Samuele Cornalba, Bagai, Einaudi, 2024

scheda dell’editore:

«Un giovane protagonista impara l’insensatezza del mondo; un giovane scrittore scopre la propria insopprimibile vocazione. Da questa accoppiata nascono la tremenda semplicità e la tremenda forza dell’esordio di Cornalba».
WALTER SITI

Lo spaesamento, la paura, il desiderio. Il libro dei vent’anni.

Elia non è molto bravo a provare sentimenti. Se ne va in giro con il pollice sulla rotella dello Zippo e dentro ha un dolore che non finisce mai. Poi arriva Camilla, che si avvicina «come se lui le dovesse una spiegazione, un posto vicino sul pullman, un po’ d’affetto». E arrivano dal passato dei segni che sono come schiaffi, o carezze. Forse dall’inquietudine e dalla provincia non ci si salva neanche con l’amore travolgente dei vent’anni; a volte, però, ci sono persone e pensieri e dettagli che possono rendere il futuro un luogo meno spaventoso. Bagai è l’esordio di uno scrittore nato nel 2000, ma non è un romanzo generazionale: è un urlo potentissimo. La dimostrazione che il talento non aspetta, esiste e basta.

«Bagai è lui, bagai è Andrea, bagai sono i ragazzi di Pandino, della provincia, quelli che corrono senza direzione, che scappano da un mondo incendiato».

ANTONIO SPALLINO, sindaco di Como dal 1970 al 1985 : intervista di Stefano Ferrari al figlio Lorenzo, in la Provincia 22 marzo 2024, pagg. 28-29

letta in edizione cartacea

cerca in:

https://www.laprovinciadicomo.it/stories/premium/como-citta/papa-minacciato-dal-terrorismo-soffri-la-mancata-rielezione-o_2102185_11

https://www.studiospallino.it/ls/index.htm

ricordi di GUIDO FERRARIO (1917-1988), in: Zanoli Alessandro, Jazz a Como. Storia di una musica, di una città e di un Club, Carlo Pozzoni Fotoeditore, 2024

in https://traccesent.com/2024/03/21/zanoli-alessandro-jazz-a-como-storia-di-una-musica-di-una-citta-e-di-un-club-carlo-pozzoni-fotoeditore-2024-indice-del-libro/

Carlo Uboldi, Potevo essere un impiegato di banca, invece sono un pianista Jazz, Blonk editore, 2024. Indice del libro

  • vai anche alla pagina youtube con i video musicali di Carlo Uboldi:

https://www.youtube.com/@CarloUboldiJazz/videos

  • vai anche alla biografia di Carlo Uboldi:

https://traccesent.com/?s=uboldi

Carlo Uboldi nasce a Como nel 1966 e debutta a 16 anni alla Rassegna del jazz comasco ottenendo umerosi consensi e mettendosi in luce per il suo stile ispirato al grandissimo pianista Canadese Oscar Peterson, che sarà per sempre un suo punto di riferimento.

A 17 anni debutta in televisione su RAI 1 in trio coi suoi fratelli suonando già brani di sua composizione nella trasmissione TV1 ESTATE.

Qualche anno dopo tornerà in televisione alla trasmissione TAPPETO VOLANTE come pianista del quartetto di Gianni Coscia.

A 21 anni diventa stabilmente per una quindicina di anni il pianista di Paolo Tomelleri, e nel 1992 l’incontro col vibrafonista tedesco Fritz Hartscuh fa nascere il quintetto MILAN SWING che lavora in Germania per svariati anni incidendo un CD per l’etichetta germanica Bellaphon che ottiene grandi consensi nel Nord Europa.

Suona in tutta Europa e ha all’attivo 33 dischi.

Dal 2015 insegna alla Pop Music School di Paolo Meneguzzi pianoforte e improvvisazione.

INDICE DEL LIBRO

Starnone Domenico, Il vecchio al mare, Einaudi, 2024

scheda dell’editore:

«Nel corso della mia vita ho fatto di tutto, proprio di tutto, per smania di racconto».

Sulla spiaggia di un ottobre caldissimo c’è un vecchio signore che legge, scrive, passeggia. Una mattina qualcosa gli leva il respiro, gli sfugge. Cosa se ne sta andando per sempre? Muove da questo istante di smarrimento un racconto vorticoso e raffinatissimo, teso e scanzonato, che insegue Rosa, ombra di madre sarta, morta troppo presto, e Lu, giovane commessa di boutique che, nel tempo libero, coltiva la passione per la canoa. Un libro sulla perdita del proprio mondo, sulla vecchiaia, sull’amore per le donne, sul prodigio e lo smacco della scrittura.

Gli ultimi sessant’anni di Nicola sono stati una corsa. Ha amato, ha promesso molto e dato molto meno, inseguendo un’idea tutta sua di felicità svagata. Ora ha ottantadue anni, e da tredici giorni ha preso in affitto una casa al mare tra le dune. Ogni mattina va a sedersi in spiaggia, in camiciola e calzoncini, quaderno e matita in mano, e osserva una ragazza pagaiare con eleganza tra le onde. Lu ha vent’anni e quando non va in canoa fa la commessa nella boutique di Evelina. A Nico fa venire in mente sua madre, anche se non le somiglia, come del resto nessuna delle donne della sua vita. Una madre morta troppo presto, reinventata dalla memoria e dalla fantasia, una madre che si faceva bella come un’attrice anche solo per uscire a fare la spesa, che cuciva abiti per le sue clienti, ma soprattutto per sé, quasi una disobbedienza, una fantasia peccaminosa, contro la gelosia furibonda del marito. Per questo gli abiti femminili per Nicola sono tuttora una festa, il segno di una passione ancora viva per le donne. Cosí nella boutique di Evelina assiste incantato, sedotto, al susseguirsi di blazer e caban, taffettà e seta damascata, che le amiche di Evelina prima e Lu poi si scambiano entrando e uscendo dai camerini. In una cittadina ventosa in cui sembra non accadere nulla, Nicola prova a districare le matasse di un variegato catalogo umano fatto di dispetti e pettegolezzi. E allora forse comprarsi un kayak, alla sua età, e andare a caccia di piovre giganti insieme al piccolo figlio di Lu diventa il modo per imbastire la trama di un’infanzia ancora tutta da scrivere, nell’inesausto tentativo di «trovare le parole giuste per dare un senso a ciò che mentre vivi viene giú a vanvera». Il vecchio al mare ha la malinconia di certi orizzonti meravigliosamente lontani visti la sera da terrazze piene di salsedine, e di quegli incontri casuali, un mattino d’ottobre sul bagnasciuga, che a distanza di tempo ricordiamo con gratitudine. Il nuovo romanzo di Domenico Starnone è un perfetto congegno di erotismo, crudeltà, sottigliezza.

Lombardo Angela, da una idea di Cristiana Marina, Mare fuori, Le forme dell’amore. Il romanzo tratto dalla serie Tv Mare Fuori, Solferino/Rai Libri, 2024

scheda dell’editore:

L’IPM (Istituto di Pena Minorile) di Napoli ospita ragazzi che sbagliano.
C’è chi sbaglia senza volerlo, chi sbaglia con premeditazione e chi pensa che lo sbaglio sia farsi beccare e non quello di commettere il crimine.
Quando si è adolescenti il confine tra bene e male è spesso labile, un sottile filo su cui si vuole camminare per mettersi alla prova e soddisfare i propri sogni, senza paura o senza mostrare di averla.
L’Istituto si affaccia sul mare: il rumore delle onde, le vele delle barche, i gabbiani sospesi nel vento sono spesso l’unico appiglio per le ragazze e i ragazzi detenuti a cui aggrapparsi e sognare una vita migliore, in cerca di quell’amore che non hanno ricevuto o che non sanno ancora donare, al quale ancora faticano a dare nome e forma.
Perché le forme dell’amore sono infinite, ma non bisogna mai smettere di cercare quella che ci rende più felici.
Questo romanzo racconta le loro storie. Storie che si consumano dentro le mura del carcere ma che sono cominciate fuori, a volte in famiglie crepate più di certe case dei vicoli di Napoli, altre in famiglie eleganti di città lontane dove chi sbaglia è escluso per sempre. Storie uniche e intrecciate, raccontate da voci molto diverse che urlano per disperazione e nella speranza di avere un’altra possibilità dalla vita.

presentazione del libro: Laura non c’è. Dialoghi possibili con Laura Conti, A cura della Associazione Villa del Grumello, Como, domenica 14 aprile 2024

Laura non c’è. Dialoghi possibili con Laura Conti, domenica 14 aprile 2024

Laura non c’è. Dialoghi possibili con Laura Conti – Villa del Grumello

Ezio Guaitamacchi, prefazione di Gianna Nannini, She’s a woman. Storie di coraggio, orgoglio, amore e (dis)onore di 33 regine della musica, Rizzoli Lizard, 2024

scheda editore:

Fin dalla notte dei tempi, le donne sono state al centro della musica. A loro sono dedicate opere, canzoni, canzonette e serenate, ma se pensiamo alle leggende del rock, del pop e di qualsiasi altro genere, davanti ai nostri occhi si srotola un’infinita processione di nomi (soprattutto) maschili.

Di questo paradosso se ne è accorto anche Ezio Guaitamacchi, veterano del giornalismo musicale, che in questo libro ci ricorda come la storia della musica sia in realtà dominata da donne che hanno stravolto le regole della propria arte e contribuito a riscrivere quelle della società.

E lo fa raccontandoci le storie di alcune tra le più iconiche Regine della Musica (33, come i giri di un vecchio vinile), donne piene di coraggio, orgoglio e coscienza politica, che hanno saputo rappresentare la forza del pensiero, del sentimento e della sensualità nel regno maschilista dello showbusiness: un mondo nel quale la violenza di genere è sempre stata la regola del gioco.

Guaitamacchi ci guida nelle vicende di queste protagoniste del nostro tempo, rivelandoci dettagli inediti, frutto di ricerca e conversazioni private, e arricchendole con immagini suggestive e brani che rappresentano l’ideale colonna sonora di questa originale e sorprendente controstoria della musica.

Ezio Guaitamacchi (Milano 1957), giornalista musicale, ha collaborato e collabora con Radio Popolare, Lifegate Radio, numerose testate giornalistiche e programmi televisivi. Ha pubblicato vari libri, fra cui Peace&Love (Editori Riuniti 2004) e Figli dei fiori, figli di Satana (Arcana 2009).

l libro si compone di 5 sezioni: 

“Respect – Coraggio ed emancipazione con le storie di artiste come Patti SmithJoni MitchellAnnie LennoxBeyoncé Madonna

People have the power – Impegno politico in cui, tra gli altri, si trovano racconti su Joan Baez, Billie HolidaySinéad O’Connor e Nina Simone

Piece of my heart – Amore e sesso in cui si approfondiscono le vite di superstar del calibro di Courtney Love, Janis JoplinYoko Ono, Nico, Sheryl Crow ed Édith Piaf,

I will survive – Violenze e soprusi con il racconto delle drammatiche vicende che hanno segnato le storie di cantanti come Tina Turner, Lady Gaga, Whitney Houston, Donna Summer e Amy Winehouse 

e, infine, Gracias a la vida – Orgoglio culturale in cui vengono approfondite le figure di autentiche “ambasciatrici culturali” come Miriam Makeba, Mercedes Sosa e Noa.

PAOLO FERRARIO, Conoscere le POLITICHE SOCIALI camminando nel TERRITORIO, pubblicato in: SGUARDI SUL SERVIZIO SOCIALE. Esperienze e luoghi di una professione che cambia, a cura di Maria Luppi , Antonella Bregantin , Antonella Maiocchi , Lucia Mariani, FrancoAngeli, 2016, pagine 20-23

VAI A:

 

Longo Sivia, Maffiolini Alessandra (a cura di), Un POSTO al SOLE. Il libro ufficiale. Le storie, i personaggi, i luoghi: tutti i segreti della serie più amata, Mondadori, 2021

scheda dell’editore:

https://www.mondadoristore.it/posto-sole-libro-ufficiale-na/eai978889183359

Ogni sera, dal lunedì al venerdì, quasi due milioni di televisori si sintonizzano su Rai3 in attesa di uno dei programmi più amati di sempre: Un posto al sole.

Venticinque stagioni, circa 6000 puntate, uno share che arriva anche a superare il 7%: UPAS, acronimo caro ai fan più affezionati, non è soltanto il daily drama italiano più longevo, ma un vero e proprio fenomeno di costume, un appuntamento irrinunciabile.

Ma come ha fatto questa serie a fare breccia sin da subito nel cuore dei telespettatori? Perché mette in scena tutti i sentimenti e gli atteggiamenti più veri: l’amore, la rabbia, i dubbi, gli errori, l’amicizia, la paura, la gioia, ma anche il gioco e il divertimento. Perché rispecchia la vita reale: ci accompagna nei giorni, nei mesi, nelle stagioni. Scandisce il tempo insieme a noi. Perché i protagonisti, gli inquilini di Palazzo Palladini a Posillipo, sono autentici: ci riconosciamo in loro, ci emozioniamo con loro.

E siamo cresciuti insieme a loro, sognando un giorno di abitare alla Terrazza e di uscire di casa salutando Raffaele che innaffia i fiori, di chiedere un caffè a Silvia, al bar Vulcano, di visitare i Cantieri Flegrei-Palladini e scorgere un incontro proibito tra Marina e Roberto.

Questo libro vuole celebrare la lunga storia di UPAS: ricco di informazioni sulla serie, con schede sui personaggi e interviste esclusive, con curiosità sulle puntate cult e sulle guest star più importanti, con approfondimenti sui temi sociali trattati e con uno sguardo sui set e dietro le quinte. Un vero regalo per i telespettatori: per festeggiare venticinque anni insieme, per rivivere le emozioni più forti, per sfogliare l’album delle storie che abbiamo vissuto accanto agli abitanti di Palazzo Palladini. Per ricordarci che, anche stasera, un posto al sole ancora ci sarà.

Rebecca Struthers, Memorie di una orologiaia, Garzanti, 2024. Recensione: Antonello Guerrera, Tempo al tempo, in Venerdì di Repubblica 8 marzo 2024, pagine 141-143

scheda dell’editore:

https://www.garzanti.it/libri/rebecca-struthers-memorie-di-unorologiaia-9788811819646

Quello di Rebecca Struthers è un mestiere raro, in via d’estinzione: è un’orologiaia, ovvero un’artigiana in grado tanto di creare quanto di restaurare orologi meccanici, moderni o antichi. Nelle sue Memorie racconta gli strabilianti progressi tecnici che hanno permesso a queste macchine di diventare portatili e sufficientemente precise da conquistare il mondo; chiarisce come proprio grazie agli orologi i popoli europei hanno potuto navigare, mappare la Terra e sostenere il commercio globale; ripercorre l’evoluzione di questi oggetti da status symbol a strumento per tutti, e poi di nuovo a emblema d’élite. Quella che condivide con i lettori, tuttavia, è anche la sua storia personale. Molti degli orologi di cui scrive, infatti, sono esemplari che lei stessa ha restaurato o riparato, e che spesso recano le tracce di altri individui e di altre vicende umane: piccoli segni di usura, le iniziali o un nome incisi sul retro, l’impronta digitale di uno smaltatore di duecentocinquant’anni fa. Libro insieme colto e romantico, Memorie di un’orologiaia ricostruisce, a partire dai meccanismi minuti degli orologi, i grandi passi della nostra storia.

Recensione: Antonello Guerrera, Tempo al tempo, in Venerdì di Repubblica 8 marzo 2024, pagine 141-143 :

https://www.repubblica.it/venerdi

I BISOGNI ABITATIVI FUTURI in rapporto all’INVECCHIAMENTO DEMOGRAFICO e alle situazioni di CRONICITA’. L’Idea/Progetto per i : MAP – Mini Alloggi Protetti integrati con i SERVIZI DOMICILIARI . Contributo di Gianfranco Garganigo (già Presidente dell’Auser , 1944 – 2017), Miriam Poletti (segretaria dell’Auser di Como) e Paolo Ferrario al progetto “ComeVoglioComo: costruiamo insieme la nostra città”. Febbraio-Maggio 2017

Alessandro ZANOLI, JAZZ a Como, storia di una musica e di un Club dal 1947 a oggi. Presentazione del libro al Cinema Teatro di Chiasso, il 10 marzo 2024

Sento la Terra girare, spettacolo teatrale con Teresa Mannino, 2018-2021. Trasmesso sul canale televisivo la9 il 27 febbraio 2024

Sento la Terra girare è uno spettacolo teatrale che vede come protagonista Teresa Mannino.

È stato inscenato dal 2018 al 2021

Sento la Terra girare – Wikipedia

https://it.wikipedia.org/wiki/Sento_la_Terra_girare

rivedi su:

https://nove.tv/programmi-nove/sento-la-terra-girare

Roberto Vecchioni, Tra il silenzio e il tuono, Einaudi, 2024

Tra il silenzio e il tuono, Roberto Vecchioni. Giulio Einaudi editore – I coralli

Questo è un romanzo fatto di lettere, ma non è un romanzo epistolare come gli altri. Si alternano due voci: da una parte c’è lui, Roberto Vecchioni, che racconta a un fantomatico nonno alcuni degli episodi piú significativi della sua vita.

Li riporta in presa diretta, proprio mentre gli accadono, a dieci, quindici, trenta, ottant’anni. Infanzia, amicizie, studi, canzoni, dolori, amori. Sconfitte e vittorie. Il nonno, dal canto suo, non gli risponde mai: forse non ce n’è bisogno, forse conosce Roberto fin troppo bene.

Le sue lettere sono indirizzate ad altri personaggi, veri o immaginari, e affrontano gli argomenti piú disparati. Che si tratti di Schubert, di bizzarre teorie sugli ingorghi stradali o di scrittori russi che conosce soltanto lui, ne scrive sempre con la medesima, grandissima passione.

E anche se le lettere di Roberto raccontano la storia di una vita – e insieme la storia di un corpo, che sente, ama, si ferisce, si ammala – e quelle del nonno sono puro pensiero, capita di rimanere spiazzati, perché ogni tanto parlano di qualcosa che sembra essere accaduto a entrambi. Di un palco illuminato, ad esempio, e di un uomo che chiede di essere chiamato amore.

Ma, soprattutto, della morte di un figlio, e del dolore lacerante che non ti abbandona mai. Cinquantatre lettere, cinquantatre momenti sfolgoranti per catturare «l’ombra sfuggente della verità». In un tempo in cui il prima e il dopo possono confondersi, e persino, forse, illuminarsi a vicenda.

Teti Vito, Pietre di pane. Un’antropologia del restare, Quodlibet, 2024. Indice del libro

scheda dell’editore:

https://www.quodlibet.it/libro/978882292154

Nulla più dell’idea del «restare» potrebbe apparire estraneo alla storia del sapere etnografico. Restare sembra l’antitesi del viaggiare, del mettersi in discussione, della disponibilità al disordine, alla scoperta, all’incontro.
Ma davvero l’idea e la pratica del restare sono inconciliabili con l’esperienza antropologica? E, soprattutto, è possibile pensare un viaggiare separatamente dall’esperienza del restare, e davvero il restare va accostato all’immobilità, alla scelta di non incontrare l’alterità e di non fare i conti con la propria ombra, il proprio doppio? Restare è difendere un appaesamento o esiste anche una maniera spaesante di restare che, a volte, può risultare più scioccante del viaggiare?
L’avventura del restare – la fatica, l’asprezza, la bellezza, l’etica della «restanza» – non è meno decisiva e fondante dell’avventura del viaggiare. Le due avventure sono complementari, vanno colte e narrate insieme.
Restare, allora, non è stata, per tanti, una scorciatoia, un atto di pigrizia, una scelta di comodità; restare è stata un’avventura, un atto di incoscienza e, forse, di prodezza, una fatica e un dolore. Senza enfasi, ma restare è la forma estrema del viaggiare.
Attraverso racconti, memorie, note di viaggio e riflessioni, che si fondono in un romanzo antropologico ambientato tra la Calabria e il Canada, Vito Teti ricostruisce la complessità della «restanza», senza nessun cedimento a un’estetica dell’immobilismo e con una sofferta interrogazione sul senso dell’erranza nell’epoca della modernizzazione globale.

 
INDICE
  • Nuovi spaesamenti. Introduzione alla nuova edizione
  • Prologo. Del restare
  • Il turno di Angelino
  • Il cammino di Vallelonga
  • Interludio
  • La casa dei trentatré pani
  • Fichi a Toronto
  • Interludio
  • L’ombra e la macchina da cucire
  • Interludio
  • Le reti di Murat
  • Nuvole e rughe
  • Le pietre di mio cugino Giò
  • I funerali dell’Imperatore
  • Interludio
  • Madre di paese
  • Nota bibliografica
  • Notizia sui testi
 
L’AUTORE
VITO TETI

Vito Teti, già ordinario di Antropologia culturale presso l’Università della Calabria, si occupa attualmente di antropologia e letteratura dei luoghi. Tra i suoi libri piú recenti ricordiamo: Maledetto Sud (Einaudi, 2013); Fine pasto. Il cibo che verrà (Einaudi, 2015); Il colore del cibo. Geografia, mito e realtà dell’alimentazione mediterranea (Meltemi, 2019); Prevedere l’imprevedibile. Presente, passato e futuro in tempo di coronavirus (Donzelli, 2020); Nostalgia. Antropologia di un sentimento del presente (Marietti, 2020) e La restanza (Einaudi, 2022). Presso Quodlibet ha pubblicato Il Patriota e la maestra. La misconosciuta storia d’amore e ribellione di Antonio Garcèa e Giovanna Bertòla ai tempi del Risorgimento (2012) e Pietre di pane. Un’antropologia del restare (2012, 2014, 2024).

Ferraris Maurizio, Imparare a vivere, Laterza editore, 2024. Indice del libro

scheda dell’editore:

Un incidente banale e la vita sembra darci un avviso, suggerirci che tutto quello che avevamo ritenuto stabile, assodato, potrebbe andare in pezzi. Che forse non abbiamo ancora imparato a vivere. È proprio in quel momento che vale la pena di provarci ancora una volta, sperando che il vento si levi, disincagliandoci dalla secca in cui siamo finiti.

È da un inciampo che il filosofo Maurizio Ferraris parte per ragionare attorno all’esistenza, alla stratificazione di esperienze e memorie che sono il modo in cui ciascuno di noi impara a vivere.

Vivere, sopravvivere, previvere, convivere sono le stazioni attraverso cui questo libro ci fa passare per riflettere su un mélange di argomenti che ruotano attorno alla vita e a come si possa imparare a vivere. Se lo spunto è una battuta d’arresto accidentale, capillare, profonda e non casuale è la considerazione della propria intera esistenza, della piega che ha preso nel tempo.
Nel momento in cui ci si ferma, la galassia di sentimenti e risentimenti che emergono è fatta dalla memoria delle cose vissute nel passato, nel proprio intimo, attraverso gli altri, intrecciata alle cose apprese anche attraverso la vita scritta, i libri, la letteratura.

Da Montaigne a Heidegger, da Nietzsche a Derrida, da Proust a Yourcenar, da Fitzgerald a Hemingway: tutto questo e altro ancora è precipitato in questo libro unico, emozionante e ricco di riflessioni.