Paolo Ferrario, Annotazione sul risultato delle ELEZIONI POLITICHE 24 /25 febbraio 2013

In precedenza avevo QUI  motivato il mio voto alle elezioni politiche 2013, argomentando su questi punti:

1. necessità per la crisi italiana dentro la vecchia ed esausta Europa di una GRANDE COALIZIONE di lunga durata

2. sostegno con il voto alla offerta politica centrale e autenticamente riformista delle Liste Monti

Non ho “errato” nel dare questo voto. Lo rifarei.

E’ il bersaglio che è fallito, perchè:

  • esce un Parlamento con tre minoranze, ciascuna impossibilitata a governare
  • le liste Monti sono ininfluenti, se non per la competenza indiscutibile del professore a negoziare per l’Italia in Europa. Ma il sistema politico italiano e le sue culture sono così meschini che lo isoleranno (non prima di insultarlo e denigrarlo con il metodo dell’assassinio della personalità)
  • il Pd in crisi profonda per avere in precedenza nullificato la linea Renzi;
  • ora un comico comanda a bacchetta i suoi cloni usando un linguaggio prefascista e prenazista (il “siete morti” e il “andatevene a casa”)

E’ un problema di “funzionamento” delle democrazie rappresentative i tempi di comunicazione diffusa.

La Polis nei momenti elettorali funziona così:

a) una testa un voto (e questa è la responsabilità individuale, l’unica che ciascuno può agire), la cui somma fa

b) la decisione collettiva

L’elettorato italiano, nella sua somma, ha prodotto il risultato peggiore dentro il sistema europeo, ossia:

l’ingovernabilità

Dal punto di vista psicologico il mio stato è depressivo: si passa da un corruttore e  puttaniere adescatore di minorenni al potere da 20 anni a un comico che usa come un manganello le tecnologie del web. Da berlusconia alla grillocrazia.

Dal punto di vista della scienza della politica quella della ingovernabilità è  la soluzione peggiore, nelle condizioni date.

C’è solo un faro di luce nella terra desolata a causa dei suoi abitatori: la figura smagliante di Giorgio Napolitano.

Nel deserto non c’è altro.

Il grande vecchio  metterà in atto tutta l’arte delle (stressate e e logorate)  istituzioni incarnate nella Costituzione.

C’è una sola via di uscita di sicurezza:

una Grande coalizione per adeguare le regole del gioco alla nuova situazione

Non più di lunga durata, come auspicavo, ma a termine.

Ma le impotenti, violente e primitive culture della infeconda contrapposizione Destra/Sinistra rendono quasi impossibile questa soluzione.

Sento appeso ad un passaggio linguistico dal “quasi” al “forse” il destino individuale e collettivo inscritto nella cosiddetta svolta storica delle elezioni del 24/25 febbraio 2013.

Paolo Ferrario

in quel del 26 febbraio 2013

corsera

Paolo Ferrario, ELEZIONI POLITICHE 24 /25 febbraio 2013: le ragioni del mio voto alle liste Monti

Monti camera

“anche laddove tu non riesca a definire un senso,

puoi cercare di agire come se in quel momento ne andasse della tua vita nella sua interezza.

Noi siamo chiamati comunque a decidere, a risolverci.

L’interrogarci è una risoluzione“, Massimo Cacciari

DICHIARAZIONE DI PROPENSIONE AL VOTO

Nella Polis siamo destinati ad oscillare fra l’errore e la possibilità. In questo importantissimo momento del 2013 mi colloco nell’orizzonte della Possibilità. Sapendo che l’esito dipende dai tantissimi fattori storici che stanno sulla Terra isolata dal Destino.

La seguente argomentazione parte dal Monitoraggio sulle elezioni del 24/25 febbraio 2013

Parlo per me: “Una testa, un voto”

Dal mio punto di vista personale e da quello delle politiche sociali la mia Italia non ha bisogno di qualcuno che “vinca le elezioni”, ma di GOVERNI della durata di almeno dieci anni (2013-2023) e che assumano con cultura etica ed economica il compito di affrontare la crisi del sistema europeo dentro la strutturale trasformazione del mondo nella attuale fase storica.

I due polarismi di sinistra e di destra di questi tristissimi anni (1994-2011) si sono oggettivamente dimostrati incapaci nello svolgere questo ruolo.

Esercito il diritto di voto dal 1970 e dal 2001 sono passato dal “voto di appartenenza” (Pci, Pds, Ds, PD)  ad un voto “programmatico” , cioè valutato per ogni specifica situazione elettorale. Tuttavia , dopo il 1998 e il 2008 (errare è umano, perseverare è diabolico), NON voterò mai più una coalizione in cui ci sia la presenza dei sabotatori degli ex Governi Prodi (le cosiddette “sinistre antagoniste” delle novecentesche culture comuniste, oggi rappresentate da Sel e dal neo inquisitore Torquemada Ingroia).

Il PD ha fatto una campagna elettorale da “meravigliosa macchina da guerra”, in ciò dimostrando di non avere alcuna memoria storica, pensando a come finirono le elezioni del 1994: il mio voto questa volta non può andare lì. Troppo ambigua e incerta quella alleanza. Pietro Ichino (quello che i nipotini dei comunisti del secolo breve vorrebbero ammazzare e che i camussosauri della Cgil si limitano ad odiare) http://mappeser.com/category/7a-fonti-di-studio-per-autori/ichino-pietro/) ha tracciato la rotta.

La storia d’Italia dimostra che sono state le convergenze verso il centro a determinare le riforme adeguate ai compiti dei momenti di transizione. Ricordo il centrosinistra (con i socialisti) dei primi anni ’60 e ricordo i governi di unità nazionale della fine degli anni ’70.

Il Governo Monti – Napolitano (novembre 2011-gennaio 2013) ha mostrato in tutta evidenza che abbiamo bisogno di “grandi coalizioni”, e non di aggressive e violente contrapposizioni. E l’abbandono veramente meschino del Pd della figura smagliante di Giorgio Napolitano (che proviene dalla più antica storia del Pci) mi disgusta e rende sicuro nella mia scelta.

Come dice Giorgio Gaber: nessun rimpianto.

Pur nella evidente debolezza della sua posizione all’interno del sistema politico italiano, voterò  le liste Monti, per favorire la continuità di quella Agenda ed il suo linguaggio che hanno avuto il merito di rasserenare (per troppo poco tempo) il clima di intollerabile antagonismo presente sulla scena pubblica.

Monti camera

Vite parallele: GIORGIO NAPOLITANO E DAVE BRUBECK, di Paolo Ferrario 

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