Giornata Internazionale del Jazz – dal 27 al 30 aprile 2024 – Gli eventi in Italia

Giornata Internazionale del Jazz – dal 27 al 30 aprile 2024 – Gli eventi in Italia

Giornata Internazionale del Jazz – Tangeri, dal 27 al 30 aprile 2024 – Ecco gli eventi in Italia – Unesco Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco

Cliccando su “Italy” a questo link, troverete gli appuntamenti organizzati in tutto il nostro Paese

“Ovviamente attraversa diagonalmente l’intero racconto il grande, anzi sommo, Guido Ferrario punto di riferimento di tutti gli appassionati e titolare dello storico L’angolo del disco di viale Lecco angolo via Perlasca”. Articolo pubblicato in ComoZero per la presentazione del libro: Zanoli Alessandro, Jazz a Como. Storia di una musica, di una città e di un Club, Carlo Pozzoni Fotoeditore, 2024

“Jazz a Como”, non solo musica ma la storia luminosa di una città più viva che mai nel ‘900. Un grande libro che sarà presentato al Sociale il 23 aprile – ComoZero

ricordi di GUIDO FERRARIO (1917-1988), in: Zanoli Alessandro, Jazz a Como. Storia di una musica, di una città e di un Club, Carlo Pozzoni Fotoeditore, 2024

in https://traccesent.com/2024/03/21/zanoli-alessandro-jazz-a-como-storia-di-una-musica-di-una-citta-e-di-un-club-carlo-pozzoni-fotoeditore-2024-indice-del-libro/

Carlo Uboldi, Potevo essere un impiegato di banca, invece sono un pianista Jazz, Blonk editore, 2024. Indice del libro

  • vai anche alla pagina youtube con i video musicali di Carlo Uboldi:

https://www.youtube.com/@CarloUboldiJazz/videos

  • vai anche alla biografia di Carlo Uboldi:

https://traccesent.com/?s=uboldi

Carlo Uboldi nasce a Como nel 1966 e debutta a 16 anni alla Rassegna del jazz comasco ottenendo umerosi consensi e mettendosi in luce per il suo stile ispirato al grandissimo pianista Canadese Oscar Peterson, che sarà per sempre un suo punto di riferimento.

A 17 anni debutta in televisione su RAI 1 in trio coi suoi fratelli suonando già brani di sua composizione nella trasmissione TV1 ESTATE.

Qualche anno dopo tornerà in televisione alla trasmissione TAPPETO VOLANTE come pianista del quartetto di Gianni Coscia.

A 21 anni diventa stabilmente per una quindicina di anni il pianista di Paolo Tomelleri, e nel 1992 l’incontro col vibrafonista tedesco Fritz Hartscuh fa nascere il quintetto MILAN SWING che lavora in Germania per svariati anni incidendo un CD per l’etichetta germanica Bellaphon che ottiene grandi consensi nel Nord Europa.

Suona in tutta Europa e ha all’attivo 33 dischi.

Dal 2015 insegna alla Pop Music School di Paolo Meneguzzi pianoforte e improvvisazione.

INDICE DEL LIBRO

Alessandro ZANOLI, JAZZ a Como, storia di una musica e di un Club dal 1947 a oggi. Presentazione del libro al Cinema Teatro di Chiasso, il 10 marzo 2024

Polillo Roberto, Fotografare il jazz. Il volto, la musica, l’improvvisazione, Mimesis edizioni, 2023

Il jazz è “musica da vedere” e non soltanto da ascoltare, perché vedere ciò che avviene durante la performance sul palcoscenico permette di comprenderne meglio gli aspetti strutturali ed emotivi. Roberto Polillo, analizzando il suo archivio di fotografie dei grandi artisti del jazz degli anni Sessanta e Settanta, si chiede come il fotografo possa rappresentare al meglio i musicisti mentre improvvisano. L’autore immortala le espressioni di alcuni grandi maestri del genere in concerto e ne narra interessanti aneddoti.

Tra i soggetti ritratti troviamo John Coltrane, Louis Armstrong, Miles Davis, Bill Evans, Keith Jarrett, Thelonious Monk, Earl Hines, Charles Mingus, Max Roach, Elvin Jones, Art Blakey. Un libro avvincente per ogni appassionato di jazz e di fotografia

Guarda i video di approfondimento

 

Recensioni

Alias, 06/01/2024
Polillo, il jazz da vedere su Fotografare
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L’indice dei libri del mese, 01/12/2023
Congelare il suono nell’immagine
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tuttorock.it, 10/11/2023
Roberto Polillo – Fotografare il jazz
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Artribune, 01/11/2023
Libri
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L’Osservatore romano, 30/10/2023
Istantanee sul jazz
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Qui comincia (Radio Tre), 10/10/2023
Roberto Polillo, ‘Fotografare il jazz. Il volto, la musica, l’improvvisazione’ (Mimesis)
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Sky Arte, 17/08/2023
Le leggende del jazz in una serie di fotografie
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Alessandro Zanoli: “… sto scrivendo la storia del Jazz Club di Como … La figura di suo padre, GUIDO FERRARIO è stata importantissima per il Jazz CLub” …

1° messaggio:

Buongiorno, mi chiamo Alessandro Zanoli, sono un giornalista di Chiasso: su incarico di Bruno Festorazzi, Gianni Dolci ed Edmondo Canonico sto scrivendo la storia del Jazz Club di Como.

La figura di suo padre è stata importantissima per il Jazz CLub e vorremmo ricordarlo come merita, oltre che nelle pagine della ricostruzione storica, anche con una fotografia. Ne avrebbe una da darci per la pubblicazione?

Il libro uscirà per l’editore Pozzoni di Como.

2° messaggio:

Mi ha passato notizie importanti (che mi chiariscono molte cose, sul progetto stesso della ricerca, tra l’altro).

Suo padre dev’essere proprio stato una persona straordinaria, e, quel che è più importante, ha lasciato uno splendido ricordo di sè in molte persone (ancora giovedì scorso Carlo Uboldi mi parlava dell’importanza che ha avuto per lui “ul Ferrarin”).

Lavorando sul Jazz Club il nome di suo padre si incontra ad ogni passo e anche Bruno Festorazzi me ne parla continuamente come di una persona eccezionale.

Grazie per il suo aiuto.

È stato un piacere conoscerla. Devo ringraziare Uboldi perché è lui che mi ha dato l’idea di scriverle tramite Facebook.

A presto

RITRATTI in JAZZ: antologia musicale (80 tracce, 6 ore e 44 minuti). Ispirata dal libro di Haruki Murakami, Einaudi, 2013

Murakami Haruki ha scritto un atlante sentimentale del jazz.

Lo ha fatto nell’unica maniera possibile: scegliendo dalla sua collezione di dischi (rigorosamente in vinile) i musicisti indimenticabili, i brani piú preziosi, le performance storiche, e raccontandoceli con la stessa contagiosa passione di un amico con cui dividere un bicchiere in un jazz club.
A completare questo cocktail, perfetto anche per chi non conosce il mondo del jazz, ci sono la straordinaria capacità affabulatoria e la sottile malinconia dell’autore di 1Q84, accompagnate dai ritratti dei musicisti dipinti dall’artista Wada Makoto.

Buon ascolto.

Alla Officina della Musica di Como: Mediateca di dischi 33 giri, della collezione di Guido Ferrario, da ascoltare e farsi prestare. Articolo di Alessia Roversi in La Provincia 22 settembre 2021. AUDIO degli interventi di Alessio Brunialti, Maurizio Salvioni, Cristiano Paspo Stella

I 75 anni di Jarrett (08/5/1945)

Tracce di Jazz

Capriccioso, irascibile, insopportabile, ma appena mette le mani sulla tastiera ecco che la magia si sprigiona. Una carriera lunga, forse oggi minata da problemi alle mani (che speriamo siano risolvibili), costellata da una lunghissima discografia, forse eccessiva considerando la ripetitività delle due formule esclusive ormai da quasi quarant’anni: piano solo e Standard Trio. Volendo fare l’avvocato del diavolo alcuni album, sopratutto nel penultimo periodo, sembrano un pò di routine, ma, una routine di gran classe senza mai cadute di gusto. La qualità è sempre garantita, certo la freschezza e la novità non abitano più da quelle parti, ma la classe e il tocco sono rimasti immutati.

jar“Jarrett possiede l’abilità di far “cantare” il pianoforte, al punto che quando lo suona lo strumento acquisisce caratteristiche innografiche quasi sacre. Il primo ad introdurre elementi di questo tipo nel Jazz è stato Coltrane , ma Jarrett non ha rivali nel coltivare e trasporre…

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mi ricordo …. : Addio PEPPO SPAGNOLI, paladino del Jazz, fondatore della casa discografica Splasc (h), articolo di Alessio Brunialti, in La Provincia 6 marzo 2020

Peppo Spagnoli (2020). Fondatore nel 1982 della Splasc(h), la più importante etichetta discografica di jazz in Italia. Nato ad Arcisate, provincia di Varese, è stato a lungo consigliere comunale per il Pci e lavorò come disegnatore tessile prima di dedicarsi alla musica. Il primo album pubblicato da Splasch(h) fu Lunet, dell’European Quartet del sassofonista Gianni Basso.

Tra le sue scoperte, Paolo Fresu e Luca Flores.

vai a:

https://www.laprovinciadicomo.it/stories/cultura-e-spettacoli/addio-peppo-spagnoli-paladino-del-jazz_1343800_11/?fbclid=IwAR3ZRQL6WItw_lXT6l1m_Zox3P7s-yKzOHx8a8dIt_XSnmfJC21gdgm4V5Y

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il JAZZ spiegato ai nostri figli, di STEFANO BOLLANI, in CorriereInnovazione, 29 novembre 2019

articolo copyright

letto in edizione cartacea su Corriere delle Sera innovazione

cercare qui:

http://corriereinnovazione.corriere.it/cards/jazz-calderone-scoprite-tutti-segreti-questo-genere-musicale-pieno-sapori/etimologia-vocabolo_principale.shtml

http://corriereinnovazione.corriere.it/

un estratto:

Il jazz dunque, quasi per definizione, ama l’imprevisto, perché è l’elemento che può portarti a prendere in considerazione una strada che avevi scartato o che non ti era venuta in mente. Quello che altri chiamano errore. Il jazz è un percorso di vita in cui tutto quel che accade viene accolto con gioia perché nasce da quel momento preciso e vive in quel momento. È l’elogio del presente. Paolo Fresu racconta spesso che un signore — poco abituato al suono del jazz e all’ improvvisazione — si è presentato al termine di un concerto chiedendo dubbioso: «Ma il jazz le note ce le ha?». Ecco la risposta: Ebbene sì! Ce le ha, ma dalle note parte per andare verso l’ignoto.

The Bad Plus 2.0, la nuova vita di un trio

Tracce di Jazz

Un trio pianistico è una creatura musicale delicata, viene difficile pensare che possa sopravvivere al ‘trapianto di pianista’. Eppure è proprio quel che è successo ai Bad Plus con l’abbandono dello storico componente Ethan Iverson e la sua sostituzione con Orrin Evans. Tra l’altro si tratta di due musicisti molto diversi tra di loro, e la scelta a favore di Evans dei due Bad Plus superstiti – il bassista Reid Anderson ed il batterista Dave King – all’epoca mi aveva piuttosto stupito. Così come la decisione di Iverson di lasciare una formazione ormai notevolmente affermata ed ormai ben riconosciuta ed apprezzata da un ampio pubblico  per la sua fisionomia originale e ben caratterizzata, e ben lungi dall’aver esaurito le sua potenzialità creative. Ma si sa, il jazz (quello vero) o è musica dell’inquietudine, o non è.

The Bad Plus uno….

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Quelli che chiameremo i Bad Plus 2.0 hanno già partorito…

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Aldo Pedron presenta il libro LA MIA GUIDA AL JAZZ, dialogando con Alessio Brunialti. Live di Roberto Quadroni (sax alto) e Bruno Lavizzari (pianoforte), alla Officina della Musica, via Giulini 14/B, COMO, 9 maggio 2019, ore 21

LUOGHI del LARIO e oltre ...

INCONTRO CON ALDO PEDRON
L’Officina della Musica, via Giulini 14/B, ore 21, ingresso a 10 sacchi
Aldo Pedron presenta il libro La mia guida al jazz dialogando con Alessio Brunialti. Live di Roberto Quadroni (sax alto) e Bruno Lavizzari (pianoforte).

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DUKE ELLINGTON, introduzione all’ascolto a cura di Andrea Varolo (con gli AUDIO della lezione). Alla Officina della Musica di Via Giulini, Como. Articolo di Alessio Brunialti in La Provincia di Como, 13 febbraio 2019

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I miei APPUNTI:

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gli AUDIO della lezione

1: introduzione

https://drive.google.com/file/d/1F0y6ZOWw-Mhma2K7S2K6DUErFjh5Qft8/view?usp=sharing

2:  Cotton Club

https://drive.google.com/file/d/1KYGoF_mzYfceC9RMa5GuXarApaI4tY9J/view?usp=sharing

3: Black Tan Fantasy

https://drive.google.com/file/d/1Snf1CrL8IC-YRV2cvwibNmZfltsmXOK4/view?usp=sharing

4: Video

https://drive.google.com/file/d/18HEg1Ml5D5Q8os5qXY6vE160GmxnSyhu/view?usp=sharing

5: Mood Indigo

https://drive.google.com/file/d/1THhBR3ftgZBbZKgPOaaVWPJtF0UtLJc3/view?usp=sharing

6: Spiegazione

https://drive.google.com/file/d/1DL1OCCwOFfMekP7GSinxoj7pc1hOxFVy/view?usp=sharing

7:  Day Break

https://drive.google.com/file/d/1Pmvh07hQCADtqjnfMityA9QlSWBjA9so/view?usp=sharing

8:  spiegazione

https://drive.google.com/file/d/1i5eNiV-xvwspix4fWsK4wYaHpVLjDXUO/view?usp=sharing

9:  Ebony Rhapsody

https://drive.google.com/file/d/19kROTfJbUvNhm8qdydOzt1sqcCn8IWTL/view?usp=sharing

10: spiegazione

https://drive.google.com/file/d/1fpeslwe7E_e901gxDoI525J2brfDuucI/view?usp=sharing

11:  Sepia panorama

https://drive.google.com/file/d/1OTyhjYK3TKCwDDMCpHuCPIjflYnrax5E/view?usp=sharing

12: Take a Train

https://drive.google.com/file/d/1vu9J4wz86HogG_-m5_aE1a8jBCik6p_Y/view?usp=sharing

13: Mooche

https://drive.google.com/file/d/1yCHQNXnWyHVKUpEPg3XiHVeUdemW6apB/view?usp=sharing

14: Such Sweet Thunder

https://drive.google.com/file/d/1rD7XtYF4xq1D_Jgz3gFdpotxjcSplkAZ/view?usp=sharing

15: El Gato

https://drive.google.com/file/d/1Bhba02Z_iH-0t8sw8e6Rl5LtLWZ7MClp/view?usp=sharing

16: Sentimental Mood

https://drive.google.com/open?id=14r_Xu1DlcljIH-AQ_3uHokmZhFmrlUEk

17: Little Max

https://drive.google.com/open?id=1dkBzdDm6rie9Ju6RWStCFuRP1nc-FMoo

18: Blues for Miro

https://drive.google.com/open?id=13ZO1SLfX-TkM8OvmcNXd-Ie-t3IXCy0r

19: con Ella Fitgerald

https://drive.google.com/open?id=1MgUlAVt9vQIPkeAJ8HGmUgnGKfpqqae-

20: Sacred Music 2

https://drive.google.com/open?id=1zkyG8IyI66AOHegab8mJUMa47oCBkDg9


autobiografia pubblicata nel 1973 e tradotta in italiano nel 2007:

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LOUIS ARMSTRONG, Melancholy blues

da https://voyager.jpl.nasa.gov/golden-record/whats-on-the-record/music/

The following music was included on the Voyager record.

  • Bach, Brandenburg Concerto No. 2 in F. First Movement, Munich Bach Orchestra, Karl Richter, conductor. 4:40
  • Java, court gamelan, “Kinds of Flowers,” recorded by Robert Brown. 4:43
  • Senegal, percussion, recorded by Charles Duvelle. 2:08
  • Zaire, Pygmy girls’ initiation song, recorded by Colin Turnbull. 0:56
  • Australia, Aborigine songs, “Morning Star” and “Devil Bird,” recorded by Sandra LeBrun Holmes. 1:26
  • Mexico, “El Cascabel,” performed by Lorenzo Barcelata and the Mariachi México. 3:14
  • “Johnny B. Goode,” written and performed by Chuck Berry. 2:38
  • New Guinea, men’s house song, recorded by Robert MacLennan. 1:20
  • Japan, shakuhachi, “Tsuru No Sugomori” (“Crane’s Nest,”) performed by Goro Yamaguchi. 4:51
  • Bach, “Gavotte en rondeaux” from the Partita No. 3 in E major for Violin, performed by Arthur Grumiaux. 2:55
  • Mozart, The Magic Flute, Queen of the Night aria, no. 14. Edda Moser, soprano. Bavarian State Opera, Munich, Wolfgang Sawallisch, conductor. 2:55
  • Georgian S.S.R., chorus, “Tchakrulo,” collected by Radio Moscow. 2:18
  • Peru, panpipes and drum, collected by Casa de la Cultura, Lima. 0:52
  • “Melancholy Blues,” performed by Louis Armstrong and his Hot Seven. 3:05
  • Azerbaijan S.S.R., bagpipes, recorded by Radio Moscow. 2:30
  • Stravinsky, Rite of Spring, Sacrificial Dance, Columbia Symphony Orchestra, Igor Stravinsky, conductor. 4:35
  • Bach, The Well-Tempered Clavier, Book 2, Prelude and Fugue in C, No.1. Glenn Gould, piano. 4:48
  • Beethoven, Fifth Symphony, First Movement, the Philharmonia Orchestra, Otto Klemperer, conductor. 7:20
  • Bulgaria, “Izlel je Delyo Hagdutin,” sung by Valya Balkanska. 4:59
  • Navajo Indians, Night Chant, recorded by Willard Rhodes. 0:57
  • Holborne, Paueans, Galliards, Almains and Other Short Aeirs, “The Fairie Round,” performed by David Munrow and the Early Music Consort of London. 1:17
  • Solomon Islands, panpipes, collected by the Solomon Islands Broadcasting Service. 1:12
  • Peru, wedding song, recorded by John Cohen. 0:38
  • China, ch’in, “Flowing Streams,” performed by Kuan P’ing-hu. 7:37
  • India, raga, “Jaat Kahan Ho,” sung by Surshri Kesar Bai Kerkar. 3:30
  • “Dark Was the Night,” written and performed by Blind Willie Johnson. 3:15
  • Beethoven, String Quartet No. 13 in B flat, Opus 130, Cavatina, performed by Budapest String Quartet. 6:37

mi ricordo della Musica Jazz dei THE NECKS

THE NECKS

 Toni Buck, Batteria     Lloyd Swanton, Contrabbasso     Chris Abrahams, Piano

The Necks: Official Homepage

La musica che ho sempre cercato e che, nel gennaio 2006 ho finalmente trovato. Come i tesori delle terre sconosciute.

Nella storia del Jazz spesso si legge che, nei momenti di svolta, gli appassionati ascoltatori dicevano “c’è uno che suona in modo nuovo” e correvano a sentirlo. E’ avvenuto per Louis Armstrong, che con West End Blues (1929) innovava nel Jazz di New Orleans. E ancora con le orchestre di Duke Ellington. Poi con il Bebop di Charlie Parker. Con The Birth of Cool di Miles Davis. E ancora con Olè di Coltrane. E ancora con il Jazz nordico di Garbarek. Ma sono molte le svolte.

Ci sono vari modi, non incompatibili, per suonare il Jazz: quello degli Standard (e si può farlo in modo mirabile come il Trio di Keith Jarrett), quello della tradizione (come continua a fare con encomiabile coerenza Winton Marsalis), quello della rielaborazione del Pop (in Italia ricordo Danilo Rea e i Doctor 3). E ancora altri.

Ma oggi la nuova frontiera la stanno percorrendo i Necks, un gruppo australiano che lavora da 15 anni e che persegue con ammirevole coerenza un progetto musicale unico. Di loro si dice:

Entirely new and entirely now. They produce a post-jazz, post-rock, post-everything sonic experience that has few parallels or rivals” (da The Guardian)

I Necks hanno qualche precursore, ma pochi imitatori. Il loro è Jazz minimale, è Post-Jazz, è Post-Tutto, come di loro dice Geoff Dyer.

Certo sembra stupefacente che è dall’Australia che arrivino questi esploratori psichici della musica Jazz. Ma pensando A Picnic ad Hanging Rock di Peter Weir non è poi così strano.

Forse gli australiani sanno mettere bene assieme modernità, ambiente incontaminato e sogno.

Recensioni
Dischi
I musicisti
Ispiratori e allievi

via Musica Jazz: The Necks

la musica Jazz dei THE NECKS, dischi ricordati da Paolo Ferrario, Italia

Toni Buck, Batteria     Lloyd Swanton, Contrabbasso     Chris Abrahams, Piano

The Necks: Official Homepage

La musica che ho sempre cercato e che, nel gennaio 2006 ho finalmente trovato. Come i tesori delle terre sconosciute.

Nella storia del Jazz spesso si legge che, nei momenti di svolta, gli appassionati ascoltatori dicevano “c’è uno che suona in modo nuovo” e correvano a sentirlo. E’ avvenuto per Louis Armstrong, che con West End Blues (1929) innovava nel Jazz di New Orleans. E ancora con le orchestre di Duke Ellington. Poi con il Bebop di Charlie Parker. Con The Birth of Cool di Miles Davis. E ancora con Olè di Coltrane. E ancora con il Jazz nordico di Garbarek. Ma sono molte le svolte.

Ci sono vari modi, non incompatibili, per suonare il Jazz: quello degli Standard (e si può farlo in modo mirabile come il Trio di Keith Jarrett), quello della tradizione (come continua a fare con encomiabile coerenza Winton Marsalis), quello della rielaborazione del Pop (in Italia ricordo Danilo Rea e i Doctor 3). E ancora altri.

Ma oggi la nuova frontiera la stanno percorrendo i Necks, un gruppo australiano che lavora da 15 anni e che persegue con ammirevole coerenza un progetto musicale unico. Di loro si dice:

Entirely new and entirely now. They produce a post-jazz, post-rock, post-everything sonic experience that has few parallels or rivals” (da The Guardian)

I Necks hanno qualche precursore, ma pochi imitatori. Il loro è Jazz minimale, è Post-Jazz, è Post-Tutto, come di loro dice Geoff Dyer.

Certo sembra stupefacente che è dall’Australia che arrivino questi esploratori psichici della musica Jazz. Ma pensando A Picnic ad Hanging Rock di Peter Weir non è poi così strano.

Forse gli australiani sanno mettere bene assieme modernità, ambiente incontaminato e sogno.

Recensioni
Dischi
I musicisti
Ispiratori e allievi

PAROLE DI JAZZ di e con Marco Ballerini e con i musicisti Alfredo Ferrario (clarinetto), Sandro Gibellini (chitarra), Roberto Piccolo (contrabbasso) e Massimo Caracca (batteria), al Teatro Sociale di CANZO (Como), via Volta 2, 13 febbraio 2016

LUOGHI del LARIO e oltre ...

STAGIONE TEATRALE DI CANZO
Teatro Sociale, via Volta 2, Canzo, ore 21, biglietti a 18 sacchi
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CARLO UBOLDI & LAURA FEDELE – PIANOFORTE, PIANOCITY 12 maggio 2013 Giardino della galleria di Arte Moderna – MILANO “Beatles o Stones?”

PIANOCITY 12 maggio 2013

Giardino della galleria di Arte Moderna – MILANO

“Beatles o Stones?”

CARLO UBOLDI & LAURA FEDELE – PIANOFORTE

Video a cura di Piero Camurati

 

CARLO UBOLDI: Il JAZZ (cosa è per i musicisti e per gli ascoltatori) e lo SWING, lezioni alla Casa della Musica di Como, 13 e 20 gennaio 2015. Audio e punti chiave

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Vai al sito della Casa della Musica: http://casadellamusica.org/

una davvero magnifica lezione: colta, istruttiva, divertente.

Per “iniziare ” al jazz chiunque. Anche chi lo ascolta da più di 60 anni.

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AUDIO della 1° parte

  • il jazz nasce vocalmente
  • “canzonette” reinterpretate in maniera jazzistica


AUDIO della 2° parte

  • la possibile traduzione di “jazz” è: fracasso, rumore, orgia …
  • il jazz nasce come ritmo e come improvvisazione
  • ogni jazzista ha il suo “real book”: un foglio con le linee melodiche (il tema). L’armonia viene fuori dalla mano sinistra
  • ma l’improvvisazione è totale
  • l’interpretazione è una “innovazione continua basata sulla tradizione”


AUDIO della 3° parte

  • l’importanza di comunicare con gli ascoltatori
  • oggi si può cercare quello che piace (esempio tramite youtube)
  • cercare a partire dai nomi dei musicisti
  • gli anni 40/50 sono quelli delle big band (15-18 musicisti)
  • poi per motivi di costi diminuiscono e si passa ai combo (5-6 musicisti) , arrivando ai trio
  • elementi costitutivi di un brano: la partitura, una serie di “obbligati”


AUDIO della 4° parte

  • la situazione del jazz era: un compositore e degli esecutori (i musicisti). Ognuno bravo nel suo specifico campo
  • oggi per motivi di diritti d’autore (e voglia di creare) aumentano i musicisti che a loro volta sono compositori: “oggi tutti cercano di scrivere i pezzi, ma non tutti sono bravi compositori”. Non si può eccellere in tutto
  • impostanza sul palco dell’ INTERPLAY. Scambio fra due o tre persone. Sfruttare tutta l’energie della sera. Poco o nulla è preparato. Prevale la comunicatività
  • il musicista jazz può leggere ed interpretare i diversi generi musicali, perchè ci lavora sopra con il suo stile e la sua improvvisazione
  • qualche esempio di Carlo Uboldi sulla base di “Fra Martino campanaro”: due note e infinite variazioni. Espone il tema poi improvvisa. La melodia è alla base (deve essere riproposta), ma su questa si fanno le variazioni
  • ci vuole molto feeling nel gruppo


AUDIO della 5° parte

  • l’importanza della “specializzazione” e della “competenza”: l’esempio di Jerry Lewis che mima gli strumenti di una improvvisazione jazz


AUDIO della 3° parte

lezione sullo SWING, Como 20 GENNAIO 2015


The Necks – Silverwater :: Le recensioni di Onda Rock

“Silverwater” è il trionfo dell’improvvisazione come e forse in maniera più accentuata che sul precedente “Chemist”. Da quest’ultimo, infatti, prende le mosse per sviluppare una consistenza se possibile ancora più diluita tra le ritmiche di un piano intrappolato nelle trame minimaliste, le evasioni jazz e i canoni classici.Il basso stavolta segue i tracciati di un tessuto liquido, quasi inesistente che si abbandona a una ripetizione creativa, a un loop (o milioni di essi) che si prende il proprio tempo: nasce, cresce, matura e muore nell’arco vitale di un ciclo mai uguale a se stesso.Il vero protagonista dell’album è comunque la percussione di Tony Buck (uno dei migliori batteristi del pianeta) a cui è affidato lo scheletro dinamico dell’opera.

VAI A:
Necks – Silverwater :: Le recensioni di Onda Rock

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Renato Sellani and Danilo Rea, Amapola (2008)


Amapola (2008)

El álbum “Amapola”, producido por la prestigiosa etiqueta japonesa Venus Records, es ante todo el testimonio del inédito encuentro de dos de los mayores pianistas italianos de jazz: Renato Sellani y Danilo Rea. Dos generaciones, dos estilos, dos modos de entender el jazz, a comparar. Dos grandes artistas unidos por el amor común por el jazz y por la canción de autor italiana. Dos mundos aparentemente diferentes, que se encuentran en un terreno común de la búsqueda melódica, de la sensibilidad armónica. Es gracias a esta división de intentos, a este tipo de afinidad electiva entre estos dos lenguajes, que Sellani y Rea pueden mezclar algunas de las páginas más importantes de la historia del jazz con algunos hitos de la canción de autor italiana. Así standards como “My Foolish Heart”, “My Funny Valentine”, “Afternoon In Paris” o “Wave”, se alternan con piezas de la llamada música ligera (“Volare” de Domenico Modugno) “Quando” de Luigi Tenco, llegando a crear una original mezcla entre “Mi Sono Innamorato Di Te” de Luigi Tenco y la histórica “Autumn Leaves”.

Fuente para la reseña: http://www.ibs.it – Traducción: La Bestia Políglota

Apunte: lirismo, belleza, emoción; palabras que le caben perfectamente a Amapola.

Track Listing

01. My Foolish Heart (5:05)
02. My Funny Valentine (5:34)
03. Mi Sono Innamorato Di Te ~ Autumn Leaves (4:46)
04. Volare (4:18)
05. Quando (4:08)
06. Once Upon A Summertime (6:04)
07. Afternoon In Paris (4:38)
08. Amapola (3:27)
09. Wave (3:11)
10. You Never Told Me (3:33)

Grabado en The House Recording Studio en Roma, los días 2 y 3 de Enero de 2008

Artist List

Renato Sellani: piano
Danilo Rea: piano
Renato Sellani and Danilo Rea

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