
Porte del soggiorno, dello studio e della cucina, invece, eliminate.
Salvate in extremis quella della camera da letto e, più che altro per eventuali ospiti, quella del bagno.
Che c’entra tutto questo con il cat hospital del titolo?
C’entra, c’entra, eccome se c’entra.
Esattamente a partire dal 1997, quando nella nostra vita di coppia è entrata stabilmente Miciù.
A onor della precisione, già dal 1996 la nostra casa si era prestata a temporaneo cat hospital, quando in occasione della prima cucciolata di gatti osservata in diretta ad Amaltea, si prese la drastica decisione di sterilizzarne tre, poiché fra i cinque micini ben quattro erano femmine, (la quarta se l’era portata via un viandante, chiedendo l’autorizzazione al nostro sprovveduto vicino).
Peccato che in quell’epoca non eravamo in possesso di videocamera e di blog: la memoria con gli anni fa sfumare i dettagli dei ricordi. Ci chiediamo spesso infatti come avevamo potuto portare in un viaggio di sedici chilometri tre gatti di sei mesi in un’unica gabbia.
L’unica indelebile reminiscenza è l’odore nel tragitto e Paolo che, entrando in casa, sbraita: “Tu resta qui” e si chiude nel bagno (la porta in quel momento si rivelò una provvidenza). L’altro ricordo netto sono io che, finita l’operazione di pulizia (tutte e tre le signorine in vasca) entro e con il phon procedo alla loro asciugatura. Ancora non riusciamo entrambi bene a ricordare come sia stato il decorso post-sterilizzazione. Paolo sa molto bene quello che è successo in ambulatorio, e la fatica del veterinario nel capire con chi si doveva procedere per non confondere le tre vispe bestiole che continuavano a farsi il girotondo intorno. Io ho un vago ricordo di loro tre che, con la coscia rasata da tacchine, corrono sullo schienale del divano, ma per quanto tempo proprio non rimembro.
Bene, arriviamo al 1997 e all’arrivo della piccolissima Miciù, tre mesi, in novembre. Aveva un pessimo aspetto in giardino, per cui decidemmo di portarla a Como per la visita veterinaria. Diagnosi di seria tracheite e terapia antibiotica per una settimana. Era la prima volta che un esserino così piccolo conviveva con noi, stava male e la tosse aspra e violenta le causava vomito. All’ora di andare a letto, guardai Paolo e dissi: “la porta della camera stanotte resta chiusa, prima che venga dentro e ci vomiti addosso”.
Avevo sottovalutato, o meglio non conoscevo affatto, la determinazione dei gatti. A mezzanotte e rotti, un gran graffiare alla porta con lamentoso gnaulio. “Lasciamola stare, vedrai che fra un po’ smette”. E infatti di lì a poco, di nuovo silenzio. Ma dopo pochi minuti, Miciù aveva adottato una nuova strategia. La porta della camera (segata per via della nuova piastrellatura del pavimento) presentava uno spiraglio sotto cui la furbissima malaticcia poneva le unghie a mò di leva e, causando rumori sinistri che nel cuore della notte producevano un suono ancor più inquietante, si dava un gran daffare per dichiarare la sua voglia entrare. Vinse lei. Vomito compreso.
Da quella sera la porta della camera rimase aperta e Miciù non tornò più ad Amaltea. Tuttavia una regola volevo vincerla anch’io. “Miciù resta, ma si deve accontentare solo della zona “notte”. La mia preoccupazione era per tende e divani.
Così si passò a tenere chiusa la porta a due battenti (scorrimento laterale e binario sulla parte alta della parete). Quella diavolessa però riusciva a infilare la zampa nella fessura e a spingere fino ad introfularsi. Fu allora la volta della sciarpa bordeaux che, passata tra le due maniglie e chiusa a nodo, impediva l’apertura del passaggio.
E’ vero che i gatti dormono gran parte del giorno, ma quando sono svegli si danno un gran daffare per esplorare il territorio.
Da quel periodo le due porte non scorrono più molto bene, perché le guide, a furia di colpi, si sono rovinate. E da quel periodo non c’è più stata ragione di tenerle chiuse. Miciù è diventata la padrona di casa nostra.
Siamo a tempi più recenti. Nel frattempo ci siamo molto affezionati a questi animali e la voce che ad Amaltea si sta bene si è diffusa. Ci sono stati periodi in cui al nostro balcone si davano appuntamento anche sette mici. Alcuni sono diventati dei frequentatori assidui, altri di passaggio, altri addirittura hanno scelto il nostro giardino per venire a morire.
Negli ultimi due anni abbiamo dovuto prendere nuove decisioni sulla nostra casa. La prima per Noelle, per la quale abbiamo creato nel bagno il reparto “Terapia intensiva”, la seconda per Chat Noir, anche lui destinato alla quarantena nel bagno che, come tutte le sale di rianimazione, deve tenere la porta rigorosamente chiusa e, fresco fresco di ieri, il nuovo assetto organizzativo.
E’ successo infatti che nel nostro giro domenicale abbiamo trovato Luna in pessime condizioni. L’occhio sinistro che nei giorni scorsi presentava una tumefazione simile a un trauma subito per cause ignote, ieri si era chiuso insieme a quello destro.
Paolo, non vedendola arrivare al nostro suono di campana, l’ha cercata in solaio, suo luogo elettivo, e lì l’ha trovata con gli occhi purulenti e rannicchiata dentro un sacco verde.
L’ha portata giù tenendola in braccio (lei di solito è molto reattiva a questo approccio forzato) e, postala di fronte alle sue crocchette preferite, ha dovuto assistere al suo totale digiuno. Io stessa la vedevo visibilmente dimagrita, barcollante nell’incedere e terribilmente astenica.
Il ricordo di due gatti che quest’estate abbiamo visto l’uno in fin di vita e l’altro morto in analoghe circostanze (astenici, magri e con occhi purulenti), ci ha fatto immediatamente pensare a qualche patologia letale oltre che virale.
E così, in quattro e quattr’otto l’abbiamo portata in città.
Ora la nostra casa ha riattivato tutte le porte disponibili e il cat hospital è così predisposto:
– bagno alias terapia intensiva/rianimazione – accesso solo agli operatori (Paolo ed io) e ovviamente al paziente:
– zona “notte” alias geriatria (con porta della camera da letto aperta) riservata a Miciù, che forse da ieri sera ha pensato che l’arrivo in studio della lettiera e delle mangiatoie fosse un piacere dedicato alla sua età (finora il bagno ha accolto tutta la sua fase digestiva, ma da ieri sera Luna è lì rinchiusa per cui abbiamo dovuto trasferire i beni della veneranda e ufficiale padrona):
– zona “giorno” alias pediatria lasciata a Chat Noir che però deve litigare con la porta scorrevole a due battenti non solo perché ogni incontro con Miciù è un fuoco d’artificio, ma soprattutto perché il virgulto è di un famelico inverosimile, mentre la vegliarda mangia a piccoli tratti e molto lentamente, per cui se non vogliamo farla morire di fame dobbiamo tenerli separati:
In verità nella mia testa attribuivo un nuovo nome alla stanza da bagno che, vedendo le condizioni di Luna, pensavo più che ad una rianimazione ad un hospice. Paolo stamattina mi diceva che, a meno non fosse un obbligo sopprimerla per una seria malattia contagiosa, voleva farle fare l’agonia scortata dalle nostre coccole.
Cat hospice, appunto.
Ora che la visita veterinaria è finita, speranzosamente ritorno all’idea di terapia intensiva.
Luna ha infatti sostenuto tutti gli esami del caso che hanno scartato le ipotesi peggiori. Ha però un bel febbrone, una seria congiuntivite e una rino-tracheite che, impedendole di sentire gli odori, non la fa mangiare.
Passato l’intervento ospedaliero (prima flebo per idratarla e iniettarle antibiotici e vitamine nonché esami del sangue) ora è in trattamento da cat hospital, Per sette giorni e tre volte al giorno dovremo imparare a metterle le gocce di antibiotico anche negli occhi, mentre a ciclo alterno dovrà fare ancora trattamento iniettivo di antibiotico generale
Il nostro Cat Hospital è quindi al completo: ogni utente è rispettosamente lasciato alle sue peculiarità e i due umani hanno un gran daffare ad aprire e chiudere usci, a distribuire pasti differenziati e a gestire possibili colpi di scena.
E meno male che nel lontano 1985 non abbiamo deciso di eliminare completamente le porte.
una TRACCIA RESILIENTE: le INTIME ERRANZE di Luciana Quaia
Luciana Quaia e Fabio Cani presentano il libro:
INTIME ERRANZE, il familiare curante, l’Alzheimer, la resilienza autobiografica
Vai alla scheda editoriale della NodoLibri di Como: http://www.nodolibri.it/libro.php?lid=232
Il video documenta la serata di conversazione che si è svolta in occasione della Fiera del Libro di Como, giunta al suo sessantesimo anno, e si sviluppa in modo davvero empatico, attorno a questi punti di attenzione:
- la presenza in citta da 35 anni della associazione di volontariato I DONATORI DEL TEMPO
- il concetto di “resilienza”, traslato sulla psicologia
- la scrittura autobiografica
- la capacità della letteratura, del cinema, della mitologia per l’aiuto alle persone a contatto con i “bisogni estremi”
- i processi professionali che conducono alla costruzione di un libro, dopo la sua ideazione e scrittura
I partecipanti erano nel tendone di Piazza Cavour di Como la sera del 28 agosto 2012.
Luciana Quaia presenta a Fahrenheit di Radio Tre il libro: Intime erranze, il familiare curante, l’Alzheimer, la resilienza autobiografica, editore NodoLibri edizioni, Como
Luciana Quaia presenta a Fahrenheit di Radio Tre il libro:
Intime erranze, il familiare curante, l’Alzheimer, la resilienza autobiografica, editore NodoLibri edizioni, Como
Nella intervista Gerardo Monizza, delle edizioni NODOLIBRI presenta la manifestazione Fiera del Libro, al suo sessantesimo anno, che si svolge a Como, in Piazza Cavour
- ascolta l’ Intervista a Luciana Quaia sul libro ERRANZE.Mp3
Per la scheda editoriale e l’acquisto via internet vai a: http://www.nodolibri.it/libro.php?lid=232
Per l’acquisto mediante uffici postali vai alla cedola cartacea: http://polser.files.wordpress.com/2012/07/cedola-02.pdf
Speranza dei tempo

CHE NE DICE, MIA SIGNORA?
DI ANNI, ALMENO 25 ANCORA
AGGIUNGERE VORREI
Parigi, Zoo
Salisburgo, giardini
Viaggio di nozze, Sicilia, Marzo 1985
L: letture di racconti, 1975