
Articoli di Aldo Smilzo in La Ragione:
Compleanni (nati il 1° gennaio)
Il premio «Nobel» per l’economia Vernon Smith (93), il poeta e saggista Adonis (90), il giornalista, scrittore e politico Furio Colombo (89), il baritono Franco Bordoni (88), l’architetto e progettista Tobia Scarpa (85), lo scrittore, drammaturgo e sceneggiatore Petros Markaris (83), l’attore Frank Langella (82), la scrittrice Jole Zanetti (82), l’attrice Michèle Mercier (81), il pilota motociclistico Phil Read (81), l’avvocato e attivista Giuliano Spazzali (81), il premio Nobel per la medicina Martin Evans (79), il fotografo Guido Guidi (79), il pugile Bruno Arcari (78), il sociologo, critico letterario e scrittore Richard Sennett (77), il pallonista Felice Bertola (76), l’ex presidente di Poste italiane Giovanni Ialongo (76), lo scrittore e poeta Renzo Paris (76), il presidente sudanese Omar Al Bashir (76), il magistrato ed ex presidente del Senato Pietro Grasso (75), il pilota automobilistico Jacky Ickx (75), l’architetto e urbanista Joan Busquets (74), la costumista Milena Canonero (74), il calciatore Rivelino (74), il giornalista e scrittore Lanfranco Pace (73), lo storico Angelo d’Orsi (73), il narcotrafficante Ismael Zambada García (72), il giornalista e politico Corradino Mineo (70), l’attore e regista Mauro Avogadro (69), l’ex emiro del Qatar Hamad Bin Khalifa Al Thani (68), l’attore e cofondatore dei Sonic Youth Richard Edson (66), il cosmonauta Sergej Vasil’evič Avdeev (64), il dirigente Angelo Teodoli (64), il doppiatore Fabrizio Pucci (63), l’attrice Pamela Villoresi (63), lo stilista e imprenditore Cesare Paciotti (62), il regista Nigel Cole (61), il mafioso Giovanni Motisi (61), il filosofo Michel Onfray (61), il regista e attore Shinya Tsukamoto (60), l’allenatore ex ciclista Davide Cassani (59), l’arcivescovo di Acerenza Francesco Sirufo (59), la pornoattrice Eva Orlowsky (58), il calciatore Alberico Evani (57), l’effettista Tim Burke (57), il dirigente Marco Fassone (56), il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini (53), il cestista Ferdinando Gentile (53), il fotografo Spencer Tunick (53), la cantante Francesca Alotta (52), il fantino Guido «Bonito da Silva» Tomassucci (52), il comico e autore televisivo Federico Basso (45), il fumettista Eiichiro Oda (45), la regista Erika Lust (43), l’attrice Anna Ammirati (41), il chitarrista dei Judas Priest Richie Faulkner (40), il tennista David Nalbandian (38), il politico Khalid Chaouki (37), il calciatore Gianluca Scamacca (21).
Nel 2019 abbiamo dedicato il profilo biografico a Valentina Cortese, morta il 10 luglio 2019.
Altro compleanno
Christine Lagarde, nata a Parigi il 1° gennaio 1956 (64 anni). Avvocato e politico. Presidente della Banca centrale europea dal 1° novembre 2019 • «Non sarò falco né colomba, preferisco un gufo, che è simbolo di saggezza» • Già direttrice operativa del Fondo Monetario Internazionale (dal 2011 al 2019). Già ministro in Francia: prima con Chirac, al Commercio (dal 2005 al 2007); poi con Sarkozy, all’Agricoltura (per appena un mese nel 2007) e all’Economia (dal 2007 al 2011) • «Una rock star dell’economia» (l’ex capo economista del Fmi Kenneth Rogoff) • «La Chanel della finanza» (i suoi ex colleghi avvocati) • «Lo charme non le manca, non sono solo per gli snobbissimi capelli bianchi e le borse d’alta moda, ma soprattutto perché è una ‘vincente’, una tipa tosta: prima donna, nel 1999, a capo di Baker & McKenzie, uno studio legale internazionale tra i più prestigiosi al mondo, prima donna a guidare il ministero dell’Economia in Francia, prima donna, nel 2011, a dirigere il Fondo monetario internazionale e ora […] prima donna alla testa della Bce» (Alessandro Galiani, Il Post, 25/10/2019) • Ama ripetere una battuta di Eleanor Roosvelt: «Una donna è come una bustina di tè: non sai quanto sia forte finché non la metti nell’acqua bollente»
Allodola Lagarde era il cognome del suo primo marito, da cui ha divorziato nel 1992. Il suo nome da nubile era Christine Lallouette.
Titoli di testa «Indossa un abito beige chiaro, una camicetta bianca e un paio di orecchini pendenti. Porta una grande borsa Kelly di Hermès» (Diane Johnson, Vogue, 22/8/2011)
Vita «Ragazza modello» (Marco Moussanet, Il Sole 24 Ore, 20/5/2011) • «Figlia di un docente di letteratura inglese e di un’insegnante di scuola elementare» (Jacopo Barigazzi, Linkiesta, 2011) • Christine è la maggiore di quattro fratelli • Brava a scuola, frequenta il liceo François I a Le Havre, in Normandia • Chef de sizaine, ossia capo-reparto, nei boy-scout • Promessa del nuoto sincronizzato, a 15 anni vince un bronzo nei campionati nazionali e entra nella nazionale del suo Paese: «Mi ha insegnato a digrignare i denti e sorridere» • Quando ha 16 anni, suo padre muore. A 17 anni partecipa a un programma di scambio, si trasferisce per un anno nel Maryland. È iscritta alla Holton-Arms School di Bethesda, prestigiosa scuola femminile • «Ha perso suo padre da ragazzina, poi è partita per gli Stati Uniti. La sua sete di successo è forse legata a quella tragedia? “La morte di un padre scava un solco profondo, dal quale è necessario uscire per potersi ricostruire. Già prima della sua morte ero una ragazza molto indipendente, ma la sua perdita ha rafforzato questo mio sentimento di autonomia, tanto più che avevo tre fratelli più piccoli. Dal punto di vista psicanalitico, tanti avrebbero da ridire sulla mia decisione di andarmene. Mio padre era un professore di Letteratura inglese, ma io l’inglese lo parlavo malissimo. Ho dovuto effettuare una sorta di percorso verso di lui. In ogni caso, questa esperienza oltreoceano ha rivoluzionato completamente la mia vita”» (Erin Doherty, Elle, 23/4/2019) • «Gli anni passati negli Stati Uniti, quand’ero ancora una studentessa, mi hanno fatto crescere naturalmente all’interno di una rete: ero in un Paese straniero, con una lingua diversa dalla mia, in una famiglia che non conoscevo, in un’università lontana da casa, con compagni che arrivavano da ogni parte del mondo» • «Quando ci si ritrova soli in una cultura, in una lingua e in una modalità di funzionamento che ci sono estranei, ci si rinforza» • Christine torna in Francia e si iscrive all’Università Paris X. Nel 1980 si laurea in Legge, poi prende due master: uno in Diritto del lavoro, uno in Filologia inglese • «Perciò parla un inglese perfetto, è riuscita perfino a liberarsi di quell’accento da “ispettore Clouseau” che affligge tanti suoi connazionali e spesso fa sorridere gli americani» (Federico Rampini, D, 28/4/2014) • «Le è capitato di fallire in qualcosa, nella sua vita? “Sognavo di entrare all’Ena [la Scuola nazionale d’amministrazione, fucina della classe dirigente francese, ndr], ma mi hanno bocciato due volte» (Doherty) • «La prima, dirà, era distratta per amore» (Maria Serena Natale, iO Donna, 12/10/2016) • «Agli inizi della carriera, dopo l’Università […], la giovane Lagarde inizia uno stage nello staff del deputato americano William Cohen che in seguito diventerà segretario della Difesa durante la presidenza di Bill Clinton. Nel 1981, a Parigi, entra nello studio legale Baker&McKenzie» (Fiorina Capozzi, Il Fatto Quotidiano, 6/7/2019) • Baker&McKenzie è uno degli studi legali più importanti del mondo, ha 4.400 collaboratori e sedi in 35 paesi diversi. Christine si specializza in Diritto commerciale, diventa avvocato d’affari • «Il sessismo non è mai stato un problema per lei? “Ma certo. Quand’ero avvocato, anche associato, i clienti giapponesi erano convinti che fossi lì solo per servire il caffè”. Nella sua carriera, le sono mai passati davanti uomini meno qualificati di lei? “Certamente, ma non sono durati molto”» (Doherty) • «Mi è capitato di lavorare con uomini che mi hanno dato un sostegno prezioso. Formare alleanze è di fondamentale importanza nel mondo del lavoro. In questo senso le americane sono all’avanguardia. Io l’ho capito poco alla volta» • «La prima volta di Christine […], fu nel 1999 quando venne nominata a capo dello studio legale […]. Anche in questo caso ci fu lo zampino del testosterone. Cinque anni prima una corte di San Francisco ordinò allo studio legale di pagare 7 milioni di dollari per un caso di abuso sessuale. L’accusa era di aver saputo dei problemi ormonali del partner Martin Greenstein ma non aver fatto nulla. L’impiegata della sede di Palo Alto Rena Weeks lo accusò di diverse molestie fra cui di averle toccato il seno mentre le versava M&Ms nel taschino della camicia. Altre sei dipendenti denunciarono fatti simili. L’anno successivo alla sconfitta in tribunale dello studio Backer & McKenzie, Christine Lagarde fu eletta nel comitato esecutivo, anche in questo caso, unica donna. Quattro anni dopo ne divenne il capo (il 91% dei partner erano uomini)» (Barigazzi) • Non vuole essere da meno di un uomo. «Quando ho assunto la presidenza della Baker & McKenzie, ho precisato subito: voglio esattamente tutto quello che ha avuto il mio predecessore. È giusto avere consapevolezza del proprio valore. E non cedere» • Il suo slogan è «prima il cliente», pensa occorra anticipare i bisogni dei clienti, anziché limitarsi a esaudire le loro richieste. Riesce a duplicare il fatturato dello studio, che nel 2014 supera i 1200 miliardi di dollari. Nello stesso anno Chirac le conferisce la legione d’onore e Forbes la mette al 30º posto nella lista delle 100 donne più influenti del mondo • «Deve a Dominique de Villepin il suo battesimo politico. Fu lui, infatti, che l’andò a cercare a Chicago» (Il Foglio, 29/6/2007) • «Quando li lascia, i collaboratori di Baker & McKenzie le regalano una Barbie-Lagarde, capelli grigi, collier di perle e abito Chanel» (Natale) • «Madame Lagarde ha dato prova di forte equilibrio. Ha evitato di schierarsi pro Villepin o pro Sarko, assistendo impassibile alle polemiche che hanno animato il tramonto della chiracchia. E si è conquistata la fiducia di Nicolas Sarkozy, che l’ha voluta all’Agricoltura, contando sulle sue capacità negoziali e il suo perfetto inglese per trattare a Bruxelles e con l’Organizzazione mondiale per il commercio […]» (Il Foglio, 29/6/2007) • «Colleziona gaffe. Abituata alla competizione americana, definisce il diritto sociale francese “complicato, pesante, pieno di freni alle assunzioni”. Di fronte all’aumento dei prezzi del carburante consiglia ai parigini la bicicletta, come Maria Antonietta con le brioches – altra amante del grigio, s’incipriava le parrucche» (Natale) • «Uscire dalla comfort zone è un passaggio obbligato per crescere a livello professionale? “Sì. Bisogna rischiare, altrimenti si rimane in una fase di stagnazione”. Per lei questo passaggio è stato fonte di angoscia? “Sì, il giorno che Nicolas Sarkozy mi ha telefonato per dirmi: ‘Sei andata bene come ministro dell’Agricoltura, ora voglio nominarti ministro dell’Economia e delle finanze. È un grosso rischio ma sono sicuro che sarai all’altezza’. Non era il solo a rischiare ma era necessario”» (Doherty) • «Formazione internazionale, cultura liberal-liberista, approccio pragmatico all’americana, libertà di spirito (nel 1981 ha votato Mitterrand, e se ne vanta). Per di più donna, in un esecutivo che il presidente vuole molto femminile» (Moussanet) • «Quando arrivò a Bercy [sede del ministero] modificò radicalmente il modo di lavorare. Al ministero dell’economia francese puntualità ed efficienza divennero le due parole d’ordine. Non tutti apprezzarono e i nemici si moltiplicarono. Ma questo non le impedì di far carriera» (Capozzi) • Impara a controllare la propria franchezza e a schivare le gaffe. Nel suo ufficio fa mettere della moquette zebrata • «È apprezzata per aver promosso una politica fiscale in grado di salvaguardare la Francia dalla crisi economica mondiale» (Treccani) • «Alle conferenze stampa appare sempre disponibile e gentile, a differenza del suo boss, mentre a Bruxelles tratta il presidente Barroso come il suo cagnolino, ma lo fa con grande garbo ed eleganza. Grazie alla sua svettante altezza, i vertici del G8 erano soprannominati “Bianca Neve e i sette nani”. Fra i suoi trionfi, una classifica dei migliori ministri delle Finanze fatta dal Financial Times nel 2009 che la vedeva saldamente in testa» (Barigazzi) • «Basti dire che il piano pubblico di sostegno all’economia ha fruttato alle casse dello Stato interessi per 2,7 miliardi, un primato europeo» (Moussanet).
Fmi «Alla prima linea della Grande Crisi Christine è arrivata per un’imprevedibile congiunzione astrale. Ricordate DSK, alias Dominique Strauss-Kahn, ex ministro delle Finanze di Francia, ex direttore dell’Fmi, ex quasi-candidato socialista all’Eliseo? Il 15 maggio 2011 il volo che doveva portarlo da New York a Parigi fu fermato dalla polizia sulla pista. Lui fu invitato a scendere e trasferito nella prigione di Rikers Island con l’accusa di aver aggredito e tentato di stuprare una cameriera del Sofitel. Tre mesi dopo, il processo fu archiviato per insufficienza di prove ma DSK perse comunque gloria, moglie e il posto in Pennsylvania Avenue, sede del Fondo a due passi dalla Casa Bianca dove – si seppe poi – aveva più volte condotto le sue accompagnatrici. In quelle stanze, appena arrivata per sostituirlo, Lagarde gli avrebbe permesso un commosso saluto allo staff. Chiudere senza rimuovere il trauma, primo empatico gesto da capo. Non se l’aspettavano, subito dopo il ciclone DSK, un’altra francese, per di più senza una formazione da economista» (Natale) • «In una delle prime riunioni al Fondo, entrando nella stanza prevedibilmente piena di uomini in giacca e cravatta, esclama: “Come siete belli stamattina, signori”» (ibidem) • La criticano, dicono che di economia ne mastica poca, che si fa notare più per il proprio attivismo che per la riuscita delle sue proposte • Nei suoi otto anni di direzione cambia profondamente il Fmi • Partecipa alle riunioni sul debito della Grecia. «È ad Atene che Lagarde si guadagna la reputazione di abile negoziatrice, capace di portare al dialogo posizioni lontanissime tra loro. Persino Yanis Varoufakis, il barricadero ministro delle finanze del primo governo di Alexis Tsipras, sempre molto critico verso la “troika” e l’establishment europeo, ha parole di apprezzamento per lei che definisce “intelligente, cordiale e rispettosa” […] Lagarde si esprime per la prima volta in modo critico verso le politiche di austerità, che il FMI stesso aveva raccomandato negli anni precedenti ai governi ai quali forniva aiuti economici […] A pochi mesi dalla fine del suo mandato di direttrice, altre due decisioni storiche rivoluzionano il FMI: a novembre 2015, l’istituto inserisce il renminbi cinese tra le sue cinque valute di riferimento, insieme a dollaro, euro, sterlina e yen; il mese successivo, il Congresso americano recepisce la riforma del sistema di votazione del FMI, che dà alle economie emergenti maggiore rappresentazione nei meccanismi decisionali del Fondo. È anche sull’onda di questo cambio di passo che Lagarde viene rieletta alla guida del FMI nel febbraio 2016, per un nuovo mandato di cinque anni fino al 2021» (Parola) • «Oltre all’attività classica del Fondo, quel che forse verrà ricordato di più della legacy Lagarde è quello che ha fatto oltre lo steccato dell’istituzione: combattere la disuguaglianza, per esempio assicurandosi che nei prestiti del Fondo venga dato supporto alle classi più deboli; contrastare il cambiamento climatico (è noto il suo sostegno alla carbon tax); promuovere la parità di genere (è sua la battaglia per provare, dati e statistiche alla mano, che una maggiore partecipazione delle donne nel mercato del lavoro aumenta la produttività e la crescita); contrastare la corruzione; promuovere la spesa sociale» (Isabella Bufacchi, Il Sole 24 Ore, 5/7/2019) • «Agli amici manda regali. Una candela profumata per Angela Merkel, miele di Normandia per addolcire il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble. Agli altri non le manda a dire. Nella campagna presidenziale americana ha condannato “i politici che promettono di essere duri con i partner commerciali attraverso tariffe punitive o altre restrizioni”, riferimento al neoprotezionismo invocato dal candidato repubblicano Donald Trump. Raccontano che negli estenuanti vertici internazionali, al tavolo delle trattative, il suo “angolo” sia sempre il più allegro. Christine offre lo scialle-coperta a chi dà segni di stanchezza, scatta foto con l’iPhone, distribuisce cioccolatini» (Natale).
Tapie Unica ombra nella sua ascesa: «Nel 2013 la sua abitazione di Parigi venne perquisita dalla polizia nel corso di un’indagine sull’imprenditore francese Bernard Tapie, che aveva ottenuto 400 milioni di euro grazie a un arbitraggio autorizzato da Lagarde quando era ministra dell’Economia. Il tribunale impose a Tapie di restituire il denaro ottenuto e condannò Lagarde per negligenza, anche se preferì non imporle alcuna punizione. Durante la perquisizione la polizia trovò anche delle lettere senza data, ma risalenti probabilmente al 2007, che arrivarono poi al giornale Le Monde che le pubblicò» • Sono appunti di una lettera mai mandata, dal tono così servile che su internet la ribattezzano «Zerbino» • «Caro Nicolas, molto brevemente e rispettosamente: Sono al tuo fianco per servire te e i tuoi progetti per la Francia. 1) Ho fatto del mio meglio e posso aver fallito, qualche volta. Te ne chiedo perdono. 2) Non ho ambizioni politiche personali e non desidero diventare un’ambiziosa servile come molti di coloro che ti circondano: la loro lealtà è recente e talvolta poco durevole. 3) Usami per il tempo che serve a te, alla tua azione e alla tua distribuzione dei ruoli. 4) Se mi usi, ho bisogno di te come guida e come sostegno: senza guida, rischio di essere inefficace; senza sostegno, rischio di essere poco credibile. Con la mia immensa ammirazione, Christine L.»
No A settembre 2018 il Financial Times le chiede se sia interessata a sostituire Mario Draghi come presidente della Bce. Risposta: «No, no, no, no, no».
Bce Il 2 luglio 2019 i capi di Stato e di governo dell’Unione la scelgono per succedere a Mario Draghi. Entra in carica il 1º novembre • «Ho il mio stile. Non interpretate troppo, non fate paragoni. Sarò me stessa e, dunque, probabilmente diversa».
Uomini Due mariti e un compagno. Prima Wilfried Lagarde, da cui ha preso il cognome; poi l’uomo d’affari britannico Eachran Gilmour. Dopo il secondo divorzio sta con l’uomo d’affari marsigliese Xavier Giocanti, che aveva conosciuto già da studente, nei primi anni Ottanta • «Mio marito ha dichiarato: “Mia moglie ha più di 60 anni, mi sa rendere assolutamente felice e io la trovo sublime”. A 50 anni, e anche oltre, si può essere straordinariamente felici, e sotto tutti i punti di vista… mentale, fisico e sessuale» (Doherty).
Figli Pierre-Henri Lagarde (n. 1986), imprenditore nella ristorazione; Thomas Lagarde (n. 1988), architetto. Entrambi avuti dal primo marito • «Sanno stirare e preparare una cena» • «Il mio secondogenito è rimasto negli Stati Uniti fino all’anno scorso, ma ora vive in Francia con la moglie americana. L’altro mio figlio invece è a Parigi. In qualche modo ci organizziamo, e per Natale ci ritroviamo sempre tutti insieme» (Doherty) • «Ha raccontato di essere stata colpevolizzata nel suo ruolo di madre. “Sì, il classico professore che mi convoca per parlarmi dei risultati mediocri di mio figlio, concludendo il colloquio con la solita frase: ‘Del resto è comprensibile, visto che lei lavora’”» (ibidem).
Soldi Lo stipendio da direttore del Fmi è di 467.940 dollari annui più altri 83.760 di benefit (Il Foglio) • Lo stipendio da presidente della Bce è 32.500 euro al mese (Money.it).
Greta «Sono cinque anni che lo ripeto: se non faremo niente, ci ritroveremo roasted, toasted, fried and grilled , fritti in padella. A Davos, ho incontrato la giovane attivista Greta Thunberg. È una ragazza incredibilmente determinata, e molto motivata. Incarna la necessità di agire in fretta».
Eliseo? «In molti la considerano “presidenziabile”. Cosa dice? “Come avrebbe elegantemente risposto Chirac: ‘non me ne può importare di meno’”» (Doherty).
Curiosità È alta 1 metro e 80 • «È una fanatica del fitness, si sveglia prestissimo, intorno alle 5 di mattina, pratica regolarmente nuoto, jogging e yoga» (Galiani) • «Metto una fascia e nuoto a rana. In palestra, faccio gli addominali e utilizzo qualche macchina per le braccia, perché dopo i 60 anni, la “tendina” è in agguato, e bisogna impegnarsi a fondo. E mentre pedalo sulla cyclette leggo i dossier» • «È vero che approfitta dei tragitti in ascensore per far lavorare i glutei? “Certo, in ascensore ma anche durante le riunioni. Soprattutto quando sono interminabili. Appoggio la schiena contro la sedia e contraggo i muscoli. Se mi dicono qualcosa, spiego che mi sto preparando per andare a sciare”» (Doherty) • «È anche vegetariana, non fuma e non beve alcol. Si definisce cattolica praticante» (Galiani) • Ha un debole per i cioccolatini, dicevano li nascondesse sotto la scrivania. «Sembrerebbe un tipo da fondente, invece è al latte» (Natale) • Pare anche che abbia dato una stretta al dress code della Bce • Famosa per i suoi «sguardi eloquenti» • Nella borsa tiene sempre uno scialle, fa immersioni e va all’opera (uno dei suoi fratelli è un famoso baritono) • «Dare maggiore spazio alle donne nelle organizzazioni comporta un miglioramento dei meccanismi di governo e una migliore capacità decisionale. Sono convinta che le donne abbiano un approccio al rischio diverso rispetto agli uomini, ed è una cosa che ho constatato un po’ dappertutto: nel settore privato e in quello pubblico, anche a livello internazionale. Su scala mondiale, le cifre sono catastrofiche: solo il 20 per cento di donne nei consigli d’amministrazione del mondo finanziario, e un risicato 2 per cento tra i dirigenti».
Titoli di coda «Se Lehman Brothers fosse stata Lehman Sisters forse sarebbe andata diversamente».
Dieci anni fa
Venerdì 1° gennaio 2010. «Non è una rivoluzione, semmai una consolazione: niente vittime per i botti di Capodanno. Il 2010 non inizia in modo stupido e luttuoso: è già qualcosa. Nel 2009 i botti avevano provocato un morto e 382 feriti; nel 2008 un morto e 473 feriti. I feriti sono stati 509, 17 con prognosi oltre 40 giorni (nel 2009 furono 28). In calo anche i feriti da arma da fuoco (otto). Perché – è il caso di ricordarlo – a Capodanno c’è gente che non si sente realizzata se non spara dalla finestra. Una contabilità surreale? Vero. Ma in quest’alba degli anni Dieci siamo in cerca d’illusioni; e le prendiamo dove le troviamo. Come si spiega l’assenza di morti e il calo di feriti gravi? Alcune ipotesi: rispettiamo le leggi (che impediscono di trasformare un balcone in un poligono di tiro); siamo più sensibili; siamo meno ispirati; siamo più poveri e più mesti. Siamo diventati artificieri migliori» [Beppe Severgnini, Corriere della Sera, 2/1/2010].
Venti anni fa
Sabato 1° gennaio 2000. Storici e matematici si affannano a spiegare, ma invano, che il terzo millennio non comincia oggi, ma l’anno prossimo.
Per i computer è comunque un cambio di millennio: la data 1-1-00 significava finora 1° gennaio 1900. Per scongiurare gli effetti del cosiddetto «baco del millennio» (millennium bug), che sbagliando la data avrebbe fatto saltare, per esempio, archivi amministrativi di banche, anagrafi, compagnie d’assicurazione, sistemi d’allarme, si sono spesi due milioni di miliardi di lire. È stato in pratica corretto tutto il software mondiale esistente.
Venticinque anni fa
Domenica 1° gennaio 1995. L’Austria entra nell’Unione europea.
Trenta anni fa
Lunedì 1° gennaio 1990. Intorno alla Porta di Brandeburgo, a Berlino, per la prima volta in oltre quarant’anni, berlinesi dell’Est e berlinesi dell’Ovest stanno festeggiando assieme l’anno nuovo. È una festa grandissima, 50 mila persone sono scese in piazza. Verso l’una e trenta, però, un grave incidente turba l’atmosfera: un’impalcatura televisiva, su cui si erano arrampicati un centinaio di giovani, cede e rovina al suolo. Ci sono un morto e 165 feriti.
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È concesso al contribuente di destinare l’otto per mille delle sue tasse alla Chiesa cattolica.
Quaranta anni fa
Martedì 1° gennaio 1980. «Pietro Nenni è morto la notte di Capodanno nella sua casa a ridosso di Castel Sant’Angelo affollata di ricordi di una lunga vita, spesso dolorosa e difficile, trascorsa, dice la figlia Giuliana, “senza che mai conoscesse la gioia di vivere”. Il suo cuore si è fermato dopo una crisi durata 24 ore, alle tre e dodici minuti del primo giorno del 1980. Aveva 88 anni» [Sandra Bonsanti, La Stampa, 2/1/1980].
La sua camera da letto viene riempita di fiori rossi. Il presidente Pertini arriva poco dopo le quattro del pomeriggio e caccia i giornalisti: «Un po’ di rispetto, sempre questa televisione maledetta!». Poi rimane solo due o tre minuti nella camera ardente. Quando ne esce ha gli occhiali in una mano e il fazzoletto nell’altra.
Cinquanta anni fa
Giovedì 1° gennaio 1970. Verso le undici il fotografo belga Rik de Sonay, noto a Roma come «Mister Ok», si tuffa nel Tevere da ponte Cavour per festeggiare il nuovo anno.
De Sonay, classe 1889, ha cominciato a tuffarsi nel fiume il 1° gennaio 1946.
Sessanta anni fa
Venerdì 1° gennaio 1960. Fausto Coppi viene ricoverato all’ospedale civile di Tortona. Ha un virus sconosciuto, non si riesce a capire cosa sia.
Gino Bartali ha inviato a Coppi i suoi auguri di buona guarigione. Ma il cappellano dell’ospedale di Tortona, monsignor Lorenzo Ferrazzo, gli ha già impartito l’Estrema Unzione.
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Un Mario Riccio, di anni 30, con moglie e tre figli a carico, venuto a Roma per trovare lavoro, campa vendendo senza permesso petardi e castagnole. Visti gli agenti che s’avvicinano, fugge con la scatola della merce sotto il braccio, viene investito da un taxi e resta ucciso dai fuochi d’artificio esplosi in conseguenza del colpo.
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«Mi pare che il mondo, nel 1959, sia andato bene: chi ce l’ha in mano se l’è tenuto stretto, e auguriamoci che non se lo faccia cascà» [Aldo Fabrizi].
Settanta anni fa
Domenica 1° gennaio 1950. Nella casa romana di Giovanni Rubino e Alda Grimaldi, lo scrittore Cesare Pavese conosce Constance Dowling, un’americana che spera di far strada nel cinema. In America Constance s’è vista in qualche filmetto, in parti di secondo piano (di sfuggita in Così vinsi la guerra di Danny Kaye). È sposata con un ex partigiano, adesso medico del lavoro. Ha avuto una lunga storia con Elia Kazan.
Nel Diario, alla data di oggi, Pavese non ne parla: «Roma è un crocchio di giovanotti che attendono per farsi lustrare le scarpe…».
Ottanta anni fa
Lunedì 1° gennaio 1940. «Il viaggio da Helsinki a Viipuri, quando lo feci prima della guerra, mi ci vollero tre ore e mezzo. Stavolta mi ce ne sono volute diciotto. Diciotto ore di panca, di atmosfera sovraccarica di fiati, di fumo e di odore di umanità. I piccoli vagoni a scartamento russo, imbacuccati coscienziosamente per impedire infiltrazioni di luce, erano zeppi di militari che dapprima mi guardavano col diffidente disprezzo di tutti i militari per tutti i borghesi; ma poi diventammo amiconi, e al termine del viaggio condividevamo fraternamente sigarette e birra, scambiandoci confidenze autobiografiche e manatone sulle spalle. Il viaggio cominciò con un allarme aereo a una quarantina di chilometri da Helsinki e ci obbligò a scendere a precipizio e a internarci nel bosco. Eravamo a Kerava, una stazione che con le bombe russe aveva già una certa dimestichezza. E faceva un freddo ladro, 20 o 25 gradi sotto zero. Pensammo dapprima che quell’allarme aereo fosse un eccesso di prudenza. No; i bimotori sovietici ronzavano effettivamente nel cielo velato da una sottile incipriatura di nuvole e schiarito dalla luna. Li udimmo disegnare un cerchio sulle nostre teste: dovevano essere tre o quattro. Se fossero scesi sotto le nuvole non basse avrebbero avvistato stazione e convoglio. Ma non scesero. Fra gli abeti spiavamo il disco sfatto della luna per scorgere il passaggio degli apparecchi. Era proibito accendere sigarette. Quando il ronzio cominciò ad allontanarsi era trascorsa circa un’ora e mezzo e ci avvedemmo che i piedi ci facevano male per il freddo. Allora cominciammo tutti a saltare come un branco di scimmie e a picchiarci pugni sul viso e sul petto. Uno che s’era sdraiato sulla neve, in un fossatello, s’era addormentato beatamente e russava. Una vecchia signora cadde svenuta: occorse somministrarle cognac e schiaffi per farla riavere. Dopo due ore potemmo ripartire» [Indro Montanelli, Corriere della Sera, 2/1/1940].
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«Mussolini rimprovera alle democrazie di parlare troppo di pace: ciò deprime l’opinione pubblica e crea correnti ostili al conflitto. Quindi, nel Duce, netto risveglio germanofilo: a questo si deve il telegramma inviato oggi a Hitler, telegramma che ci verrà un giorno rimproverato» [G. Ciano, Diari 1937 – 1941].
Novanta anni fa
Mercoledì 1° gennaio 1930. Da oggi Eugenio Montale, 34 anni, è direttore del Gabinetto Viesseux.
Gianfranco Contini ne ricorda la presenza in un piccolo ufficio semibuio «allogato al sottosuolo». Da quando Montale è al Viessieux, Contini lo accompagna, «con frequenza bigiornaliera», al caffè delle Giubbe Rosse.
Cento anni fa
Giovedì 1° gennaio 1920. A Ziano, borgata dei colli piacentini, una comitiva di giovani agricoltori del paese sta festeggiando l’anno nuovo. C’è però un imbucato, un altro contadino come loro. Nessuno lo ha invitato, è un disturbatore. I ragazzi chiamano i carabinieri. Arrivano un maresciallo, certo Domenico Bruni, e un milite semplice, che si chiama Alessandro Clementoni. Sembra un compito di ordinaria amministrazione. Invece, per la strada, i due sono circondati da un gruppo di giovani socialisti. Li insultano. Qualcuno spara. Il maresciallo Bruni è colpito alla nuca e cade a terra morto. Clementoni, vedendosi solo, risponde al fuoco e la compagnia di socialisti scappa. Una pattuglia di militari arriva a soccorrerlo, ma fanno appena in tempo a scappare e a barricarsi nella caserma. Nel paese scoppia una rivolta, i socialisti tentano di sfondare il portone della caserma, fracassano le imposte a colpi di pistola. Devono intervenire soldati da Piacenza, che arrivano sul posto con delle automitragliatrici. Alla fine, sette rivoltosi rimangono feriti.
Centodieci anni fa
Sabato 1° gennaio 1910. Alcuni ladri approfittano dei festeggiamenti di Capodanno per svaligiare un’oreficeria di via Torino 26, a Milano. Sembra che il danno ammonti a 80 mila lire.
Centoventi anni fa
Lunedì 1° gennaio 1900. L’imperatore di Germania decide di festeggiare oggi l’inizio del nuovo secolo, benché in realtà il nuovo secolo cominci l’anno prossimo. Idem la regina d’Italia.
Centotrenta anni fa
Mercoledì 1° gennaio 1890. Per regio decreto i possedimenti in Africa sono costituiti in una «Colonia Eritrea». Saranno amministrati da un governatore civile e militare dipendente dai ministeri della Guerra e degli Interni.
Gli avversari di Crispi lo criticano: «Eritreo» è un altro nome per il Mar Rosso, e del Mar Rosso la nostra colonia comprende solo un brevissimo tratto di costa. I crispiani ribattono che a loro il nome piace: è benaugurale, dicono.
Centoquaranta anni fa
Giovedì 1° gennaio 1880. Cena di gala al Quirinale. Il re riceve i suoi cugini, cavalieri della Santissima Annunziata, i presidenti di Camera e Senato e gli ambasciatori stranieri.
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Si iniziano i lavori per il Canale di Panama.
Centocinquanta anni fa
Sabato 1° gennaio 1870. «Nel ricevimento di questa mattina a Palazzo Pitti viene notato che il Re sta bene ma è alquanto invecchiato dopo l’ultima malattia. È pure notato che la deputazione della Camera dei Deputati, capitanata da Francesco De Sanctis, è composta in gran parte di uomini della Sinistra. L’argomento della conversazione è tutto finanziario. Questa sera ha luogo a Palazzo Pitti un gran pranzo al quale assistono i ministri, le deputazioni della Camera e del Senato; dopo di che il Re recasi allo spettacolo di gala alla Pergola» [Comandini].
Al ricevimento di Capodanno al Quirinale Pio IX parla molto male di Vittorio Emanuele: «Vi dirò una cosa. Un personaggio ha implorato un gran perdono, dando per iscusa delle sue colpe di aver obbedito alla violenza del suo Governo che l’ha voluto porre alla testa delle bande che ci hanno assalito e spogliato. È da molto tempo che noi ciò sappiamo; ma siamo stati contenti di ricevere da questo personaggio stesso la prova irrefragabile».
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«Secondo l’Opinione il Consiglio dei Ministri ha discusso la questione della candidatura del principe Tommaso, duca di Genova, al trono di Spagna, dichiarandovisi contrario» [Comandini].
Centosettanta anni fa
Domenica 1° gennaio 1860. Giuseppina Raimondi, figlia naturale del marchese Giorgio Raimondi Mantica Odescalchi, 18 anni, scrive a Garibaldi per dirgli che aspetta un figlio da lui.
I due si sono conosciuti mentre lui combatteva attorno a Varese. Lei era riuscita a portargli un messaggio da sola, passando con un calesse attraverso le pattuglie austriache. Garibaldi se ne è innamorato subito.
Duecento anni fa
Sabato 1° gennaio 1820. Gli spagnoli vogliono mandare dei soldati in Sudamerica per stroncare le rivolte indipendentiste di Simon Bolivar. Nel porto di Cadice, però, alcuni reparti militari si rifiutano di partire. Chiedono al re Ferdinando VII di ripristinare la costituzione del 1812.
È il Pronunciamento di Cadice.
La sezione Domani è curata da Jacopo Strapparava
4713 a.C. – L’astronomo Joseph Justus Scaliger considera questo giorno come il giorno giuliano zero.
153 a.C. – I consoli romani iniziano l’anno in carica.
45 a.C. – Entra in vigore il calendario giuliano.
42 a.C. – Il Senato romano deifica Giulio Cesare
39 – Caligola inaugura il secondo consolato: lo eserciterà per 30 giorni.
69 – Le legioni romane nella Germania Superiore rifiutano di giurare fedeltà a Galba, si ribellano e proclamano Vitellio come imperatore.
193 – Il Senato sceglie Pertinace, contro la sua volontà, per succedere a Commodo come Imperatore Romano.
404 – Ultima competizione di gladiatori a Roma e martirio di San Telemaco.
417 – L’imperatore Onorio costringe Galla Placidia a sposare Costanzo, un suo famoso generale (magister militum).
438 – Entra in vigore il Codice Teodosiano.
1001 – Stefano viene incoronato primo re d’Ungheria da Papa Silvestro II.
1068 – Romano IV Diogene sposa Eudocia Macrembolitissa ed è incoronato Imperatore Bizantino.
1259 – Michele VIII Paleologo è proclamato co-imperatore dell’Impero di Nicea insieme alla sua guardia Giovanni IV Lascaris.
1438 – Alberto II d’Asburgo diventa re d’Ungheria.
1502 – Viene raggiunta da Amerigo Vespucci la zona dove oggi sorge Rio de Janeiro.
1515 – Il re di Francia Luigi XII d’Orleans muore e il trono passa a Francesco I.
1527 – I nobili croati eleggono Ferdinando I d’Austria come Re della Croazia nel Parlamento di Cetingrad.
1583 – Secondo alcuni documenti viene adottato in Belgio il calendario gregoriano.
1600 – La Scozia sposta l’inizio dell’anno dal 25 marzo al 1º gennaio.
1651 – Carlo II viene incoronato re di Scozia.
1668 – Ceuta viene ceduta dal Portogallo alla Spagna.
1700 – La Russia adotta la numerazione occidentale del Calendario giuliano.
1707 – Giovanni V diventa re del Portogallo.
1738 – Il francese Jean Baptiste Charles Bouvet de Lozier avvista quella che in seguito verrà chiamata Isola Bouvet.
1751 – Papa Benedetto XIV pubblica la Lettera Enciclica Celebrationem Magni, sull’estensione del Giubileo all’intero mondo cattolico.
1785 – I fratelli Montgolfier attraversano la Manica.
1788 – Viene pubblicata la prima edizione del The Times.
1800 – Viene ufficialmente disciolta la Compagnia Olandese delle Indie Orientali.
1801
Giuseppe Piazzi scopre il primo pianeta nano, Cerere (all’epoca considerato asteroide).
Con l’applicazione dell’Atto di Unione (1800), viene completata l’unione legislativa del Regno di Gran Bretagna e del Regno d’Irlanda, dando vita al Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda.
1804 – Fine del dominio francese su Haiti.
1806 – In Francia viene abolito il Calendario rivoluzionario francese.
1808 – Negli Stati Uniti viene bandita l’importazione di schiavi.
1816 – Nel Regno Lombardo-Veneto entrarono in vigore il codice civile e penale austriaci.
1820 – Inizio dei moti di Spagna a Cadice.
1822 – Entra in vigore la Costituzione greca del 1822 approvata dalla Prima assemblea nazionale di Epidauro.
1851 – Viene emesso il primo francobollo in Italia.
1858 – Le provincie del Canada dichiarano che tutti i conti si sarebbero dovuti tenere in dollari, cosa che porterà all’emissione nello stesso anno dei primi dollari canadesi ufficiali.
1861 – Porfirio Díaz conquista Città del Messico durante l’intervento francese in Messico.
1863 – Abraham Lincoln dichiara il Proclama di emancipazione (abolizione della schiavitù).
1876 – A Berlino apre la Reichsbank.
1877 – La Regina Vittoria viene proclamata Imperatrice d’India a Delhi.
1880 – Inizia la costruzione del Canale di Panama.
1882 – Apertura della galleria ferroviaria del San Gottardo.
1890 – Nasce la colonia italiana dell’Eritrea.
1892 – Ellis Island inizia ad accettare gli immigranti negli Stati Uniti.
1893 – Il Giappone adotta il Calendario gregoriano.
1894 – Nasce la Banca d’Italia.
1898 – New York si annette territori delle contee circostanti, creando la Città della Grande New York. La città è geograficamente divisa in cinque borought: Manhattan, Brooklyn, Queens, The Bronx, e Staten Island
1899 – Fine del dominio spagnolo su Cuba
1900 – Entra in vigore il Bürgerliches Gesetzbuch (BGB), il codice civile della Germania
1901
La Nigeria diventa un protettorato britannico
Fondazione del Commonwealth d’Australia
1912 – Fondazione della Repubblica di Cina
1913 – Giovanni Papini e Ardengo Soffici fondano a Firenze la rivista letteraria Lacerba
1934 – Alcatraz diventa una prigione federale
1937 – Anastasio Somoza García diventa Presidente del Nicaragua
1939 – Prima edizione del Concerto di Capodanno di Vienna
1942 – Ventiquattro nazioni firmano la Dichiarazione delle Nazioni Unite
1946
L’Imperatore Hirohito del Giappone nega il carattere sacro della sua persona
Viene nazionalizzata la compagnia che diventerà Air France con il nome Societe Nationale Air France
Indipendenza della Siria
1948
Entra in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana. Enrico De Nicola diventa il primo Presidente della Repubblica Italiana
Nazionalizzazione delle ferrovie britanniche, nasce la British Railway
1950 – Viene Fondata l’Associazione Internazionale di Polizia (IPA)
1956 – Fine del condominio Anglo-Egiziano in Sudan
1958 – Fondazione della Comunità economica europea (CEE)
1959 – Cuba: Fulgencio Batista viene rovesciato da Fidel Castro
1960 – Il Camerun ottiene l’indipendenza
1962 – Le Samoa Occidentali ottengono l’indipendenza dalla Nuova Zelanda
1969 – Marien Ngouabi diventa presidente della Repubblica del Congo
1970 – La Unix epoch inizia alle 00:00:00 UTC.
1971
La pubblicità delle sigarette viene bandita dalle televisioni statunitensi
Entra in vigore il Trattato di Lussemburgo
1973 – Irlanda, Regno Unito e Danimarca entrano nella CEE, che passa da 6 a 9 paesi membri
1977 – Italia: terminano ufficialmente le trasmissioni di Carosello e la Rai passa a spot pubblicitari attuali
1979 – Stati Uniti e Repubblica Popolare Cinese stabiliscono formali relazioni diplomatiche
1981 – La Grecia entra nella CEE, che passa da 9 a 10 paesi membri
1983 – ARPANET passa ufficialmente all’uso dell’Internet Protocol, creando Internet
1984
Il Brunei diventa uno Stato pienamente indipendente
La AT&T viene divisa in 22 compagnie indipendenti
1986
La Spagna e il Portogallo entrano nella CEE, che passa da 10 a 12 paesi membri
Aruba diventa indipendente da Curaçao
1987 – La capitale di Nunavut cambia il suo nome da Frobisher Bay a Iqaluit
1993
La Cecoslovacchia si divide e nascono Slovacchia e Repubblica Ceca
Viene introdotto il mercato unico della Comunità Europea
1994
Entra il vigore l’accordo di libero scambio NAFTA tra USA, Canada e Messico
L’EZLN rende nota la sua presenza nello Stato del Chiapas (Messico), iniziando 12 giorni di conflitto armato
Messico: rivolta contadina nel Chiapas
1995
Prende vita la World Trade Organization (WTO), l’Organizzazione mondiale del commercio
Austria, Finlandia e Svezia entrano nell’Unione europea, che passa da 12 a 15 paesi membri
1996 – Curaçao ottiene l’autogoverno limitato
1999 – Viene introdotto l’euro solo per le transazioni finanziarie
2000 – La Grecia aderisce agli accordi di Schengen
2001 – La Grecia adotta l’euro come moneta ufficiale
2002
L’Euro diventa la moneta ufficiale di 12 paesi dell’Unione europea, tra cui l’Italia
Il Trattato Open Skies di mutua sorveglianza, inizialmente firmato nel 1992, entra ufficialmente in vigore
2003 – Luiz Inácio da Silva detto Lula diventa presidente del Brasile
2004
Cipro, Malta, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Lettonia, Estonia, Lituania, Repubblica Ceca e Slovenia entrano nell’Unione europea, che passa da 15 a 25 paesi membri
Pervez Musharraf ottiene la fiducia dal Parlamento e dalle assemblee provinciali del Pakistan, per continuare come Presidente del Pakistan
2005 – Italia: dopo 143 anni finisce il servizio militare obbligatorio
2007
Romania e Bulgaria entrano nell’Unione europea, che passa da 25 a 27 paesi membri
L’Euro diventa la moneta ufficiale della Slovenia
Ban Ki-Moon sostituisce Kofi Annan come Segretario Generale delle Nazioni Unite
2008 – L’Euro diventa la moneta ufficiale di Malta e Cipro
2009
L’Euro diventa la moneta ufficiale della Slovacchia
La Repubblica Ceca assume la Presidenza di turno dell’Unione europea
A Bangkok una tragedia avviene durante il veglione provocando 58 morti tra le fiamme
2010 – Diventa obbligatorio l’uso del lezionario approvato dalla CEI il 12 novembre 2007 nelle Sante Messe della Chiesa cattolica
2011
L’Euro diventa la moneta ufficiale dell’Estonia
Viene vietata l’importazione, la distribuzione e la vendita di tutte le lampadine a incandescenza
Alessandria d’Egitto, dopo la funzione in chiesa da parte della comunità copta d’Egitto viene fatta esplodere all’uscita un’autobomba che causa 21 morti e otto feriti, un ennesimo attacco ai Cristiani nella regione da parte di kamikaze
2012 – La Danimarca assume la presidenza di turno dell’Unione europea
2014 – L’Euro diventa la moneta ufficiale della Lettonia
2015 – L’Euro diventa la moneta ufficiale della Lituania
2017
Malta assume la presidenza di turno dell’Unione Europea
Assalto armato in un night club di Istanbul con 39 vittime
2018 – L’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sono i primi paesi del Golfo Persico ad impostare l’IVA su alcuni prodotti
“Indovinami, Indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?”.
“Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un Carnevale e un Ferragosto
e il giorno dopo del lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno!”.
Filastrocca di Capodanno
Voglio un gennaio col sole d’aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile,
Voglio un giorno senza sera,
voglio un mare senza bufera,
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore del pesco,
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo, non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente.
… ma la vera festa che aspettavamo era quella della Befana ….
attraversando il centro storico si comincia a percepire l’:
SDN – spirito del natale
così l’anno nel 2015:
così nel 2014:
Vetrine di Natale nella città murata di Como, 23 dicembre 2014
E se, scomparso l’ultimo nottambulo dalle vie della città, le vetrine avessero iniziato a strizzarsi l’occhio e qualcuna, più ardita, avesse gettato là l’idea di scambiarsi i propri inquilini, i doni – non – donati?
E se questa idea fosse stata ben accolta?
E se molti tra questi si fossero allora accomodati al bar più disponibile, quello con i lumi sui tavolini all’aperto, per scambiare quattro chiacchiere? In fondo, che noia, stare sempre borsette con borsette e al massimo dare una toccatina a una pochette o essere forzatamente appesi a una cintura di coccodrillo (sarà vero? sarà finto?); e che noia essere abiti firmati accanto ad altri di colore diverso ma con la stessa firma, appoggiati a golfini di cachemire che con la temperatura anomala di questi giorni danno quasi fastidio; non è divertente neppure essere bottiglie di vino tutte in fila come soldatini, tutte pregiate certo, ma in fondo…
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la città vuota così, solo in questo momento dell’anno
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Fanno da sfondo immagini di Como e del Lago di Como
natàle / naˈtale/
[lat. natāle(m), da nātus ‘nato’ ☼ 1296]
A s. m. (Natàle nel sign. 2)
1 (raro) giorno della nascita | (raro, lett.) anniversario del giorno della nascita: Oggi il mio genitor […]celebrava il natale (T. Tasso) | natale di Roma, celebrazione della data in cui sarebbe stata fondata Roma (il 21 aprile del 753 a.C.)
2 solennità liturgica dell’anno cristiano, in cui si ricorda la natività di Gesù Cristo, il 25 dicembre | mese di Natale, dicembre | albero di Natale, V. albero | durare da Natale a S. Stefano, pochissimo | per lui è Natale, è una festa grande | Babbo Natale, personaggio fantastico in figura di vecchio che i bimbi credono venga la notte di Natale a portar loro regali | PROV. Natale coi tuoi, Pasqua con chi vuoi
3 (lett., al pl.) nascita: i suoi natali sono molto oscuri | (est.) stirpe, prosapia
B agg.
1 della nascita, attinente alla nascita: giorno natale | terra natale, la patria SIN. natio
2 (raro) natalizio
|| natalità, s. f. inv. (V.)
La parola è tratta da:
lo Zingarelli 2013
Vocabolario della lingua italiana
di Nicola Zingarelli
Zanichelli editore
Vigilia di Natale: intorno agli anziani genitori Trieste e Saverio si raccolgono i quattro figli con le rispettive famiglie. La vigilia trascorre tranquilla: cena e messa di mezzanotte. Poi i genitori rivelano ai figli che intendono passare gli ultimi anni della loro vita presso uno qualsiasi di loro, in cambio dell’eredità. I figli però, pur di non ospitarli, preferiscono eliminarli simulando un’esplosione di gas. (da FilmTv)
Kingsport mi apparve oltre la cima della collina, distesa nel gelo dell’imbrunire; la nevosa Kingsport dagli antichi campanili e banderuole, travi e vecchi comignoli, moli e piccoli ponti, salici e cimiteri; e infiniti labirinti di stradine ripide e tortuose, al centro delle quali si ergeva la chiesa come una corona che nemmeno il tempo può toccare, e mucchi di case coloniali che guardavano in tutte le direzioni, in più strati e livelli come le costruzioni disordinate di un bambino. L’antichità volteggiava con ali grigie sugli abbaini sbiancati dall’inverno e sui tetti a spiovente; una a una le finestre dai piccoli vetri e altre luci si accendevano nel gelido crepuscolo per specchiare Orione e le antiche stelle. Il mare sferzava moli consunti: il mare segreto, immemore, dal quale la mia gente era venuta un tempo.
….
segue qui: Howard P. Lovecraft – La ricorrenza
Erano pantofole enormi, che fino a poco tempo prima usava sua madre, erano larghissime, e la piccola .le aveva perdute attraversando in fretta la strada, mentre due carri passavano a corsa pazza; una non si trovò più, e un ragazzo era scappato via con l’altra, dicendo che ne avrebbe fatto una culla per quando gli fossero nati dei bambini.
La bambina camminava ora coi piedini nudi, che eran rossi e bluastri dal freddo; nel vecchio grembiulino portava una quantità di fiammiferi, e un mazzetto ne teneva in mano, andando; nessuno, però, quel giorno, aveva comprato niente da lei, nessuno le aveva dato un soldino; e camminava infreddolita e affamata, con un’aria così avvilita, poverina!
I fiocchi di neve le cadevano sui lunghi capelli biondi, che s’inanellavano sulla nuca in un modo molto grazioso; ma davvero, lei non pensava a questa sua leggiadria.
Le finestre erano tutte illuminate e per la strada si sentiva un odore squisito di oca arrosto: infatti era la vigilia dell’anno nuovo, e lei proprio a questo pensava.
Andò a sedersi in dn angolo tra due case, di cui una sporgeva sulla strada piu dell’altra; teneva le gambette rannicchiate, ma sentiva ancor piu il freddo, e a casa non osava tornare, perché non aveva venduto neppure un fiammifero, non aveva guadagnato un soldo; suo padre l’avrebbe battuta, e del resto anche a casa faceva freddo; non avevano che un tetto sulla testa e ci fischiava il vento, benché avessero infilato paglia e stracci nelle fessure piu larghe.
…. segue qui:
Racconto di Hans Christian Andersen: La bambina dei fiammiferi | Racconti di Natale.
Intorno a Luca Cupiello, intento a realizzare con passione il tradizionale presepe – giocattolo che gli permette di prendere le distanze dalle vicende che coinvolgono la famiglia, si dispiegano tutti gli intecci in cui è coinvolto il gruppo, sino al momento finale in cui, cedendo a una sorta di delirio, Luca riesce convincere il figlio della bellezza della propria opera.
La trama completa è qui.
Un film d’amore e dolore, il ritratto di una famiglia sconvolta da una malattia terminale: è La voce dell’amore, pellicola del 1997 per la regia di Carl Franklin. Ben tre sono gli attori premio Oscar: Meryl Streep, nei panni di una madre esuberante e affettuosa, William Hurt, un padre intellettuale, affascinante, professore puntiglioso e aspirante scrittore, e la figlia adorante Renée Zellweger.
Ellen Gulden è una giovane piena di ambizioni e desideri per il proprio futuro: vuole diventare giornalista e per questo va a New York. Ma la sua carriera viene interrotta improvvisamente per la grave malattia della madre. Ellen è costretta a tornare nella propria cittadina d’origine dell’East Coast per sostenere e curare la mamma. La famiglia viene sconvolta da questo terribile evento, che rimette in discussione i rapporti e i rancori rimasti in sospeso:
sono le parole dense di significato che una straordinaria Meryl Streep pronuncia ai suoi famigliari, ricordando loro le cose essenziali della vita.
Qui un estratto con una scena imperniata sui giorni del Natale:
…
Era mattina. Me ne stavo nella postazione più avanzata sopra il ghiaccio del fiume e guardavo il sole che sorgeva dietro il bosco di roveri sopra le postazioni dei russi.
Guardavo il fiume ghiacciato da su dove compariva dopo una curva fin giù dove scompariva in un’ altra curva guardavo la neve e le peste dì una lepre sulla neve: andavano dal nostro caposaldo a quello dei russi.
« Se potessi prendere la lepre! » pensavo. Guardavo attorno quelle cose e dicevo:
« Buon Natale! » Era troppo freddo per star lì fermo e risalendo il camminamento rientrai nella tana della mia squadra.
Buon Natale!» dissi, « buon Natale! »
…
Pochi giorni a Natale in una Londra dove l’amore è dappertutto. Dieci storie di ogni risma si intrecciano a formarne una sola: Hugh Grant è il nuovo Premier appena insediatosi e si innamora di una ragazza del suo staff; sua sorella (Emma Thompson) è convinta di essere cornificata dal marito (Alan Rickman) che in effetti è molto attratto da una collega, che già aveva fatto perdere la testa ad uno scrittore (Colin Firth), il quale fugge in Francia per dimenticarla e lì… Si avvicina il Natale, verso cui convergono tutte queste storie ….
…
questi Demoni delle Caverne, pensando di avere un buon motivo per detestare Babbo Natale, un giorno si riunirono per discutere la questione.
“Sto davvero rimanendo solo”, disse il Demone dell’Egoismo. “Poiché Babbo Natale distribuisce così tanti bei regali di Natale a tutti i bambini che diventano felici e generosi, con il suo esempio, e si tengono lontani dalla mia caverna.”
“Ho lo stesso problema”, si unì il Demone dell’Invidia.”I piccoli sembrano essere tanto soddisfatti di Babbo Natale e sono pochi quelli che riesco a convincere a essere invidiosi.”
“E questo è un male per me!”, dichiarò il Demone dell’Odio. “Poiché se i bambini non passano attraverso le Caverne di Egoismo e Invidia, nessuno riesce a raggiungere la MIA caverna.”
“O la mia”, aggiunse il Demone della Malizia.
“Da parte mia”, disse il Demone del Pentimento, “è piuttosto evidente che se i bambini non vengono nelle vostre caverne, non hanno alcun bisogno di venire nella mia; cosicché vengo piuttosto trascurato quanto voi.”
“E tutto a causa di questa persona che chiamano Babbo Natale!” esclamò il Demone dell’Invidia. ”Ci sta semplicemente rovinando i nostri affari e bisogna fare qualcosa immediatamente.”
Su questo furono d’accordo subito; ma cosa fare era una questione ancora più difficile da decidere. Sapevano che Babbo Natale lavorava tutto l’anno nel suo castello nella Valle Ridente, preparando i doni che doveva distribuire la Notte di Natale; e al principio decisero di tentare di attirarlo nelle loro caverne, che l’avrebbero potuto condurre verso le terribili trappole che portavano alla distruzione.
Così il giorno seguente, mentre Babbo Natale era alacremente al lavoro, circondato dalla sua piccola banda di assistenti, il Demone dell’Egoismo andò da lui e disse: “Questi giocattoli sono meravigliosamente lucidi e belli. Perché non li tieni per te? È un peccato darli a quei ragazzini chiassosi e a quelle bambine piagnucolose, che li rompono e li distruggono così velocemente.”
“Sciocchezze!” disse ad alta voce il vecchio dalla barba grigia, con gli occhi luminosi che brillavano di gioia mentre si voltava verso il Demone tentatore.”I ragazzini e le bambine non sono mai tanto chiassosi e piagnucolosi dopo aver ricevuto i miei regali e se riesco a farli felici un giorno all’anno sono pienamente soddisfatto.”
Così il Demone ritornò dagli altri, che lo aspettavano nelle loro caverne, e disse: “Ho fallito, perché Babbo Natale non è affatto egoista.”
Il giorno seguente il Demone dell’Invidia fece visita a Babbo Natale. Disse.” I negozi di giocattoli sono pieni di giochi altrettanto belli come quelli che stai costruendo. È una vergogna che debbano interferire con i tuoi affari! Con le macchine riescono a costruire i giocattoli molto più velocemente di quanto possa fare tu a mano; e li vendono in cambio di denaro, mentre tu non ottieni proprio nulla per il tuo lavoro.”
Ma Babbo Natale si rifiutò di essere invidioso dei negozi di giocattoli.
“Riesco a soddisfare i piccoli solo una volta all’anno: la Notte di Natale”, rispose. “Poiché i bambini sono tanti ed io sono solo. E siccome il mio è un lavoro di amore e di bontà, mi vergognerei di ricevere denaro per i miei piccoli doni. Ma per tutto l’anno i bambini devono divertirsi in qualche modo, così i negozi di giocattoli riescono a portare molta gioia ai mie piccoli amici. Mi piacciono i negozi di giocatoli e sono contento di vederli prosperare.”
Malgrado il secondo rifiuto, il Demone dell’Odio pensò che avrebbe cercato di influenzare Babbo Natale. Così il giorno seguente entrò nel laboratorio indaffarato e disse:
“Buongiorno, Babbo Natale ! Ho cattive notizie per te.”
“ Allora vai via, da bravo”, rispose Babbo Natale. “Le cattive notizie dovrebbero essere tenute segrete e mai raccontate.”
“Non puoi evitare questa, comunque”, dichiarò il Demone; “poiché nel mondo c’è un gruppetto che non crede a Babbo Natale e, questi, sei costretto ad odiarli aspramente, poiché ti hanno molto offeso.”
“Sciocchezze e stupidaggini!”, urlò Babbo Natale.
“E ci sono altri che si irritano perché rendi i bambini felici e si burlano di te e ti chiamano vecchio stupido svitato! Hai proprio ragione ad odiare questi vili diffamatori e dovresti vendicarti di loro per le loro parole cattive.”
“Ma non li odio!”, esclamò Babbo Natale con sicurezza.”Queste persone non mi fanno alcun male, ma semplicemente rendono infelici loro stessi e i bambini. Poveretti! Preferirei aiutarli un giorno l’altro piuttosto che far loro del male.”
In verità, i Demoni non riuscirono a tentare il vecchio Babbo Natale in nessun modo. Al contrario, era scaltro abbastanza per vedere che lo scopo delle loro visite era di creare guai e scompiglio, e la sua risata allegra sconcertò i malvagi e mostrò loro la follia di tale impresa. Così abbandonarono le parole dolci e si convinsero ad usare la forza.
…
l’intera storia è qui: PROGETTO BABELE RIVISTA LETTERARIA – Archivio Traduzioni: Il rapimento di Babbo Natale – di Frank L. Baum trad.a cura di Salvatore Ciancitto.
si incontrano a New York poco prima di Natale, si guardano negli occhi e scocca il classico colpo di fulmine. Ma nè lui nè lei sono liberi: i due, dopo aver passato la serata insieme, decidono allora di affidare al destino il loro prossimo incontro. Lei scrive il proprio recapito su un vecchio libro che andrà a rivendere sulle bancarelle il giorno dopo, lui su una banconota: si guardano un’ultima volta e si separano. Passano dieci anni, entrambi stanno per sposarsi, ma Jonathan riceve in regalo dalla promessa sposa proprio quel libro che riporta un numero di telefono…
,,,
Marcovaldo camuffato da Babbo Natale percorreva la città, sulla sella del motofurgoncino carico di pacchi involti in carta variopinta, legati con bei nastri e adorni di rametti di vischio e d’agrifoglio.
La barba d’ovatta bianca gli faceva un po’ di pizzicorino ma serviva a proteggergli la gola dall’aria.
La prima corsa la fece a casa sua, perché non resisteva alla tentazione di fare una sorpresa ai suoi bambini. «Dapprincipio, – pensava, non mi riconosceranno. Chissà come rideranno, dopo! »
I bambini stavano giocando per la scala. Si voltarono appena. – Ciao papà.
Marcovaldo ci rimase male. – Mah… Non vedete come sono vestito?
– E come vuoi essere vestito? – disse Pietruccio. – Da Babbo Natale, no?
– E m’avete riconosciuto subito?
– Ci vuol tanto! Abbiamo riconosciuto anche il signor Sigismondo che era truccato meglio di te!
– E il cognato della portinaia!
– E il padre dei gemelli che stanno di fronte!
– E lo zio di Ernestina quella con le trecce!
– Tutti vestiti da Babbo Natale? – chiese Marcovaldo, e la delusione nella sua voce non era soltanto per la mancata sorpresa familiare, ma perché sentiva in qualche modo colpito il prestigio aziendale.
– Certo, tal quale come te, uffa, – risposero i bambini, – da Babbo Natale, al solito, con la barba finta, – e voltandogli le spalle, si rimisero a badare ai loro giochi.
Era capitato che agli Uffici Relazioni Pubbliche di molte ditte era venuta contemporaneamente la stessa idea; e avevano reclutato una gran quantità di persone, per lo più disoccupati, pensionati, ambulanti, per vestirli col pastrano rosso e la barba di bambagia.
I bambini dopo essersi divertiti le prime volte a riconoscere sotto quella mascheratura conoscenti e persone del quartiere, dopo un po’ ci avevano fatto l’abitudine e non ci badavano più.
Si sarebbe detto che il gioco cui erano intenti li appassionasse molto. S’erano radunati su un pianerottolo, seduti in cerchio.
– Si può sapere cosa state complottando? – chiese Marcovaldo.
– Lasciaci in pace, papà, dobbiamo preparare i regali.
– Regali per chi?
– Per un bambino povero. Dobbiamo cercare un bambino povero e fargli dei regali.
– Ma chi ve l’ha detto?
– C’è nel libro di lettura.
Marcovaldo stava per dire: «Siete voi i bambini poveri!», ma durante quella settimana s’era talmente persuaso a considerarsi un abitante del Paese della Cuccagna, dove tutti compravano e se la godevano e si facevano regali, che non gli pareva buona educazione parlare di povertà, e preferì dichiarare:
– Bambini poveri non ne esistono più!
S’alzò Michelino e chiese: – È per questo, papà, che non ci porti regali?
Marcovaldo si sentí stringere il cuore.
…
da Racconto di Natale di Italo Calvino – I figli di Babbo Natale | Racconti di Natale
Italo Calvino: I figli di Babbo Natale, letto da Eleonora Calamita
Una moderna favola di Natale tratta da una selezione di racconti brevi del norvegese Levi Henriksen, “Only Soft Presents Under the Tree”. Il film narra la storia di un gruppo di persone di una piccola cittadina immaginaria le cui vite si intrecciano.
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
Napoli, il 26 dicembre 1916
New York: nei giorni che precedono il Natale, si intrecciano le esistenze di cinque persone sole e deluse. Rose è la sola a prendersi cura della madre malata di Alzheimer, visto che la sua vita sentimentale è inesistente; il poliziotto Mike è troppo geloso e rischia di far naufragare la sua relazione con la bella Nina; Artie, gestore di un ristorante, è convinto che Mike sia la reincarnazione di sua moglie. Poi c’è Jules che, solo come un cane, si fa rompere le mani per passare la vigilia in ospedale (da http://www.film.tv.it/film/27469/un-amore-sotto-l-albero/)
” …. si realizza nell’evento del Natale un fenomeno che gli storici delle religioni, ma anche gli psicologi del profondo, conoscono bene. Si tratta della potenza che il rito, condiviso per lungo tempo da molte persone, finisce con l’assumere nell’inconscio collettivo e, da lì, nella vita di tutti. Anche chi coscientemente non crede, insomma, viene toccato nel profondo, anche se inconsciamente, dall’enorme energia che la preparazione e la celebrazione del rito ha prodotto nella psiche di tutti i popoli che si sono riconosciuti in quel rito, nel corso del tempo. Questo contatto, tra la psiche individuale e l’inconscio collettivo già presente in ognuno di noi, trasforma e modifica, per un periodo più o meno lungo, il nostro clima psicologico. In questa trasformazione, naturalmente, contano molto le caratteristiche simboliche e affettive presenti e attive nel rito. Nel Natale, ad esempio, compare il simbolo che più fortemente influenza la felicità dell’uomo: proprio quello del cambiamento e della trasformazione. Che realizzandosi, ci fa passare da una condizione precedente e ormai vecchia, stanca, priva di energia, a una nuova, proiettata in un futuro pieno di speranza.”
Claudio Risé, da “Il Mattino di Napoli” del lunedì, 24 dicembre 2007, www.ilmattino.it
Ricordi dal passato di lavoro
In occasione del Natale 2005
Cara …
molte grazie per l’invio della Carta etica delle professioni. Ci tenevo molto a leggerla e pensarla
E ancora di più mi ha fatto piacere rileggere la tua nitida e bella calligrafia che ho ben conosciuto negli anni 1978-1994
Qualche giorno fa … mi ha parlato della Scuola (per me è stata sempre “la scuola”). Da quanto ho appreso, dopo gli ultimi pensionamenti si è chiuso un ciclo storico.
La Scuola è stata un importante istituzione culturale. Pe Milano, per la Lombardia e in un certo senso anche per una parte del paese.
Sono davvero molto orgoglioso di esserne stato parte.
E’ un bel pezzo della mia storia personale che mi porto dietro , verso la vecchiaia |
Sogno